[Area] R: Re: Lettera aperta alle Camere Penali sullo sciopero indetto dal 12 al 16 giugno 2017

thorgiov thorgiov a libero.it
Dom 11 Giu 2017 15:08:41 CEST


Ma ci sono dei precedenti in materia ? Possibile che non vi sia stato 
mai neppure un avvocato dissenziente ? Non mi sembra che non aderire ad 
una astensione sia prevista come violazione deontologica. Se così fosse, 
sarebbe preoccupante, perchè l'avvocato deve rispondere del proprio 
operato al cliente, senza vincoli di subordinazione nei confronti di 
terzi. Altrimenti non sarebbe una professione autonoma.

FELICE   PIZZI  ( Giudice del contenzioso del Tribunale di Napoli Nord )


Il 11/06/2017 14:33, Ardigo' Mario ha scritto:
>
> ​Qui a Roma mi hanno detto che chi non si astiene viene messo sotto 
> procedimento disciplinare dal Consiglio dell'Ordine. Non so se è vero, 
> ma me l'hanno confermato tutti gli avvocati con cui ho parlato.
>
> Mario Ardigò -Roma
>
> ------------------------------------------------------------------------
> *Da:* Area <area-bounces a areaperta.it> per conto di thorgiov 
> <thorgiov a libero.it>
> *Inviato:* sabato 10 giugno 2017 15:37
> *A:* area a areaperta.it
> *Oggetto:* Re: [Area] R: Re: Lettera aperta alle Camere Penali sullo 
> sciopero indetto dal 12 al 16 giugno 2017
>
> Tu dici che le posizioni dell'avvocatura non sono granitiche. E allora 
> per quale motivo tutti gli avvocati, senza eccezioni, aderiscono allo 
> sciopero ? L'adesione non è obbligatoria. Nei rarissimi casi in cui 
> l'ANM ha proclamato uno sciopero c'è sempre stata una fetta 
> consistente di magistrati che hanno deciso di non astenersi 
> dall'ordinaria attività giurisdizionale. Per quale motivo gli avvocati 
> riescono sempre a fare blocco unico ?
>
> Troppa retorica, come sempre! A mio parere, non si vuole vedere la 
> realtà, perchè la realtà è scomoda per tutti. Noi magistrati a fine 
> mese lo stipendio lo prendiamo sempre, sia che lavoriamo tanto e bene, 
> sia che lavoriamo poco e male. Per gli avvocati è diverso. Soprattutto 
> in un momento di grave crisi economica quale è quella attuale ( 
> nonostante le rassicurazioni sempre poco convincenti di Renzi e 
> Gentiloni ), con il numero degli avvocati che cresce ogni giorno di 
> più, gli spazi , le occasioni di lavoro, si restringono. E allora 
> bisogna approfittare di ogni occasione. Lo sciopero è per l'appunto 
> una occasione per far durare di più il processo, che, come recita un 
> vecchio adagio, finchè pende, rende.  Aderire allo sciopero, in questo 
> caso, è sempre conveniente. Non è nemmeno una questione di 
> corporativismo. Si tratta invece di istinto di sopravvivenza pura e 
> semplice.
>
> FELICE   PIZZI  ( Giudice del contenzioso del Tribunale di Napoli Nord )
>
>
> Il 10/06/2017 11:37, riviezzo.ciro a virgilio.it ha scritto:
>>
>> La lettera di Claudio Castelli tocca uno dei punti nodali della 
>> politica associativa, e cioè il rapporto con le rappresentanze 
>> dell’avvocatura, e ci costringe ad una riflessione. L’istinto di 
>> ciascuno di noi è quello di rispondere alle iniziative delle Camere 
>> Penali che sono strumentali, che difendono gli interessi privati di 
>> alcuni indagati, che il loro interesse non è l’efficienza del 
>> processo, ma forse il contrario, ecc. . Gli avvocati risponderanno 
>> che la crisi della giustizia è in larga misura provocata dai nostri 
>> privilegi, che l’inefficienza del processo penale ha cause 
>> strutturali che esulano da qualche giorno di sciopero, che i processi 
>> saltano a migliaia ogni giorno per le cause più diverse, dall’assenza 
>> del giudice al difetto di notifiche, ecc. . Io penso che in questo 
>> modo non si vada da nessuna parte, e la situazione può solo 
>> peggiorare. E’ certamente vero che gli scioperi delle Camere Penali 
>> sono inaccettabili ed aggravano senza reale costrutto una situazione 
>> già al collasso. Su questo non ci può essere alcuna mediazione ed 
>> ogni iniziativa è utile. Ma le posizioni dell’avvocatura non sono 
>> granitiche e soprattutto sono supportate da motivazioni (forse 
>> apparenti) che meritano spesso considerazione. Ed allora occorre che 
>> le nostre rappresentante politiche compiano uno sforzo di 
>> intelligenza (intesa come capacità di affrontare e risolvere i 
>> problemi, absit iniuria verbis), costringendo gli avvocati (che non 
>> sono solo UCP) a confrontarsi sui temi concreti, semmai dividendosi 
>> su alcuni punti, ma trovando temi comuni su cui è possibile dialogare 
>> e presentare posizioni condivise alla politica. La posizione di 
>> Stefano, ad esempio, presenta interessanti spunti di riflessione 
>> anche su argomenti sui quali le distanze sono più considerevoli. E 
>> non pensiamo solo al processo penale, tema pur centrale e 
>> fondamentale, ma anche alle tante questioni in ballo 
>> sull’organizzazione degli uffici, sul coinvolgimento dell’avvocatura 
>> nel governo autonomo, sull’efficienza del processo civile e la 
>> tendenza alla degiurisdizionalizzazione, e via dicendo. Ritengo da 
>> sempre che avvocatura e magistratura debbano trovare un terreno 
>> comune di confronto, un modo di parlarsi, di sentirsi parte dello 
>> stesso ceto di giuristi, insieme agli altri protagonisti della 
>> giurisdizione (personale amministrativo, accademia, ecc.), evitando 
>> la tentazione di approfittare delle contingenze politiche del momento 
>> per cercare di trarre episodici ed effimeri vantaggi di categoria, 
>> come troppo spesso è avvenuto in passato. Il sommarsi di due 
>> corporativismi può portare solo ad un aggravamento della situazione 
>> della giurisdizione ed aprire la strada a soluzioni anche 
>> ordinamentali i cui effetti non sono prevedibili. E chi, se non Area 
>> DG, chi se non una ANM a guida Area DG, può porre in essere questo 
>> tentativo ?
>>
>> Ciro Riviezzo
>>
>>
>>
>>     ----Messaggio originale----
>>     Da: "Siddi Massimiliano" <massimiliano.siddi a giustizia.it>
>>     Data: 10-giu-2017 10.56 AM
>>     A: "Castelli Claudio"<claudio.castelli a giustizia.it>
>>     Cc: "area a areaperta.it"<area a areaperta.it>
>>     Ogg: Re: [Area] Lettera aperta alle Camere Penali sullo sciopero
>>     indetto dal 12 al 16 giugno 2017
>>
>>     Trovo non sia conforme all'etica della dialettica e neppure
>>     istituzionalmente troppo corretto, nel testo della "Lettera
>>     aperta" di Claudio Castelli, ventilare quella specie di larvata
>>     "minaccia" processuale di proporre di rinviare alla prima data
>>     utile immediatamente successiva allo sciopero.
>>     Se il presidente della Corte ritenesse che questo sia un modo per
>>     garantire speditezza ed efficienza al servizio giustizia, allora
>>     avrebbe il dovere di fare questa proposta a prescindere da come
>>     la possano prendere i difensori; in caso contrario, si
>>     tratterebbe solo di un espediente retorico poco elegante ed
>>     inopportuno.
>>     La logica del "avrei potuto, ma non l'ho fatto" mi ricorda,
>>     chissà perché, un certo discorso degli anni '20.
>>     Cambiano epoche, uomini, contesti e colori politici, ma certe
>>     strutture profonde del potere, fondamentalmente autoritarie anche
>>     nella loro declinazione discorsiva, torneranno sempre eternamente
>>     all'uguale.
>>
>>              Massimiliano Siddi
>>
>>     Inviato da iPhone
>>
>>     Il giorno 09 giu 2017, alle ore 16:20, Castelli Claudio
>>     <claudio.castelli a giustizia.it
>>     <mailto:claudio.castelli a giustizia.it>> ha scritto:
>>
>>>     Vi invio per conoscenza la lettera aperta alle Camere Penali
>>>      sullo sciopero proclamato da 12 al 16 giugno 2017 da me.
>>>     Mandata in qualità di Presidente della Corte di Brescia
>>>
>>>                  Claudio Castelli
>>>
>>>     	
>>>
>>>     	
>>>
>>>                                   Spett.le
>>>
>>>     UNIONE DELLE CAMERE PENALI ITALIANE
>>>
>>>     LETTERA APERTA SULLO SCIOPERO INDETTO DAL 12 AL 16 GIUGNO 2017
>>>
>>>     Ho sempre ritenuto gli avvocati come alleati nell'attività di
>>>     rendere giustizia ed ho sempre in mente il monito della madre
>>>     dell'avv. Claris Appiani sulla necessità che i nostri mondi
>>>     siano uniti, ma proprio questo mi costringe a evidenziare come
>>>     lo sciopero indetto per i giorni dal 12 al 16 giugno (il quarto
>>>     in quattro mesi) sia un grave errore.
>>>
>>>     Si può concordare sui motivi di metodo (il continuo ricorso
>>>     alla fiducia che non consente una reale discussione
>>>     parlamentare), dissentire su alcuni dei vostri
>>>     obiettivi; ma tutte le ragioni di discussione
>>>     vengono superate quando si arriva a proclamare una settimana di
>>>     sciopero al mese per quattro mesi consecutivi contro una legge
>>>     in discussione al parlamento.
>>>
>>>     Questo sciopero, che è ben più che simbolico, non colpisce il
>>>     parlamento, né i magistrati o le cancellerie (che non potendo
>>>     lavorare hanno un'involontaria boccata di ossigeno), ma il
>>>     servizio giustizia ed i cittadini che vedono sommarsi ritardi a
>>>     tempi già troppo lunghi. Migliaia di processi rinviati, migliaia
>>>     di persone cui viene disattesa l’aspettativa di giustizia. Non
>>>     solo, ma uno sciopero prolungato contro una legge in gestazione
>>>     è una forzatura in democrazia.  Come presidente di una corte di
>>>     appello che sente come una forte responsabilità il dovere di
>>>     cercare di far dare una giustizia dignitosa ai cittadini e di
>>>     migliorare le grandi deficienze che abbiamo, ho avuto la
>>>     tentazione di proporre di rinviare le udienze saltate per lo
>>>     sciopero ad un sabato immediatamente susseguente per
>>>     un elementare tentativo di recupero. Non l'ho fatto perché
>>>     questa poteva apparire una provocazione. Risultato che sarebbe
>>>     lontanissimo dalle mie intenzioni e dai motivi che mi muovono
>>>     anche a scrivere questa lettera, essendo mia convinzione che
>>>     solo "unendo i nostri mondi" potremo vedere risultati.
>>>
>>>     Ma questo sarà possibile solo se verrà abbandonato un clima in
>>>     cui troppe iniziative appaiono "contro”.
>>>
>>>     Mi auguro che possa aprirsi una riflessione comune e che il
>>>     sistema degli scioperi periodici venga abbandonato.
>>>     Una nuova fase è possibile.Sta a noi costruirla.
>>>
>>>     Il Presidente della Corte
>>>
>>>     Claudio Castelli
>>>
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