[Area] Fwd: Saluto a Sergio LARI da Area D. G. Caltanisetta

Sava Lia lia.sava a giustizia.it
Mer 28 Feb 2018 14:25:58 CET



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Da: Lia Sava <liasava a icloud.com<mailto:liasava a icloud.com>>
Data: 28 febbraio 2018 14:23:36 CET
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Oggetto: I:⁨ Saluto a Sergio LARI da Area D. G. Caltanisetta ⁩





È difficile descrivere le emozioni profonde, cioè quelle che scaturiscono dal vissuto di ognuno di noi.

Ed oggi, al saluto di Sergio Lari, le corde che hanno vibrano nella sfera intima  dei partecipanti sono state molteplici e riflettono la grandezza dell’uomo e del magistrato che, dopo oltre 40 anni, per raggiunti limiti di età, lascia la toga.

Eravamo in tanti nell’Aula Magna del Palazzo di Giustizia di Caltanissetta, con un velo di malinconia nello sguardo e con le lacrime a stento trattenute. Lo affermo senza alcuna enfasi retorica, limitandomi alla descrizione dei volti di colleghi, avvocati, personale amministrativo ed esponenti delle forze dell’Ordine che oggi si sono stretti intorno a Sergio Lari, nel suo ultimo giorno di servizio.

E non poteva che essere così.

Sergio Lari è stato una figura di straordinaria levatura nel panorama della magistratura italiana e, in modo particolare, per quelli della mia generazione (i giudici ragazzini, intendo) ha rappresentato un punto di riferimento fondamentale.

Un magistrato completo, requirente e giudicante.

Entrato in magistratura il 13 ottobre del 1975, Sergio Lari  è stato Sostituto Procuratore della Repubblica a Termini Imerese (dal 1977 al 1981), poi giudice presso lo stesso Tribunale (dal 1981 al 1984), Pretore a Palermo (dal 1984 al 1993), Procuratore della Repubblica a Trapani (dal settembre 1993 al luglio 1994), Consigliere del CSM (dal luglio 1994 al luglio 1998), Procuratore Aggiunto a Palermo (dal novembre 1998 all’aprile 2008), Procuratore di Caltanissetta (dall’aprile 1998 al 15 settembre 2015) e Procuratore Generale nella stessa sede (fino alla data odierna).

In tutti questi anni, Sergio Lari è stato in prima linea nel contrasto a Cosa Nostra, improntando il suo lavoro ed il suo impegno costante al massimo rispetto ed a salvaguardia dei valori costituzionali nel loro complesso.

Nei vent’anni che ho lavorato al suo fianco, in molteplici  occasioni, nelle quali occorreva prendere decisioni difficili e, a volte, mediare fra diverse posizioni all’interno dei gruppi di lavoro, Sergio, senza perdere mai la calma, dopo aver ascoltato tutti noi, concludeva con una frase: “Noi siamo lo Stato” e questo richiamo bastava ad individuare la giusta soluzione per affrontare, fra numerose altre,   le più complesse vicende di criminalità organizzata che hanno sconvolto la Sicilia e l’intero Paese dal 1992 al 1994.

Questa regola: “Noi siamo lo Stato” è stata la chiave di volta del lavoro di Sergio Lari sulle stragi di Capaci e via D’Amelio, impresa titanica che ha svolto, a prezzo di sacrifici enormi, sempre al fianco degli aggiunti e dei sostituti, che non ha mai mancato di sostenere con l’autorevolezza indiscussa della sua guida, unita ad una non comune signorilità dei modi e dell’eloquio.

In miei ricordi personali sullo spessore umano e professionale di Sergio Lari sono innumerevoli.

Impossibile elencarli tutti.

Il primo, indelebile, di quel giorno di giugno 1998, quando mi venne  presentato Sergio che, solo pochi mesi dopo, sarebbe diventato il mio Procuratore Aggiunto di riferimento alla D.D.A. di Palermo. Ricordo che Sergio sorrise e mi disse: “La mia porta è sempre aperta, io ci sono sempre”. E sempre c’è stato, per me e per tutti i magistrati dell’Ufficio, nel corso del lungo tempo trascorso insieme.

Dei dieci anni successivi al 1998, rammento le giornate trascorse nelle carceri di tutta Italia, al freddo d’inverno e fra le malefiche  zanzare in estate, con Sergio che si è sempre fatto carico di ogni disagio di noi sostituti per alleggerirci in tutti i modi possibili, unendo,  in ogni atto istruttorio,  la competenza tecnica ad una grande umanità, che significa rispetto per ognuno, rispetto per tutti.

Ed ancora, a Caltanissetta, quando sono stata suo Procuratore Aggiunto, rammento le giornate frenetiche, per sopperire, con l’impegno indefesso, prima di tutto suo e poi di tutti noi, alla endemica carenza di organico che rende così peculiare e difficile il lavoro nel nostro distretto.

Tutto rimarrà impresso nella mia memoria, indelebile, condensato nell’immagine di Sergio che, ogni volta che mi ha parlato del suo amico Giovanni Falcone ha sempre guardato un punto indefinito dell’orizzonte, verso una luce ideale, come per riannodare un passato di ricordi comuni con la forza del suo impegno strenuo per proseguire il lavoro investigativo con quel metodo, rigoroso ed attento, che proprio Falcone ha inaugurato, un metodo che rifugge dai facili eroismi ma trova le sue fondamenta  in un puntuale lavoro, certosino e metodico, di rigorosa e silenziosa ricerca degli elementi di prova da porre a fondamento dell’accusa. Proprio con questo metodo di lavoro, Sergio Lari ha ottenuto condanne, passate in cosa giudicata, che hanno decimato famiglie mafiose estremamente pericolose, operanti nelle aree siciliane contraddistinte dalla maggiore densità criminale.

Ma Sergio Lari è stato anche un esempio straordinario per il suo impegno associativo.

Prima nel Movimento per la Giustizia, al C.S.M., nel Consiglio Giudiziario, in ANM, ed in tutte le assemblee di Area, non è mai mancato il suo contributo attento, colto, denso di riferimenti alle problematiche organizzative ed ordinamentali delle quali è profondissimo conoscitore. Proprio Sergio Lari, nel corso di diversi momenti di riflessione comune, ci ha trasmesso   la passione per l’organizzazione degli uffici giudiziari, vissuta come sfida da sperimentare quotidianamente facendosi carico, in prima persona, di ogni questione, attraverso un confronto continuo con la dirigenza amministrativa e con la classe forense, il tutto finalizzato a fornire al cittadino il migliore servizio giustizia possibile.

E se dovessi, oggi, disegnare il profilo ideale del magistrato di Area, parlerei di Sergio Lari, perché il nostro “codice etico” lui lo ha vissuto e declinato ben prima che venisse emanato. Sempre. A qualunque costo.
E’ difficile per me pensare che da domani non potrò più trovare Sergio al sesto piano del Palazzo di Giustizia, per il caffè che anticipava il confronto franco e diretto su ogni tematica, che ormai da vent’anni a questa parte, avevamo avviato. Sembra irreale. Spengo, almeno un po’, la mia tristezza, pensando che Sergio avrà più tempo per la famiglia, per Luisa, la sua grande e splendida roccia (che è stata vicina anche a noi amici, in diversi momenti difficili della sfera personale di ognuno, con il suo sorriso, la sua diponibilità e la sua intelligenza) e per i loro meravigliosi figli.
Ma Sergio Lari dovrà trovare ancora tempo anche per noi, che della sua amicizia non potremo mai fare a meno.
E mentre mi accingo a chiudere questa email, mi viene in mente una frase di Isaac Singer: “Il futuro non è ancora arrivato e non è dato prevedere cosa porterà. Il presente non è che un attimo e il passato è un’unica lunga storia. Coloro che non ascoltano e non ne raccontano, vivono soltanto per quell’attimo, e non è abbastanza”. Grazie Sergio, di TE continueremo a raccontare.

Lia  Sava  - Referente Distrettuale di Area Caltanissetta


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