[Area] 2 giugno

Carlo Brusco c.brusco a alice.it
Ven 2 Giu 2017 00:09:23 CEST


Lo so che molti pensano che il mio rincoglionimento senile, dopo il
pensionamento, stia aumentando ma – prima di affliggervi con le mie
considerazioni sul populismo giudiziario – considerando che tra pochi minuti
si apre la festa della Repubblica ricordo, per chi non ne fosse a
conoscenza, come (non) fu celebrato l’avvento della Repubblica nella prima
inaugurazione dell’anno giudiziario avvenuta nel gennaio 1947 davanti alla
Corte di Cassazione.

 

All’epoca le applicazioni giurisprudenziali (per es. in tema di epurazione)
erano significative del fatto che non era stato ancora recìso il legame con
il vecchio regime con il quale molti – non tutti – dei pubblici funzionari e
dei magistrati di vertice erano stati legati; a ciò corrispondevano anche
comportamenti ufficiali che dimostrano, se non il rifiuto, l’insofferenza di
magistrati che ricoprivano posizioni di elevatissima responsabilità verso le
istituzioni repubblicane. Emblematico è il caso  del procuratore generale
presso la Corte di cassazione, Massimo Pilotti;  questo magistrato era
stato, in passato, inviato dal regime a dirigere la Corte suprema in
Slovenia e, in occasione del referendum istituzionale del 2 giugno 1946,
aveva sostenuto una tesi che, se accolta – si riteneva in quel momento -
avrebbe rimesso in discussione l’esito del referendum (in sintesi sosteneva
che la maggioranza andasse calcolata sul numero delle schede votate e non
sui voti validamente espressi; ma la maggioranza favorevole alla repubblica
in realtà esisteva anche col primo metodo di calcolo !).

            

Ebbene, all’inaugurazione dell’anno giudiziario del 1947, il procuratore
generale Pilotti non solo dimentica che, rispetto all’anno precedente,
l’Italia era divenuta una repubblica ma neppure rivolge un saluto al capo
provvisorio dello Stato (Enrico De Nicola - presente alla cerimonia e
invitato dal presidente della Cassazione e dallo stesso procuratore generale
– che rimase molto offeso da questo comportamento) a differenza di quanto
aveva fatto l’anno precedente richiamando la presenza del luogotenente
generale del regno. Certo si tratta di un episodio modesto ma certamente
significativo dello spirito con cui i vertici della magistratura si ponevano
nel nuovo assetto istituzionale democratico. 

 

E’ da aggiungere che altrettanto incomprensibile apparve il comportamento
allora tenuto dal primo presidente della Cassazione, Giuseppe Pagano – che
avrebbe potuto ovviare al silenzio del procuratore generale – perché in
questo caso si trattava di un magistrato certamente non legato al passato
regime tanto che, nel 1939, era stato costretto a dimettersi dalla
magistratura a seguito dell’emanazione delle leggi razziali. 

 

Il caso fu risolto “all’italiana”: poiché la classe politica, pur con
diverse posizioni, non intendeva far rimanere Pilotti al suo posto ma per la
normativa all’epoca vigente poteva essere trasferito d’ufficio solo ad un
posto corrispondente (grado secondo), che all’epoca non esisteva, fu creato
un altro grado secondo (il presidente del tribunale superiore delle acque
pubbliche che ancor oggi, se non mi è sfuggita qualche recente modifica, è
equiparato al procuratore generale presso la Cassazione) al quale Pilotti fu
assegnato.

 

Buona festa della Repubblica.

 

Carlo Brusco

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