[Area] RAI, Sono innocente: malaffare nell’Arma dei Carabinieri, Direzione distrettuale antimafia ed A.G. giudicante

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Dom 26 Feb 2017 06:31:45 CET


  
RAI, Sono innocente - 25.02.2017

Il Caso De
Sapio

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MONTEFORTE IRPINO - L'otto marzo 2008 è un
giorno che GERARDO DE SAPIO non dimenticherà mai. E' l'inizio di un
incubo per il brigadiere dei Carabinieri di Avellino, trent'anni in
prima linea contro la criminalità organizzata, che viene arrestato dai
suoi colleghi su disposizione della Dda di Napoli per favoreggiamento al
clan Genovese. 

«Incastrato», come si scrisse all'epoca, dalle indagini
coordinate dalla PM MARIA ANTONIETTA TRONCONE. Per lui, diciannove
lunghi giorni di carcere, quello militare di Santa Maria Capua Vetere,
dove il sottufficiale conoscerà anche Bruno Contrada. Poi arriva il
primo verdetto su quella misura cautelare. Quello dei magistrati del
Riesame di Napoli, che annullano la misura cautelare firmata dal GIP
FALLARINO.

 L'onore di una carriera vissuta in zone calde della
Campania dal sottufficiale, come Castello di Cisterna, sarà restituito
comunque solo nell'aprile del 2009. Quando il Gip del Tribunale di
Napoli Nicola Miraglia del Giudice lo manderà assolto per «non aver
commesso il fatto». Così come aveva chiesto non solo il suo difensore,
il penalista Gaetano Aufiero, ma anche lo stesso pm impegnato nel
procedimento, il magistrato antimafia Carmine Esposito. E' la fine di un
incubo per il brigadiere. Quello scatenato a causa di un'intercettazione
in carcere. Quel nome, Gerardo. Quelle informazioni che sarebbero
passate ai vertici del clan Genovese. Tutto falso, dirà il Gup Miraglia
del Giudice. 

Ora De Sapio presenta il «conto». Se si può dire così per
tutto quello che il sottufficiale ha subìto anche durante la sua
detenzione. Un milione di euro. La richiesta di risarcimento danni che i
suoi legali si preparano a formalizzare nelle prossime ore. Una
battaglia che dovrebbe restituire in minima parte quanto sofferto da De
Sapio. Che in questi anni si è comunque battuto, e lo sta facendo
ancora, affinché i responsabili del suo arresto pagassero per gli errori
compiuti nel corso delle indagini. Denunce, ma anche proteste come
quella che il sottufficiale portò finanche all'attenzione dell'allora
Procuratore della Repubblica Angelo Di Popolo, nell'ottobre del 2010.
Per lui ora inizia la battaglia più importante. 

Il riconoscimento che
qualcuno sbagliò, quando quella mattina del 2008 bussò all'abitazione di
De Sapio per compiere quello che si è rilevato un arresto ingiusto.
Saranno altri magistrati ora a decidere se questa maxirichiesta di
indennizzo da parte del sottufficiale possa essere valida o meno. Lui,
De Sapio, sicuramente non demorde. Tanto che cartello alla mano, ha già
girato l'Italia per protestare contro una giustizia che nel suo caso è
stata abbastanza «cieca». 

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Saluti. Anna Venturieri (insegnante in
pensione)   


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