[Area] Fwd: Report assemblea regionale Area Sicilia

Sava Lia lia.sava a giustizia.it
Sab 11 Nov 2017 20:37:38 CET



Il 10 novembre in tanti ci siamo ritrovati nell’Aula Magna del Tribunale di Caltanisetta per l’assemblea dei quattro distretti siciliani di Area.



Non era scontato. Perché raggiungere Caltanisetta dal resto della Sicilia non è facile (le nostre strade sono, a tratti, davvero disagevoli).



Ma la scommessa della sezione di Caltanisetta è stata vinta.



Hanno partecipato, con i nisseni, numerosi colleghi, provenienti da Messina, Barcellona Pozzo di Gotto, Catania, Gela, Palermo. Giovani e “diversamente giovani”, (magistrati di prima nomina, colleghi impegnati in primo e secondo grado, direttivi e simidirettivi ) insieme a Piergiorgio Morosini, per confrontarsi, provare a fare il punto su tre anni di attività consiliare e per disegnare, conseguentemente, il profilo dei prossimi consiglieri di Area nel Csm che verrà.

In premessa, si è evidenziato che ci è sembrato importante ritrovarci proprio a Caltanisetta, da dove era partita, quattro anni fa, la candidatura di Piergiorgio, per riannodare fili che, necessariamente, investono profili ordinamentali, giurisdizionali e politici, indispensabili per comprendere quali “valori” vogliamo che Area esprima, attraverso i suoi rappresentanti, nell’organo di autogoverno che, fra alcuni mesi, eleggeremo.

La necessità è stata avvertita in maniera ancora più forte perché non è emersa nessuna candidatura “ siciliana “ ( almeno dalle assemblee che si sono svolte fino ad ora) e dovremo, quindi, indirizzare le nostre preferenze elettorali verso colleghi che lavorano  in altre realtà.



Per farlo in maniera consapevole, abbiamo pensato di interrogarci tutti insieme sullo stato di Area all’interno dell’organo di autogoverno.

L’analisi dello stato attuale, secondo noi, è, infatti, indispensabile per capire come indirizzare l’impegno futuro ( non solo quello dei nostri consiglieri “a venire”  ma anche il nostro, cioè il futuro della “base “ di Area).

La riflessione dell’assemblea si è, conseguentemente, articolata in due momenti.

Nella prima parte, Piergiorgio ha descritto, in chiave sintetica, ciò che la componente di Area ha realizzato in Csm in questi tre anni evidenziando che il contesto in cui si è operato ha presentato diverse peculiarità, prima fra tutte, il ruolo “forte” della componente laica in alcuni passaggi fondamentali per la vita consiliare e della politica tout court sulle dinamiche della magistratura nel suo complesso ( ad esempio: le scelte sui pensionamenti e i provvedimenti di proroga).

La componente di Area, nonostante il complicato contesto, per come ha riferito Piergiorgio, ha portato,comunque, avanti, con determinazione, battaglie importanti. Ad esempio,  quella sull’art. 2 (che rischia di divenire, attraverso prassi distorte, strumento di pressione che può arrivare ad incidere sull’indipendenza del giudice); quelli in ordine agli interventi a salvaguardia dell’autonomia del Pm ( da ultimo, su questa tematica, la imminente circolare sulle Procure che,  a distanza di dieci anni, propone una lettura sistematica di tematiche delicatissime); quelli relativi alle modifiche della circolare sulle valutazioni di professionalità, al tema della organizzazione degli uffici sulla protezione internazionale, alla questione dei magistrati che si dedicano alla politica attiva, per citarne solo alcuni.

Occorre evidenziare, altresì,  che Piergiorgio ha sottolineato che su alcune questioni centrali per l’organo di autogoverno e per la magistratura nel suo complesso, il dibattito interno, anche sulle liste, è stato insufficiente (  ad esempio, in merito all’art. 2) mentre, al contrario, il punto di vista della base sarebbe stato molto utile  a “rafforzare” l’incisività degli interventi della nostra componente consiliare. Non solo sulla importante e delicata materia delle “nomine”.

Piergiorgio ha evidenziato, a questo proposito, che il Csm non può e non deve essere solo “questione di nomine”, mettendo in guardia i presenti dai rischi conseguenti ad una visione riduttiva della attività consiliare.

Ancora, a proposito di nomine, Piergiorgio ha evidenziato che numerose scelte sono state “le migliori possibili”, per altre ci sono state significative divergenze di vedute fra i nostri rappresentanti, ma per comprendere davvero cosa è accaduto nelle diverse situazioni e per fuggire da rischi di semplificazione di vicende estremamente complesse, occorre che Area si chiarisca al suo interno sugli obiettivi.
Occorre chiedersi quale sia la qualità delle procedure di “conferma”. E se siamo opportuni dei correttivi ad una discrezionalità che, talvolta, è apparsa troppo ampia e percepita come arbitrio. Anche attraverso una eventuale rivisitazione del T.U. sulla dirigenza.

Come si dirà di qui a breve, il prosieguo del confronto assembleare ha dato risposta agli interrogativi di Piergiorgio. Con un confronto vivace, informale e in un clima costruttivo. Da cui si sono tratti elementi per individuare i profili dei candidati di Area per il prossimo consiglio.



In primo luogo, gli interventi hanno evidenziato la necessità della coerenza dell’agire al Csm, tenendo fede ai principi di Area che pubblicamente ribadiamo quali fondamento del nostro “ stare insieme “ (da ultimo, quelli espressi nel congresso di Napoli ).
Per fare questo è necessario che il consigliere che verrà abbia “capacità politica”, della quale deve aver dato dimostrazione  all’interno degli uffici e nell’ attività associativa, unita ad una competenza e ad una disponibilità al confronto, senza tentennamenti o ambiguità,  con ogni altro interlocutore istituzionale.



Invero, i nostri rappresentanti al Consiglio, sostenuti dalla base, dovranno tornare ad essere “coscienza critica” e baluardo dei principi irrinunciabili dei quali Area è espressione.



Altri interventi hanno messo in evidenza come, per realizzare una efficace azione all’interno del Csm, occorra competenza in materia di ordinamento, per essere in grado, senza improvvisazioni, di interpretare, in maniera coerente, la normativa primaria e secondaria nei settori di intervento delle diverse commissioni.



In questo senso, numerosi colleghi hanno evidenziato la necessità che la normativa secondaria del Csm sia contraddistinta da un linguaggio più chiaro ( non suscettibile di fraintendimenti ), cercando, fra l’altro,  di limitare  le eccessive, e spesso davvero incomprensibili, reiterate richieste di dati statistici (talvolta difficili da recuperare),  che distolgono tempo e risorse da altre ben più importanti attività degli Uffici.

In altri interventi è stata evidenziata la necessità che i consiglieri del Csm  mantengano un contatto costante con il territorio siciliano, non attraverso interlocuzioni “privilegiate” con alcuni (perché amici o conoscenti), ma attraverso una presenza periodica nei diversi distretti, con la partecipazione ad assemblee. Questo per realizzare un circuito conoscitivo ed informativo continuo che fluisca dalla base al vertice e viceversa.

Peraltro, la caratteristiche del territorio siciliano, il frequente ricambio dei magistrati, le peculiarità non più legate solo al crimine organizzato ma anche all’impatto “forte” sulla giurisdizione del fenomeno migratorio, richiedono attenzione e particolare vicinanza da parte dell’organo di autogoverno per le specifiche situazioni locali.

Altri interventi hanno evidenziato la necessità che il prossimo Csm  veicoli, in sede di autogoverno, le istanze volte ad una maggiore attenzione alla “formazione” dei giovani magistrati, frequentemente portatori di una visione “burocratica “ del lavoro che mal si concilia con il miglior funzionamento del servizio giustizia.

A proposito di nomine, quasi tutti gli interventi, sia dei giovani che dei “diversamente giovani”, hanno affrontato l’argomento.
E’ emersa una forte richiesta di trasparenza. E scelte fondate su valutazioni di professionalità rigorose e veritiere da parte dei capi degli uffici e dei consigli giudiziari, tenendo conto della esperienza specifica maturata negli uffici giudiziari.
E si è ribadita l’opportunità di guardare con apertura alla possibilità di introdurre modifiche al T.U. sulla dirigenza. Con la specificazione, da parte di tutti e in particolare da alcuni interventi di colleghi giovani, che la scelta del dirigente si riverbera sulla qualità della vita di ognuno di noi e sulla efficienza del servizio giustizia (e, quindi, sul cittadino).

In diversi interventi si è sottolineato che uno dei parametri attraverso i quali valutare un direttivo in sede di conferma dovrebbe essere quello volto a verificare le modalità attraverso le quali il dirigente ha consentito a tutti i componenti dell’ufficio di “crescere” professionalmente ( ad esempio: attraverso deleghe organizzative da distribuire equamente in base a regole interne per far sì che tutti acquisiscano  “sul campo” competenze  funzionali all’accesso a incarichi semidirettivi e direttivi).



Si è, inoltre, evidenziato, in alcuni interventi, quanto può essere “demotivante” , dopo anni di impegno negli uffici giudiziari, vedere maggiormente valorizzata e premiata l’esperienza fuori ruolo, rispetto ad un impegno silenzioso nel quotidiano delle aule di giustizia, alle prese con indici di rendimento e produttività stringenti, che vengono rispettati a costo di enormi sacrifici e convivendo ( sempre e comunque) con lo spettro del disciplinare.

Occorre che il nuovo Consiglio si faccia, conseguentemente, carico di questo crescente disagio, che deve trovare soluzioni serie, anche al fine di scongiurare la deriva “populistica” stimolata da alcuni gruppi associativi di nuova formazione.


In chiave di sintesi, i magistrati siciliani di Area chiedono:

  *   candidati che si impegnino a seguire la Sicilia con un confronto continuo (attraverso una presenza periodica sul territorio, realizzata mediante la partecipazione ad assemblee distrettuali );
  *   candidati che abbiano un agire coerente con ciò che è scritto nei programmi di Area ( ad esempio: al congresso di Area a Napoli si sono espressi principi che dovranno permeare l’agire della nostra rappresentanza consiliare); coerenza è, infatti, dote indispensabile per affrontare l’impegno consiliare;
  *   candidati contraddistinti da capacità politiche e comunicative “ forti” , per essere in grado di far sentire, dentro e fuori il Csm, la “ voce di Area” che deve tornare ad essere “coscienza critica” della magistratura;
  *   candidati che abbiano un poderoso bagaglio di conoscenze in materia di ordinamento giudiziario, dove non possiamo consentire approssimazioni di sorta;
  *   candidati che sappiano far emergere, in tutte le sedi istituzionali, l’importanza della “formazione” dei magistrati, per scongiurare l’aggravarsi della pericolosa deriva burocratica che sta interessando i giovani magistrati che, sovente, appaiono preoccupati più dei “ numeri a posto” che della qualità del servizio giustizia.

Tutti i presenti hanno evidenziato la necessità che i candidati alle primarie, che saranno individuati all’assemblea del 2 dicembre, vengano in Sicilia, nelle date che , approssimativamente, si indicano fin d’ora fra il 15 ed il 19 gennaio 2018 per confrontarsi con noi, incontrando i colleghi in assemblee da organizzarsi nei quattro distretti di Corte d’Appello ( ed anche, eventualmente, nei tribunali del circondario).
In conclusione, riteniamo indispensabile conoscere da vicino gli uomini e le donne ai quali chiediamo impegno significativo e massima trasparenza.
A loro intendiamo porre domande. Da loro desideriamo ascoltare i programmi e  farci un’idea delle possibilità che hanno le nostre idee di camminare sulle gambe giuste.

Lia Sava



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