[Area] Questione morale e magistratura

Andrea Reale andreale a yahoo.com
Ven 9 Feb 2018 12:11:38 CET


Buongiorno,  mi permetto di girare anche su questa lista un post  su Facebook del  Collega  Andrea Mirenda, che ieri ha lanciato un  messaggio di straordinaria incisività, oltre che un invito al Vice presidente del CSM.Andrea Reale Il post  di A. Mirenda Il vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura, Legnini, dice che occorre “più tensione morale” tra i giudici.L’affermazione fa seguito ai clamorosi casi giudiziari che vedono  7 magistrati  accusati e perseguiti per crimini assai gravi.Condivido senz’altro la preoccupazione del Vice Presidente per queste tristi vicende e, tuttavia, credo che la questione morale, in magistratura , debba porsi su altro e diverso piano.Per gli episodi di corruzione già esiste, difatti,  il codice penale e la magistratura ha dimostrato e dimostra  di non aver alcuna esitazione a perseguire colleghi accusati di reati.La vera questione morale è invece altra, per certi versi addirittura più grave perché subdola, meno eclatante ma oramai totalmente pervasiva.Mi riferisco all’occupazione  militare del Consiglio Superiore da parte dei vari sindacati delle toghe; alla ferrea regola delle nomine direttive riservate ai sodali di corrente, con il beneplacito dei politici che siedono in Consiglio e che - attraverso queste compiacenze - riescono a mettere saldamente piede nella casa della giustizia; all’asservimento culturale  dei magistrati, costretti a  genuflettersi di fronte allo strapotere dei signori delle correnti a’ fini di  carriera; alla sempre maggiore distrazione dei magistrati, alla ricerca di forte visibilità attraverso mille attività extracurricolari ( dalla Scuola della Magistratura all’Università, passando per le varie commissioni ministeriali, gli incarichi pubblici e politici di ogni sorta, le authorities,  l’ANM, i Consigli Giudiziari, e così via) , tutte da ostentare tronfiamente a mó di  medaglie destinate a comprovare chissà quali competenze dirigenziali; al conseguente e sempre più avvertibile  svilimento della dignità del lavoro giudiziario in senso stretto, percepito sempre più come una “scocciatura” che impedisce di “ far altro” assai più fruttuoso...Ecco, su questa minaccia subdola e pervasiva mi piacerebbe che si alzasse da subito, grave e solenne, la voce di Legnini, a tutela non solo dell’indipendenza sostanziale dei giudici ma anche del ruolo costituzionale dell’Avvocatura, esposta com’è al rischio di divenire  incolore e ineffettiva al cospetto di un “modello” di giudice distratto e “speranzoso”.In ultima analisi, una voce a difesa della giustizia e di coloro che ancora vi credono,  a ragione.
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