[Area] Obiettivo 1 CSM 2018: riformare il sistema delle nomine

Coordinamento Area coordinamentoarea a gmail.com
Gio 31 Maggio 2018 13:07:05 CEST


Inviamo nuovamente il messaggio in un formato che dovrebbe rendere leggibili le immagini anche su smartphone e tablet.
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>> Obiettivo nuovo  C.S.M: riformare il sistema delle nomine
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>> Riteniamo che sia urgente una riforma del sistema delle nomine, sia per la dirigenza giudiziaria, sia in Cassazione ed al Massimario e che questo debba essere uno degli obiettivi del nuovo Consiglio Superiore della Magistratura. 
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>> Sul tema della riforma del T.U. sulla dirigenza giudiziaria da tempo il gruppo di AreaDG ha avviato una riflessione interna che dall’Assemblea generale del novembre 2016 e dai lavori del Congresso di AreaDG del maggio 2017,  è approdata all’elaborazione di una serie di proposte  illustrate nel documento del Coordinamento nazionale  del giugno 2017 e poi nelle “Dieci proposte per le  nomine”  sulle quali  vi è stato un ampio e partecipato confronto nelle assemblee locali e negli incontri organizzati durante le primarie, nonché nel Seminario nazionale tenutosi a Napoli il 13 aprile scorso
>> Il metodo seguito è stato quello dell’apertura al confronto  con tutti i colleghi, cui è  stato chiesto non un voto plebiscitario, né  di esprimere un secco “si” o “no”, ma di contribuire con le proprie idee e la propria intelligenza ad elaborare una proposta condivisa per riportare a razionalità il sistema e restituire autorevolezza al Consiglio. 
>> I risultati di questo lavoro corale hanno chiaramente indicato che l’innovazione non può avvenire attraverso la riesumazione di un vecchio sistema che aveva dato una cattiva prova, ma attraverso una profonda e articolata riforma i  cui punti salienti costituiscono i primi due punti del nostro programma per il nuovo C.S.M.. Alla base tre idee di fondo :
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>> ● il recupero della RESPONSABILITA’ POLITICA del Consiglio e dei suoi componenti nell’esercizio della discrezionalità
>> ● il metodo di lavoro fondato sulla TRASPARENZA , INFORMAZIONE E PROCEDIMENTALIZZAZIONE
>> ● la VALORIZZAZIONE DELL’ESPERIENZA PROFESSIONALE ACQUISITA quale minimo comune denominatore in tutte le procedure di selezione 
>> L’articolato di seguito riportato è il nostro programma per cambiare il sistema delle nomine. Un obiettivo la cui realizzazione richiede anzitutto una sana autocritica, che chiama in causa tutti i gruppi della magistratura associata rispetto ad errori e pratiche da cui nessuno può avere la presunzione di tirarsi fuori. Ma il cui riconoscimento  costituisce  passaggio ineludibile per un reale cambiamento, a difesa del nostro Autogoverno. 
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>> Cosa fare per cambiare l’autogoverno
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>> Il dovere etico, prima che politico, della coerenza delle scelte rispetto ai principi, richiede l’adozione di un metodo che deve informare l’intera azione consiliare.
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>> Il CSM deve essere la casa di tutti i magistrati. E deve essere una casa di vetro.
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>> Solo attraverso la trasparenza, l’informazione ed una razionale procedimentalizzazione delle scelte consiliari queste possono essere conosciute e valutate, si eliminano le opacità e si favorisce un corretto esercizio della discrezionalità.
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>> E pertanto noi ci impegniamo a:
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>> §  rendere ai colleghi una completa pubblica informazione sull’attività del Consiglio, attraverso la comunicazione preventiva delle pratiche in discussione ed a spiegare le ragioni delle scelte di volta in volta operate, anche attraverso una periodica “Cronaca dal consiglio”;
>> §  rendere l’attività del CSM immediatamente accessibile a tutti i magistrati, i quali, attraverso il sito, devono potere conoscere tutte le informazioni relative alla propria pratica ed a quelle altrui che siano ostensibili;  
>> §  rendere trasparente la calendarizzazione delle pratiche, in particolare in materia di nomine, seguendo l’ordine temporale della vacanza con esplicazione della ragione dell’eventuale mancata sua trattazione. In tal modo si evitano o si rendono più difficili le nomine a pacchetto, le anticipazioni o i rinvii tattici nelle nomine.
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>> Il riconoscimento all’autogoverno di una forte discrezionalità nell’attribuzione degli incarichi di vertice comporta l’assunzione di una parallela responsabilità. I due anni di applicazione del T.U. sulla Dirigenza giudiziaria dimostrano che l’obiettivo perseguito di assicurare prevedibilità e leggibilità delle nomine di dirigenti non è stato raggiunto, mentre nelle nomine in Cassazione gli ambiti di discrezionalità sono ancora più ampi e i criteri di selezione sono scarsamente intellegibili.
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>> Sotto altro aspetto, il T.U. ha amplificato la spinta verso la costruzione della carriera, attraverso l’accaparramento di incarichi e “medagliette”, senza alcuna verifica dei risultati.
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>> Noi non invochiamo il ritorno di un passato che non ha dato buona prova, ma ci impegniamo per attuare una riforma della normativa secondaria che assicuri coerenza e trasparenza alle decisioni consiliari in materia di nomine in funzione della scelta del dirigente più adeguato rispetto all’ufficio da coprire e all’individuazione di criteri selettivi trasparenti e verificabili in relazione alle nomine presso la Corte di Cassazione e l’Ufficio del Massimario. Riteniamo che il comune denominatore delle nomine debba essere quello della valorizzazione dell’esperienza professionale maturata, da valutare in relazione al posto da coprire.
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>> Ci impegniamo per una riforma della normativa secondaria che preveda:
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>> §  trasparenza totale: curriculum, graduatoria, percorso decisionale e motivazionale on line su di una sezione del sito CSM dedicata alle nomine;
>> §  calendarizzazione pubblica e secondo rigido ordine cronologico delle decisioni sui posti direttivi, semidirettivi e di Cassazione, al fine di impedire i cosiddetti “pacchetti”;
>> §  decentramento di tutti quei compiti che, nel rispetto della normativa primaria, possono essere sottoposti a visto o a semplice presa d’atto e riservati ai Consigli Giudiziari;
>> §  per i posti direttivi e semidirettivi, valorizzazione della maggiore esperienza professionale acquisita dando preminenza a chi abbia svolto positivamente le funzioni richieste od omologhe per un periodo congruo;
>> §  prevalenza della specializzazione per la magistratura addetta al minorile, alla sorveglianza ed al lavoro;
>> §  valorizzazione della specializzazione per i posti semidirettivi dei grandi Tribunali (es. fallimentare, famiglia, imprese, riesame, Gip-Gup, prevenzione);
>> §  potenziamento della commissione che si occupa delle nomine per garantire che l’intera procedura duri al massimo sei mesi, come prevede la legge, e che, nei casi di pubblicazione anticipata, consenta il passaggio di testimone tra vecchio e nuovo dirigente. In caso si riscontri l’impossibilità di assicurare il rispetto dei tempi programmati, occorre rivedere l’assegnazione ad una sola commissione di posti direttivi e semi direttivi;
>> §  previsione di forme d’interlocuzione con i magistrati dell’ufficio, rispetto alla nomina dei semidirettivi, per acquisire elementi di conoscenza; avvio immediato di una commissione di studio per valorizzare, a normativa invariata o con proposte di modifiche legislative, tutte le forme possibili per dare voce e peso a questa interlocuzione, come momento di conoscenza e di democrazia;
>> §  potenziamento del peso della valutazione della Commissione tecnica per le nomine degli uffici di legittimitā;
>> §  attribuzione di punteggi aggiuntivi per Cassazione e Procura generale per chi svolge incarichi di secondo grado;
>> §  validità delle graduatorie per Cassazione e Massimario per la durata di un anno / 18 mesi (tempo dichiarato e prestabilito) con assegnazione “a scorrimento” dei posti banditi e che si rendono vacanti nel periodo fissato;
>> §  valorizzazione, nel valutare la posizione dei magistrati fuori ruolo, dei seguenti aspetti:
>> §  il metodo con cui si è stati chiamati ad assumere l’incarico (cooptazione, chiamata, concorso);
>> §  la maggiore o minore “vicinanza” alla politica dell’incarico stesso;
>> §  la tipologia dell’incarico (maggiore o minor affinità con le funzioni giudiziarie; rilevanza dell’esperienza dal punto di vista dell’acquisizione di capacità organizzative) e la durata dell’incarico.
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>> Ferma restando la prevalenza dell’esperienza giudiziaria su quella fuori ruolo, Area ritiene che ogni valutazione comparativa tra candidati che abbiano svolto attività giudiziaria e candidati che abbiano svolto attività fuori ruolo debba essere adeguatamente motivata, in relazione a tutti gli aspetti sopra indicati, pervenendo a decisioni sempre coerenti. Ritiene infine necessario – a tutela dell’immagine di indipendenza della Magistratura – in casi di incarichi fuori ruolo di scelta politica come anche nel caso di incarichi di lunga durata, un congruo periodo di attività negli Uffici, successivo alla cessazione dell’incarico.
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