[Area] I: [Nuovarea] R: siamo in campagna elettorale per le primarie

Sanlorenzo Rita rita.sanlorenzo a giustizia.it
Ven 19 Gen 2018 14:40:21 CET


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Da: Nuovarea <nuovarea-bounces a nuovarea.it> per conto di Sanlorenzo Rita <rita.sanlorenzo a giustizia.it>
Inviato: venerdì 19 gennaio 2018 10:07:01
A: Dal Moro Alessandra; Massenz Manuela; Locurto Concetta; Mannuccipacini Ilio; nuovarea a nuovarea.it
Oggetto: Re: [Nuovarea] R: siamo in campagna elettorale per le primarie


Il tema si ripropone in ognuno dei vivacissimi  incontri che si susseguono a ritmo serrato  (ora in Sicilia, nell'ordine Messina, Catania Caltanissetta, e oggi Palermo). E la notizia di queste ore dell'annullamento di due nomine di direttivi da parte del Giudice amministrativo rafforza l'idea che l'impegno a cui non solo Ilio ci chiama, va costruito  intorno alla consapevolezza che la partita riguarda le sorti stesse dell'autogoverno.

Allora occorre ampliare l'analisi per poter definire il programma di azione.

La riforma  del 2006, basata sulla scelta di ampliare l'ambito della discrezionalità del Consiglio,  ha generato in realtà nei magistrati un'inedita "voglia di carriera" che ha stravolto ogni effettiva capacità di presa culturale del principio costituzionale dell'art.107.

Ha cambiato nel profondo anche il rapporto tra magistratura e politica, soprattutto dopo la strategia dei laici di fare blocco indipendentemente dalle appartenenze individuali.  Di fronte a questo atteggiamento io credo che si sarebbe dovuta imporre una maggiore capacità di smarcarsi e di sottrarsi alla facile seduzione del potere.  Avremmo dovuto tutti capire prima, e spiegare ai colleghi poi, che se la raccomandazione chiesta ad un collega é un fatto di malcostume, la protezione chiesta ad un politico é l'insanabile ferita all'indipendenza di tutti.

E poi, vorrei sottolinearlo, la discrezionalità concessa per la scelta del dirigente più idoneo a quel posto avrebbe dovuto responsabilizzare tutti i magistrati, negli uffici nei consigli giudiziari, al CSM, a farne un uso trasparente e leggibile all'esterno. Per un verso, collaborando a far confluire nei fascicoli dati oggettivi e verificabili  sulle capacità del singolo, utilizzando il più ampio ventaglio di fonti. Per altro, battendosi per un suo corretto esercizio, che evidentemente non può prescindere innanzitutto dall'assolvimento del dovere di motivazione. . Perche' se la motivazione non c'è,  quello é sintomo dell'eccesso di potere.

Quindi ai sacrosanti comportamenti a cui ci chiama Ilio, ed a cui mi impegno convinta come sono che la svolta non è più rinviabile,  aggiungo la richiesta ad Area di insistere nella battaglia culturale per una responsabilizzazione comune perché il nostro autogoverno, che è cosa che è di tutti i magistrati, recuperi con orgoglio la propria autorevolezza e la capacità di sottrarsi sempre a piccole logiche di spartizione e di appartenenza.

Ce lo chiedono non solo gli elettori di Area. Lo dobbiamo per la fedeltà alla nostra Costituzione. E i tanti giovani che si affacciano ora al difficile esercizio della nostra funzione, soprattutto in realtà difficili, meritano davvero di non essere delusi.

Ciao, Rita

Per


-------- Messaggio originale --------
Da: Dal Moro Alessandra <alessandra.dalmoro a giustizia.it>
Data: 17/01/18 10:46 (GMT+01:00)
A: Massenz Manuela <manuela.massenz a giustizia.it>, Locurto Concetta <concetta.locurto a giustizia.it>, Mannuccipacini Ilio <ilio.mannuccipacini a giustizia.it>, nuovarea a nuovarea.it
Oggetto: Re: [Nuovarea] R:  siamo in campagna elettorale per le primarie


Rispondo a Ilio Ketty e Manuela con le parole del programma che loro peraltro già conoscono:


" mi preme sottolineare la necessità di un profondo ripensamento dei criteri e dei metodi di gestione del confronto con gli altri gruppi e con gli altri membri del Consiglio sia nella scelta dei direttivi e semidirettivi,  che nella scelta di coloro che meritano di assumere le funzioni in Cassazione o al Massimario oppure di essere nominati membri delle Commissioni di concorso.


a)    una logica di scelta orientata  non sul migliore magistrato tra i concorrenti, ma sul più idoneo, per profilo personale e professionale per la singola posizione organizzativa da assegnare;



b)    la valorizzazione del confronto circa la miglior professionalità o sulla maggior adeguatezza al compito escludendo, tuttavia, una logica del decidere per “pacchetti di candidati” o  comunque di ‘scambio’.

Penso che si tratti  di una logica non condivisibile neanche nella prospettiva – pur di assoluta buona fede - del “sacrificio necessario” in ottica di “buon governo”: non si può, cioè, accettare di votare per candidati ‘non idonei’ o ‘chiaramente meno idonei’;  neppure per garantire che, in alcuni uffici, si ottenga il risultato “migliore”;  perché questo può implicare accordi non “leggibili” secondo le regole e i valori in cui ci riconosciamo.

A mio parere si tratta di un metodo che avvelena il sistema, toglie credibilità e legittimazione all’Autogoverno, alimenta il clientelismo e il carrierismo; fa apparire quella che nel disegno costituzionale dovrebbe essere una discrezionalità tecnica, come una discrezionalità svincolata da regole che non siano quelle dell’opportunità, che ben può scivolare nell’arbitrio"


Registro nel corso della campagna elettorale ( Genova, Milano Bergamo Brescia, Catanzaro/ Lamezia,  Reggio Calabria)  che il tema si impone al dibattito in tutte le assemblee per le domande che sul punto pongono i colleghi, anche i più giovani.

E che il gruppo dei candidati, con sfumature diverse, dimostra consapevolezza della necessità di impostare la condotta dell'autogoverno ad un rigore etico che solo può costituire il presupposto della salvaguardia della credibilità e della legittimazione dell'Autogoverno per come lo ha disegnato il costituente.


Vorrei aggiungere qualche considerazione sull'esperienza dell'incontro dei colleghi impegnati negli uffici calabresi.

Mi mi ha colpito anzitutto l'interesse dei giovani colleghi molti alle prime funzioni per  la proposta di AreDG: seguono con attenzione e partecipazione critica al dibattito, sollecitandoci su gestione dell'autogoverno, sull'associazionismo, su clientelismo e correnti, su valutazioni di professionalità, partecipazione dell'ufficio al procedimento di conferma di dirigenti e semidirigenti.


Ma soprattutto mi ha colpito l'impegno e la motivazione di tutti colleghi giovani e meno giovani di questi colleghi che esercitano la giurisdizione in realtà molto complesse dal punto di vista socio economico, in contesti di criminalità organizzata caratterizzati  da un tessuto di rapporti sociali opachi e criminogeni, difficili da gestire e da  comprendere senza memoria del pregresso e senza esperienza specifica.

Ho percepito il non senso dell'iniezione a copertura degli organici pur giustamente (e probabilmente  non sufficientemente)  ampliati di numerosi giovani colleghi che provengono da realtà del tutto diverse, da tirocini mirati in cui non è raro non hanno mai affrontato  processi di criminalità organizzata del tipo che qui devono gestire, talvolta presiedendo i collegi senza aver ancora conseguito la prima valutazione di porfessionalità.

Il loro impegno il loro senso di responsabilità e quello dei colleghi anziani che si assumono il compito di formarli e trasmettere loro "gli strumenti  del mestiere", l'esperienza, la passione per il lavoro, ci restituisce l'orgoglio di una professione al servizio della giurisdizione e della democrazia costituzionale.


Ma ci deve far riflettere sulla responsabilità che abbiamo come magistratura progressista per il governo di  questi uffici:  il turn over continuo cui sono esposti rende difficile qualsiasi programmazione del lavoro e un puro esercizio di stile la redazione dei programmi di gestione; rende il rinnovo del dibattimento una necessità continua  " che fa vergognare",  come ha detto ieri un giovane collega proveniente dal tirocinio milanese e che ha appena preso servizio al dibattimento;  fa della prescrizione il tema quotidiano.


La motivazione  e l'abnegazione di tanti colleghi e di tanti impiegati amministrativi, le risorse umane e relazionali che esprimono, l'entusiasmo e l'attenzione con cui cercano il contatto con la società civile e con le scuole, con gli avvocati, il volontariato sociale  per rinforzare il  tessuto connettivo della legalità e la legittima aspirazione ad una società più giusta e solidale ci impongono di condividere i loro sforzi ma anche il loro entusiasmo, di affiancarli  per garantire anzitutto stabilità della presenza negli uffici  ed incentivare la presenza di professionalità esperte  che accompagnino la formazione di più giovani


E' un impegno che AreaDG deva assumere non solo a livello di  autogoverno, ma come magistratura che sappia testimoniarein concreto  con responsabilità ma anche con generosità  il valore della giurisdizione come strumento di crescita sociale  democratica che afferma


Alessandra




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Da: Nuovarea <nuovarea-bounces a nuovarea.it> per conto di Massenz Manuela <manuela.massenz a giustizia.it>
Inviato: mercoledì 17 gennaio 2018 08:39
A: Locurto Concetta; Mannuccipacini Ilio; nuovarea a nuovarea.it
Oggetto: Re: [Nuovarea] R: siamo in campagna elettorale per le primarie


Forse io sono l'altro voto che Ilio ha considerato, non lo so. Comunque siamo già in tre a volere parole chiare sui 5 punti indicati nella mail di due giorni fa, rimasta sino ad ora senza risposte.
Anche per me si tratta di prerequisiti e vorrei davvero che, al di là delle parole spesso limitate dai necessari tempi di gestione delle assemblee, i nostri candidati alle primarie (anche in vista della campagna elettorale vera) si impegnassero pubblicamente per iscritto sulle loro intenzioni in caso di elezione al csm.
Non credo, sinceramente, che siamo solo in tre ad essere interessati a queste tematiche. Sicuramente molti colleghi, giovani e meno giovani, che negli ultimi anni si sono sempre più allontanati dalla politica associativa e dall'attenzione alle questioni dell'autogoverno, potrebbero davvero rianimarsi se ricevessero manifestazioni di propositi chiari sui punti indicati da Ilio.
In molti pensiamo che sia indispensabile un cambio di passo e auspico che Area si faccia portatrice di tali istanze e sia poi da traino anche per i candidati degli altri gruppi associativi.

Saluti a tutti

Manuela Massenz


Inviato da smartphone Samsung Galaxy.


-------- Messaggio originale --------
Da: Locurto Concetta <concetta.locurto a giustizia.it>
Data: 15/01/18 16:04 (GMT+01:00)
A: Mannuccipacini Ilio <ilio.mannuccipacini a giustizia.it>, nuovarea a nuovarea.it
Oggetto: [Nuovarea] R:  siamo in campagna elettorale per le primarie

Non so se Ilio mi abbia contata fra quei “altri due voti”. Se non lo avesse fatto, i voti – per quel che vale – potrebbero essere tre…
Battute a parte, non è un mistero che condivida le sollecitazioni rilanciate da Ilio, avendo condiviso con lui un documento su tali questioni, diramato l’estate scorsa in lista. Trasparenza e giustificazione delle scelte mi sembrano condizioni irrinunciabili. Tanto più a fronte di nomine (come per il caso della Cassazione o della Procura Generale presso la Cassazione o delle Commissioni di concorso) per le quali la discrezionalità potrebbe agevolmente (e dovrebbe) essere guidata da parametri oggettivi, ostensibili e comprensibili a tutti.
So bene che l’autogoverno non è fatto solo di “nomine”, ci mancherebbe altro. E tuttavia la qualità stessa della giurisdizione e la sua direzione camminano sulle gambe (e grazie alle teste) delle persone.
Ketty Locurto


Da: Nuovarea [mailto:nuovarea-bounces a nuovarea.it] Per conto di Ilio Mannucci Pacini
Inviato: lunedì 15 gennaio 2018 13:34
A: nuovarea a nuovarea.it
Oggetto: [Nuovarea] siamo in campagna elettorale per le primarie

Non ho potuto assistere a tutto l’incontro con i candidati alle primarie tenutosi mercoledì scorso a Milano, ragione personali me lo hanno impedito e me ne scuso.
Peraltro, ho qualche perplessità sul fatto che gli elettori possano scegliere chi votare sulla base di brevi interventi di ciascuno dei candidati, spesso su temi specifici e non decisivi rispetto all’idea di autogoverno degli stessi elettori.
Per questo, opportunamente, su molti temi dell’autogoverno i candidati hanno intensificato i loro interventi in lista.
Come sapete (lo sapete perché l’ho scritto più volte su questa lista), io ho una fissa: voterò solo quei candidati che dichiareranno di volere cambiare il SISTEMA delle nomine per gli incarichi.
Dopo un’affermazione così solenne e intrigante (dal ‘68 in avanti, ma si può anche arrivare a Spartaco e Masaniello, cambiare il SISTEMA è lo slogan dei demagoghi, come io mi definisco), e sulla quale nessuno potrebbe non impegnarsi, provo a formulare le mie cinque domande che sono il prerequisito per ottenere il mio voto.
I candidati potranno fregarsene di questo mio voto, ma vista la competizione in atto magari un solo voto potrà far gola e poi non escluderei che una risposta potrebbe portare almeno altri due voti.
I prerequisiti per farmi pensare di votare qualcuno sono:

1) L’individuazione tra i candidati a un incarico non potrà essere determinata in alcun modo da accordi “indicibili”, dalla spartizione dei posti tra i gruppi, da do ut des. Il consigliere dovrà scegliere esclusivamente quello che, tra i candidati, ritiene il più adatto in base ai criteri per l’attribuzione dell’incarico e, in ogni caso, deve poter spiegare apertamente le ragioni della sua scelta. Questo non significa che ogni consigliere deciderà per sé, ma che una volta discussa all’interno e all’esterno del gruppo, la scelta del “più adeguato” dovrà essere compiuta sulla base della sola valutazione di merito e non di accordi al ribasso o spartizioni.

2) Il consigliere deve essere indisponibile a rinviare la scelta di un incarico per consentire di arrivare a decisioni spartitorie: se si deve decidere su un singolo incarico (e non contestualmente su una pluralità) sarà più facile evitare accordi al ribasso.

3) Il consigliere deve essere indisponibile a decidere incarichi plurimi (fra tutti, i posti di legittimità) sulla base di liste confezionate a seguito di accordi che escludano alcuni più meritevoli di assumere quel ruolo. Ciò non significa rifiuto della discussione con gli altri. L’accordo, la spartizione in caso di più posti, la scelta di uno meno adeguato per evitare un terzo pessimo non sono l’unico esito del confronto, perché nel confronto, se leale, si può e si deve cambiare idea

4) Tutti possiamo essere, talvolta, meno intransigenti, ma se ritiene che in alcune situazioni sia necessario esserlo meno, il consigliere dovrà dirlo in modo chiaro. Un’incertezza nella scelta del “più adeguato” potrà anche emergere in alcune o tante occasioni, e in tali casi si potranno anche considerare le valutazioni che gli altri consiglieri fanno, ma in tal caso lo si dovrà spiegare: nulla dal Consiglio dovrà rimanere occulto.

5) Nella scelta del candidato "più adeguato" per un determinato posto, il consigliere valorizzerà le informazioni che risultano dal fascicolo personale - anche esaminandone personalmente i contenuti e non basandosi su quanto riferito da altri - ed eviterà in alcun modo di procurarsi e utilizzare  informazioni  la cui fonte non sia ostensibile (telefonate a amici del consigliere o dell'interessato), attivandosi per far confluire tra il materiale utilizzato per la valutazione e il confronto le informazioni rilevanti che non risultino nel fascicolo personale.

Ilio Mannucci Pacini
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