[Area] Perchè voto NO
Gioacchino Romeo
gioarom a alice.it
Dom 27 Nov 2016 09:43:04 CET
Certamente; ma la logica da tifoseria era riferita, con tutta evidenza,
nelle mie parole, all'/incipit/ del testo del prof. Visentini.
Gioacchino Romeo
Il 27/11/2016 08:19, sefucci a tiscali.it ha scritto:
> Nessun "tifo" da parte mia, ma solo un invito a ragionare e a
> confrontarsi senza pretendere di avere la "verità" in tasca.
> Cordialmente
> S.F.
>
> Il 26.11.2016 17:22 Gioacchino Romeo ha scritto:
>
>> credo che nessuno, tra gli iscritti a questa lista - tutti in grado
>> di valutare rilievo politico e chiarezza giuridica delle modifiche
>> alla Costituzione introdotte dalla legge costituzionale sotto
>> referendum (per cortesia: non chiamiamola /riforma/, salvo che non
>> attribuiamo al termine il valore di una /vox media/) - avverta il
>> bisogno di leggere le ragioni di illustri giuristi: ci siamo tutti
>> documentati, conosciamo le ragioni del sì e del no, secondo il nostro
>> costume abbiamo obbedito al principio /audiatur et altera pars/ e non
>> ci lasciamo incantare da pur rispettabili pareri. Già ieri ho
>> scritto, in risposta a chi si dichiarava esterrefatto per una
>> presunta aggressività dei sostenitori del no (io mi onoro di
>> appartenere a quella schiera di persone libere che il premier, con la
>> consueta sobrietà, ha definito "accozzaglia"), che non me ne ero
>> accorto e che i toni sopra le righe sono stati e sono comuni a
>> entrambi gli schieramenti.
>> Questa lista, avendo sin qui ospitato pareri di opposto segno, è
>> riuscita a tenere lontano il tifo dalla discussione. Mi farebbe
>> piacere che continuasse a farlo. Le opinioni di un docente della
>> Luiss che esordisce attribuendo alla bocciatura della Costituzione
>> l'effetto di un ritorno alla "vecchia politica dell'inciucio e del
>> neopopulismo" mi sembrano proporre - secondo un modulo di
>> ragionamento "terroristico" appena tre giorni fa ripudiato dal
>> Presidente della Repubblica - una logica da tifoseria che non
>> appartiene al confronto pacato.
>> Perciò volentieri lascerò il prof. Visentini al suo sì, ma nell'urna
>> decisamente metterò da parte le sue tutt'altro che convincenti ragioni.
>> Gioacchino Romeo
>>
>> Il 26/11/2016 16:21, sefucci a tiscali.it ha scritto:
>>>
>>>
>>> *Buongiorno,*
>>>
>>> *Trascrivo di seguito l'opinione espressa dal prof. G. Visentini sul
>>> referendum costituzionale, al solo scopo di evidenziare quanto
>>> diversi sono i giudizi non solo sulla riforma ma anche sulla stato
>>> attuale delle cose.
>>> Buona lettura.
>>> Cordialmente
>>> S. Fucci
>>>
>>> *
>>> *
>>> *
>>> "Visentini, referendum: "Le ragioni del mio SI' e i pericoli del NO"
>>> 26 novembre 2016 - 08:01 di Gustavo Visentini
>>> <http://www.firstonline.info/author/gustavo-visentini/502>
>>> Gustavo Visentini, illustre giurista, docente della Luiss e
>>> avvocato, spiega le ragioni che lo inducono a votare SI' al prossimo
>>> referendum sulla riforma costituzionale e i rischi che si corrono se
>>> vincesse il NO - Un voto per il rafforzamento delle istituzioni
>>> contro la vecchia politica dell'inciucio e il neopopulismo
>>> Rifletto a voce alta sulle ragioni del SI' che mi accingo a
>>> formulare con il voto referendario, dopo le tante discussioni tra
>>> amici e nemici.
>>>
>>> Con l’approvazione ripetuta del Parlamento, secondo procedura
>>> costituzionale, assumo che la decisione affidata al popolo debba
>>> cadere sulla sostanza politica della Riforma; non ho la presunzione
>>> di migliorarla per rendere appropriati al mio desiderio i singoli
>>> istituti che sostengono il sistema; anche per rispetto verso il
>>> Parlamento, dove già sono convenute le mediazioni.
>>>
>>> Condivido:
>>>
>>> - La concentrazione del rapporto fiduciario del Governo su una sola
>>> Camera, perciò rafforzata, ed anche nella procedura legislativa. Di
>>> conseguenza, soltanto di conseguenza, è rafforzato il Governo. Vi
>>> sono le condizioni per rendere il Governo responsabile di progetti
>>> strategici, che una sola camera meglio è in grado di condividere,
>>> per risponderne al corpo elettorale; meglio ancora se nel confronto
>>> parlamentare è a sua volta rafforzato lo statuto dell’opposizione,
>>> come è previsto. Riesce chiara la responsabilità del Parlamento
>>> verso l’elettore, vieppiù se un'adeguata legge elettorale fa
>>> l’eletto decisamente responsabile verso i suoi elettori.
>>>
>>> Sappiamo che la doppia fiducia aveva l’obiettivo di indebolire il
>>> Governo, il quale ritrovava la forza di agire negli accordi
>>> informali tra partiti: di governo e di opposizione. Per vari decenni
>>> così è stata l’elaborazione politica del Paese (assai opaca); forse
>>> era necessario per la situazione dell’epoca, ma oggi è anacronistico
>>> e pericoloso.
>>>
>>> - La seconda Camera serve a rappresentare la politica del territorio
>>> a livello delle istituzioni centrali; è la Camera delle regioni, che
>>> in definitiva la eleggono per conto dell’elettore del territorio. Se
>>> fosse eletta direttamente dall’elettorato nazionale, anche con
>>> circoscrizioni regionali, perderebbe questa sua funzione, perchè
>>> verrebbe meno il suo collegamento istituzionale con l’ente
>>> territoriale; resterebbe un collegamento informale squisitamente
>>> politico, che soltanto la trama del partito potrebbe coordinare
>>> all'ombra delle istituzioni, informalmente. Per altro verso, con il
>>> Senato nominato direttamente dal popolo, riuscirebbe difficile
>>> spiegare la sottrazione del Governo anche alla sua fiducia; tanto è
>>> vero che in casi di evidente conflitto la dipendenza fiduciaria
>>> potrebbe riproporsi nei fatti.
>>>
>>> - Con la seconda Camera le regioni sono ben più presenti; efficaci
>>> nel rivendicare la loro autonomia. Ben più chiara dell’attuale è la
>>> ripartizione delle competenze tra Stato e regioni, per queste
>>> circoscritta rispetto ad oggi, ma che con legge speciale potrebbe
>>> essere ampliata, alla condizione di disporre delle appropriate
>>> disponibilità finanziarie. È una parte della legge costituzionale
>>> che avrei voluto diversa, avrei preferito la riduzione del numero
>>> delle stesse regioni. Ma non per questo giustifico un voto
>>> contrario, cosciente delle difficili mediazioni, che comunque non
>>> svuotano la sostanza politica del disegno costituzionale.
>>>
>>> Condivido la Riforma anche per i pericoli che ne potrebbero
>>> conseguire dal NO che la dovesse respingere.
>>>
>>> - Questo disegno riprende proposte davvero a lungo maturate negli
>>> anni passati, in sedi tecniche ed in tentativi politici di riforma,
>>> pubblicamente discussi. Se non andasse in porto, temo il
>>> riaffacciarsi del progetto spesso avanzato, questo sì senza
>>> sufficiente maturazione, della Repubblica presidenziale, della
>>> nomina diretta del Presidente della Repubblica o del Primo ministro.
>>> A questo proposito non ha senso il confronto con gli Stati Uniti,
>>> dai poteri istituzionali estremamente diffusi; d'altro canto
>>> l’esperienza francese non è soddisfacente nella ripartizione dei
>>> poteri, troppo concentrati sul Presidente; in Italia potrebbe
>>> davvero essere la strada per l’oligarchia, se non peggio.
>>>
>>> - Dovesse la Riforma essere respinta, ci troveremmo ancora con un
>>> Parlamento estremamente debole. La debolezza non potrebbe essere
>>> corretta dal concerto informale della politica organizzata nei
>>> partiti, come accadeva nel passato, per il crollo dei partiti; e non
>>> la vorrei così corretta, per l’avversità che nutro per questo modo
>>> di fare la politica, che consente agli accordi di sfuggire
>>> all’evidenza istituzionale. Questa situazione negativa è andata
>>> peggiorando, come già l’esperienza ci dimostra; è l’inciucio.
>>>
>>> - Senza Riforma, la legge elettorale affidata al solo Parlamento
>>> diverrebbe il surrogato della Riforma; ma, insufficiente in assenza
>>> del quadro istituzionale, prospetterebbe una pericolosa alternativa.
>>> Nella estrema debolezza del Parlamento la legge elettorale
>>> maggioritaria darebbe eccessiva forza all’esecutivo; invece la legge
>>> elettorale proporzionale troverebbe l’esecutivo nella funzione di
>>> esprimere decisioni, o mediazioni, che si compongono all’esterno
>>> delle istituzioni formali, decisioni che oggi non sarebbero nemmeno
>>> dei partiti, comunque politicamente responsabili verso l'elettore,
>>> ma di corpi d’interessi corporativi.
>>>
>>> Se guardiamo alla sostanza, non è difficile capire che il dibattito
>>> è tra: chi intende ricondurre la politica alle istituzioni del
>>> Parlamento e del Governo, suo fiduciario; e chi invece preferisce
>>> l’attuale condizione di paralisi istituzionale che sottrae ai
>>> cittadini le mediazioni politiche nella sede formale del Parlamento,
>>> per lasciarla ai corpi in grado di condizionare un Governo succube,
>>> come riflesso della debolezza del Parlamento: lo sperimentiamo di
>>> continuo. Tanti sono i corpi che in questi anni si sono costituiti e
>>> che preferiscono autogovernarsi, nel contesto opaco di influenze
>>> private sul pubblico. Non è curioso, è coerente che le stesse
>>> correnti del NO spingano per una legge elettorale proporzionale (già
>>> indirizzata dalla Corte costituzionale nel recente giudizio sulla
>>> legge elettorale).
>>>
>>> La preferenza per lo stato attuale delle cose non è palesata, resta
>>> sottostante nel dibattito elettorale. Non è dichiarata espressamente
>>> nell’argomentare la contrarietà alla riforma, che la si sostiene per
>>> difetti, anche speciosi, sulla parte regionale: i senatori vanno
>>> eletti direttamente dal collegio elettorale nazionale; aumenterà il
>>> contenzioso (come dimostrarlo?); è una brutta riforma mentre
>>> basterebbe poco a farne un’altra, preferita dai cittadini silenziosi
>>> ecc.; si sposta il senso del referendum, contro o pro il governo in
>>> carica, contro Renzi; altre ne sentiamo. Ma non sentiamo la formale
>>> proposta di conservare il bicameralismo paritario nell'attuale
>>> situazione. Una parte propone anzi di fare subito le elezioni nel
>>> caso di vittoria del NO, con queste leggi elettorali, e non spiega
>>> come dopo si potrà governare il Paese. Curiosamente, superficiale,
>>> in questo contesto si è inserito The Economist, che si dichiara
>>> contro la Riforma perchè non serve per governare, visto che Renzi ha
>>> governato, parrebbe bene, con la Costituzione vigente!.
>>>
>>> È la ricerca di consenso populista, che significa ricerca di
>>> adesione per slogan: tutto va cambiato; siamo persone diverse!
>>> Preferisco persone comunque sperimentate, al nuovo per il nuovo. Si
>>> predica la novità senza spiegare come si faranno le cose; secondo
>>> l'insegnamento populista, si suggerisce di dire poco o nulla, anche
>>> perché non si saprebbe cosa dire; si denuncia intellettuale chi
>>> vorrebbe capire; denuncia ritenuta terribile da chi profitta della
>>> buona fede dell’ignoranza per manipolare. Appunto, si deve sfuggire
>>> la pecca elitaria dell’intellettualismo. Non è bastata l’esperienza
>>> della Lega? Tutta nuova, ma che poi, nei fatti, si è adeguata ad un
>>> vecchio che più di così non si poteva. La vicenda ricorda tanto
>>> l’adesione al fascismo del primo dopoguerra: la filosofia
>>> dell’intuizione dei nuovi intellettuali dell’epoca.
>>>
>>> In effetti la lotta politica piuttosto che tra destra e sinistra,
>>> tra liberale e socialismo, è tra razionale e irrazionale, dove
>>> nell’irrazionale c’è la ricerca del potere da parte dell’autocrate
>>> razionale, che si serve del populista come strumento della sua
>>> autocrazia; che intende profittare dello spazio che l'ignoranza
>>> lascia aperto alla demagogia. Il populista spesso è inconscio: chi
>>> porta la bandiera del populismo non sa per chi, il “razionale”,
>>> porta la bandiera. Beneduce era più coscientemente razionale
>>> dell’intuitivo Mussolini; così lo erano i Volpi, i Cini ecc.
>>>
>>> Nella mia esperienza politica sono stato abituato a questa
>>> dialettica. Il comunismo era un’utopia irrazionale che per fede
>>> chiedeva l’adesione al suo potere politico nel nome di un
>>> centralismo democratico gestito razionalmente dall’oligarchia del
>>> partito. Forse si spiega l'attaccamento al loro modo tradizionale di
>>> fare politica (attorno al caminetto) di quel che resta dei vecchi
>>> cresciuti nel centralismo democratico.. Allora l'oligarchia dei
>>> partiti comunisti occidentali era condizionata da Mosca, la quale
>>> oggi, nel proseguire l’utopia fondata sull’arma anziché sullo
>>> sviluppo economico per il benessere della popolazione, ancora
>>> appoggia il populismo occidentale; lo fa con più probabilità di
>>> successo, poiché non spende lo spauracchio del comunismo."
>>>
>>>
>>>
>>>
>>> Il 25.11.2016 18:05 Francesco Saverio Pelosi ha scritto:
>>>
>>> Mi iscrivo anch’io al dibattito sul referendum e cerco di riassumere le
>>> ragioni per cui ho deciso di votare no.
>>> Voto no perché questa riforma costituzionale mina alle fondamenta il
>>> principio cardine di uno stato di diritto, quello della separazione tra i
>>> poteri, mortificando il ruolo del Parlamento ed estendendo a dismisura
>>> l’area di influenza del Governo.
>>> Il Senato avrà una funzione poco più che consultiva nell’approvazione delle
>>> leggi ordinarie. E, per quanto concerne l’approvazione delle leggi
>>> costituzionali e delle altre leggi di cui al nuovo art. 70 comma 1, la sua
>>> ridotta composizione numerica lo relegherà in un angolo dei processi
>>> decisionali del Parlamento.
>>> La funzione legislativa sarà pertanto esercitata prevalentemente dalla
>>> Camera, controllata dai 340 deputati (su 630) della maggioranza governativa.
>>> Si è correttamente obiettato che il totale controllo della Camera da parte
>>> del Governo dipende dall’attuale legge elettorale, che non è oggetto della
>>> riforma e, quindi, del referendum.
>>> Ma una legge elettorale che continua a prevedere il c.d. super-premio di
>>> maggioranza – dichiarato incostituzionale con la sentenza n. 1/2014, secondo
>>> cui “In definitiva, detta disciplina non è proporzionata rispetto
>>> all’obiettivo perseguito, posto che determina una compressione della
>>> funzione rappresentativa dell’assemblea, nonché dell’eguale diritto di voto,
>>> eccessiva e tale da produrre un’alterazione profonda della composizione
>>> della rappresentanza democratica, sulla quale si fonda l’intera architettura
>>> dell’ordinamento costituzionale vigente” – è ancora in vigore perché
>>> l’attuale maggioranza parlamentare non ha inteso modificarla.
>>> Certo, abbiamo il Presidente del Consiglio che ci ha promesso che, in caso
>>> di vittoria del Si, l’Italicum sarà modificato. Ma a questo punto diventa
>>> però imprescindibile chiedersi: in che modo sarà modificato? Se questo
>>> Governo ha mostrato di considerare il bicameralismo e i limiti che la
>>> Costituzione prevede all’esercizio del potere esecutivo alla stregua di
>>> lacci, lacciuoli, ostacoli alla “governabilità”, è lecito attendersi che
>>> farà di tutto per approvare un’altra legge elettorale di impronta fortemente
>>> maggioritaria. E, del resto, è questa la direzione in cui si sta andando dal
>>> ’94 ad oggi. Ma mentre un sistema effettivamente bicamerale garantiva
>>> comunque che l’elaborazione normativa avvenisse nella sede parlamentare, con
>>> il nuovo Parlamento non sarà più così.
>>> Questa riforma ci porta dunque verso un impianto costituzionale che vedrà
>>> profondamente mortificato il ruolo del Parlamento, attribuendo
>>> sostanzialmente al Governo la funzione legislativa.
>>> Ma ci sono altre crepe che la riforma introduce nel principio della
>>> separazione dei poteri. Penso al nuovo art. 117 che, dopo aver stabilito la
>>> ripartizione della competenza legislativa tra Stato e regioni, al comma 4
>>> prevede che: “Su proposta del Governo, la legge dello Stato può intervenire
>>> in materie non riservate alla legislazione esclusiva quando lo richieda la
>>> tutela dell’unità giuridica o economica della Repubblica, ovvero la tutela
>>> dell’interesse nazionale”.
>>> Tradotto: è il Governo che decide se e quando legiferare, pur in materie di
>>> competenza regionale.
>>> Aggiungo poi un argomento non di merito, ma di metodo. Non trovo accettabile
>>> che una riforma costituzionale così radicale venga realizzata dalla sola
>>> maggioranza, peraltro eletta con una legge elettorale dichiarata
>>> incostituzionale.
>>> E ancora.
>>> Il nuovo art. 83 comma 2, sull’elezione del Presidente della Repubblica,
>>> dopo aver lasciato inalterato il quorum dei due terzi dell’assemblea nei
>>> primi 3 scrutini, lo aumenta (rispetto all’attuale formulazione) prevendendo
>>> una maggioranza dei tre quinti dell’assemblea, salvo poi ridurlo
>>> drasticamente prevedendo che: “Dal settimo scrutinio è sufficiente la
>>> maggioranza dei tre quinti dei votanti”. Mai prima d’ora nel nostro sistema
>>> costituzionale era stato previsto, per l’elezione presidenziale, un quorum
>>> così variabile, quale quello calcolato sui votanti anziché sui componenti
>>> dell’assemblea.
>>> E’ evidente la crepa che questa disposizione apre verso l’elezione di un
>>> Presidente della Repubblica scelto secondo logiche maggioritarie.
>>> Si obietta che si tratta di un rischio tutto sommato remoto, perché
>>> l’opposizione non abbandonerà mai l’aula consentendo alla maggioranza
>>> l’elezione di un Presidente non gradito.
>>> Ma anche in questo caso vengono sradicati i paletti di garanzia che
>>> l’attuale Costituzione prevede (oggi in nessun caso il Presidente della
>>> Repubblica potrebbe essere eletto con soli 220 voti, come invece sarebbe
>>> possibile con la riforma), per confidare che il sistema si regga sulle
>>> “buone prassi istituzionali”.
>>> E qui vengo alla conclusione del mio ragionamento.
>>> Questa riforma è stata chiaramente realizzata in nome di tutte quelle
>>> esigenze che, semplificando, possiamo riassumere nel concetto di “migliore
>>> governabilità”.
>>> La domanda che io pongo ai sostenitori del Si è questa: quanto stato di
>>> diritto siamo disposti a sacrificare in nome di questa governabilità?
>>> L’onorevole Roberto Lucifero, nella seduta del 4 marzo 1947, quando iniziò
>>> la discussione del progetto di Costituzione, disse: “La Costituzione è fatta
>>> per le minoranze e non per le maggioranze, per tutelare i pochi e non i
>>> molti. I molti non hanno bisogno di Costituzione: hanno la forza”.
>>> Io non sono in grado di prevedere cosa succederà in caso di vittoria del Si
>>> o del No. Non ho la lungimiranza che altri hanno mostrato di possedere.
>>> Aggiungo anche che, osservando l’attuale situazione politica, condivido la
>>> preoccupazione di chi ritiene che, in caso di caduta del Governo Renzi,
>>> rischiamo di andare incontro a un governo peggiore.
>>> Ma mi sembra un piccolo male e, in ogni caso, un problema contingente
>>> rispetto all’importanza del tema su cui siamo chiamati a votare.
>>> Il 4 dicembre voteremo sulla più grande riforma costituzionale che sia stata
>>> realizzata dalla nascita della Costituzione e che, qualora venisse
>>> approvata, rimarrebbe presumibilmente in vigore almeno per i prossimi 50
>>> anni.
>>> Lo storico americano Charles Howard McIlwain diceva che le costituzioni sono
>>> ciò che i popoli si danno nel momento in cui sono sobri a valere per quando
>>> saranno ubriachi.
>>> Ed è proprio in quest’ottica di lungo periodo che non riesco a condividere
>>> una riforma costituzionale che tolga così tanti limiti al potere. Prevedere
>>> limiti all’esercizio del potere è l’essenza stessa di una Costituzione.
>>> Il rischio è troppo alto. Mi dispiace, ma io voto no.
>>>
>>> Francesco Pelosi
>>>
>>> -----Messaggio originale-----
>>> Da: Area [mailto:area-bounces a areaperta.it <mailto:area-bounces a areaperta.it>] Per conto di Giancarlo Avenati
>>> Bassi
>>> Inviato: martedì 22 novembre 2016 16:59
>>> A: 'Allegra Stracuzzi'; 'Giudice Manna'; 'area aperta'
>>> Oggetto: [Area] R: vi sono ragioni di sinistra per votare si
>>>
>>> E secondo te, chi sta fuori lo fa per caso o perché in questo modo consente
>>> la elezione di un presidente non sgradito?
>>>
>>> La riforma è stata fatta proprio nella previsione che una o più forze
>>> politiche possano essere contrarie a qualsiasi candidatura e bloccare anche
>>> per sempre l'elezione del presidente.
>>> Prevedere che se le forze di opposizione stanno fuori dall'aula, chi è
>>> dentro possa eleggere un presidente sblocca il sistema e consente alle forze
>>> di opposizione di decidere se entrare e votare un proprio candidato o se
>>> stare fuori e consentire alla maggioranza di eleggere il presidente .
>>> Anche in tal caso sarebbe un presidente di tutti, perché eletto con
>>> l'astensione di un gruppo che esce dall'aula.
>>> E' una forma raffinata di democrazia, che consente alla parte che non vuole
>>> compromettersi con il proprio elettorato, di influire comunque
>>> sull'elezione del presidente.
>>> Come accadde con la non sfiducia al governo Andreotti nel 1976 quando il
>>> P.C.I si astenne uscendo al senato dall'aula. La maggioranza quindi
>>> dovrebbe cercare un nome che ottenga che le opposizioni si astengano uscendo
>>> dall'aula.
>>>
>>> Se invece la minoranza entra nell'aula e vota il suo candidato, quello
>>> della maggioranza non passa. Ma la maggioranza potrebbe sbloccare la
>>> situazione votando a sua volta quello delle minoranza. O addirittura
>>> uscire.
>>> Il caso non è peregrino. Per esempio quando il Movimento 5 stelle candidava
>>> Rodotà, poteva o uscire o insistere su Rodotà ed il P.D. avrebbe potuto
>>> anche lui votare Rodotà.
>>>
>>> L'equivoco è ignorare che, data una regola, le forze politiche si atteggino
>>> di conseguenza. Quindi se il quorum è sui presenti le forze politiche
>>> valuteranno se presenziare o no e consentire quindi o meno l'elezione di un
>>> presidente proposto da altri.
>>> Nessuna deriva autoritaria, ma una possibilità in più per l'opposizione di
>>> graduare la propria influenza.
>>> Giancarlo
>>>
>>>
>>> -----Messaggio originale-----
>>> Da: Allegra Stracuzzi [mailto:a.stracuzzi a stracuzzi.it <mailto:a.stracuzzi a stracuzzi.it>]
>>> Inviato: martedì 22 novembre 2016 14:43
>>> A: 'Giancarlo Avenati Bassi'; 'Giudice Manna'; 'area aperta'
>>> Oggetto: R: [Area] vi sono ragioni di sinistra per votare si
>>>
>>> Per amor di verita'....la riforma non innalza il quorum per il Presidente
>>> della Repubblica, bensi' lo abbassa, riducendolo, dalla settima votazione,
>>> alla maggioranza dei tre quinti dei votanti (quindi basta che poche persone
>>> non si presentino e se lo elegge la maggioranza da sola!)
>>>
>>> Nuovo art. 83
>>> L'elezione del Presidente della Repubblica ha luogo per scrutinio segreto a
>>> maggioranza di due terzi della assemblea. Dal quarto scrutinio è sufficiente
>>> la maggioranza dei tre quinti dell'assemblea. Dal settimo scrutinio è
>>> sufficiente la maggioranza dei tre quinti dei votanti.
>>>
>>> art. 83 vigente
>>> L'elezione del Presidente della Repubblica ha luogo per scrutinio segreto a
>>> maggioranza di due terzi dell'assemblea.
>>> Dopo il terzo scrutinio è sufficiente la maggioranza assoluta.
>>>
>>> A. Stracuzzi
>>>
>>> -----Messaggio originale-----
>>> Da: Area [mailto:area-bounces a areaperta.it <mailto:area-bounces a areaperta.it>] Per conto di Giancarlo Avenati
>>> Bassi
>>> Inviato: lunedì 21 novembre 2016 13:28
>>> A: 'Allegra Stracuzzi' <a.stracuzzi a stracuzzi.it <mailto:a.stracuzzi a stracuzzi.it>>; 'Giudice Manna'
>>> <giudicemanna a virgilio.it <mailto:giudicemanna a virgilio.it>>; 'area aperta' <area a areaperta.it <mailto:area a areaperta.it>>
>>> Oggetto: [Area] vi sono ragioni di sinistra per votare si
>>>
>>> Carissimi, sono iscritto da anni alla m.l. di Area, ma non ho mai inviato
>>> nessun messaggio e non ho mai partecipato a nessun dibattito. Un po' per
>>> timidezza, un po' perché non avevo tempo, un po' perché non mi sentivo
>>> all'altezza.
>>>
>>> Oggi mi decido a scrivere del referendum non perché abbia la presunzione di
>>> dire cose mai dette o l'ambizione di convincere qualcuno, ma per far
>>> presente che non necessariamente chi voterà "si" rinnegherà il suo essere
>>> di sinistra.
>>>
>>> L'altra sera ero a cena con un notaio, il quale mi diceva che avrebbe votato
>>> "no" , facendomi presente che tutti i privilegi del notariato sarebbero
>>> stati più al sicuro con il bicameralismo perfetto che con la nuova
>>> costituzione. Vi ricordate le "lenzuolate" di Bersani ? Ebbene, tra
>>> l'approvazione alla camera, la trasmissione al senato, il ritorno alla
>>> camera, le lobbyes le hanno bloccate e svuotate.
>>> Ogni corporazione si troverebbe di colpo vulnerabile: i tassisti, i
>>> farmacisti, i titolari di pubbliche concessioni ecc.
>>>
>>> Il discorso che secondo me va valutato è proprio questo: il bicameralismo
>>> perfetto non consente nessun cambiamento, non consente nessuna eliminazione
>>> delle rendite di posizione e dei privilegi acquisiti, non consente nessun
>>> superamento delle diseguaglianze.
>>> Certo, mi si obietterà, nello stesso modo impedisce lo smantellamento del
>>> sistema di garanzie e di diritti costruito nel secolo scorso. E' vero, ma
>>> alla fine dobbiamo verificare se il ruolo della sinistra oggi sia quello di
>>> conservare i territori già conquistati o continuare a conquistarne di nuovi.
>>> Se ci sia più da difendere che da conquistare. Ci sono tanti versanti
>>> sui quali si è all'anno zero sui quali si porterebbe finalmente incidere.
>>> Non siamo stanchi di votare partiti che presentano completissimi programmi
>>> di governo, sapendo che sono del tutto irrealizzabili?
>>>
>>> La riforma costituzionale è mal fatta, è ' vero, ma questo è anche il segno
>>> di come il bicameralismo imponga una ricerca del compromesso che alla fine
>>> snatura ogni legge. Molti concordano che fosse meglio scritta la prima
>>> proposta del governo, piuttosto che la riforma poi licenziata dal
>>> parlamento, dopo una doppia lettura. E' possibile però fare in tempi
>>> prossimi una riforma scritta meglio? E con chi?. Come non vedere che
>>> nessuna forza politica oggi vuole concedere il merito all'altra di portare a
>>> compimento una riforma che sia una?
>>>
>>> Bisogna poi considerare che una parte dello schieramento del no è ispirato
>>> all'antipolitica e che la vittoria del no finirà per ingrandire le schiere
>>> di chi smetterà di sperare che il sistema tradizionale abbia in sé la
>>> capacità di riformarsi. Tutto questo non illudiamoci, non porterà risultati
>>> buoni né per la sinistra né per l'Italia.
>>> La prossima riforma costituzionale non lo farà più Renzi, la farà un Trump
>>> italiano.
>>> Ci salveranno i professori da una riforma targata Briatore?
>>> Tutto questo dico, sapendo che non convincerò nessuno a cambiare idea, ma
>>> perché trovo francamente eccessivo che chi opta per il no abbia
>>> l'atteggiamento di chi stia salvando l'Italia e la democrazia e non esiti
>>> ad esprimere netta disistima verso chi propende per il si.
>>>
>>> Nel merito pur stando io molto sulle generali, mi sembra di dover
>>> sdrammatizzare le argomentazioni comparse su questa m.l. a partuie da
>>> quelle di Imperato
>>>
>>> Il contributo di Marco Imperato ripercorre alcune tra le argomentazioni più
>>> in voga del cosiddetto "fronte del no". Per maggiore chiarezza le tratterò
>>> sinteticamente, una per una.
>>> 1- Il metodo di discussione e approvazione della riforma.
>>> La proposta iniziale presentata al Parlamento, vedeva il coinvolgimento
>>> delle due principali forze politiche del Paese: pd e pdl. In seguito
>>> all'elezione del Presidente Mattarella, per motivi del tutto estranei al
>>> contenuto del ddl costituzionale, il pdl decise di bloccare il progetto di
>>> riforma, prendendo posizione contraria.
>>> La scelta del Governo è stata, dunque, quella di sottoporre al Parlamento un
>>> ddl che già presentava importanti punti di convergenza (oltre che
>>> riflessioni ereditate dal lavoro di ben tre commissioni bicamerali e dei
>>> gruppi di costituzionalisti interpellati dal Presidente Napolitano prima, e
>>> da Letta poi).
>>> La discussione è durata due anni e ha dato luogo a modifiche profonde del
>>> testo iniziale (con riguardo al nuovo senato, tra le tante).
>>> La legge costituzionale è stata approvata a maggioranza assoluta in seconda
>>> votazione cosicchè, ex art. 138 Cost., si è ricorsi al referendum
>>> oppositivo, nel solco del dettato costituzionale.
>>> Questo, naturalmente, per quanto attiene alla forma, certamente rispettata.
>>> Veniamo ora alla sostanza, con alcune precisazioni.
>>> Sostiene Imperato come il Parlamento, eletto con legge elettorale dichiarata
>>> illegittima, non avesse l'autorevolezza per approvare una riforma così
>>> ampia. Opinione senz'altro rispettabile ma eminentemente politica, dal
>>> momento che senatori e deputati, a seguito della sentenza 1/2014, sono
>>> rimasti pienamente legittimati.
>>> L'opinione politica contraria considera la riforma della Costituzione più
>>> che mai urgente, per i motivi che si avrà modo di spiegare in seguito.
>>> Pertanto, approva la scelta di un Governo che, in ossequio alle promesse
>>> fatte in sede di rielezione del Presidente Napolitano, si è proposto di
>>> avviare la discussione in Parlamento, senza cedere al ricatto del pdl
>>> (medesima dinamica affossò la bicamerale D'Alema del 1997).
>>>
>>> 2- Nuovo Senato.
>>> Frutto di un compromesso al ribasso tra la dc e il pci, il Senato italiano
>>> può definirsi, fin dal 1948, un "personaggio in cerca d'autore": seppur
>>> adibito alle medesime funzioni della Camera dei Deputati, presenta infatti
>>> sostanziali differenze quanto alla sua composizione:
>>> - I senatori sono eletti su base regionale e debbono avere più di
>>> quarant'anni;
>>> - circa 4 milioni di elettori sono esclusi dal voto
>>> (diciotto-venticinquenni).
>>> Tali peculiarità contribuiscono alla formazione di maggioranze falsate,
>>> molto spesso dirette a garantire la sopravvivenza dell'esecutivo, più che a
>>> sostenere l'attuazione di un preciso programma politico.
>>> Di talché, non solo il Senato non costituisce un effettivo contropotere ma
>>> concorre alla costituzione di Governi fortemente instabili (più di sessanta
>>> in soli settant'anni di Repubblica).
>>> Da qui l'urgenza di una riforma che attribuisca al Senato una nuova veste,
>>> anche nell'ottica di un bilanciamento con la necessaria modifica del titolo
>>> V della Costituzione.
>>> Una Camera dei territori che si faccia interprete dei rapporti tra Comuni,
>>> Regioni, Stato e Unione Europea e con competenze (tra le altre) che si
>>> estendono al controllo sull'attuazione delle leggi nonché sulle nomine
>>> governative, potrebbe effettivamente divenire quel "contropotere" oggi tanto
>>> invocato.
>>> Pertanto, la tesi di Imperato, secondo cui una modifica del Senato
>>> costituirebbe un vulnus democratico, non è condivisibile.
>>> Se da un lato non si può prescindere dal confronto politico, va rammentato
>>> altresì come le istituzioni siano tenute a fornire adeguate risposte ai
>>> cittadini: una moltiplicazione dei centri di spesa e di decisione non
>>> garantisce la qualità della vita democratica; ben sarebbe possibile,
>>> altrimenti, immaginare tre, quattro o cinque Senati, tutti con le medesime
>>> funzioni.
>>>
>>> 3 La legge elettorale.
>>> La legge elettorale, come noto, non sarà oggetto del referendum. L'Assemblea
>>> Costituente, infatti, decise di non inserire nella Carta la materia
>>> elettorale. Agli atti si legge come il sistema elettorale sia stato
>>> considerato inevitabilmente fluttuante, e cioè variabile rispetto ai
>>> mutamenti storico-politici nel breve periodo.
>>> Prendere posizione sul referendum in base al sistema elettorale vigente
>>> pare, pertanto, del tutto illogico. Ad oggi l'Italicum è al vaglio della
>>> Consulta; nei giorni passati, inoltre, si è raggiunto un accordo di massima
>>> sulla sua modifica e non potremmo, certo, sapere, cosa accadrà in caso di
>>> nuove elezioni, qualora alla vittoria del no seguisse una crisi di Governo.
>>> Tutto ciò non toglie l'ovvia considerazione che la materia elettorale sia
>>> direttamente connessa alla nostra architettura costituzionale. Tanto che,
>>> sosteneva Calamandrei, i lavori dell'Assemblea fecero sempre implicito
>>> riferimento al modello proporzionale.
>>> Orbene, da circa vent'anni in Italia si è optato per sistemi elettorali
>>> misti o proporzionali con correttivi maggioritari (l'Italicum, attualmente
>>> in vigore, conferma questa tendenza).
>>> Da qui, un motivo ulteriore per sostenere l'urgenza di una riforma che
>>> prenda atto del mutato contesto politico, intervenendo sul quorum
>>> deliberativo per l'elezione del Presidente della Repubblica (innalzandolo) e
>>> sulla nomina parlamentare dei giudici della Consulta (La Camera ne esprimerà
>>> soltanto tre, gli altri due saranno nominati dal Senato). E' quindi
>>> necessario concentrarsi sulle modifiche apportate dalla riforma,
>>> considerando come non vi sia alcun pericolo di deriva autoritaria laddove,
>>> addirittura, si opera un rinforzo degli organi di garanzia, proprio alla
>>> luce della mutevolezza dei sistemi elettorali.
>>>
>>> Cordialmente. Giancarlo Avenati Bassi
>>>
>>>
>>>
>>>
>>>
>>> -----Messaggio originale-----
>>> Da: Area [mailto:area-bounces a areaperta.it <mailto:area-bounces a areaperta.it>] Per conto di Allegra Stracuzzi
>>> Inviato: domenica 20 novembre 2016 11:07
>>> A: 'Giudice Manna'; 'area aperta'
>>> Oggetto: [Area] R: referendum costituzionale
>>>
>>> Aggiungo la versione video
>>>
>>> Tommaso Montanarihttps://youtu.be/yzxqqZV62zA
>>>
>>>
>>> -----Messaggio originale-----
>>> Da: Area [mailto:area-bounces a areaperta.it <mailto:area-bounces a areaperta.it>] Per conto di Giudice Manna
>>> Inviato: domenica 20 novembre 2016 10:40
>>> A: 'area aperta' <area a areaperta.it <mailto:area a areaperta.it>>
>>> Oggetto: [Area] referendum costituzionale
>>>
>>> Penso sia un link interessante, da cui trarre ulteriori argomenti a favore
>>> del NO
>>>
>>>
>>>
>>> http://download.kataweb.it/micromega/cosino.pdf
>>>
>>>
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