[Area] R: Articolo Corriere della Sera

Andrea Reale andreale a yahoo.com
Mar 1 Ago 2017 13:58:50 CEST


Piuttosto la domanda che circola tra tanti magistrati 'semplici' è se abbia ancora un senso impegnarsi tanto nello svolgimento delle funzioni giudiziarie  per poter vedere riconosciuti  dal CSM l'impegno ed il merito  in relazione alle stesse  , al di fuori di carrierismi e di appartenenze varie.
Ha ragione l'Avv. Rosa , da libero professionista, a segnalare quell'articolo e quel Magistrato (Andrea Mirenda) come 'raro esempio'.
Quello (esempio) che attualmente circola tra i miei colleghi e che l'organo di autogoverno incoraggia e sponsorizza, specie per incarichi direttivi, si incarna sempre più spesso  in colui  che proviene da  comode, prevalentemente lottizzate , spesso ben remunerate, carriere fuori ruolo o da incarichi politici fiduciari.
Quello che non farà mai Area , purtroppo, è richiedere con forza e decisione le dimissioni di quei  rappresentanti (anche dentro io CSM) che hanno in maniera così plateale avallato questo 'modello' di magistrato,  tradendo il senso ed il significato della tanto sbandierata carta dei valori e di un importante documento approvato all'unanimità dal coordinamento nazionale  di ADG a fine novembre dell'anno scorso.
Andrea Reale

Inviato da iPad

> Il giorno 01 ago 2017, alle ore 12:17, "carlocitt a alice.it" <carlocitt a alice.it> ha scritto:
> 
> manca solo una cosa in quell'intervista.
> 
> se la domanda per semidirettivo a Verona è stata fatta a suo tempo 'per carriera' o per dare un apporto qualificato alle esigenze organizzative e di qualità della giurisdizione civile in quella sezione.
> 
> nel secondo caso, se quelle esigenze permanevano o erano state soddisfatte rendendo inutile l'ulteriore presenza lavorativa efficace in quell'ufficio e in quella sezione.
> 
> nel primo caso, se le permanenti attese di efficace giustizia (per qualità e quantità) sono così poco rilevanti da giustificarne un 'abbandono per protesta' verso altro.
> 
> in ogni caso, le colleghe ed i colleghi che si occupano impegnano e lavorano nelle delicate ed essenziali problemi della Sorveglianza sono, a mio parere e per quello che conosco e so di loro, tutt'altro che gli ultimi tra i magistrati.
> 
> e la Costituzione, dicendo che i magistrati si distinguono solo per funzioni, non prevede una scala di primi ed ultimi. Ogni contatto tra il magistrato e la domanda e realtà di giustizia non può mai collocare il singolo in 'ultima' posizione.
> 
> quindi, rispetto per le scelte personali, sempre; sollecitazione ad essere attenti nelle valutazioni, quando sono in gioco valori complessi che non possono essere stiracchiati alla bisogna.
> 
> carlo citterio
> 
> 
> 
> ----Messaggio originale----
> Da: rosa-ferrarese a iol.it
> Data: 1-ago-2017 9.45
> A: 
> Cc: "AREA Mailing List"<area a areaperta.it>
> Ogg: [Area] Articolo Corriere della Sera
> 
> Un raro esempio di magistrato
> Antonio Rosa
> 
> http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/cronaca/2017/29-luglio-2017/giudice-protesta-rinuncia-carriera-sistema-giudiziario-lottizzatorio-2401854037050.shtml
> 
> 
> 
> Inviato da Libero Mail per iOS
> 
> 
> martedì 1 agosto 2017, 01:08 +0200 da u.nannucci a alice.it <u.nannucci a alice.it>:
> grazie andrea!
> una pagina squallida per la magistratura, che segna il definitivo asservimento del suo vertice alla politica
> ubaldo nannucci
>  
> From: andreale
> Sent: Monday, July 31, 2017 7:43 PM
> To: 'AREA Mailing List'
> Subject: [Area] La prima giornata di Napoli : 27 luglio 2017
>  
>  
>  
> Finalmente un grande giorno per la magistratura.
> Finalmente una pagina di storia scritta col sangue e di pugno da alcuni indomiti consiglieri togati e da tutti i laici dell’autogoverno.
> In barba ai pregiudizi ideologici  e contro ogni fatwa, si è riusciti, per la prima volta, a nominare in un posto direttivo di enorme importanza , un magistrato con freschissima  esperienza di governo e che ha fatto un lungo  ‘bagno di politica’ per il bene della Nazione e della magistratura tutta.
> Finalmente il Consiglio ha dato prova di enorme indipendenza:
> dall’ANM (rectius: ANMutolita) , innanzitutto, che fino a pochi giorni fa tuonava con un documento adottato all’unanimità dai componenti del CDC per chiedere al legislatore di “introdurre, quale requisito di legittimazione per ricoprire incarichi direttivi e semidirettivi, l’esercizio effettivo delle funzioni giudiziarie per almeno 12 mesi prima di poter proporre domanda” ed  al CSM “di valorizzare significativamente il profilo professionale dei magistrati che hanno svolto funzioni giudiziarie nel giudizio di comparazione con candidati che in precedenza hanno ricoperto ruoli elettivi o altri incarichi politici”;
> dalle singole correnti che in questi anni hanno occupato l’associazionismo ed il CSM, svergognate una per una (con rarissime eccezioni), che, con retrogradi documenti ed articoli su riviste telematiche di alta scienza giuridica et similia, avevano fino a poche settimane prima invocato una netta distanza  dagli incarichi direttivi  dei magistrati che avevano avuto trascorsi  in politica o prestati a lunghi fuori ruolo;
> dai singoli consiglieri laici e togati di questo stesso CSM che avevano gridato fino a poco tempo fa, urbi et orbi, quanto fosse necessario apparire imparziali, oltre che esserlo, per un magistrato che avesse ricoperto incarichi politici e volesse tornare a svolgere funzioni giurisdizionali;
> dal vicepresidente di questo stesso CSM , di provenienza governativa,  che fino a dieci  giorni prima esprimeva l’auspicio di approvare una norma che imponesse ai magistrati rimasti a lungo tempo fuori ruolo (specialmente in incarichi politici) di non tornare a fare il magistrato, optando per altre funzioni;
> dai pareri espressi da questo stesso CSM sul rientro in ruolo  di coloro i quali avevano avuto incarichi politici (ad esempio quello del 21.10.2015  , nel quale si invitava il Ministero della Giustizia a “disciplinare i casi in cui il prolungato svolgimento di attività politico istituzionali imponga il transito, alla fine della esperienza politica, nei ranghi dell'Avvocatura dello Stato o della dirigenza pubblica; disciplinare, in alternativa, la garanzia al mantenimento del posto da parte del magistrato transitato per lunghi periodi nelle attività politico-istituzionali anche con l'attribuzione di una funzione pubblica diversa, purché equivalente sotto il profilo della responsabilità del livello retributivo e del prestigio professionale; introdurre, nei casi di rientro in ruolo dopo avere ricoperto incarichi politici, limiti all'esercizio delle finzioni giudicanti, con la previsione dell'obbligo di degnazione a funzioni collegiali (di primo o di secondo grado), in specie con riferimento ai magistrati che abbiano svolto incarichi di governo caratterizzati dalla concreta gestione politica di interessi riferibili alla generalità dei consociati, a livello nazionale (es. presidente del consiglio dei ministri) o territoriale (sindaco o presidente di una giunta regionale o provinciale).”
> Finalmente una pagina che segna l’affermazione del Governo nella Magistratura   e che dà un nuovo volto, più moderno , più al passo dei tempi, più indipendente – sia sotto il profilo esterno, che interno- dalla magistratura tutta, al Consiglio Superiore del Ministero (democratico per la Giustizia).
>  
> Andrea Reale
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