[Area] R: Re: [Nuovarea] Area e i diritti di fine vita

giudegregorio giudegregorio a alice.it
Gio 2 Mar 2017 13:21:53 CET


In realtà il confine mi pare molto meno marcato: se ho ben compreso, infatti, Fabiano Antoniani era in condizioni tali da non poter respirare da solo, né poteva nutrirsi autonomamente. Il che porta a dire che se avesse deciso di soltanto interrompere i trattamenti, il risultato finale non sarebbe cambiato. É cambiato il modo di arrivarci: il che non é poco, ed attiene ad uno dei tanti interrogativi che il Comunicato voleva sottoporre all'attenzione e alla riflessione di tutti.Saluti Giuseppe De Gregorio


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-------- Messaggio originale --------Da: Stefano Calabria <stefano.calabria a giustizia.it> Data: 02/03/17  12:43  (GMT+01:00) A: antonio.stefani a giustizia.it, Coordinamento Area <coordinamentoarea a gmail.com>, nuovarea a nuovarea.it, area <area a areaperta.it> Oggetto: Re: [Nuovarea] Area e i diritti di fine vita 



Concordo con quanto scritto da Antonio Stefani.
Rinunciare alle cure è un diritto di rilievo costituzionale. E 
tra le cure ci sono anche l’idratazione e la nutrizione artificiali, come ha 
chiaramente (e condivisibilmente) scritto la Cassazione nella nota sentenza 
Englaro; negare che l’idratazione e la nutrizione artificiali, o la respirazione 
artificiale dopo tracheotomia, siano terapie mediche significa negare 
l’evidenza, trattandosi di atti che devono essere compiuti da personale 
sanitario, in ambiente sanitario, e devono essere permanentemente vigilati sul 
piano sanitario. Su questa tematica si incentra il d.d.l. che la Camera dei 
Deputati discuterà a marzo.
Altra cosa è invece l’eutanasia, ovvero la somministrazione di 
qualcosa che induca una morte che altrimenti non vi sarebbe. La Costituzione non 
contempla questo diritto, né direttamente né indirettamente. Si può (forse) 
affermare che una legge che lo prevedesse sarebbe conforme a Costituzione; ma 
non credo proprio si possa affermare che l’attuale sistema, che non prevede 
l’eutanasia ed anzi la sanziona, sia incostituzionale.
E, nel caso di Fabiano Antoniani, si è trattato di una vera e 
propria eutanasia: non vedo sostanziali differenze tra un bottone premuto da un 
medico ed un bottone premuto (con le mani o con i denti) dal paziente, se 
l’intera procedura era finalizzata ad indurre un decesso che altrimenti non ci 
sarebbe stato.
 
Mi rendo conto che la distinzione tra rifiuto delle cure ed 
induzione attiva della morte può a molti apparire troppo sottile, se non 
bizantina. Ma la differenza è in realtà sostanziale, almeno secondo me. Ed il 
compito dei giuristi e dei magistrati è anche e sempre quello di 
discernere.
 
Non voglio ora entrare in un dibattito sull’opportunità 
dell’eutanasia o sulla sua giustezza. Personalmente dico solo che sull’argomento 
ho più dubbi che certezze.
Voglio piuttosto scrivere, più limitatamente, che il 
comunicato ha ricollegato   “diritti 
fondamentali in coerenza con principi sovranazionali e costituzionali” 
ad una vicenda, quella di Fabiano Antoniani che, nella sua 
drammaticità ed importanza anche sociale, non si ricollegava però a diritti 
fondamentali di rilievo costituzionale, che riguardano il (diverso) diritto a 
rifiutare le cure. 
Inoltre il 
comunicato, propugnando de iure condendo il riconoscimento della “piena 
libertà di autodeterminazione” ha di fatto preso posizione a favore 
dell’eutanasia attiva. Presa di posizione nella quale non tutti, anche su questa 
lista, si riconoscono.
 
Saluti a tutti.
 
Stefano Calabria
 
 


 

From: antonio.stefani a giustizia.it 

Sent: Thursday, March 02, 2017 8:56 AM
To: Coordinamento Area ; nuovarea a nuovarea.it ; area 
ostracismo, per di più su un tema etico delicatissimo, che mi 
sembrano in netto contrasto con la Carta dei valori.


Anche il comunicato mi lascia perplesso. In 
esso non si distingue – e ciò significa confondere – due fattispecie ben 
diverse, quali il rifiuto di un trattamento sanitario, che trova sicuro 
fondamento  nell’art. 32 Cost., e il diritto a richiedere la morte che non 
ritrovo nella Carta costituzionale e non lo ho mai trovato affermato dalla 
Corte. Non vi è dubbio che una visione religiosa della vita porta a riconoscerle 
un carattere sacro; ma non è questo il tema. Marzia ci ha opportunamente 
richiamato al carattere laico dello Stato. In questa ottica 



Subject: Re: [Nuovarea] Area e i diritti di fine 
vita
 



Area è una associazione plurale, che 
comprende persone e gruppi, con la loro identità ed autonomia.  I principi 
cui si ispira sono l'apertura alla società, 
la trasparenza nel funzionamento della giurisdizione e del governo autonomo, 
l'affermazione dei principi di eguaglianza, solidarietà, giustizia.  

Questo si legge nell’art. 1 della 
Carta dei valori, che ho molto condiviso e che  mi ha fatto avvicinare al 
gruppo unitamente alla stima per i suoi membri. Per questo mi permetto di dire 
che non è mi è piaciuto il dibattito che si è sviluppato, perché vi ho trovato 
toni da
dico che a me il diritto alla morte non piace e 
mi sembra in contrasto con il diritto alla vita, che la Corte ha ritenuto il 
primo dei diritti inviolabili (v. 223/1996), e i doveri di solidarietà.  
Davvero vogliamo uno Stato che a richiesta organizzi la morte dei suoi 
cittadini? Ho trovato inopportuno che il comunicato solleciti espressamente il 
legislatore a riconoscere tale “diritto”.
Ma il comunicato arriva anche ad interpretare 
la Costituzione  per ricavarne il senso della vita e quello più profondo! 
Il dibattito è importante, perché personalmente non chiedo ad Area di svelarmi 
il senso della vita, che riservo ad altre istanze. Mi sembra quindi necessario 
chiarire in che senso Area è plurale e quali siano i valori su cui essa si 
fonda.
Antonio Stefani


 

From: Coordinamento Area 
Sent: Tuesday, February 28, 2017 11:29 AM
To:  mailto:nuovarea a nuovarea.it ; area 
Subject: [Nuovarea] Area e i diritti di fine vita
 


< La straziante vicenda umana di Fabiano Antoniani, e il suo doloroso 
epilogo , che lo ha visto costretto a un inumano viaggio finale , suscita 
emozioni profondissime e interroga le coscienze di tutti noi , cittadini prima 
ancora che magistrati. Ancora una volta un drammatico caso evidenzia un vuoto 
normativo che permane ancorché si tratti di regolare diritti fondamentali in 
coerenza con principi sovranazionali e costituzionali e di rispondere  ad 
istanze ormai diffusamente avanzate dai cittadini. Riteniamo che la corretta 
lettura ed applicazione di tali principi debbano portare a riconoscere 
la libertà di autodeterminazione negando ogni forma di 'obbligo di vivere ' 
incompatibile con i principi della carta costituzionale .  La giurisdizione 
- non di rado accusata di supplenza da quella stessa politica che troppo spesso 
abdica ai propri doveri - ha saputo svolgere il proprio compito in precedenti, 
dolorosi casi, individuando nella carta costituzionale una tavola di valori 
supremi, in cui trovano irrinunciabile tutela la dignità umana, la libertà e, a 
ben vedere, la vita nel suo senso più profondo .
Il Coordinamento nazionale di Area 
I componenti di Area in CDC


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