[Area] R: R: voto NO o voto SI ? un contributo per una scelta come cittadino elettore e non come giurista

Vincenzo Sgubbi vincenzo.sgubbi a gmail.com
Dom 27 Nov 2016 21:16:12 CET


Nei giorni scorsi ho partecipato ad alcuni dibattiti (organizzati da
associazioni sportive, Parrocchie etc.), in compagnia di un collega ora in
pensione: lui evidenziava aspetti della riforma che riteneva positivi, io
aspetti che ritengo negativi (talora erano gli stessi, naturalmente...). 
Si è trattato di un confronto sul piano esclusivamente tecnico, che i
partecipanti hanno mostrato di gradire perché, confusi dalla propaganda (di
entrambe le parti) fondata su non-argomenti, avevano voglia di "capire".
Voterò no perché la costituzione è una cosa troppo importante e il giudizio
nei confronti di modifiche abborracciate ed insoddisfacenti non può essere
reso meno indulgente da valutazioni di opportunità politica contingente.
Certo, come ho detto in quella sede, se gli argomenti a favore del "no"
fossero quelli che vengono proposti dai politici avversi a Renzi, voterei
senz'altro sì. Allo stesso modo, penso, chi davvero ritiene che questa
riforma sia un passo avanti, dovrebbe essere tentato dal votare "no" di
fronte agli argomenti spesi dai sostenitori del sì.
Dovremmo, infatti, votare no al referendum "per mandare a casa Renzi" o
votare sì per ridurre le spese per i parlamentari o per paura dello
spread... Che tristezza! Che confusione delle lingue!
Buona settimana.

Vincenzo Sgubbi


-----Messaggio originale-----
Da: Area [mailto:area-bounces a areaperta.it] Per conto di Allegra Stracuzzi
Inviato: domenica 27 novembre 2016 13:39
A: 'Rosa & Ferrarese'; area a areaperta.it
Oggetto: [Area] R: voto NO o voto SI ? un contributo per una scelta come
cittadino elettore e non come giurista

Caro avv. Rosa,
non so se siamo l'unico paese europeo ad avere un Senato elettivo, puo'
darsi, non sono abbastanza informata su questo, certamente siamo l'unico
paese europeo ad aver messo il pareggio di bilancio in Costituzione,
soggiacendo a ricatti esterni.
Capisco benissimo le considerazioni di Scalfari, le conosciamo tutti bene
ormai queste obiezioni, ma penso che ci sia un punto oltre cui non si possa
andare nel cedere ai ricatti sull'opportunita' politica e la valutazione
delle conseguenze.
Anche perche' non si fermeranno mai..l'avidita' dei  mercati e' tale che
ogni elezione democratica costituisce per loro una turbativa che non
gradiscono (lo sono state la Brexit, gli USA e lo saranno la Germania e la
Francia), fosse per loro abolirebbero volentieri le elezioni democratiche,
stante il fatto che vorrebbero essere lasciati in pace nel giocare d'azzardo
senza essere intralciati da chicchessia.
E cosa diranno quando si accorgeranno che questa riforma non sveltisce ma
complica il nostro sistema?
E cosa diremo quando alle prossime elezioni per ipotesi vinceranno le forze
populiste e non avremo piu' argini perche' questa riforma da' loro un potere
che con l'attuale si sarebbero sognati?
Anche nel 2006 chi voto' No (compreso Renzi) lo fece in compagnia di gente
come Pino Rauti, eppure nessuno si sogno' di stigmatizzare il NO perche'
votava come i fascisti.
La Costituzione e' una cosa troppo seria e importante per barattarla con
l'opportunita' politica, tutta peraltro da verificare.
Buona domenica
A. Stracuzzi 

-----Messaggio originale-----
Da: Area [mailto:area-bounces a areaperta.it] Per conto di Rosa & Ferrarese
Inviato: domenica 27 novembre 2016 10:54
A: area a areaperta.it
Oggetto: [Area] voto NO o voto SI ? un contributo per una scelta come
cittadino elettore e non come giurista

Ho letto con attenzione i diversi contributi che sulla lista sono stati
scritti sul tema.

Il 4 dicembre io sarò chiamato a votare come cittadino (seppur come singolo
“soggetto politico”)  e con questo azione sarò chiamato a concorrere nelle
scelte politiche  del paese. 

Ciò mi impone di valutare, oltre le ragioni giuridiche, anche le conseguenze
politiche di quella che sarà la mia scelta.

A questo riguardo trovo interessante l’editoriale di Eugenio Scalfari su
Repubblica e ne consiglio la lettura; articolo che per i suoi contenuti mi
sembra equilibrato e sereno.  

Per chi volesse leggerlo lo riporto di seguito, relativamente alla parte che
maggiormente interessa il problema.

Aggiungo, alle parole di Scalfari, solo che non mi piace come cittadino né
la minaccia di un governo tecnico (gli ultimi sono stati un disastro, perché
hanno solo aumentato le disuguaglianze sociali nel nome di un Europa
distante dalle persone e vicina solo alle ragioni della finanza !), né
quella di uno “spread” in salita (che mi sembra volere condizionare
dall’esterno le mie scelte). 

Vorrei anche che la vera politica tornasse a prevalere sulla facile “non
politica” (anche perché  gli esempi che abbiamo recentemente avuto ci
portano a rimpiangere …. il passato).

Buona lettura

Antonio Rosa

 


“ L’Ideologia dei 5 Stelle e la deriva dell'Uomo qualunque


 

di EUGENIO SCALFARI

 

Il mio tema di oggi è soltanto uno: il referendum di domenica prossima, del
quale conosceremo l'esito il lunedì 5. Il tema ne contiene e ne implica
molti altri, non soltanto italiani e non soltanto costituzionali, ma anche
internazionali, politici, economici. Cominciamo ad esaminarli uno per uno.

Mercoledì scorso c'è stato un incontro al Quirinale durato a quanto si sa
un'ora e mezza tra il presidente Sergio Mattarella e Renzi. Ufficialmente
hanno trattato molti argomenti, il primo dei quali la riunione del giorno
dopo del Consiglio supremo della Difesa. Ma nella realtà il tema principale
è stato proprio il referendum. Mattarella ha raccomandato maggiore cautela
nel linguaggio, ha ricordato che i referendum in genere e questo in
particolare non comportano alcun obbligo di dimissioni del presidente del
Consiglio quando la tesi da lui sostenuta fosse battuta dagli elettori (tra
l'altro i referendum costituzionali non prevedono alcun quorum ed è
possibile che il numero degli elettori che andranno al voto domenica sia
inferiore al 51 per cento dei cittadini con diritto di voto). Infine
Mattarella ha ricordato a Renzi che, subito dopo il referendum, c'è una
quantità di problemi da affrontare con notevole urgenza, uno dei quali
derivanti proprio dall'esito del referendum stesso che, in caso di vittoria
del No, comporterebbe la riforma della legge elettorale poiché quella
attualmente vigente riguarda un sistema monocamerale e il bicameralismo
perfetto che tuttora c'è e c'è sempre stato. Quando fu fondato lo Stato
italiano da Cavour nel 1861 il Senato era di nomina regia e tale durò
durante la Monarchia. Il regio Senato aveva gli stessi poteri della Camera
ma la nomina dei suoi membri era appunto diversa: non la faceva il popolo ma
il Sovrano.

Con l'avvento della Repubblica entrambe le Camere furono elette dai
cittadini sia pure con leggi elettorali diverse ma con identici poteri
legislativi. Renzi, a quanto ci risulta, ha dato assicurazioni sul
linguaggio e ha ricordato che è suo interesse pubblicamente annunciato di
riformare profondamente la legge elettorale, sia che vincano i Sì sia che
vincano i No, il che significa anche che non si dimetterà dalla carica di
presidente del Consiglio almeno fino a quando queste e le altre questioni
urgenti ricordate da Mattarella non siano state condotte a buon fine. Fin
qui il colloquio assai importante, del quale i giornali hanno dato adeguato
rilievo nei titoli ma assai scarsa informazione sui contenuti.

***

Debbo dire che, strada facendo da quando fu indetto, il referendum
costituzionale ha ampiamente cambiato il significato che gli attribuisce la
gran parte dei cittadini che hanno deciso di votare, il che lascia anche
supporre che l'afflusso alle urne sarà più elevato di quanto si prevedeva
all'inizio. Per quanto risulta a noi, chi voterà Sì lo farà per rafforzare
l'autorevolezza politica di Renzi; chi voterà No lo farà per mandarlo in
soffitta; quel che avverrà dopo non lo sanno e non gli importa granché.

Ho avuto nei giorni scorsi un esempio assai chiaro di queste due posizioni
in un confronto televisivo guidato da Bianca Berlinguer nella sua
trasmissione pomeridiana a RaiTre, tra il governatore della Regione
Piemonte, Chiamparino e il governatore della Puglia Michele Emiliano.
Chiamparino ha esposto numerose motivazioni a favore della riforma
costituzionale e altrettante contro, concludendo però che il suo voto
sarebbe stato Sì. La motivazione di questo gesto - ha detto - è interamente
politica: un No getterebbe il nostro Paese in una sorta di caos non solo
politico ma anche economico, sociale e internazionale che coi tempi che
corrono è da evitare assolutamente. La posizione di Emiliano è stata
l'esatto contrario e ne ha indicato le ragioni, quelle che ha chiamato il
merito del problema. La Berlinguer ha contrastato quel "merito" in tutti i
suoi aspetti e alla fine Emiliano ha indicato la vera verità del suo No:
"Ritengo dannosa la permanenza di Renzi al vertice della politica italiana".
Ecco il punto, cara gente: ormai il Sì è un "viva Renzi" e il No è
"abbasso". Salvo qualche eccezione motivata veramente dal merito, visto da
angolazioni diverse. Mario Monti è un tecnico dell'amministrazione, vota No
per dissensi sul merito; così pure Zagrebelsky e così anche Alessandro Pace.
Ma il grosso dei No è di provenienze grilline e cioè: prima di tutto piazza
pulita. Questo non ha niente a che vedere col merito ma coincide con
l'ideologia. Sembra impossibile che il Movimento 5 Stelle si fondi su
un'ideologia; noi siamo abituati a pensare che l'ideologia abbia una base
culturale e spesso è così: il comunismo si basava su Marx ed Engels. Il
liberalismo di Adam Smith e Ricardo coniugati con l'Illuminismo di Diderot,
D'Alembert e Voltaire; il liberalismo moderato aveva come base il pensiero
di Tocqueville. Ma il "piazza pulita" è uno slogan non un'ideologia. Uno
slogan anarcoide come un tempo lo fu l'Uomo qualunque. Quelli che Ezio Mauro
chiama "forgotten men".

L'Uomo qualunque disprezza l'establishment, la classe dirigente di cui non
fa parte. Ad essa attribuisce tutte le colpe (che in parte certamente ha).
Ne vede una diversa, una nuova. Il più delle volte è storicamente accaduto
che quella nuova sia la vecchia che ha cambiato abito e si è mascherata:
pensate al fascismo che nasce dal socialista Benito Mussolini. Quel
socialista fondò i fasci di combattimento, ispirato al sindacalismo
rivoluzionario di Georges Sorel; poi diventò reazionario, distruggendo le
Case del popolo del partito socialista, pur restando ancora repubblicano.
Infine, nel primo congresso del partito nazionale fascista, dette un calcio
alla Repubblica e accettò la Monarchia unificandosi con il partito
nazionalista guidato da Federzoni. Vedete come vi si può ingannare, voi
dell'Uomo qualunque che oggi vi chiamate 5 Stelle e volete la piazza pulita?
Voi domani presumibilmente voterete No. E poi che cosa farete? Quale
programma, quale politica estera, quale visione dell'Europa e della moneta
comune?

L'Uomo qualunque non cambierà mai e c'è sempre stato. Non è il popolo
sovrano che vorremmo fosse la base consapevole della democrazia. Sono
piuttosto i Ciompi. Ricordate il tumulto dei Ciompi? Ricordate i Lazzari
napoletani che appoggiarono la rivoluzione giacobina del 1799 promossa dalle
famiglie nobili guidate dal principe Gennaro Serra di Cassano e da un gruppo
di intellettuali? I Lazzari appoggiarono quella rivoluzione ma pochi mesi
dopo, quando il Re tornò con la flotta di Nelson e le bande contadine di
Ruffo di Calabria, i rivoluzionari furono tutti impiccati, molti morirono
per strada e decapitati e le loro teste mozze vennero prese a calci dai
Lazzari da quel momento chiamati lazzaroni. Che buie storie ha questo Paese!

***

Caro Matteo Renzi, qualche errore in questa vicenda l'hai fatto anche tu. Il
principale, che per l'ultima volta hai ribadito nel tuo dibattito con
Gramellini sulla Stampa di venerdì, riguarda il tuo ritiro dalla vita
politica se vinceranno i No. Penso che tu faccia volontariamente questo
errore per aumentare il numero dei Sì. Può darsi, ma contemporaneamente e
forse anche di più aumenterà il numero dei No. Forse è un voluto errore di
tattica, ma qui ti sbagli, è un errore di strategia perché se vincono i No
ti sarà difficile tornare a Palazzo Chigi e proseguire come lo stesso
Mattarella ritiene perfettamente costituzionale oltreché praticamente
opportuno.

La legge sulla riforma del Senato e l'abolizione del bicameralismo: questo è
il nodo della questione. Dovresti insistere continuamente su questo punto e
porre questa domanda: qual è il Paese europeo che abbia un Senato
legislativo? Salvo qualcuno piccolo o piccolissimo nessuno dei ventisette ha
un Senato di tal fatta. Tantomeno l'Inghilterra, ora uscita dall'Ue: lì c'è
la Camera dei Comuni che ha tutto il potere legislativo e la Camera dei Lord
che può solo formulare pareri ed è nominata dalla Corona, cioè dal primo
ministro con la firma del Sovrano. Il referendum di domenica prossima è
questo che stabilisce: monocamera anche in Italia. Ci sarà poi il tempo per
assegnare ai senatori dei compiti meno confusi di quelli attualmente
previsti, ma il tema centrale è quello: monocamerale. Attenzione però: No o
Sì per mantenere o abolire il Senato, il resto non conta niente o quasi. “



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