[Area] 2 giugno

Fontana Gian Luigi gianluigi.fontana a giustizia.it
Ven 2 Giu 2017 06:00:51 CEST


http://www.istitutodegasperi-emilia-romagna.it/pdf/seminari2014_calamandrei.pdf
Invito a leggere le pagine 15 e 16.
E con questo chiudo.
Viva la Repubblica, viva l'Italia
Gian Luigi Fontana

Inviato da iPad

Il giorno 02 giu 2017, alle ore 00:10, Carlo Brusco <c.brusco a alice.it<mailto:c.brusco a alice.it>> ha scritto:

Lo so che molti pensano che il mio rincoglionimento senile, dopo il pensionamento, stia aumentando ma - prima di affliggervi con le mie considerazioni sul populismo giudiziario - considerando che tra pochi minuti si apre la festa della Repubblica ricordo, per chi non ne fosse a conoscenza, come (non) fu celebrato l'avvento della Repubblica nella prima inaugurazione dell'anno giudiziario avvenuta nel gennaio 1947 davanti alla Corte di Cassazione.

All'epoca le applicazioni giurisprudenziali (per es. in tema di epurazione) erano significative del fatto che non era stato ancora rec?so il legame con il vecchio regime con il quale molti - non tutti - dei pubblici funzionari e dei magistrati di vertice erano stati legati; a ci? corrispondevano anche comportamenti ufficiali che dimostrano, se non il rifiuto, l'insofferenza di magistrati che ricoprivano posizioni di elevatissima responsabilit? verso le istituzioni repubblicane. Emblematico ? il caso  del procuratore generale presso la Corte di cassazione, Massimo Pilotti;  questo magistrato era stato, in passato, inviato dal regime a dirigere la Corte suprema in Slovenia e, in occasione del referendum istituzionale del 2 giugno 1946, aveva sostenuto una tesi che, se accolta - si riteneva in quel momento - avrebbe rimesso in discussione l'esito del referendum (in sintesi sosteneva che la maggioranza andasse calcolata sul numero delle schede votate e non sui voti validamente espressi; ma la maggioranza favorevole alla repubblica in realt? esisteva anche col primo metodo di calcolo !).

Ebbene, all'inaugurazione dell'anno giudiziario del 1947, il procuratore generale Pilotti non solo dimentica che, rispetto all'anno precedente, l'Italia era divenuta una repubblica ma neppure rivolge un saluto al capo provvisorio dello Stato (Enrico De Nicola - presente alla cerimonia e invitato dal presidente della Cassazione e dallo stesso procuratore generale - che rimase molto offeso da questo comportamento) a differenza di quanto aveva fatto l'anno precedente richiamando la presenza del luogotenente generale del regno. Certo si tratta di un episodio modesto ma certamente significativo dello spirito con cui i vertici della magistratura si ponevano nel nuovo assetto istituzionale democratico.

E' da aggiungere che altrettanto incomprensibile apparve il comportamento allora tenuto dal primo presidente della Cassazione, Giuseppe Pagano - che avrebbe potuto ovviare al silenzio del procuratore generale - perch? in questo caso si trattava di un magistrato certamente non legato al passato regime tanto che, nel 1939, era stato costretto a dimettersi dalla magistratura a seguito dell'emanazione delle leggi razziali.

Il caso fu risolto "all'italiana": poich? la classe politica, pur con diverse posizioni, non intendeva far rimanere Pilotti al suo posto ma per la normativa all'epoca vigente poteva essere trasferito d'ufficio solo ad un posto corrispondente (grado secondo), che all'epoca non esisteva, fu creato un altro grado secondo (il presidente del tribunale superiore delle acque pubbliche che ancor oggi, se non mi ? sfuggita qualche recente modifica, ? equiparato al procuratore generale presso la Cassazione) al quale Pilotti fu assegnato.

Buona festa della Repubblica.

Carlo Brusco
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