[Area] R: Edicola: la cultura giuridica dell’italia va riformata

Marco Dell'Utri mardellu a tin.it
Sab 12 Ago 2017 17:01:16 CEST


Penso di dover articolare in modo più compiuto (o meno impaziente) la critica da me espressa nei confronti dell'articolo del professor Enriques.
Mi capitano tra le mani per ragioni di studio, proprio in questi giorni, talune pronunce delle corti sovranazionali (della Corte europea dei diritti dell'uomo, come della Corte di giustizia dell'Unione Europea, dunque di organismi giudiziari non italiani, ma che riflettono una tradizione culturale più larga di quella riduttivamente ascrivibile a un singolo paese) in cui si trova affermato, senza mezzi termini, come la tutela delle ragioni della persona necessariamente si pone in termini disfunzionali rispetto alla logica dell'impresa e del mercato; e non parlo, naturalmente, della sola figura del consumatore (cui Enriques sembra alludere), ma della persona in quanto tale, rispetto a comportamenti discriminatori attuati su base sessuale, etnica, religiosa, ecc.
Anche la declinazione del tema della certezza unicamente sul piano della calcolabilità economica (scontata nei programmi o nelle previsioni dell'uomo d'affari) sembra immiserire, e in larga misura tradire, quello che, da sempre, costituisce un topos del dibattito culturale nel rapporto tra la 'certezza' (quale garanzia di uguaglianza e di libertà della persona) e la 'giustizia' della decisione quale obiettivo che in ogni caso sostiene il senso dell'intervento e dell'impegno del giudice.
Attorno al tema della certezza e al libro di Lopez de Onate sulla certezza del diritto (per dire di un capitolo di rilevante significato nella storia della cultura giuridica di questo paese) si erano addensati il dibattito e le opinioni (tutte preziosissime quand'anche discordanti) dei nostri migliori giuristi (singolarmente proprio all'indomani dell'approvazione delle leggi razziali da parte del regime); e si trattava di un dibattito che legava il tema della certezza alla tutela delle ragioni fondamentali della persona.
Se l'obiettivo dello scritto del professor Enriques era quello di riarticolare, secondo il suo modo di vedere, i rapporti tra la cultura del mercato e la cultura dei diritti della persona, non c'era bisogno - a mio giudizio - né di scomodare la cultura del giudice (o financo le pretese anomalie della cultura giuridica italiana), né di alludere (in modo obiettivamente discutibile) alla concezione riflessiva delle proprie funzioni, da parte dei giudici italiani, come l'origine dei fenomeni di assolutizzazione del potere o, peggio, dei diffusi episodi di corruzione o di arbitrio.
Sono diversi anni che in Corte di cassazione ci si pone, in modo consapevole e responsabile, il problema (ineludibile) della funzione di nomofilachia e della difficoltà di conciliarne la coltivazione con l'enorme carico dei ricorsi.
Il lavoro che si sta tentando in questi ultimi mesi (dalla riforma legislativa del processo di legittimità alle indicazioni 'interne' sugli stili delle decisioni) è una realtà che meriterebbe una seria attenzione critica e una più rigorosa lucidità di giudizio.
Fermare l'attenzione su questi temi sembrerebbe assai più 'produttivo' di tante esercitazioni ideologiche.

Marco Dell'Utri





Inviato da iPad
> Il giorno 12 ago 2017, alle ore 10:56, Mario Ardigò <marioardigo a yahoo.com> ha scritto:
> 
> In realtà è l'economia occidentale che andrebbe non riformata, ma rivoluzionata,  perché è profondamente irrazionale e sta rigenerando, ma su scala globale, il conflitto di classe che ha travagliato l'Ottocento e metà del secolo scorso. Mario Ardigò
> Da: Marco Dell'Utri
> Inviato: ‎11/‎08/‎2017 19:02
> A: Salme' Giuseppe
> Cc: area a areaperta.it
> Oggetto: Re: [Area] Edicola: la cultura giuridica dell’italia va riformata
> 
> Banalizzare in termini così poveri e irritanti l'analisi di questioni obiettivamente delicate e di enorme rilievo è, non solo inutile, ma (soprattutto) dannoso.
> Desta sensazione che un giornale serio e importante come il Corriere della Sera ritenga di poter trattare i temi della "cultura giuridica" (come fosse materia suscettibile di "riforma"...) con questo disprezzo.
> 
> Marco Dell'Utri
> 
>> Il giorno 11 ago 2017, alle ore 18:43, Salme' Giuseppe <salmegiu a tiscali.it> ha scritto:
>> 
>> Meno male che il prof. Enriques insegni ad Oxford. La cultura giuridica italiana non ne sentira' certo la mancanza.
>> 
>> Il 11 Agosto 2017 10:41:55 CEST, Guido Vecchione <guido.vecchione25 a tin.it> ha scritto:
>>> 
>>> Vi segnalo un articolo ingiustamente molto critico sulla magistratura accusata di non tenere conto, nelle sue decisioni, delle esigenze di natura economica e di non essere per nulla prevedibile. 
>>> La prima critica, in particolare, mi pare indicativa di una teoria (peraltro tutta da dimostrare) secondo il quale la tutela dei diritti, almeno come attuata in Italia,  costituirebbe un intralcio allo sviluppo economico.
>>> La seconda affronta, invece, un problema vero, ma anche in questo caso, la spiegazione fornita dall'autore mi pare piuttosto  semplicistica.
>>> Guido Vecchione
>>> 
>>> 
>>> http://corriere.it/digital-edition/CORRIEREFC_NAZIONALE_WEB/2017/08/11/24/la-cultura-giuridica-dellitalia-va-riformata_U43350845869248vkD.shtml
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