[Area] Area sugli uffici del pubblico ministero

Coordinamento Area coordinamentoarea a gmail.com
Ven 3 Feb 2017 09:12:01 CET


Coordinamento Area <coordinamentoarea a gmail.com>
09:10 (0 minuti fa)
a nuovarea
Area sugli uffici del pubblico ministero

Quello delle Procure, della loro organizzazione e dei rapporti tra
procuratore e sostituti è tema certamente caldo, sia perchè se ne è parlato
in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario, sia perchè il CSM ha
in cantiere una delibera di carattere generale.
Come già preannunciato in occasione del precedente comunicato, pubblicato
come risposta ad alcune allarmanti sirene mediatiche, che parlavano della
necessità di maggiori controlli sui pubblici ministeri, diamo diffusione al
documento finale elaborato da Area all'esito del seminario organizzato a
giugno dell'anno scorso, con la partecipazoine e l'apporto di numerosi
colleghi.

Il Coordinamento di Area




A dieci anni dall’entrata in vigore del D.L.vo n. 106/2006 è necessario
fare il punto sulla riorganizzazione dell’ufficio del pubblico ministero
definita nel nuovo Ordinamento Giudiziario.

L’impronta drasticamente verticistica data dal legislatore
all’organizzazione delle procure, dopo essere stata fortemente osteggiata
nelle fasi dell’iter legislativo venne in fine accolta, anche dalla
magistratura progressista, con un atteggiamento non univoco.

Mentre in una parte persisteva un atteggiamento preconcetto di ostilità e
di sospetto verso i nuovi poteri del capo dell’ufficio, altri venivano
sedotti dai poteri di forte indirizzo e di autonomia organizzativa
attribuiti dal legislatore ad dirigente e confidavano nel potere salvifico
del CSM che, attraverso la selezione di “buoni dirigenti” avrebbe garantito
la sostanziale conservazione di ampi spazi di autonomia per i magistrati
dell’ufficio.



A fronte dell’esperienza maturata in dieci anni di applicazione del nuovo
regime possiamo oggi constatare che è ampiamente superata la divisione
manichea tra sostenitori e detrattori del nuovo assetto ordinamentale della
magistratura requirente.



Nessuno più oggi ritiene auspicabile un sistema ove sia obliterato il
potere di indirizzo e di controllo oggi attribuito al Procuratore capo.
Esigenze di coerenza, uniformità e prevedibilità nell’esercizio dell’azione
penale, come anche di razionalità nella distribuzione e nell’utilizzo di
risorse organizzative ed umane scarse rendono oggi apprezzabile
l’imputazione centralizzata di tali poteri.



Certamente è stata superata anche una ricostruzione della dialettica
Procuratore/Sostituto tutta incentrata sulla protezione del secondo dalle
interferenze oscure del primo, atteso che l’esperienza ha evidenziato come
anche i sostituti possano assumere atteggiamenti scorretti ed opachi,
possano costituirsi a centro di riferimento di interessi e poteri occulti e
meta-giudiziari , possano incorrere in gravi cadute di professionalità e di
impegno, rispetto ai quali un potere di controllo e di intervento del capo
dell’ufficio è non solo auspicato ma fortemente richiesto.



Il punto di crisi del sistema oggi in vigore può quindi essere unanimemente
individuato non già, quindi, nei poteri del Procuratore capo ma nella
mancanza di adeguati momenti di verifica delle modalità concrete attraverso
le quali tali poteri vengono esercitati. Mancano in buona sostanza momenti
di controllo che rendano effettiva la responsabilità del dirigente e che
facciano da coerente contrappeso all’attribuzione di tanto ampli poteri.

Infatti l’ordinamento vigente prevede esclusivamente un controllo sull’atto
di revoca dell’assegnazione ma non un controllo esteso al complesso delle
attività nelle quali si estrinsecano i poteri di organizzazione, direzione
e controllo attribuiti al Procuratore. Si tratta, quindi, di un controllo
limitato ai momenti di contrasto patologico all’interno dell’ufficio ma
nulla è previsto in ordine all’andamento fisiologico; nessun controllo
investe le principali scelte di dislocazione delle risorse, la previsione
degli obiettivi e loro realizzazione, gli indirizzi di politica giudiziaria
perseguiti dal Procuratore.



La sostanziale mancanza di controllo sull’azione del Procuratore dipende
prevalentemente da due fattori:

l’integrale sottrazione dell’organizzazione degli uffici requirenti dal
circuito dell’autogoverno centrale e periferico;

l’inidoneità del sistema di valutazione del dirigente in occasione del
rinnovo quadriennale e dell’assegnazione di nuove funzioni direttive alla
scadenza dell’incarico.



I due profili sono fortemente interconnessi e sono individuabili adeguati
spazi normativi attraverso i quali il CSM possa adottare determinazioni
volte a ripristinare alcuni momenti di verifica sul documento organizzativo
degli uffici requirenti, con significative ricadute anche sul piano della
valutazione dei dirigenti.

E’ possibile certamente un coinvolgimento delle Commissioni Flussi
istituite presso i Consigli Giudiziari, affinché queste offrano un
necessario ausilio in ordine, ad esempio, alle scelte assunte in tema di
criteri di priorità ed in tema di strutturazione dell’ufficio in gruppi
specialistici a loro volta dotati di uno specifico organico.

Possono essere ricondotte alla valutazione dei Consigli Giudiziari e del
CSM le determinazioni organizzative che investato lo status giuridico e
professionale del Procuratore Aggiunto e del Sostituto, nonché quelle
determinazioni del Procuratore che già oggi sono suscettibili di tutela
davanti al Giudice Amministrativo e per le quali è disfunzionale non
prevedere un intervento del circuito dell’autogoverno che abbia la funzione
di prevenire e comporre i contrasti, impedendo che gli stessi vengano
devoluti ad una giurisdizione terza.



Sul piano della valutazione dei dirigenti appare evidente che per gli
uffici giudicanti questa si incentra, in larga parte, sulla individuazione
degli obiettivi previsti e sul loro effettivo raggiungimento. Ne consegue
che aver sganciato gli uffici requirenti dal sistema di valutazione per
obiettivi raggiunti ha sostanzialmente reso formale e non penetrante la
verifica quadriennale alla quale è tuttavia sottoposto il Procuratore capo,
il quale, anche in occasione dei successivi concorsi per nuovo incarico
direttivo non sarà adeguatamente valutato.

Anche su questo profilo è possibile un ripensamento degli attuali
orientamenti consiliari.



Altro tema delicato è quello dei visti e degli assensi. Sul punto la
disciplina legislativa è limitata ai visti opponibili sulle richieste
cautelari ma la prassi diffusa negli uffici requirenti prevede una loro
estensione ad altre categorie di provvedimenti. In materia è forte
l’esigenza di una presa di posizione del Consiglio Superiore; non tanto e
non solo per effettuare una ricognizione delle prassi vigenti e valutarne
la conformità ai principi generali dell’Ordinamento, quanto per risolvere
definitivamente il contrasto in ordine alla loro natura ed alla penetranza
del controllo che tali strumenti sottendono.

Infatti si registrano sul punto due differenti orientamenti: uno che
propende per un controllo meramente formale e l’atro che postula un
controllo esteso al merito della scelta tecnico-discrezionale sottesa
all’adozione del provvedimento. Dalla scelta in favore dell’una o
dell’altra opzione discendono diversi livelli di responsabilità per chi
appone il visto. Il tema è quindi suscettibile di riverberi sul piano della
responsabilità disciplinare, civile e contabile del magistrato e, anche in
questo caso, non sarebbe accettabile che venisse risolto attraverso
provvedimenti giurisdizionali e non tramite una determinazione consiliare.



Sul tema dei poteri e del ruolo delle Procure Generali presso le Corti di
Appello deve essere favorito l’orientamento che, a fronte di prospettate
riforme sul piano ordinamentale e processuale, preferisce la loro
limitazione nell’ambito di quanto già previsto dall’art. 6 del D.L.vo
106/2006, orientato ad attribuire a tali uffici poteri di controllo
successivo ma non di propulsione o di coordinamento.
-------------- parte successiva --------------
Un allegato HTML è stato rimosso...
URL: <http://mail.areaperta.it/mailman/private/area_areaperta.it/attachments/20170203/0a23f9c3/attachment.html>


Maggiori informazioni sulla lista Area