[Area] R: QUESTIONE GIUSTIZIA – n. 1/2018, F. Regolo e G. Marseglia nell’obiettivo “Il pubblico ministero nella giurisdizione”

Ferrari Roberto roberto.ferrari a giustizia.it
Gio 24 Maggio 2018 10:31:43 CEST


L' ho sempre sostenuto da giudice delegato (fino 5 mesi fa).
Ma in quell' ambiente tale orientamento incontra notevoli ostilità. Il fatto è che svolgendo moltissime funzioni, quella risalta per essere la meno importante di tutte.

Da noi un solo PM faceva qualche istanza: i motivi mi sembra fossero l' esigenza di "trovare" un ulteriore titolo di responsabilità penale per un soggetto ritenuto pericoloso. Talora è qualche creditore che ha segnalato al PM fatti di bancarotta, onde risparmiare sull' istanza di fallimento (contributo unificato, ricerca documenti e formazione fascicolo, notifica, udienze, ecc.).

La bancarotta è certamente grave e importante, ma probabilmente alcune fattispecie vanno riscritte. La fraudolenta puoi bypassarla con la documentale, per la quale puoi accordarti con un barbone per la firma davanti al notaio dietro compenso e conseguente occultamento di contabilità.

La questione più importante è la condizione di punibilità. C' è certamente il modo di riformulare le fattispecie inserendovi l' insolvenza, magari per sole imprese di una certa dimensione, anzichè lasciarla al di fuori. E' incongruo dar vita a tali ridicole rappresentazioni, in assenza di patrimoni da liquidare e di reale concorsualità, al solo fine di procedere per il reato o di eliminare una posizione dal registro ditte.

Poi occorre adattare la fattispecie incriminatrice alla nuova struttura e funzione della procedura: ormai è una liquidazione privata, con la quale stride l' apparente obbligo di chiedere il proprio fallimento onde contenere il dissesto.


Ma che ne sarà a quel punto del lavoro di tanti curatori, sia pur a tariffa minima a carico dell' Erario? E soprattutto delle azioni di responsabilità milionarie contro nullatenenti che curatori e GD possono dispensare, sempre a carico dell' Erario?


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Da: Area <area-bounces a areaperta.it> per conto di De Ninis Luca <luca.deninis a giustizia.it>
Inviato: martedì 22 maggio 2018 16:00
A: thorgiov; area a areaperta.it
Oggetto: [Area] R: QUESTIONE GIUSTIZIA – n. 1/2018, F. Regolo e G. Marseglia nell’obiettivo “Il pubblico ministero nella giurisdizione”

Già… come al solito concordo con thorgiov.
Però il P.M. dovrebbe invece svolgere indagini serie sulle condotte di bancarotta – frequentissime, soprattutto nell’ambito dei concordati – cosicché vi sia la possibilità che qualcuno finalmente paghi, almeno con sanzioni penali…
o è una visione panpenalistica e reazionaria ?

Luca De Ninis

Da: Area [mailto:area-bounces a areaperta.it] Per conto di thorgiov
Inviato: martedì 22 maggio 2018 15:37
A: area a areaperta.it
Oggetto: Re: [Area] QUESTIONE GIUSTIZIA – n. 1/2018, F. Regolo e G. Marseglia nell’obiettivo “Il pubblico ministero nella giurisdizione”


Ma dai! Sono le procedure concorsuali che non servono a niente, se non a garantire ai Curatori pane e companatico grazie al patrocinio a spese dello Stato. L'assurdità del sistema italiano è evidente : nella stragrande maggioranza dei fallimenti non ci sono soldi. Se ci sono soldi servono a retribuire il Curatore e l'avvocato della Curatela. Se non ci sono soldi interviene lo Stato per pagarli. In un sistema razionale queste spese dovrebbero essere a carico dei creditori che fanno istanza di fallimento. Ma è proprio la possibile iniziativa del Pubblico Ministero, che è un organo pubblico, ad imporre il gratuito patrocinio. A mio parere, de iure condendo, dovrebbe essergli tolto il potere di chiedere il fallimento. In tal modo non ci sarebbero più alibi e le spese andrebbero pagate dai creditori.

FELICE   PIZZI  ( Giudice del contenzioso del Tribunale di Napoli Nord )

Il 22/05/2018 13:59, Questione Giustizia ha scritto:

Da obiettivo 1: “Il pubblico ministero nella giurisdizione” (n. 1/2018)

Quale pubblico ministero vogliamo nella crisi d’impresa?, di Fabio Regolo

Il settore delle procedure concorsuali costituisce un campo significativo di intervento del pubblico ministero.

Il suo ruolo attivo può dare un decisivo contributo per far sì che le procedure concorsuali non soltanto producano utilità per i creditori ma colpiscano condotte fraudolente che causano danno all’intera economia. Il pubblico ministero opera istituzionalmente a vantaggio di tutti gli interessati in un contesto nel quale l’insolvenza produce esternalità negative che si riverberano ben oltre la cerchia dei creditori. L’attenzione degli uffici giudiziari a questa materia è dunque decisiva.

http://questionegiustizia.it/rivista/2018/1/quale-pubblico-ministero-vogliamo-nella-crisi-d-impresa-_511.php

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Pubblico ministero e persona: i procedimenti in materia di status, famiglia e minori, di Giuseppe Marseglia

La presenza del pubblico ministero nel processo civile, risalente all’epoca in cui esso era ancora di fatto fuori dalla giurisdizione, è da tempo messa in discussione, considerata anacronistica, poco utile alla tutela degli interessi pubblici a cui è sottesa ed addirittura dannosa per le sempre più pregnanti ragioni di economia processuali; tuttavia, pur ammettendo che in moltissime occasioni essa si risolve in un intervento meramente virtuale di cui in effetti si potrebbe anche fare a meno, tant’è che lo stesso legislatore in materia di processo civile telematico non lo aveva inizialmente considerato, residuano settori in cui il pubblico ministero resta obiettivamente l’unico soggetto che può agire per la tutela dei soggetti deboli e incapaci. Senza dubbio degno di nota è poi il dinamismo con cui molti Uffici di Procura hanno interpretato il nuovo ruolo del pubblico ministero nel procedimento di negoziazione assistita.

http://questionegiustizia.it/rivista/2018/1/pubblico-ministero-e-persona-i-procedimenti-in-materia-di-status-famiglia-e-minori_510.php




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