[Area] [Nuovarea] scelta politica per promuovere una rappresentanza equilibrata al CSM

carla lendaro carla.lendaro a virgilio.it
Ven 1 Dic 2017 18:06:10 CET


Sono una delle cinque firmatarie della mozione presentata a maggio a Napoli AREA DG, poi approvata nella forma che Ezia ha nuovamente poco fa diffuso.

Anche io domani non potrò esserci ma desidero, oltre che augurare buon lavoro, invitare anche Area a concretizzare quanto approvato in maggio .
Lo chiedo affinché, con la fattiva opera di AREA il futuro CSM  veda finalmente una presenza equilibrata di entrambi i generi. 
Una richiesta che feci già a Napoli a maggio nell'intervento svolto quando vi parlai inoltre per la prima volta anche del PDL Ferranti 24.5.2017 n. 4512, che proprio in quei giorni era stato presentato dalla firmataria e 57 altri (di ogni partito, salvo quello dei penta stellati) e vi chiesi di dare di tali 'prime misure di riequilibrio' una  volontaria ed operosa applicazione. 
Analoga richiesta in seguito è stata fatta da associare  ADMI peraltro negli altri gruppi, ovviamente con le forme e modalità in ciascuno di essi proprie.
In uno di questi gruppi quanto ciò è già avvenuto: a inizio luglio le candidature ventilate erano esclusivamente maschili ora, su cinque candidat@, due sono di giudici donne. 
Area nel suo statuto prevede norme che impongono che la scelta delle candidature sia rispettosa della pari rappresentatività di genere. 
Occorre ora che concretamente ciò avvenga anche per le elezioni del CSM, tuttavia -non posso non dirlo- i nomi che nelle assemblee sono stati finora fatti non solo in nulla divergono da quelli che a maggio avevo a Napoli già sentito indicare, ma pervicacemente continuano ad essere in prevalenza maschili. 
Un fatto che fa riflettere. 

Mercoledi 29 novembre vi è stata l'audizione a Montecitorio sulla proposta di legge C. 4512 Ferranti, in materia di equilibrio tra i sessi nel CSM.
Sono stata audita alla Camera dei Deputati assieme ad ANM.
A breve seguirà l'audizione di quattro costituzionalisti. 
Il cammino del PDL di modifica  della 'attuale' legge elettorale n.195 del 1958, passo dopo passo, dunque continua il suo iter parlamentare.

Desidero dirvi solo ancora che, in occasione dell'incontro per l'audizione, il presidente dell'Anm (con l'unanime consenso dei quattro colleghi della Gec che erano presenti all'audizione, in rappresentanza ciascuno di un diverso gruppo associativo) ha proposto una azione 'comune' tra le nostre due Associazioni, ANM E ADMI, al fine di superare la grave sotto-rappresentazione femminile nell'Organo di Autogoverno in atto .
Ha chiesto di lavorare in sinergia confrontandoci tra i due direttivi a brevissimo, già in questo prossimo mese di dicembre. 
È intenzione infatti dell'Anm di proporre una 'nuova' legge elettorale, di contenuto analogo a quello attualmente in essere in Anm.  La Gec Anm, ha detto Albamonte, si riunirà ad inizio dicembre 2017 per deliberare sulla bozza-base di possibile articolato normativo di nuova legge elettorale.
Admi ha accettato l'interlocuzione che veniva proposta facendo presente tuttavia che, in ipotesi di "nuova legge elettorale", formulata dunque sulla base di liste concorrenti -diversamente da quella 'attuale', basata sulla mera, apparente, presentazione di singole candidature da parte di soli n.25 presentatori (fatto che ha precluso, dopo avere sentito l'opinione di tanti  costituzionalisti, la previsione nel PDL di 'quote di risultato' pena il forte rischio di incostituzionalità, che -come dettovi già a Napoli- non abbiamo inteso correre) avrebbe nelle interlocuzione ribadito la necessità da tempo espressa di "quote temporanee e paritarie di risultato per tre consiliature" e medio-tempore comunque continuato lungo la strada intrapresa per la riforma della legge attualmente vigente e per l'introduzione delle ipotizzate 'prime misure di riequilibrio' di genere al CSM.

Credo in conclusione che il percorso sinora fatto anche con la presentazione del Pdl sia stato di rilievo e che la proposta di legge sia divenuta volano di una nuova cultura nella magistratura cui certo Area non può rimanere estranea, soprattutto dopo l'approvazione a maggio della mozione quote.

Buon lavoro, un saluto a tutte e tutti 

                   Carla Lendaro




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Il giorno 01 dic 2017, alle ore 14:19, Ezia Maccora <vincenza.maccora a giustizia.it> ha scritto:

> Carissim*,
> per esigenze personali domani non mi sarà possibile partecipare alla assemblea nazionale di Area.
> Nell’augurare  buon lavoro,  auspico che l’assemblea riesca ad affrontare  la questione politica del promuovere la rappresentanza paritaria  di genere nelle prossime primarie, precondizione perché il futuro CSM veda una presenza equilibrata.
> A Napoli Area, all’unanimità,  si era impegnata formalmente in tal senso:
> “In magistratura le donne hanno superato il 50% (sebbene il divieto al loro ingresso sia stato infranto solo con il concorso del 1965). Nell’ultimo concorso sono risultate vincitrici oltre il 68% di donne. Al Consiglio Superiore della Magistratura nel 2014 una sola donna è stata eletta dall’Ordine giudiziario e non appartiene ad Area. E’ evidente l’esistenza di un “ritardo” particolarmente resistente, non più tollerabile, rispetto al raggiungimento di una condizione di equilibrio di genere nei luoghi massimamente rappresentativi  della magistratura. L’assenza o quasi della rappresentanza femminile non dipende da regole formali di esclusione, ma da ostacoli culturali e sociali, a cui è doveroso reagire individuando misure specifiche capaci di garantire al principio di uguaglianza, quell’effettività che la pratica politico/associativa ed elettorale fino ad oggi non è stata in grado di assicurare. Si pone una questione non solo di rappresentanza, ma di democrazia a fronte della quale l’associazionismo giudiziario, invece, ha già dato la sua risposta. Infatti sia l’ANM, che MD ed il Movimento per la Giustizia, da anni hanno adottato statuti che prevedono una quota significativa di rappresentanza. Non basta. Il sistema delle quote è diventato parte del DNA della magistratura progressista, ne abbiamo compreso, seppure con i suoi limiti, la necessità ed il beneficio, ancora una volta per una questione di democrazia. Introdurre anche nel governo autonomo della magistrature “quote di risultato” è una doverosa quanto improcrastinabile scelta per superare differenze e discriminazioni e per conseguire -in tempi storici e non biblici – la piena parità rappresentativa per realizzare una democrazia sviluppata ed adulta nell’interesse di uomini e donne. La questione culturale che è sottesa all’assenza femminile in luoghi decisionali, come il CSM, merita una profonda riflessione, sulla quale auspichiamo che, a partire da questo Congresso, si creino momenti adeguati per operarla perché siamo ancora molto indietro e non possiamo, non dobbiamo, più permetterlo. Questo dibattito va lanciato da Area a tutta la magistratura, in modo serio, proprio in vista delle elezioni del CSM in cui potremo verificare la differenza tra chi si limita a proporre le pari opportunità e chi, ci auguriamo, è disposto a praticarle nel concreto ed in modo convinto. Riteniamo che questo diventerà un elemento di discrimine per la scelta di elettrici ed elettori, anche aldilà delle appartenenze, perché dimostrerà la coerenza tra valori e regole, senza aspettare che sia il legislatore ad imporcelo. La strada dei magistrati e delle magistrate che hanno dato attuazione alla Carta Costituzionale sanno bene cosa ci è voluto per passare dal valore programmatico a quello precettivo delle norme nell’interpretazione. E oggi lo dobbiamo ricordare.
> Chiediamo, in conclusione, che AREA si impegni formalmente, con il voto della presente mozione, a sostenere proposte di modifica normativa sulla equilibrata rappresentanza di genere e a favorire un’equilibrata rappresentanza di genere sia nei Consigli Giudiziari che al CSM, a partire dalle prossime consultazioni elettorali.”
>  
> Un impegno politico chiaro, che oggi richiede delle risposte, anche in assenza di modifiche legislative.
>  
> Ezia Maccora
>  
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