[Area] (senza oggetto)
thorgiov
thorgiov a libero.it
Mer 20 Giu 2018 19:49:23 CEST
Secondo te il Ministro Bonafede non lascerà scadere invano la delega, e
sceglierà o di lasciare intatto il vigente sistema penitenziario o di
controriformarlo. A mio parere questa seconda alternativa è
impraticabile, perchè i criteri dettati dalla legge delega sono quelli
che sono, e il decreto legislativo potrebbe svilupparli, ma non
contrastarli, altrimenti si presterebbe a facili censure di
incostituzionalità. Sarebbe molto più razionale, per l'attuale Governo,
lasciare cadere la delega, nel senso di non esercitarla affatto, perchè
quello che nasce tondo non può diventare quadrato, e semmai prendere
l'iniziativa di una serie di interventi "controriformatori" in materia
penitenziaria, da adottare di volta in volta anche senza una nuova legge
delega. E ovviamente anche senza l'apporto di quei settori minoritari
della magistratura che si sono trovati in grande sintonia con Renzi,
Gentiloni e soprattutto Orlando.
FELICE PIZZI ( Giudice del contenzioso del Tribunale di Napoli Nord )
Il 20/06/2018 18:29, Francesco Maisto ha scritto:
> Cerco di rispondere perché rispetto tutte le persone e le opinioni.
> Premesso che la lettura integrale del testo consente di cogliere
> esattamente il pensiero del Ministro sulla bozza di decreto di Riforma
> penitenziaria per la quale non lascerà scadere invano la delega, resta
> il fatto che potrebbe praticare una delle due alternative: o lasciare
> il vigente ordinamento penitenziario ( come dire ex valgo, la pena
> incerta) oppure controriformarlo nella linea di una incostituzionale
> certezza della pena, intesa come pena inflessibile, immodificabile in
> sede di esecuzione.
> Non mi è chiaro a quale livello situare la risposta, e cioè, se nel
> confronto di opinioni tra magistrati o narratori di storielle. Se
> questa ultima fosse la strada, allora, altro che il racconto evocato
> di quell’avvocato potrei narrare dopo 41 anni di magistratura. Le
> storie, anche dolorose sarebbero tante.
> Ho preso atto che in un intervento scritto per la presentazione
> ufficiale del Rapporto 2018 del Garante nazionale delle persone
> private della libertà, il Ministro ha enunciato esattamente quelle 4
> tesi. Ed allora: il principio della certezza della pena, intesa come
> lui ed altri di quel movimento hanno sempre chiarito, come pena
> immodificabile, inflessibile, non esiste in dottrina ed in
> giurisprudenza. La certezza delle pene ( e non della pena che
> ossessiona la visione carcerocentrica) derivante dal principio di
> legalità di cui all’art. 25 Cost., è il baluardo Costituzionale che
> contro le pene arbitrarie, illegali e null’altro.
> È poi un errore l’opinione della compatibilità del cd.principio della
> certezza delle pene, come sopra indicata, con la funzione rieducativa
> delle stesse, perché, come ha chiarito la Corte Costituzionale fin dal
> 1974 ( quindi prima della legge penitenziaria), la pena secondo
> Costituzione, è ontologicamente flessibile. Il principio della
> flessibilità delle pene è ormai costituzionalizzato, secondo gli
> insegnamenti a cadenza biennale sempre precisati meglio dalla Corte
> Costituzionale.
> Il neoretribuzionismo, anche nella versione americana dei “ 3 colpi e
> sei fuori” , ha prodotto solo guasti, come impostazione criminologica
> per un verso, e, per altro verso, è stato man mano smantellato dalla
> nostra Corte Costituzionale in relazione a preclusioni ed ostativita’.
> Avrei tanto da scrivere su abolizionismo e riformismo, ma posso
> inviare in privato le mie pubblicazioni e così non tediare le nostre
> amiche ed amici in lista.
> Ho visto terre e cieli per dire che quando e dove quel cosiddetto
> principio è stato praticato, o poi è stato smantellato o ha portato
> rovina.
> La pena certa è una sola: l’omicidio di Stato.
> Saluti
> Francesco Maisto
>
> Il giorno mar 19 giu 2018 alle 20:22 CENTINI MATTEO
> <matteo.centini a giustizia.it <mailto:matteo.centini a giustizia.it>> ha
> scritto:
>
> Scusami ma non ho capito gli errori. Anzitutto, non mi pare che il
> ministro si sia avventurato nell’interpretazione costituzionale.
> In secondo luogo, dire che la certezza della pena non è un
> principio costituzionale mi pare provi troppo: quindi sarebbe
> accettabile in uno stato di diritto che le pene siano “incerte”?
> Forse è il caso di intendersi sul senso della locuzione. Terzo, la
> costituzione parla effettivamente di pene, ma non specifica quali.
> Pertanto, potrebbe astrattamente eliminarsi il carcere (e darci
> tutti alle pene di comunità), ma sarai d’accordo anche tu che si
> tratta di prospettiva politica e non giuridica (e devo dire che un
> ministro che fa politica non mi mette a disagio, un po’ di più un
> giudice se lo fa con i suoi provvedimenti). Infine quanto
> all’ultimo errore devo dire che aveva ragione l’avvocato da cui
> feci pratica anni fa: non ti dare pena per una condanna severa,
> tanto poi si può rimediare in esecuzione.
> Saluti
> Matteo Centini
>
> Inviato da iPhone
>
> Il giorno 19 giu 2018, alle ore 17:17, Francesco Maisto
> <francescomaisto2 a gmail.com
> <mailto:francescomaisto2 a gmail.com><mailto:francescomaisto2 a gmail.com
> <mailto:francescomaisto2 a gmail.com>>> ha scritto:
>
>
> I 4 errori del Ministro di Giustizia da voi esattamente indicati,
> come avevo previsto
>
> Intervento del Guardasigilli Alfonso Bonafede in occasione della
> presentazione al Parlamento della Relazione del Garante dei
> detenuti - 2018
>
> “Voglio chiarire che la certezza della pena non è incompatibile
> con la finalità rieducativa della pena stessa. Sono due principi
> che necessariamente e fisiologicamente convivono, ma il principio
> della certezza della pena, va ribadito e va tenuto presente per
> dare una risposta di credibilità ai cittadini e non a una presunta
> opinione pubblica, perché i cittadini quella risposta oggi ce la
> chiedono e da quella risposta passa la fiducia che i cittadini
> hanno nei confronti dello Stato italiano nella sua capacità di
> dare una risposta di giustizia effettiva e sostanziale.”
>
> Ogni attento penalista vi rinvenirebbe almeno 4 errori grossolani.
>
> 1.La certezza della pena non è un precetto costituzionale. È solo
> il primo errore. E già si deve aggiungere che non è previsto da
> nessuna legge e che la Corte Costituzionale lo ha ribadito in
> numerose sentenze con cadenza.
>
> 2 la Costituzione parla di pene e non di pena, e la pena non può
> essere identificata col solo carcere
>
> 3 la giustizia non può servire a "dare una risposta di credibilità
> ai cittadini": la giustizia non può avere una funzione strumentale
>
> 4 La certezza della pena niente ha a che fare con l"esecuzione
> della stessa
>
> Saluti
>
> Francesco Maisto
>
>
> Il giorno mar 19 giu 2018 alle 16:52 <u.nannucci a alice.it
> <mailto:u.nannucci a alice.it><mailto:u.nannucci a alice.it
> <mailto:u.nannucci a alice.it>>> ha scritto:
>
> potresti segnalare cortesemente i quattro o più errori?
> nannucci
> -----Messaggio originale-----
> From: CENTINI MATTEO
> Sent: Tuesday, June 19, 2018 12:27 PM
> To: Francesco Maisto Gmail
> Cc: ISCRITTI ; Area Md- Movimenti ; area a areaperta.it
> <mailto:area a areaperta.it><mailto:area a areaperta.it
> <mailto:area a areaperta.it>>
> Subject: Re: [Area] (senza oggetto)
>
> Devo essere proprio scarso
>
> Inviato da iPhone
>
> > Il giorno 19 giu 2018, alle ore 11:10, Francesco Maisto
> > <francescomaisto2 a gmail.com
> <mailto:francescomaisto2 a gmail.com><mailto:francescomaisto2 a gmail.com
> <mailto:francescomaisto2 a gmail.com>>> ha scritto:
> >
> > Intervento del Guardasigilli Alfonso Bonafede in occasione della
> > presentazione al Parlamento della Relazione del Garante dei
> detenuti -
> > 2018
> > “Voglio chiarire che la certezza della pena non è incompatibile
> con la
> > finalità rieducativa della pena stessa. Sono due principi che
> > necessariamente e fisiologicamente convivono, ma il principio della
> > certezza della pena, va ribadito e va tenuto presente per dare una
> > risposta di credibilità ai cittadini e non a una presunta opinione
> > pubblica, perché i cittadini quella risposta oggi ce la
> chiedono e da
> > quella risposta passa la fiducia che i cittadini hanno nei
> confronti dello
> > Stato italiano nella sua capacità di dare una risposta di giustizia
> > effettiva e sostanziale.”
> > Ogni attento penalista vi rinvenirebbe almeno 4 errori grossolani.
> > Francesco Maisto
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