[Area] [Nuovarea] Dichiarazione di Medel sul dovere di soccorso in mare e Proactiva Open Arms

Focardi Filippo filippo.focardi a giustizia.it
Dom 1 Apr 2018 10:53:52 CEST


la ultima mail di Ielo riporta il dibattito a toni accettabili, dopo alcune mail che ho trovato eccessive.
in una mailing list tra magistrati, ipotizzare che le posizioni espresse da una parte (oltretutto considerevole) di coloro che hanno contribuito “non tengano conto del diritto”, o siano apodotticamente ideologiche, è sgadevole e offensivo.

dal canto mio (e, visto che si sfoggiano palmares, posso dire di avere creato alla Procura di Siracusa il Gruppo Immigrazione, quando Catania faceva un decimo dei procedimenti nostri) non posso che aiutare il dibattito con le seguenti notazioni:
- la norma penale è in praticamente in bianco, perché rinvia al concetto di immigrazione “irregolare”
- tale concetto a sua volta è definito, pur in una cornice di legge, da una fortissima amministrativizzazione
- in questo ambito, ma anche in altri (si pensi all’Ordine Pubblico, appunto) il confine tra atto amministrativo e mero comportamento è molto sottile

Tutto questo è evidente nel caso open arms, ove la immigrazione irregolare contestata  discende direttamente dall’aver voluto attraccare in Italia nonostante i divieti, ordini, indicazioni, etc... tutti non atti, ma meri comportamenti; del resto la norma dell’art. 12 d.lgs 286/98 punisce non solo le condotte dirette a favorire l’ingresso irregolare in Italia, ma anche in altri stati: sicché a rigore open arms avrebbe violato tale disposizione già portando gli stranieri a Malta (Ma Catania lamenta che non li avrebbero sbarcati a Malta).

in questo quadro si inserisce lo scontro con le convenzioni sovranazionali che, in certi casi, costituiscono un diritto soggettivo pieno in capo allo straniero.

Gran parte della giurisprudenza CEDU (che credo non si possa accusare di essere una manica di gente ideologizzata e che non applica il diritto), la cui lettura è davvero edificante, ha ad oggetto questo scontro, e vi sono a piene mani condanne degli Stati membri perché, con atti o con meri comportamenti, hanno violato diritti soggettivi pieni.
Caso emblematico la condanna dell’Italia per i respingimenti del 2009, e chi avrà voglia di documentarsi vedrà che la Procura di Siracusa aveva già impostato un procedimento in questi termini.

non si tratta dunque di essere magistrati lassisti o magistrati col manganello.
In questo ultimo periodo, il ruolo della Procura di Catania è simile a quello creato
 dalla costituzione della interlocuzione Ministero - Grandi Procuratori: come vedete tutto si collega.
tale collocazione (mettere la propria esperienza a disposizione di chi prende decisioni) è sinonimo di grande responsabilità, ma come è stato detto da altri pone grossi pericoli che non possono essere sottovalutati:
1) la ibridazione della Procura, che diviene “parte” del processo decisorio amministrativo, senza alcun mandato rappresentativo
2) la creazione, all’interno del circuito istituzionale, di figure di magistrati (individuati per posizione e non per specifiche capacità personali) diverse dalle altre
3) la tendenza inarrestabile a aumentare il divario tra requirenti e giudicanti
Lo sbocco di tale deriva non può che essere la distinzione delle funzioni e l’assorbimento della Procura nel circuito dell’esecutivo.

Buona pasqua

Il giorno 01 apr 2018, alle ore 00:01, Spataro Armando <armando.spataro a giustizia.it<mailto:armando.spataro a giustizia.it>> ha scritto:


​..per l'episodio di Bardonecchia (citato da Matteo) - e per quello che qui si può dire - sono in corso anche accertamenti per eventuali responsabilità penali

Aspettiamo dettagliata informativa

A. Spataro

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Da: Nuovarea <nuovarea-bounces a nuovarea.it<mailto:nuovarea-bounces a nuovarea.it>> per conto di Albano Silvia <silvia.albano a giustizia.it<mailto:silvia.albano a giustizia.it>>
Inviato: sabato 31 marzo 2018 20:57
A: CENTINI MATTEO
Cc: malta2013; area a areaperta.it<mailto:area a areaperta.it>; nuovarea a nuovarea.it<mailto:nuovarea a nuovarea.it>
Oggetto: Re: [Nuovarea] [Area] Dichiarazione di Medel sul dovere di soccorso in mare e Proactiva Open Arms

Caro Matteo, in questo caso si tratta di argomenti che pratico quotidianamente occupandomi di protezione internazionale. Le norme fondamentali di riferimento quando si parla di migranti sono (o dovrebbero essere) le stesse per il civile e per il penale. La cornice giuridica nella quale ci dobbiamo muovere, in materia civile e penale, è quella. Ti consiglio di leggere una pregevolissima sentenza della cassazione in materia di misura di sicurezza dell'espulsione, estensore lello magi (sono fuori e non ho il pc per cui non posso essere più precisa), che fa ampia applicazione di questi principi in materia di esecuzione penale.
Saluti.
Silvia albano

Inviato da iPhone

Il giorno 31 mar 2018, alle ore 19:01, CENTINI MATTEO <matteo.centini a giustizia.it<mailto:matteo.centini a giustizia.it>> ha scritto:

Collega Albano, di nuovo scrivi di cose che non pratichi, come ti è accaduto di recente in tema di riforma penitenziaria.
Personalmente mi sono occupato di sbarchi di migranti, quando non erano le ong ma la Marina militare italiana a portarli da noi, peraltro recuperandoli in acque internazionali e a volte direttamente in acque libiche. In un caro ne portò a Reggio Calabria 1531. Mi rifiutai di iscriverli tutti per art 10bis dlgs 286/98 sostenendo che quelle persone se ne stavano alla deriva in acque non italiane e in Italia li aveva portati la Marina italiana. Dissi che piuttosto andava iscritto il comandante della nave nostrana. Individuammo tre scafisti (tunisini) grazie alle deposizioni dei migranti (che, se iscritti, sarebbero state carta straccia) e li feci mettere nella stessa cella (previamente attrezzata). Con una quindicina di giorni, grazie ai dialoghi captati e alle telefonate in patria pure intercettate abbiamo potuto capire che:
1) i libici ormai non si imbarcano più, portano i migranti su navi madri subito a largo e da lì partono le imbarcazioni guidate da scafisti tunisini (all’epoca, che poi in questi casi si coglie una densa stratificazione della miseria, quindi è possibile che ora non siano più i tunisini ma magari algerini o altro) muniti di Gps che si avviano verso le acque internazionali;
2) costoro hanno intrapreso il viaggio in cambio di circa € 1.500,00 (di cui gli era stata consegnata la metà e quindi chiamavano casa per farsi dare il resto);
3) nessuno dei soggetti coinvolti, ne’ scafisti ne’ trasportati aveva la minima aspettativa di arrivare autonomamente in Italia: contavano sul fatto che li prelevasse la Marina italiana dopo poca strada, già in acque libiche;
4) ciò veniva detto loro dagli stessi libici che gestivano il traffico;
5) i tre tunisini schifavano il nostro paese e ci ritenevano dei fessi ai quali poteva farsi ingogliare qualsiasi balla (dopo aver preso 7 anni ne erano meno convinti);
6) al netto degli scafisti e dei testimoni, la pg NON ha fotosegnalato nessuno dei restanti 1500 nuovi arrivati in patente violazione di norme interne e internazionali (sulle ragioni per le quali la pg ha agito così penso di non dover dire nulla, salvo aggiungere che non era questione rimessa al nostro controllo ma attiene all’ordine pubblico).

Ora, ti domando (estendendo il quesito anche ad eventuali ghost writers), non credi che si stia girando a vuoto? Non credi che questo sistema alimenti lo sfruttamento di queste povere persone?
Personalmente io credo di sì.
Come credo che dovremmo richiamare l’ambasciatore francese per chiarimenti su quanto avvenuto a Bardonecchia.
Vedi, le procure sono piene di gente come te, non giriamo con il manganello alla cintola e ci accendiamo i sigari dando fuoco alle pagine della costituzione.
Statti bene

Matteo Centini

Inviato da iPhone

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