[Area] le ragioni del mio no
thorgiov
thorgiov a libero.it
Mar 15 Nov 2016 09:58:04 CET
Ma è ovvio che la maggior parte delle persone non conosce la riforma
costituzionale. Si tratta di una materia tecnica, da addetti ai lavori.
Chi vuoi che si vada a leggere il testo delle nuove norme, che sono
numerose e articolate ? Il livello culturale dei cittadini italiani non
è così elevato. La maggior parte di loro voteranno per sentito dire o,
molto più probabilmente, sulla base della loro posizione di ostilità o
favore nei confronti della politica del Governo Renzi , e quindi a
seconda di che cosa pensano su altri temi, tra cui l'immigrazione.
FELICE PIZZI ( Giudice del contenzioso del Tribunale di Napoli Nord )
Il 15/11/2016 02:00, mario ardigo ha scritto:
> Il collega Imperato ha studiato a fondo la riforma costituzionale ed
> è giunto ad una decisione di voto. Questo è il percorso giusto da seguire.
> In questi giorni parlo alla gente della riforma e noto invece che in
> genere si vuole sapere come votare prima di conoscere la legge di
> revisione. Sembra che addirittura nove su dieci siano in questa
> situazione. Mancano diciannove giorni al referendum. Il tempo è poco
> per informarsi e chiedere chiarimenti (la maggior parte delle persone
> ne ha necessità). Ma è ancora possibile farlo. In coscienza ritenete
> di saperne abbastanza?
> Vorrei segnalare alcuni temi.
> La riforma costituzionale incide profondamente sul nostro sistema
> istituzionale, tanto da configurare una vera e propria Terza
> Repubblica. E' effettivamente una riforma epocale. Essa non è stata
> ideata dall'attuale Presidente del Consiglio, che si è limitato a
> seguirne gli ideologi e a imprimere forza politica al processo
> legislativo che l'ha prodotta.
> L'esposizione chiara, lucida, inequivocabile, delle finalità della
> revisione costituzionale si trova nel libro di Stefano Ceccanti, "La
> transizione è (quasi) finita". Ceccanti chiarisce che la riforma della
> legge elettorale della Camera dei deputati è una parte fondamentale
> della riforma. Su di essa però non potremo decidere al referendum del
> 4 dicembre.
> La posizione del Governo viene molto rafforzata, ma non del tutto
> esplicitamente, mediante diverse disposizioni il cui effetto combinato
> non è facile capire. Non sono d'accordo con chi dice che non vengono
> toccati i poteri del Governo: in effetti vengono ampliati. Ma è vero
> che ad uno sguardo distratto può sembrare che tutto rimarrà come
> prima. Non è così. L'esposizione più chiara degli aspetti critici
> della riforma l'ho trovata nel libro di Gustavo Zagrebelsky "Loro
> diranno, noi diciamo", disponibile anche in e-book. Leggendo i libri
> di Ceccanti e di Zagrebelsky si può avere un panorama sufficientemente
> completo della riforma.
> La transizione ad una Terza Repubblica si basa su tre principi. Il
> primo: una Camera dei deputati come Camera maggiore, la sola a votare
> la fiducia al Governo, controllata da un partito "maggioritario" per
> effetto della riforma della legge elettorale di quell'organo. Il
> partito maggioritario è un partito che ha una solida maggioranza
> assoluta nella Camera che deve votargli la fiducia. Una situazione
> così non si è mai verificata nell'Italia della Repubblica
> democratica. Il secondo, appunto: la fiducia al Governo votata solo
> dalla Camera dei Deputati. Il terzo: il Governo arbitro assoluto
> dell'interesse nazionale nei confronti delle autonomie locali
> attraverso una modifica di dettaglio ad una disposizione
> costituzionale. Una volta accettati questi principi, la configurazione
> del Senato era un problema secondario e il risultato della riforma in
> questa parte è dipeso dalla volontà dei riformatori di arrivare ad un
> accordo politico con il centrodestra sulla legge di revisione, che c'è
> stata all'inizio dell'iter legislativo della revisione costituzionale
> e che poi non c'è stata più. L'attuale Senato assomiglia un po',
> quindi, al Senato previsto dalla riforma costituzionale del 2005, non
> confermata da un referendum costituzionale del 2006. Ma è solo una
> superficiale assonanza, perché i sistemi istituzionali delle riforme
> del 2005 e del 2006 sono di orientamento opposto: federale il primo,
> accentratore il secondo.
> Va aggiunto che il partito che ha promosso la riforma controlla
> attualmente la maggior parte delle Regioni e quindi i riformatori
> prevedevano un Senato, eletto nella massima parte dai consiglieri
> regionali, coerente con una Camera dei deputati controllata dal loro
> Governo.
> Quindi: un partito maggioritario organizzato intorno a un Governo
> forte che non trova ostacoli nell'approvare un progetto di "riforme",
> che allo stato però non è ben esposto, senza più la necessità di
> cercare l'alleanza con partiti minori e transfughi di altri partiti.
> Va aggiunto che, con il vento favorevole, il partito maggioritario
> potrebbe riuscire a eleggere un proprio Presidente della Repubblica e
> ad ottenere una maggioranza favorevole alla Corte Costituzionale, per
> effetto di altre modifiche di dettaglio della legge di revisione.
> Questo effetto di rafforzamento dell'azione di governo è proprio
> quello che i riformatori e lo stesso Presidente del Consiglio
> dichiarano di voler ottenere. Non l'hanno nascosto: è un punto
> fondamentale della loro propaganda elettorale.
> Il problema è che attualmente non esiste un chiaro disegno
> riformatore e una base sociale disposta a sostenerlo. Prevale infatti
> l'antipolitica, il voto di protesta analogo a quello che ha
> determinato l'inaspettato esito delle presidenziali statunitensi. Il
> rafforzamento dell'azione di governo è quindi artificiale. Questa è
> l'obiezione principale che fin dagli anni '80 venne posta ai
> precursori degli attuali riformatori. Questi ultimi pensano di
> riuscire a coalizzare un consenso politico "dopo" la riforma, intorno
> al giovane attuale Presidente del Consiglio, che ambisce a percorrere
> una storia politica analoga a quella del britannico Tony Blair. Di
> fatto, quando si parla di "riforme" in dettaglio, e lo si fa di rado,
> si capisce bene che saranno "dolorose" per molti, perché andranno ad
> incidere sui diritti sociali. Un Governo che andasse deciso per quella
> strada, andando d'accordo solo con "chi ci sta" e forte della sua
> maggioranza parlamentare di controllo, probabilmente si troverebbe a
> fronteggiare, ma anche a produrre, un rilevante scontro sociale.
> Un'ultima questione: la riforma, ideata per un preciso partito,
> potrebbe mandarne al potere, stando agli attuali sondaggi, un altro.
> Quando si valutano riforme di questa portata bisognerebbe ipotizzare
> che accadrebbe se favorissero gli avversari. Penso che ora i
> riformatori siano terrorizzati da certe prospettive. Ma ormai non c'è
> più tempo per correzioni e il Presidente del Consiglio ha deciso di
> giocarsi il tutto per tutto, secondo il suo costume, che finora gli ha
> aperto la strada in un mondo politico storicamente piuttosto bloccato.
> Il destino dell'Italia è affidato, in definitiva, solo al prossimo
> referendum costituzionale, l'ultimo dei "freni costituzionali
> d'emergenza" disponibili. Ecco la necessità di una scelta consapevole,
> informata. Sarebbe sbagliato il voto di protesta o decidersi seguendo
> la personalità verso la quale si sente maggiore afflato emotivo. Si
> tenga conto che, varata la riforma, le eventuali correzioni dovrebbero
> farsi con le nuove regole ed esse saranno più difficili di oggi.
> Infatti, nell'intenzione dei riformatori la revisione costituzionale
> dovrebbe essere piuttosto stabile. E' per questo che hanno previsto
> che le future riforme costituzionali debbano farsi con procedimento
> bicamerale, con il concorso, come ora, di Camera dei Deputati e
> Senato. Attesa la struttura molto diversa dei due organi
> costituzionali nel nuovo sistema sarà difficile coalizzare un
> sufficiente consenso parlamentare per future revisioni.
> Mario Ardigò - Roma
>
>
> Il Lunedì 14 Novembre 2016 12:54, Imperato MArco
> <marco.imperato a giustizia.it> ha scritto:
>
>
> Per quel che potesse interessare, questo è il mio contributo al
> dibattito sul referendum de 4 dicembre:
> http://nonsologiustizia.blogspot.it/2016/11/le-ragioni-del-mio-no.html
> buona settimana a tutti
> Marco Imperato
>
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