[Area] R: R: Re: R: Questione morale e magistratura

andreale andreale a yahoo.com
Sab 10 Feb 2018 08:37:25 CET


Caro Gioacchino, sarebbe davvero interessante leggere quel carteggio . Ti pregherei di trasmetterlo  anche a me.Come era facilmente prevedibile, il confronto si è  già concluso  prima che iniziasse .  Stiamo aspettando che   Patarnello ci dica della sua esperienza dentro il CSM e che possa smentire  una sola parola di quelle scritte da Mirenda. Intanto su Internet  ancora si leggono articoli  interessanti ed emblematici  sulla nomina a vicesegretario generale CSM del nostro contraddittore....Buona giornata ,Andrea Reale

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-------- Messaggio originale --------Da: Gioacchino Romeo <gioarom a alice.it> Data: 09/02/18  19:56  (GMT+01:00) A: marco.patarnello a giustizia.it, thorgiov a libero.it, area a areaperta.it Oggetto: [Area] R:  R: Re:  R: Questione morale e magistratura 
Io non ricavo proprio niente dalle tue parole e non so che dirti se tu nelle mie leggi cose diverse da quelle reali. Mi ero limitato
a trascrivere quel che avevi scritto tu e che qui ricopio: “per le modalità
linguistiche utilizzate ed anche, in parte, per i contenuti disorienta
l’opinione pubblica” (scil.: il
collega Mirenda). Quel che ha scritto il collega Mirenda è quasi ovvio, lo
sanno tutti, ne ha scritto in un documentato volume sulla sua esperienza
quadriennale al CSM Aniello Nappi, ne scrive tutta la stampa d’informazione, ne
ho scritto molti anni fa anche io su questa ml e conservo ancora le risposte con
le quali, in privato, esponenti
autorevoli di Area contestavano quel che avevo notato circa il giro delle sette Chiese che erano
costretti a fare coloro che aspiravano a un incarico direttivo. Per educazione
replicai a tutti (senza ulteriore seguito)
in privato, comprendendo che essi non volevano essere, all’occorrenza,
smentiti in pubblico. Ma se serve, posso ora ripubblicare il carteggio con chi
credeva di poter facilmente smentire quel che sostenevo: così giudicheranno
tutti gli iscritti a questa ml.Io non credo che sul marcio del sistema al
quale fa riferimento il collega Mirenda, che neanche io conosco (incarichi
direttivi, meccanismo dei cc.dd. “pacchetti”, etc.) possiamo e dobbiamo
attardarci. Dico solo che difendere questo sistema, giustificarlo o anche soltanto prendere
le distanze da chi lo critica non mi sembra un buon partito.

Vengo al secondo punto. Forse sono stato
criptico, ma il senso era chiaro. Il nesso è in questo.

Nel dibattito seguito alle note esternazioni
relative a una sentenza del Consiglio di Stato solo la collega Torrice, con grande
sobrietà, intervenne scrivendo che “il silenzio è una virtù rara”. Nessun iscritto
ad Area e a questa ml ha preso posizione sul tema, di grande rilievo
deontologico, pur allestendosi spesso, su molti argomenti “minori”,
interminabili e spesso fastidiose logomachie. Idem
per il commento, sempre della stessa collega, a una sentenza della Corte di
cassazione che nella sostanza aveva demolito la fondatezza di indagini della procura modenese: nessun
iscritto ad Area è intervenuto per prendere le distanze da una condotta così
grave di travisamento del senso di una pronuncia definitiva con argomenti
incredibili.

Invece, non appena si tocca l’argomento
delle “cattive pratiche” del CSM, delle quali è responsabile un perverso
meccanismo di accordi opachi, ecco che si sente il dovere di intervenire a
difesa d’ufficio. Due pesi e due misure a fronte di fatti “imbarazzanti”.

Prendo atto, perciò, con piacere, che
sei il primo (e temo che resterai l’unico)
a dare un giudizio severo sul caso del procuratore di Modena in questa ml.Gioacchino Romeo

  ----Messaggio originale----
 
 Da: marco.patarnello a giustizia.it
 
 Data: 9-feb-2018 16.50
 
 A: "Gioacchino Romeo"<gioarom a alice.it>, <thorgiov a libero.it>, <area a areaperta.it>
 
 Ogg: R: [Area] R: Re: R: Questione morale e magistratura
 

 

 
  Se di ciò che ho scritto ricavi la sintesi che hai fatto mi dispiace ma non so che dirti. Non capisco, poi, il senso del riferimento all’altro caso cui alludi, senza citarlo espressamente: se qualcuno sragiona dobbiamo sragionare tutti? Non vedo il nesso.
    
  Prendo, comunque, atto che anche per te le vicende penali e le collusioni nel rendere giustizia toccano la questione morale in magistratura assai più della deriva correntizia. Era ciò che mi  interessava mettere in evidenza, visto che dalle parole di Mirenda, secondo me, sembrava il contrario.
    
  
    
      
    
  
    
      
    
  Da: Area [mailto:area-bounces a areaperta.it] Per conto di Gioacchino Romeo
Inviato: venerdì 9 febbraio 2018 15:56
A: thorgiov a libero.it; area a areaperta.it
Oggetto: [Area] R: Re: R: Questione morale e magistratura
    
  
   
     
   
  Dunque, apprendo che le parole spese sulla sua pagina Facebook dal collega Mirenda "disorientano l'opinione pubblica". In realtà, l'opinione che gli italiani hanno della magistratura risulta da sondaggi che, pur volendo prenderli cum grano salis, dimostrano la continua e costante perdita di credibilità dell'intero ordine giudiziario nel sentimento collettivo dei cittadini fruitori del servizio giustizia, i quali sanno bene quanta parte delle disfunzioni ricada su cause indipendenti dalla volontà dei magistrati. La cd. opinione pubblica è molto più attenta di suo e non ha certo bisogno delle parole "fuori dal coro" di un magistrato per capire come stanno esattamente le cose.
   
  
   E poi, visto che ci troviamo, mi pare legittima una domanda: le due recenti e molto singolari esternazioni di una nostra collega, già Procuratore della Repubblica di una sede emiliana, sia nel metodo, sia nel merito, non incidono sul concetto che il pubblico ha dei magistrati in modo pesantemente negativo e comunque più gravemente di quanto possano fare condivisibili e comprovate opinioni su un sistema indifendibile e marcio?
    
  
  
   Non sarà con sottili sofismi, che non incantano nessuno, che faremo progressi su questa strada. E cerchiamo di non vedere pagliuzze nell'occhio altrui quando abbiamo la trave nel nostro. Fermo restando che, secondo la mia opinione, l'altra, e più grave vicenda, di rilievo penale, emersa in questi giorni, potrebbe essere solo la punta di un iceberg e che le collusioni illecite tra avvocati e magistrati per la manipolazione di giudizi molto probabilmente non rappresentano un caso eccezionale.
    
  
  
   Gioacchino Romeo
    
  
  
   
    
      
    
  
  
   
    
      
    
   ----Messaggio originale---- 
Da: thorgiov a libero.it
Data: 9-feb-2018 14.32 
A: <area a areaperta.it> 
Ogg: Re: [Area] R: Questione morale e magistratura 
    
   Bisognerebbe riflettere sulle ragioni della genuflessione. Ho verificato che soprattutto i giovani magistrati sono intimiditi, essendo ben consapevoli che dovranno passare ben sette valutazioni di professionalità. In questa prospettiva diventa essenziale non contrariare il direttivo o il semidirettivo, perchè sono quelli che formulano il parere indispensabile per l'avanzamento. La protezione della corrente in sede di Consiglio giudiziario, prima che di CSM, è un altro elemento essenziale nella trafila. Non parliamo poi della carriera : lì la scelta è discrezionale, anzi, nel momento in cui i pareri sono tutti stereotipati, arbitraria. Per rompere questo cerchio esiste una sola possibilità : chiedere il parere di tutti i magistrati dell'ufficio quando un direttivo o semidirettivo deve essere nominato o confermato . Perchè ci può essere sempre qualcuno che si alza e dice : il re è nudo.
    
   FELICE   PIZZI ( Giudice del contenzioso del Tribunale di Napoli Nord )
    
   
    
      
    
   
    Il 09/02/2018 13:58, Dott. Marco Patarnello ha scritto: 
     
   
   
    
     Mi dispiace ma non mi ritrovo nel plauso alle parole spese su social pubblici dal collega Mirenda, che non conosco ma che a mio giudizio per le modalità linguistiche utilizzate ed anche, in parte, per i contenuti disorienta l’opinione pubblica e mostra, a mio giudizio, di non avere senso delle proporzioni nel “leggere” i  problemi. Le  parole sono pietre e i magistrati lo sanno bene (o comunque devono saperlo) perchè sono il loro strumento. Non mi ritrovavo nelle parole spese da Mirenda sui giornali nel recente passato e non credo che particolarmente quelle spese oggi meritino il plauso. Parole come “occupazione militare”, “sodali” o costrizione alla genuflessione mancano di senso delle proporzioni e soprattutto finiscono col giustificare subalternità culturali, asservimenti o genuflessioni che invece, se e quando ci sono, sono ingiustificabili e non imposte. Sentirsi gli unici eroi di una “resistenza” nel fare semplicemente il proprio dovere in modo corretto, a mio giudizio, dimostra scarso equilibrio e scarsa considerazione degli altri. La questione morale esiste anche in magistratura e non da oggi, come esiste nel paese, anche se non credo che Legnini ed il mondo che rappresenta possa dare alla magistratura lezioni di “tensione morale” o integrità. I problemi di etica e di rigore morale ci sono, ma quando si rappresentano in pubblico non bisogna dimenticare il ruolo che si ricopre, non si può dar fiato a tutto ciò che viene in mente senza ricordarsene. 
      
     marco patarnello 
      
       
      
     
      
       Da: Area [mailto:area-bounces a areaperta.it] Per conto di Prodomo Fernando
Inviato: venerdì 9 febbraio 2018 12:56
A: AREA Mailing List; Andrea Reale
Oggetto: Re: [Area] Questione morale e magistratura 
        
      
     
       
      
     ​Non servirà a molto, ma voglio esprimere il mio pieno e sincero apprezzamento per le parole di Andrea Mirenda. 
      
     se si aggiunge poi che la genuflessione inizia addirittura durante i corsi privati di preparazione al concorso.... 
      
     Fernando Prodomo 
      
     
      
       
        
      
      
       Da: Area <area-bounces a areaperta.it> per conto di Andrea Reale <andreale a yahoo.com>
Inviato: venerdì 9 febbraio 2018 12:11
A: AREA Mailing List
Oggetto: [Area] Questione morale e magistratura
        
       
          
         
       
      
      
       
        
         Buongiorno,  mi permetto di girare anche su questa lista un post  su Facebook del  Collega  Andrea Mirenda, che ieri ha lanciato un  messaggio di straordinaria incisività, oltre che un invito al Vice presidente del CSM.
          
        
        
         Andrea Reale
          
        
        
          
          
        
        
         Il post  di A. Mirenda
          
        
        
          Il vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura, Legnini, dice che occorre “più tensione morale” tra i giudici.
          
        
        
         L’affermazione fa seguito ai clamorosi casi giudiziari che vedono  7 magistrati  accusati e perseguiti per crimini assai gravi.
          
        
        
         Condivido senz’altro la preoccupazione del Vice Presidente per queste tristi vicende e, tuttavia, credo che la questione morale, in magistratura , debba porsi su altro e diverso piano.
          
        
        
         Per gli episodi di corruzione già esiste, difatti,  il codice penale e la magistratura ha dimostrato e dimostra  di non aver alcuna esitazione a perseguire colleghi accusati di reati.
          
        
        
         La vera questione morale è invece altra, per certi versi addirittura più grave perché subdola, meno eclatante ma oramai totalmente pervasiva.
          
        
        
         Mi riferisco all’occupazione  militare del Consiglio Superiore da parte dei vari sindacati delle toghe; alla ferrea regola delle nomine direttive riservate ai sodali di corrente, con il beneplacito dei politici che siedono in Consiglio e che - attraverso queste compiacenze - riescono a mettere saldamente piede nella casa della giustizia; all’asservimento culturale  dei magistrati, costretti a  genuflettersi di fronte allo strapotere dei signori delle correnti a’ fini di  carriera; alla sempre maggiore distrazione dei magistrati, alla ricerca di forte visibilità attraverso mille attività extracurricolari ( dalla Scuola della Magistratura all’Università, passando per le varie commissioni ministeriali, gli incarichi pubblici e politici di ogni sorta, le authorities,  l’ANM, i Consigli Giudiziari, e così via) , tutte da ostentare tronfiamente a mó di  medaglie destinate a comprovare chissà quali competenze dirigenziali; al conseguente e sempre più avvertibile  svilimento della dignità del lavoro giudiziario in senso stretto, percepito sempre più come una “scocciatura” che impedisce di “ far altro” assai più fruttuoso...
          
        
        
         Ecco, su questa minaccia subdola e pervasiva mi piacerebbe che si alzasse da subito, grave e solenne, la voce di Legnini, a tutela non solo dell’indipendenza sostanziale dei giudici ma anche del ruolo costituzionale dell’Avvocatura, esposta com’è al rischio di divenire  incolore e ineffettiva al cospetto di un “modello” di giudice distratto e “speranzoso”.
          
        
        
         In ultima analisi, una voce a difesa della giustizia e di coloro che ancora vi credono,  a ragione.
          
        
       
      
     
    
    



     
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