[Area] Fw: [Mailinglist-anm] Andrea Mirenda sul programma di AreaDG per il CSM 2018: riformare il sistema delle nomine

Andrea Reale andreale a yahoo.com
Ven 1 Giu 2018 11:10:37 CEST


 Buongiorno,  con il consenso del suo autore, inoltro un messaggio inviato dal  Collega Andrea Mirenda alla lista veneta.

Le sue osservazioni possono estendersi ai programmi di TUTTE  le correnti.

Gli spunti , anche in ordine all’atteggiamento da tenere in occasione delle prossime occasioni di voto, appaiono condivisibili.

In alternativa si potrebbe ipotizzare di esprimere un voto nei confronti di chi non potrà mai essere utilmente candidato al CSM, almeno fin quando rimangono  così le cose….

Un caro saluto, 

Andrea Reale  

  

  

Da: "Mirenda Andrea andrea.mirenda a giustizia.it [anm-triveneto]" <anm-triveneto-noreply a yahoogroups.com>
Data: 31 maggio 2018 22:01:03 CEST
Cc: "anm-triveneto a yahoogroups.com" <anm-triveneto a yahoogroups.com>
Oggetto: Re: R: [anm-triveneto] AreaDG - Obiettivo 1 CSM 2018: riformare il sistema delle nomine
Rispondi a: Mirenda Andrea <andrea.mirenda a giustizia.it>


  

mi associo... 

  

I meno giovani ricorderanno “Parole Parole”, con una giovane Mina splendidamente ironica e da non perdere ( la trovate gratis su Spotify... e potrebbe essere il sound track stantio della campagna elettorale 2018).

  

Ma, diversamente da Massimo, non posso, invece,  che apprezzare la critica  che il maggior gruppo consiliare muove a se stesso e all’azione ( riflessa) del Consiglio Superiore.

Parole come opacità, inintelligibilità , irrazionalità, logiche consociative, pratiche di scambio, nomine a pacchetto, anticipazioni o rinvii tattici nelle nomine, “spinta verso la costruzione della carriera, attraverso l’accaparramento di incarichi e “medagliette”, senza alcuna verifica dei risultati”, etc etc, non fanno che dare conto FINALMENTE di quell’insieme di meccanismi di sodalità  scambistica ( al limite dell’illecito) che insisto cocciutamente nel qualificare ( a buon diritto)  come “ PRASSI MAFIOSA COME ESPRESSIONE DI COLORE”, al pari della c.d. “mafia dei colletti bianchi”, della “mafia dei medici”, della  “mafia dei baroni universitari”, per descrivere non  già un fenomeno riconducibile al 416 bis c.p. (figuriamoci, non sono così tonto...) ma piuttosto quel clima di putrescente asservimento delle istituzioni pubbliche a occulte regole parallele, senza che per ciò solo chi ciò denunci debba essere  tacciato di vilipendio ( di chissà che se non di questi furbacchioni)  o debba essere disciplinarmente punito, come vorrebbe una Gec composta da gente con poco humour...

  

Comunque, sia quel che deve essere... me ne farò una ragione.

  

Ma, al netto della scarsa o nulla credibilità di TUTTI i programmi elettorali ( e, vieppiu’ , di quelli strombazzati dai  tre gruppi  protagonisti voraci del Sacco di Roma), stante l’evidente studiatissima mancanza di qualsivoglia proposta legislativa destinata a gettare nel WC il ridicolo TU sulla “Dirigggenza” e a sottrarre oggettivamente e definitivamente  a costoro l’allegra gestione del  nominificio ( e penso alla ROTAZIONE), c’è da notare lo strabiliante strabismo tra le odierne (auto)critiche di questi simpatici burloni  e i “peana” adoranti versati  qui in Veneto due settimane fa da pregevolissimi laudatores locali in occasione dell’ ” Happy Birthday CSM”,  celebratosi  all’Università di Verona, senza Marilyn Monroe ma alla presenza di Legnini e del gotha accademico e giudiziario... in un aula significativamente deserta a riprova di un mesto” remake” della Serenissima agonizzante che - tuttavia - non rinuncerà a celebrare il Carnevale, nonostante Napoleone alle porte...

  

Lo potrete ascoltare ( e vedere) in podcast su Radio Radicale  

https://www.radioradicale.it/scheda/540177

  

per apprezzarne  in viva voce i protagonisti ( locali e non) e vedere come quelle stesse (auto)critiche che sopra avete letto vengano  lì occhiutamente banalizzate e degradate alla stregua di POPULISMI GIUDIZIARI o di  ATTACCHI” all’indipendenza del Csm ( ciò e a dire al sfrenato arbitrio di costoro ).

  

E allora, se permettete, quanto sopra  rende poco credibili non solo i buoni propositi propagandati ( modello bla- bla-bla.2) ma anche le autocritiche “in articulo mortis”  dei Tre Moschettieri ( ...chè gli altri andranno, invece, messi alla prova, non essendo ancora stati protagonisti mercimoni, ancorché oggi Giovanni Negri sul Sole24Ore li abbia definiti come uno spin- off di MI).

  

Nell’augurarvi, dunque, buona visione e buon ascolto su Radio Radicale, vi esorto ancora alla DISERZIONE DAL VOTO , almeno fino a quando i signori delle tessere  non si faranno promotori di rimedi “oggettivi ed  automatici” che assicurino un autogoverno orizzontale, inclusivo, partecipato, democratico, che rimetta al centro dell’esperienza giudiziaria il singolo magistrato col suo lavoro e faccia tornare il csm al ruolo costituzionale di strumento di garanzia dell’indipendenza del singolo giudice.

Perché quello che sogno è il definitivo ripudio dell’attuale modello burocratico di un Autogoverno prodigo, affettuoso e indulgente con gli amici, da un lato, e randello nodoso e frusta sferzante con i non allineati, dall’altro...

Il resto già “ o’ sapete”, come direbbe Padre Pizzaro .

  

andrea mirenda 

  

  


  

 


 



 







Obiettivo nuovo  C.S.M: riformare il sistema delle nomine

Riteniamo che sia urgente una riforma del sistema delle nomine, sia per la dirigenza giudiziaria, sia in Cassazione ed al Massimario e che questo debba essere uno degli obiettivi del nuovo Consiglio Superiore della Magistratura. 

Sul tema della riforma del T.U. sulla dirigenza giudiziaria da tempo il gruppo di AreaDG ha avviato una riflessione interna che dall’Assemblea generale del novembre 2016 e dai lavori del Congresso di AreaDG del maggio 2017,  è approdata all’elaborazione di una serie di proposte  illustrate nel documento del Coordinamento nazionale  del giugno 2017 e poi nelle “Dieci proposte per le  nomine”  sulle quali  vi è stato un ampio e partecipato confronto nelle assemblee locali e negli incontri organizzati durante le primarie, nonché nel Seminario nazionale tenutosi a Napoli il 13 aprile scorso

Il metodo seguito è stato quello dell’apertura al confronto  con tutti i colleghi, cui è  stato chiesto non un voto plebiscitario, né  di esprimere un secco “si” o “no”, ma di contribuire con le proprie idee e la propria intelligenza ad elaborare una proposta condivisa per riportare a razionalità il sistema e restituire autorevolezza al Consiglio. 

I risultati di questo lavoro corale hanno chiaramente indicato che l’innovazione non può avvenire attraverso la riesumazione di un vecchio sistema che aveva dato una cattiva prova, ma attraverso una profonda e articolata riforma i  cui punti salienti costituiscono i primi due punti del nostro programma per il nuovo C.S.M.. Alla base tre idee di fondo :

● il recupero della RESPONSABILITA’ POLITICA del Consiglio e dei suoi componenti nell’esercizio della discrezionalità

● il metodo di lavoro fondato sulla TRASPARENZA , INFORMAZIONE E PROCEDIMENTALIZZAZIONE

● la VALORIZZAZIONE DELL’ESPERIENZA PROFESSIONALE ACQUISITA quale minimo comune denominatore in tutte le procedure di selezione 

L’articolato di seguito riportato è il nostro programma per cambiare il sistema delle nomine. Un obiettivo la cui realizzazione richiede anzitutto una sana autocritica, che chiama in causa tutti i gruppi della magistratura associata rispetto ad errori e pratiche da cui nessuno può avere la presunzione di tirarsi fuori. Ma il cui riconoscimento  costituisce  passaggio ineludibile per un reale cambiamento, a difesa del nostro Autogoverno. 

 

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Cosa fare per cambiare l’autogoverno

 



 

Il dovere etico, prima che politico, della coerenza delle scelte rispetto ai principi, richiede l’adozione di un metodo che deve informare l’intera azione consiliare.

 

 



 

 

Il CSM deve essere la casa di tutti i magistrati. E deve essere una casa di vetro.

Solo attraverso la trasparenza, l’informazione ed una razionale procedimentalizzazione delle scelte consiliari queste possono essere conosciute e valutate, si eliminano le opacità e si favorisce un corretto esercizio della discrezionalità.

E pertanto noi ci impegniamo a:

§  rendere ai colleghi una completa pubblica informazione sull’attività del Consiglio, attraverso la comunicazione preventiva delle pratiche in discussione ed a spiegare le ragioni delle scelte di volta in volta operate, anche attraverso una periodica “Cronaca dal consiglio”;

§  rendere l’attività del CSM immediatamente accessibile a tutti i magistrati, i quali, attraverso il sito, devono potere conoscere tutte le informazioni relative alla propria pratica ed a quelle altrui che siano ostensibili;  

§  rendere trasparente la calendarizzazione delle pratiche, in particolare in materia di nomine, seguendo l’ordine temporale della vacanza con esplicazione della ragione dell’eventuale mancata sua trattazione. In tal modo si evitano o si rendono più difficili le nomine a pacchetto, le anticipazioni o i rinvii tattici nelle nomine.

 

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Il riconoscimento all’autogoverno di una forte discrezionalità nell’attribuzione degli incarichi di vertice comporta l’assunzione di una parallela responsabilità. I due anni di applicazione del T.U. sulla Dirigenza giudiziaria dimostrano che l’obiettivo perseguito di assicurare prevedibilità e leggibilità delle nomine di dirigenti non è stato raggiunto, mentre nelle nomine in Cassazione gli ambiti di discrezionalità sono ancora più ampi e i criteri di selezione sono scarsamente intellegibili.

Sotto altro aspetto, il T.U. ha amplificato la spinta verso la costruzione della carriera, attraverso l’accaparramento di incarichi e “medagliette”, senza alcuna verifica dei risultati.

Noi non invochiamo il ritorno di un passato che non ha dato buona prova, ma ci impegniamo per attuare una riforma della normativa secondaria che assicuri coerenza e trasparenza alle decisioni consiliari in materia di nomine in funzione della scelta del dirigente più adeguato rispetto all’ufficio da coprire e all’individuazione di criteri selettivi trasparenti e verificabili in relazione alle nomine presso la Corte di Cassazione e l’Ufficio del Massimario. Riteniamo che il comune denominatore delle nomine debba essere quello della valorizzazione dell’esperienza professionale maturata, da valutare in relazione al posto da coprire.

Ci impegniamo per una riforma della normativa secondaria che preveda:

§  trasparenza totale: curriculum, graduatoria, percorso decisionale e motivazionale on line su di una sezione del sito CSM dedicata alle nomine;

§  calendarizzazione pubblica e secondo rigido ordine cronologico delle decisioni sui posti direttivi, semidirettivi e di Cassazione, al fine di impedire i cosiddetti “pacchetti”;

§  decentramento di tutti quei compiti che, nel rispetto della normativa primaria, possono essere sottoposti a visto o a semplice presa d’atto e riservati ai Consigli Giudiziari;

§  per i posti direttivi e semidirettivi, valorizzazione della maggiore esperienza professionale acquisita dando preminenza a chi abbia svolto positivamente le funzioni richieste od omologhe per un periodo congruo;

§  prevalenza della specializzazione per la magistratura addetta al minorile, alla sorveglianza ed al lavoro;

§  valorizzazione della specializzazione per i posti semidirettivi dei grandi Tribunali (es. fallimentare, famiglia, imprese, riesame, Gip-Gup, prevenzione);

§  potenziamento della commissione che si occupa delle nomine per garantire che l’intera procedura duri al massimo sei mesi, come prevede la legge, e che, nei casi di pubblicazione anticipata, consenta il passaggio di testimone tra vecchio e nuovo dirigente. In caso si riscontri l’impossibilità di assicurare il rispetto dei tempi programmati, occorre rivedere l’assegnazione ad una sola commissione di posti direttivi e semi direttivi;

§  previsione di forme d’interlocuzione con i magistrati dell’ufficio, rispetto alla nomina dei semidirettivi, per acquisire elementi di conoscenza; avvio immediato di una commissione di studio per valorizzare, a normativa invariata o con proposte di modifiche legislative, tutte le forme possibili per dare voce e peso a questa interlocuzione, come momento di conoscenza e di democrazia;

§  potenziamento del peso della valutazione della Commissione tecnica per le nomine degli uffici di legittimità;

§  attribuzione di punteggi aggiuntivi per Cassazione e Procura generale per chi svolge incarichi di secondo grado;

§  validità delle graduatorie per Cassazione e Massimario per la durata di un anno / 18 mesi (tempo dichiarato e prestabilito) con assegnazione “a scorrimento” dei posti banditi e che si rendono vacanti nel periodo fissato;

§  valorizzazione, nel valutare la posizione dei magistrati fuori ruolo, dei seguenti aspetti: 

§  il metodo con cui si è stati chiamati ad assumere l’incarico (cooptazione, chiamata, concorso);

§  la maggiore o minore “vicinanza” alla politica dell’incarico stesso;

§  la tipologia dell’incarico (maggiore o minor affinità con le funzioni giudiziarie; rilevanza dell’esperienza dal punto di vista dell’acquisizione di capacità organizzative) e la durata dell’incarico.

 

Ferma restando la prevalenza dell’esperienza giudiziaria su quella fuori ruolo, Area ritiene che ogni valutazione comparativa tra candidati che abbiano svolto attività giudiziaria e candidati che abbiano svolto attività fuori ruolo debba essere adeguatamente motivata, in relazione a tutti gli aspetti sopra indicati, pervenendo a decisioni sempre coerenti. Ritiene infine necessario – a tutela dell’immagine di indipendenza della Magistratura – in casi di incarichi fuori ruolo di scelta politica come anche nel caso di incarichi di lunga durata, un congruo periodo di attività negli Uffici, successivo alla cessazione dell’incarico.



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Inviato da: Mirenda Andrea <andrea.mirenda a giustizia.it> 

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