[Area] R: R: Appello per la liberazione del CSM dalle correnti

carlocitt a alice.it carlocitt a alice.it
Sab 30 Giu 2018 12:49:27 CEST



Quando si parla di diverse impostazioni culturali/politiche della giurisdizione e del ruolo della Magistratura, per legittimare l'esistenza stessa di gruppi associati, si affronta la contestazione che sono tutte strumentalità per coprire fittiziamente strutture atte esclusivamente alla gestione di 'basso potere'.Che non sia così semplicistico il tema, e che in realtà dietro ogni proposta sistematica che riguarda Magistratura e governo  autonomo ci sia inevitabilmente una scala di valori, a me pare emerga con chiarezza dalle soluzioni che questo 'appello' propone per fronteggiare e superare quanto di negativo caratterizza oggi, e da sempre, parte dell'attività del governo autonomo, in sede centrale e locale. Problema alla cui soluzione mai si deve rinunciare. Per questo il confronto, sereno trasparente leale, sulle soluzioni proposte è indispensabile.Mi ha colpito la 'visione' inequivoca che emerge dalla lettura sinergica di queste proposte specifiche:... Sia superato il testo unico della dirigenza, affinché sia abbandonata l’idea della “dirigenza” della magistratura, che promuove un discutibile modello di subalternità tra capi e sottoposti in contraddizione con il modello costituzionale di giurisdizione diffusa e indipendente, esercitata da magistrati “soggetti soltanto alla legge” e che “si distinguono fra loro soltanto per diversità di funzioni”;  ... sia invece proposto che i magistrati siano coordinati a rotazione, per periodi contenuti di tempo e non eccedenti i due-tre anni, da un “primus inter pares” al quale affidare a turno semplici compiti organizzativi di carattere amministrativo. ... i magistrati siano liberati dalle lusinghe carrieristiche  e dalle improprie minacce disciplinari: sia stabilito il carico massimo esigibile da ciascun magistrato, unico e uguale per tutti. ... Sia attribuito a tutti i magistrati il dovere di partecipare all’autogoverno effettivamente e senza alcun vincolo di mandato, non come uomini di parte ma come magistrati “soggetti soltanto alla legge”, indipendenti ed imparziali, stabilendo la selezione per sorteggio dei candidati alle elezioni del CSM.E' la proposta culturale/politica/sistematica di un magistrato singolo centro ombelicale del sistema, intoccabile, irresponsabile, dominus unico della propria porzione di lavoro, che fa quel che crede e vuole quando e come vuole, al di fuori di qualsiasi contesto organizzato nel quale inserirsi, intoccabile da alcuna gestione coordinata e dal perseguimento di finalità collettive stabilite con trasparenza cui adeguarsi, in quanto magistrato capace di fare qualunque cosa attenga all'Ufficio.Le parole hanno un loro significato. Quando si considera qualunque dirigenza fonte di subalternità e anomalia costituzionale, quando si ha cura di precisare che anche il coordinatore a rotazione (ma breve!) deve limitarsi a "semplici compiti organizzativi di carattere amministrativo", quando si risollecita un carico massimo di lavoro esigibile da ciascun magistrato unico e uguale per tutti, si cancellano in un colpo solo decenni di cammino culturale/politico/organizzativo sulla dirigenza partecipata, sulla necessità che il singolo sia consapevole che il proprio lavoro è segmento di un'attività complessa del medesimo ufficio nel suo complesso ma ancor più all'interno del singolo procedimento (che ha sempre un prima e un dopo su cui il modo di lavorare del singolo influisce in misura determinante), sulla riflessione delle implicazioni della peculiarità del lavoro giurisdizionale (e del drammatico collegamento quantità/qualità). Si ripropone l'obiettivo intrinsecamente impossibile del carico unico e uguale per tutti (quando tutti sappiamo che i numeri non sono per sé significativi, che i tentativi passati e in corso per giungere a numeri ponderati incontra obiettive difficoltà per la natura stessa del nostro lavoro, che il cavallo di battaglia - vecchio e agitato in precedenti esperienze associative di assemblee generali e momenti elettorali - del carico unico e uguale non ha fatto un passo avanti uno in assenza di proposte specifiche efficaci da parte di chi quell'obiettivo brandiva per acquisire consenso, e di un impegno in tal senso). Si indica come soluzione dei mali del CSM un presorteggio delle candidature che da un lato nega il principio di rappresentatività essenziale in un sistema di libero governo autonomo, dall'altro poggia sul presupposto di magistrati indipendenti e imparziali che però sono gli stessi che debbono essere aiutati a sottrarsi alle lusinghe carrieristiche e tutelati da "minacce improprie" di tipo disciplinare.Mi colpisce che la sollecitazione (che condivido con entusiasmo) al dovere di partecipare al governo autonomo (che il termine autogoverno è tecnicamente e costituzionalmente scorretto e dovremmo una buona volta abbandonarlo, perché la partecipazione dei laici è stata scelta consapevole del Costituente proprio per trovare equilibrio tra autonomia e non autoreferenzialità del corpo della Magistratura) si traduca non nella sollecitazione a darsi una mossa (non solo acquisendo il metodo dell'informazione autonoma su quanto interessa -abbandonando il comodo metodo del chi conosco a cui chiedere- ma soprattutto nel coinvolgimento nelle vicende e nelle occasioni di governo autonomo (ad iniziare dai consigli giudiziari e da candidature di servizio per il CSM) ma al rendersi disponibili alla sorte. E mi colpisce che il magistrato, 9500 magistrati, dovrebbero essere governati dalla sorte perché capaci di decidere cause civili milionarie, di applicare ergastoli, ma incapaci di attivarsi, anche in modo organizzato trasparente ed efficace e 'nuovo', per concorrere a una gestione efficace e corretta del proprio governo autonomo. Ho tante difficoltà ad affrontare il tema della qualità del governo autonomo. Meno una: essere tranquillamente certo dell'inadeguatezza di questa visione/proposta politica (nel senso nobile e bello del termine).carlo citterio



































  
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