[Area] l'OCSE sollecita interventi strutturali sulla prescrizione

donatella.salari a tiscali.it donatella.salari a tiscali.it
Mar 18 Ott 2016 09:10:20 CEST


  

traggo da Il Sole 24 ore di sabato 15 ottobre.
Saluti a Voi
Tutti
Donatella Salari  

PRESCRIZIONE, L'OCSE «SPINGE» LA
RIFORMA

Sab.15 - ROMA. L'Ocse va in soccorso al ministro della
Giustizia Andrea Orlando sollecitando l'approvazione «urgente» della
riforma della prescrizione contenuta nel Ddl sul processo penale, da
settimane bloccato al Senato per una scelta politica del premier Renzi,
preoccupato della tenuta del governo alla prova del voto, anche con il
ricorso alla fiducia. La sollecitazione è contenuta in una lettera non
ancora ufficiale - partirà solo dopo il 19 ottobre - ma della cui
esistenza è venuta a conoscenza ieri l'agenzia Ansa. I destinatari sono
il ministro Orlando e il presidente del Senato Pietro Grasso.
L'Organizzazione con sede a Parigi - che da anni monitora l'Italia sul
fronte della corruzione internazionale - è convinta che la mancata
approvazione in tempi rapidi della riforma «strutturale» della
prescrizione pregiudichi i progressi fatti dall'Italia con le misure
varate l'anno scorso, in particolare con la legge anticorruzione, che ha
aumentato le pene per alcuni reati (allungando così anche i relativi
termini di prescrizione). Una riforma, quest'ultima, che secondo i dati
raccolti dall'Ocse non è sufficiente poiché i procedimenti per
corruzione internazionale continuano a prescriversi. 

La sollecitazione
porta acqua al mulino di Orlando nel braccio di ferro con Renzi in atto
ormai da un mese: il primo spinge per votare, ricorrendo alla fiducia
(già autorizzata) qualora dovessero esserci incidenti sui voti segreti
(sono ben 170); il secondo considera la riforma una mina vagante che,
alla vigilia del referendum del 4 dicembre, rischia di far saltare il
governo, che al Senato non ha la stampella dei verdiniani (assolutamente
contrari al Ddl) e non può neanche fare affidamento sulla compattezza
della maggioranza; senza dire che l'Anm è sul piede di guerra per almeno
due punti del provvedimento, considerati «punitivi» nei confronti dei Pm
e comunque destinati, se approvati, ad aumentare il numero dei processi
prescritti. Per affrontare questo nodo, Renzi ha dato la sua
disponibilità a incontrare l'Anm il 24 ottobre insieme a Orlando e, in
vista di quell'appuntamento, ieri i magistrati hanno soprasseduto sulle
azioni di protesta (compreso lo sciopero) 

contro la riforma, la
carenza di risorse (finanziarie e di personale), e il decreto che
proroga di un anno i vertici della Cassazione in età pensionabile. In
questo quadro si inserisce la lettera dell'Ocse. Un atto interno non
ancora "perfezionato", di cui era - ed è - previsto l'invio dopo il 19,
per consentire entro quella data eventuali integrazioni o correzioni.
L'anticipazione aiuta Orlando nella battaglia quasi solitaria, ormai,
per non rinviare il voto a dopo il 4 dicembre. 

Nell'ultimo rapporto
semestrale sull'Italia (di ottobre), l'Ocse segnala, come nel
precedente, l'immobilismo sul fronte prescrizione. È infatti da un anno
che Parigi non riceve (buone) notizie al riguardo. A metà marzo, nella
Conferenza organizzata nella capitale francese, presieduta da Orlando,
il segretario dell'Ocse Ángel Gurria aveva pubblicamente apprezzato le
misure approvate dall'Italia nel contrasto alla corruzione e quelle in
cantiere. Rimaste, però… in cantiere. L'aumento delle pene dei reati di
corruzione non è infatti un intervento «strutturale» sulla prescrizione
e infatti non ha impedito - sostiene l'Ocse, dati alla mano - che i
processi continuino a prescriversi. Già nel 2014 l'Italia aveva ricevuto
una lettera per approvare con urgenza una riforma strutturale. Questa è
la seconda. Il passo successivo - qualora non ci fossero segnali entro
marzo - sarebbe un public statement, ovvero una dichiarazione pubblica
dell'Ocse nei confronti dell'Italia. 

Vista da Parigi, l'incertezza
dello scenario politico dopo il 4 dicembre dovrebbe indurre il governo a
votare al più presto la riforma. Un «rischio» che finora Renzi non ha
voluto correre, al punto da usare l'Anm, e le sue critiche, per frenare.
Peraltro, se i due punti critici segnalati dalle toghe fossero accolti
(portare da 3 a 6 mesi il termine entro cui il Pm deve chiedere
l'archiviazione o il rinvio a giudizio pena l'avocazione del Procuratore
generale; cancellare la norma che impone al Pm di iscrivere
«immediatamente» la notizia di reato, pena conseguenze disciplinari), la
maggioranza potrebbe essere persino più a rischio di quanto lo sia ora.
_Donatella Stasio_ 


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