[Area] Per il Primo congresso di ADG

[Arata Roberto]

?Certo che mancare al primo congresso di ADG mi dispiace proprio.

E, allora, vi guardo, si fa per dire, da lontano, sperando che sia un congresso allegro e divertente.

In realtà, aldilà di mozioni o programmi, vorrei due cose per ADG del dopo Napoli.

La prima è che non cadessimo più nell'idiozia di confondere l'autogoverno con la scelta dei "capi". Che smettessimo di interessarci alle decisioni del CSM solo se riguardano la "carriera". Men che meno se è la nostra. Che smettessimo, almeno noi, di appassionarci più alla nomina del semidirettivo di un ufficio sperduto, che all'assetto tabellare degli uffici in cui lavoriamo, anche se da quell'assetto dipende l'organizzazione del nostro lavoro quotidiano e, dunque, del tipo di risposta che riusciamo a dare alla domanda di giustizia. Che ci ricordassimo che lo scopo dell'autogoverno è creare le condizioni per esercitare la giurisdizione in modo da rendere effettivi i diritti, soprattutto quelli incerti e negletti della "schiuma" del mondo. Che ci ricordassimo che la tabellarizzazione, la lotta alla gerarchia e l'introduzione di un sistema di valutazioni approfondito e non più dipendente dagli umori del "capo" sono stati, in passato, gli strumenti per rendere vivo e reale il modello di magistratura disegnato nella Costituzione, sono stati gli strumenti per trasformare un corpo inefficiente, burocratico, ideologicamente vicino alle classi dominanti in una magistratura orizzontale e paritaria, disinteressata alla carriera e capace "persino" di rendere giustizia. Che fossimo consapevoli che salvare quel modello costituzionale richiede, oggi, una battaglia culturale, lunga e difficile, da cui, però, dipende il nostro futuro. E che sta a noi, ad ADG, farla. Ma anche che, per riuscirci, occorre da subito coniugare i principi con i comportamenti, segnando la distanza delle degenerazioni correntizie.

La seconda è che ADG sia sempre il luogo della discussione, della ricerca assieme delle risposte, del rifiuto dei dogmi e del fanatismo. Niente buoni da una parte e cattivi dall'altra. Niente formule pregiudiziali per la redenzione istantanea del mondo. Niente verità rivelate. Non un luogo dove tutti parlano e nessuno ascolta, non un luogo dove partecipare significhi solo scrivere aderisco in calce ad una petizione. Ma il suo contrario: un luogo dove si parta non dalla "verità", ma dalla realtà, dalla consapevolezza della sua complessità e, al contempo, dall'indignazione per le ingiustizie con cui quotidianamente ci misuriamo, per provare a trovare insieme risposte nuove e cambiamenti possibili.

Buon congresso

Baci e saluti?

R?

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