[Area] R: Re: Fine del tour
Andrea Reale
andreale a yahoo.com
Mer 7 Feb 2018 17:52:01 CET
Caro Mario, sei stato molto chiaro. In realtà la mia idea della magistratura è sostanzialmente la tua.Il mio riferimento alle 'aree culturali', come sa chi conosce bene il mio pensiero, è chiaramente ironica e penso anche io che la magistratura sia una categoria molto omogenea e che i principi (ed i valori) che la contraddistinguano siano sempre più diffusi e condivisi tra tutte le fasce di anzianità e tra i gruppi.Le correnti hanno diviso la magistratura per la loro sete di potere , ma non vi è più alcuna ragione per sostenere una differenza di cultura o di idee di politica giudiziaria tra le stesse. Quanto al futuro, credo di essere più ottimista di te.Io nutro una grande speranza nell'associazionismo giudiziario, al quale ho dedicato quasi dieci anni della mia vita in magistratura.Io vedo il male non nell'ANM in sè (o in qualsiasi altro ente che voglia assolvere ad una funzione 'sindacale' tra i magistrati), ma in questo modo di fare associazionismo giudiziario.Da decenni l'ANM è una mera passarella per carriere parallele di coloro che rivestono incarichi rappresentativi, i quali si rivelano incapaci di svolgere il loro ruolo per paura di non poter andare avanti nel futuro ruolo istituzionale o amministrativo che si aspettano da quel percorso. Per non dire delle contiguità con la politica di molti di essi e dei gruppi che reggono le fila dell'ANM.Io vedo il male, infine, nella cecità e nell'odio con il quale gli 'omologati' trattano un collega il cui pensiero è diverso dal loro.Mi permetto di contraddirti, infine, sulla categoria dei 'non allineati'.Se qualcuno riesce ad ottenere un posto al Massimario o in Cassazione, ti assicuro che non dipende certamente dal suo inserimento nei pacchetti lottizzati dai gruppi. Molto più semplicemente si tratta di colleghi con una anzianità e professionalità tali da superare notevolmente (e da svariati anni) quelle di coloro che li scavalcano da tempo soltanto grazie alle logiche delle correnti ed all'esercizio di una eccessiva discrezionalità del CSM.Ad un certo punto non è possibile , neanche per il più incallito 'correntocrate' , rifiutarsi di valutare comparativamente i colleghi aspiranti ad un posto di legittimità.Sono certo , in conclusione , che per ottenere quel posto quegli 'indipendenti' non hanno mai sgomitato o telefonato al referente di turno per vedere riconosciuto il loro interesse legittimo a quell'incarico.E questo non può che differenziarli enormemente da coloro che soggiacciono alle regole di fedeltà correntizia solitamente richieste per ottenere un incarico apicale così ambito . Un caro saluto, Andrea Reale
P. S. Saluto cordialmente anche la Professoressa Bellucci, che ringrazio anche per la dedica della bellissima canzone di Lucio Dalla.Non ho il pacere di conoscerla personalmente, ma penso di condividere con lei la passione e l'entusiasmo per il lavoro che ciascuno di noi svolge (pur nelle notevoli diversità degli stessi), oltre che il desiderio di salvare i luoghi telematici di confronto come le mailing list... Le saluterò Bruno Tinti (anche se frattanto ha cambiato testata per la quale collabora)!
On Wednesday, February 7, 2018 2:40 PM, "testapensante a virgilio.it" <testapensante a virgilio.it> wrote:
Caro Andrea,
io vedo una magistratura diversa (non necessariamente migliore, anzi) di quella che descrivi tu. Io questa divisione “per aree culturali” purtroppo non la vedo affatto come principale connotato della magistratura di oggi. Anzi, vedo una sostanziale e tendenziale omologazione di tutta la magistratura, che rende evanescente, spesso, la delimitazione con riguardo alle appartenenze, pure dichiarate.
E - come ho già scritto - vedo questo grigio trasversale, pure con qualche sfumatura per appartenenza, il principale male di oggi e la causa della mancanza di una chiara politica giudiziaria.
Sull’ostilità al pensiero non allineato concordo, ma credo che la questione sia più articolata e grave, non riducendosi ad ostilità verso coloro che non sono schierati, ma traducendosi piuttosto in palese contrarietà a quanti sono troppo schierati; ostilità da parte sia dei propri grigi colleghi di corrente sia da parte di chi - come te - vede nell’associazionismo un male in se’. Fuoco incrociato, insomma: non soccombere è difficile, ma resistiamo.
Mi chiedo, poi, una cosa: se i non allineati vengono indicati quasi “istituzionalmente” come categoria a se’ e destinatari di posti in Cassazione o al Massimario in quanto tali, la distinzione rispetto agli iscritti a gruppi “grigi” in cosa si sostanzia? Anche non essere allineati diviene un’appartenenza, in fondo.
Scusami la sintesi e, forse, la poca chiarezza.
Un saluto.
mario montanaro
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Il 07/02/2018 09:14, Andrea Reale ha scritto:
Cara Collega Filippi, certamente encomiabile il tour che avete potuto effettuare per la vostra campagna elettorale per le primarie interne alla corrente di Area. Quando la possibilità che avete avuto voi sarà estesa anche ai colleghi non appartenenti ad alcun gruppo e sprovvisti di 'referenti distrettuali', capaci di "organizzazione perfetta" , anche la magistratura potrà dirsi un sistema 'democratico', come quello che declamate nella vostra sigla. Permettimi altre due osservazioni. La prima : nella 'rappresentanza per gruppo', come oggi è congegnata la magistratura associata e quella istituzionale, purtroppo, è connaturata la 'logica clientelare', dalla quale non è stato ( e non è, e non sarà) immune alcun gruppo e, molto raramente, qualsiasi componente eletto per quel gruppo. La seconda: i momenti assembleari aperti a tutti i magistrati (compresi quelli non 'schierati') sono stati quasi completamente annichiliti proprio dalle correnti che governano la magistratura. Basta vedere la ripetuta violazione dello statuto ANM in materia di convocazione della assemblea dei soci, la mancata ottemperanza all'esito delle consultazioni referendarie associative, l'assenza di dibattito "ecumenico" a livello territoriale , essendo rimasto spazio soltanto per comitati di coordinamento e per assemblee 'di parte', a seguito di preventiva -esplicita o implicita- adesione a carte dei valori o a codici comportamentali e/o di fedeltà al gruppo . Troppo spesso, pertanto, le mailing list ed i social network rimangono le uniche forme di reale confronto e di dibattito all'interno di una categoria sempre più divisa per aree culturali (molto più simili a vere e proprie fazioni) ed ostile al pensiero non allineato o non conforme a certe 'logiche di gruppo'. Forse questo spiega l'interesse, da parte di taluni rappresentanti associativi/istituzionali, ad irregimentare e limitare il più possibile loro uso . In bocca al lupo per le vostre primarie! Andrea Reale (giudice Ragusa)
On Tuesday, February 6, 2018 10:08 PM, FILIPPI PAOLA <paola.filippi a giustizia.it> wrote:
Abbiamo chiuso ieri in bellezza a Pescara il tuor per le primarie. Dal 9 gennaio al 6 febbraio abbiamo partecipato a circa 25 incontri, tutti quelli che i referenti distrettuali in un battibaleno ci hanno organizzato. Un'organizzazione perfetta! All'esito del confronto possiamo stilare, come ci eravamo ripromessi, il programma elettorale di Area Democratica per la Giustizia.
Abbiamo mostrato la differenza, come ha detto a Genova Federico Mazza, ci siamo presentati alle assemblee distrettuali, e non alla porta dell'ufficio dei colleghi, per cercare condivisione di idee, come una squadra, mai come singoli nella ricerca di voti personali.
Questa è la differenza della quale dobbiamo andare fieri ed è questo il metodo per realizzare la rappresentanza di un gruppo ed evitare da principio le logiche clientelari.
Comunque andranno le primarie, per quello che mi riguarda, i rapporti instaurati attraverso il confronto delle idee con gli amici incontrati in questo tour costituiscono un bene prezioso del quale sono grata. Le assemblee ci hanno ricordato l'importanza di guardarci negli occhi quando ci si confronta e questo deve costituire il nuovo metodo di confronto di Area: le idee e il pensiero si elaborano nelle assemblee e non nelle mailing list. Buon voto a tutti e ancora grazie.
Paola
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