[Area] R: NO alla proposta di modifica dell'art. 2 della legge sulle guarentigie

Gioacchino Romeo gioarom a alice.it
Mar 11 Apr 2017 11:00:09 CEST


Da ex magistrato che, per avere osato liberamente esprimere, su una testata a diffusione nazionale, critiche a una decisione della Corte di cassazione a sezioni unite, diciannove anni fa fui sul punto di essere considerato non più "compatibile" con l'ufficio nel quale prestavo servizio e quindi di essere trasferito senza il mio consenso in virtù di una iniziativa assunta dal Primo Presidente, non posso non aderire in modo pieno e convinto. So bene come vengono gestiti poteri radicati su basi così fortemente ambigue e posso solo immaginare quante nefandezze sarebbero consumate grazie a un così indefinito contenitore come il "prestigio dell'ordine giudiziario", soprattutto nei confronti di chi non appartiene a nessuno dei gruppi che spadroneggiano nell'ANM e, quindi, nel CSM.Perciò anch'io dico NO senza riserve alla proposta all'o.d.g. di domani del CSM.Gioacchino Romeo




----Messaggio originale----
Da: andreale a yahoo.com
Data: 11-apr-2017 10.15
A: "AREA Mailing List"<area a areaperta.it>
Ogg: [Area] NO alla proposta di modifica dell&#39;art. 2 della legge sulle guarentigie

Giro un messaggio del collega Giuliano Castiglia inviato sulla mailing list dei magistrati.
Lo condivido in toto, dico anche io NO ed invito tutti gli iscritti a questa mailing list (anche non magistrati) a sostenerlo.
Un cordiale saluto,
Andrea Reale


Allego a questo messaggio la proposta di modifica dell’art. 2 della “legge sulle guarentigie della magistratura” all’ordine del giorno del Plenum di domani, mercoledì 12 aprile 2017, invitando tutti a leggerla molto attentamente.


C’è poco da dire, attacca al cuore l’indipendenza di tutti e di ciascun magistrato e, dunque, l’indipendenza della funzione giurisdizionale.
Mira ad annullare l’unico profilo positivo della  “controriforma” , ossia la sino ad allora troppo ritardata attuazione dell’articolo 107 della Costituzione, laddove lo stesso prevede che i magistrati possono essere trasferiti senza il loro consenso soltanto "per i motivi" previsti dalla legge.
Mira cioè a (ri)dare al Consiglio Superiore della Magistratura mano libera su un campo - il trasferimento dei magistrati senza il loro consenso - tra i più sensibili e pericolosi per l'esercizio indipendente della giurisdizione, che non a caso il Costituente - pur avendo previsto una generale riserva di legge in materia di ordinamento giudiziario (art. 108 Cost.) - ha voluto ulteriormente garantire con una specifica previsione che riserva solo al legislatore l'individuazione dei “motivi” per i quali il CSM può trasferire un magistrato senza il suo consenso. Ed è di assoluta evidenza che la clausola precostituzionale del “prestigio dell'ordine giudiziario” è talmente generica che non soddisferebbe in alcun modo la riserva in questione e (ri)metterebbe alla totale discrezionalità del CSM il potere di trasferimento dei magistrati con gravissima lesione della loro indipendenza e correlativo gravissimo pericolo per i diritti delle persone.
Comprendo che in un ormai radicatissimo contesto di “Costituzione di carta” è difficile anche percepire la gravità di certi fatti ma non riesco a credere che, a fronte di una così pesante minaccia, ciascuno di noi magistrati non si desti per opporsi in tutti i modi possibili a questa iniziativa (e, a scanso di equivoci, perché qui sta diventando un rischio anche esprimere le proprie idee, preciso che con l’espressione “tutti i modi possibili” mi riferisco a tutti quelli consentiti dall’ordinamento).
La Proposta, infatti, prefigura un vero e proprio sovvertimento del sistema costituzionale, il quale conforma la “magistratura” come “ordine” funzionale all’indipendenza dei singoli magistrati, ai quali in via diffusa è invece affidato l’esercizio della funzione sovrana della giurisdizione.
Affinché tale esercizio avvenga in modo indipendente e imparziale, i magistrati sono soggetti soltanto alla legge ed è ovvio che, se potessero essere trasferiti ad libitum dal CSM, la soggezione soltanto alla legge sarebbe mero flatus vocis.
Dunque, cari colleghi magistrati, la nostra indipendenza, e con essa la tutela e la garanzia dei diritti delle persone, sono gravemente minacciate.
Poiché siamo noi coloro che per primi e meglio di tutti gli altri possiamo rendercene conto, dobbiamo essere noi ad attivarci. Prima che sia troppo tardi e nella speranza che già non sia troppo tardi.
 
Per questo occorre, innanzi tutto, fare sentire la nostra voce dicendo “no” alla proposta all’ordine del giorno di domani e per questo invito tutti i magistrati a dire “no” e a farlo presto, perché c’è poco tempo. 
 
Io dico “NO”.


Giuliano Castiglia



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