[Area] Fw: QUESTIONE GIUSTIZIA: Il ruolo politico del Csm, di Giuseppe Cascini e Rita Sanlorenzo

Andrea Reale andreale a yahoo.com
Mer 3 Gen 2018 10:41:22 CET


 Caro Mario, il tuo messaggio  merita certamente una risposta.Personalmente credo anche io che i laici abbiano assunto un ruolo compatto ed abbiano formato un gruppo interno al CSM, così come reputo che il comitato di presidenza,     in questi anni,  abbia acquisito  alcuni poteri direttivi che non gli spettano.Ma ciò non  dipende dalla debolezza politica delle correnti, piuttosto dalla loro enorme forza 'contrattuale' e dalla loro 'complicità' con le forze politiche, oltre che dalla talora esplicita "politicizzazione" che le connota (che intacca l'immagine di imparzialità che dovrebbe contraddistinguerci) .I gruppi associati della magistratura credo che in in qualche modo contraccambino la politica  per le  nomine in incarichi fuori ruolo o in commissioni ministeriali ed è per questo che non possono poi combattere il loro 'amico'  quando procede a riforme dello status dei magistrati (penso alle ferie ed alla responsabilità civile), ovvero quando proroga l'età pensionabile soltanto di alcuni  vertici della magistratura (compresi  due componenti di diritto  del CSM). Qualcuno addirittura pensa che le correnti siano state favorevoli alla riduzione dell'età pensionabile dei magistrati nel 2014  , ben consapevoli  che ciò avrebbe loro consentito una luculliana gestione del potere  di nomina dei colleghi in ambìti posti direttivi e semidirettivi (ironicamente definito   'lauto governo'...). La spartizione correntizia  e le numerose nomine a pacchetto, avvenute in questi anni,  ne sarebbero una plastica dimostrazione.Tanto che oggi il Consiglio  si vanta di avere nominato quasi 800 magistrati  (circa il 10% di quelli in servizio!) in dette posizioni.La mancanza di responsabilità politica di cui parlano i due esponenti di MD nell'articolo  non esiste più , dunque, non perché i  gruppi non hanno più forza "politica" dentro il Consiglio, ma  per la sostanziale immunità di cui godono i consiglieri del CSM e per la loro non rieleggibilità. Le correnti, però, continuando ad avere il controllo del  voto ed essendo le uniche capaci di organizzarsi nei distretti per le competizioni elettorali, riescono sempre, dal 2002 ad oggi, a fare eleggere soltanto loro fidati esponenti. Sfido chiunque a dire il contrario. Dal 2002 ad oggi nessun candidato veramente  'indipendente' (e lontano dalle dinamiche correntizie) è riuscito a divenire componente del CSM.Volere dare maggiore peso politico all'attività del CSM è, perciò,  un errore marchiano e, soprattutto, svilisce e depotenzia l'attività tecnica  e di alta amministrazione che la Costituzione ha riservato al Consiglio Superiore della Magistratura. L'esigenza attuale  è proprio  opposta al rafforzamento dell'iniziativa di politica giudiziaria del CSM. Basterebbe una ANM davvero forte e sganciata dalle correnti per farsi sentire in quegli ambiti.Altro genere di politica (anche se "buona", come la definiscono gli autori dell'articolo)  non è cosa nostra! Lasciamola a chi sa farla o a chi spetta secondo le regole che ci siamo dati nel 1948!Ultima notazione: l'antipolitica non esiste in magistratura. Esiste soltanto una sparuta (forse non troppo)  minoranza di magistrati stanchi che l'autogoverno venga trattato e si comporti con gli stessi metodi della 'cattiva' politica.Andrea Reale 




    On Friday, December 29, 2017 10:00 PM, "testapensante a virgilio.it" <testapensante a virgilio.it> wrote:
 

  Caro Andrea,
a me pare che le cose stiano esattamente come scrivono Giuseppe Cascini e Rita Sanlorenzo. Anzi, lo vado scrivendo da qualche tempo, su altre liste.
Insomma, l'analisi è lucida e, soprattutto, non pecca di quell'approssimazione che è insita nel predicare lo strapotere delle correnti. Se si analizzano bene alcune vicende consiliari, anche quelle più oggetto di critiche nelle liste, emerge una profonda debolezza delle correnti, intesa come debolezza politica. In molte decisioni dell'ultima consiliatura, poi, ha avuto un peso decisivo la posizione dei laici, schierati spesso compattamente a prescindere dalla provenienza politica. Per non parlare della realizzazione di una funzione "direttiva" del Comitato di Presidenza, opera politica non indifferente del Vice Presidente Legnini, a cui però ha contribuito parte della componente togata.Insomma, anche se tu non sarai d'accordo, io auspico invece una forte riaffermazione delle correnti, intese come luogo di elaborazione ed espressione nell'autogoverno di idee e progetti, poiché questa sarebbe una netta controtendenza rispetto alle ultime due consiliature, e all'ultima in particolare. E alla realizzazione di un ritorno alla politica giudiziaria da parte della magistratura associata non è secondaria la scelta dei candidati tra quelli che, meglio di altri (quasi tutti ottimi, per carità), possa essere portatore di un'elaborazione collettiva e di un bagaglio valoriale solido.
Buone primarie, allora.

mario montanaro
 


Il 29 dicembre 2017 alle 15.35 andreale <andreale a yahoo.com> ha scritto:

A me non pare per niente un bellissimo articolo   e non ne condivido neanche  un periodo intero.Riporto qui sotto soltanto un primo pezzo, sottolineando  i passaggi salienti, e mi chiedo con quanta buona fede si possano scrivere cose del genere. Mi fermo qui. Andrea Reale 
Nel medio periodo, però, la legge sembra aver raggiunto, almeno in parte, quell’obiettivo di privilegiare l’instaurazione di un rapporto di stima e conoscenza personale tra elettore e candidato che superi … la mediazione dei gruppi di organizzazione del consenso elettorale. Anche in ragione di alcune dinamiche già storicamente presenti nell’associazionismo giudiziario italiano, infatti, il sistema ha finito per privilegiare il singolo rispetto al gruppo, e per esaltare la organizzazione del consenso su base individuale, o territoriale, a scapito di quella basata su idee e programmi, che era (o almeno avrebbe dovuto essere) la ragion d’essere dei gruppi organizzati.E ciò ha consentito di realizzare quello che era il reale obiettivo della riforma: ridurre il peso delle correnti all’interno del Csm significava, infatti, ridurre il ruolo politico del Consiglio, ridimensionarne la natura di organo di rilevanza costituzionale, relegandolo al ruolo di un ufficio di gestione del personale di magistratura.
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-------- Messaggio originale --------Da: "amelia.torrice" <amelia.torrice a fastwebnet.it>Data: 29/12/17 13:46 (GMT+01:00)A: Questione Giustizia <redazione a questionegiustizia.it>, area a areaperta.itOggetto: Re: [Area] QUESTIONE GIUSTIZIA: Il ruolo politico del Csm, di Giuseppe Cascini e Rita Sanlorenzo
Ringrazio Rita Sanlorenzo e Giuseppe  Cascini  per il bellissimo articolo che senza ipocrisie fa una analisi chiara degli effetti delle riforme sul csm e sulla magistratura .Bravi finalmente un pensiero politico alto. amelia torrice
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-------- Messaggio originale --------Da: Questione Giustizia <redazione a questionegiustizia.it>Data: 29/12/17 13:02 (GMT+01:00)A: area a areaperta.itOggetto: [Area] QUESTIONE GIUSTIZIA: Il ruolo politico del Csm,   di Giuseppe Cascini e Rita Sanlorenzo
Nell’ultimo decennio sono venuti a maturazione i frutti, in gran parte avvelenati, di due riforme introdotte all’inizio del secolo, la legge elettorale per il Csm e la riforma dell’ordinamento giudiziario.

La riforma della legge per la elezione dei componenti togati del Csm …

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