[Area] R: R: Re: R: Re: R: R: R: [Nuovarea] Un patto comune tra glielettori ... aggiornamento adesioni

Gioacchino Romeo gioarom a alice.it
Gio 5 Lug 2018 21:18:11 CEST


Chissà… alla fine scopriremo che la sicura previsione della dott.ssa Musti circa la sua “rinomina” da parte del CSM era dettata proprio dalla giurisprudenza del Consiglio di Stato, non importa, poi, che quest’ultimo avesse in origine bacchettato in modo tranchant il CSM e i suoi metodi decisori: ma il Consiglio di Stato non sapeva, e non sa, che l’operato del CSM realizza hegelianamente l’astuzia della Ragione.
Gioacchino Romeo 

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Da: giudegregorio a alice.it
Inviato: giovedì 5 luglio 2018 20:12
A: robertacarotenuto a alice.it
Cc: area a areaperta.it
Oggetto: [Area] R: Re: R: Re: R: R: R: [Nuovarea] Un patto comune tra glielettori ... aggiornamento adesioni

Mi spiace scrivere di nuovo, non vorrei intasare la lista: evidentemente la mia mail (ma questo forse è il limite di questo strumento) non è stata felice nell'esposizione. 
Erano due i concetti che volevo rappresentare, e diversi: uno inerente la vicenda Procura di Modena, e solo perchè richiamata dal collega Mondaini, altro afferente i valori sottesi all'appello, di cui appunto con il collega si stava discutendo.
Per la vicenda Procura Modena, la mia voleva solo essere una sottolineatura di un passaggio che ho colto nel provvedimento del Consiglio di Stato, che pare dare preminente rilievo comunque al pregresso incarico direttivo nella comparazione, tutto qui. 
Spero di aver chiarito.
saluti ancora,
Giuseppe De Gregorio
----Messaggio originale---- 
Da: robertacarotenuto a alice.it 
Data: 5-lug-2018 19.26 
A: "giudegregorio"<giudegregorio a alice.it> 
Cc: <pietro.mondaini a giustizia.it>, <area a areaperta.it> 
Ogg: Re: R: Re: [Area] R: R: R: [Nuovarea] Un patto comune tra gli elettori ... aggiornamento adesioni 

Dimenticavo ... il Consiglio di Stato ha ordinato al CSM di ottemperare nel termine di 20 giorni, pena la nomina di un commissario ad acta. Quindi davvero non comprendevo a quali altri valori potessi riferirti diversi dal non volere eseguire i giudicati. 
Saluti  
Roberta Carotenuto  

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Il giorno 05 lug 2018, alle ore 18:15, giudegregorio < giudegregorio a alice.it> ha scritto: 
Forse non sono stato chiaro, ma non ho scritto, e sicuramente non penso quello che dici. 
Saluti Giuseppe De Gregorio  



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-------- Messaggio originale -------- 
Da: Roberta Carotenuto < robertacarotenuto a alice.it> 
Data: 05/07/18 17:42 (GMT+01:00) 
A: giudegregorio a alice.it 
Cc: pietro.mondaini a giustizia.it, area a areaperta.it 
Oggetto: Re: [Area] R: R: R: [Nuovarea] Un patto comune tra gli elettori ... aggiornamento adesioni 

Caro Giuseppe De Gregorio, ho capito bene che tra i “valori” che tuteli c’è quello di non rispettare i giudicati? Mi sembra che il Consiglio di Stato dica che il CSM ha eluso il giudicato ... 
Saluti  
Roberta Carotenuto 
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Il giorno 04 lug 2018, alle ore 12:26, " giudegregorio a alice.it" < giudegregorio a alice.it> ha scritto: 
Solo una breve notazione (ché non vorrei abusare della lista): l'affaire procura Modena non mi pare problema di correnti, ma di interpretazione da parte del Consiglio di Stato dei dati normativi e regolamentari sul vaglio delle pregresse esperienze, e pare introdurre una opzione sul valore da attribuire a incarichi precedenti che non è proprio in linea con le idee di Area sulla meritocrazia (penso in particolare alla evoluzione culturale in seno al Movimento per la Giustizia poi trasfusa in AREA, sul preminente valore del merito). 
Il punto non è nei valori, credo si possa concordare su questo, ma nella coerenza dei comportamenti di ciascuno di noi: e su questi è innegabile che si debba ancora fare. 
Ancora saluti, 
Giuseppe De Gregorio 
----Messaggio originale---- 
Da: pietro.mondaini a giustizia.it 
Data: 4-lug-2018 11.55 
A: < giudegregorio a alice.it>, < area a areaperta.it> 
Ogg: R: [Area] R: R: [Nuovarea] Un patto comune tra gli elettori ... aggiornamento adesioni 
Solo all’inizio e solo formalmente e non con riferimento all’introduzione del “nuovo sistema meritocratico”, visto che anche Area ha dimostrato di sapersi muovere molto bene in questo sistema (non la faccio lunga, cito solo l’affaire procura di Modena che sta lì a dimostrarlo). Inoltre constato come nell’elenco manchino nomi di “autorevoli” esponenti storici di MD e Movimenti che oggi occupano posti di assoluto rilievo: questa cosa dovrebbe far riflettere. Che poi si dica (come è stato detto), che anche persone di assoluto merito abbiano ricoperto posti apicali non risolve il problema circa il merito comparativo con gli outsiders aspiranti a tali ruoli, né quello della realizzazione e della valorizzazione dei presupposti per le nomine, lasciate alla completa discrezionalità dei capi degli uffici (incarichi vari di referenza settoriale etc.). 
pm 
  
Da:giudegregorio a alice.it [mailto:giudegregorio a alice.it] 
Inviato: mercoledì 4 luglio 2018 11:27
A:pietro.mondaini a giustizia.it; area a areaperta.it
Oggetto: R: [Area] R: R: [Nuovarea] Un patto comune tra gli elettori ... aggiornamento adesioni 
  

Annoto l'adesione, grazie. Ma mi permetto di dissentire sul resto, perlomeno quando scrivi che " i problemi derivano da condizioni la cui realizzazione è stata caldeggiata soprattutto da Area ": qui riferisci ad assetto normativo (le riforme del 2006/2007) estraneo ad Area (che manco esisteva), e anzi a posizione proprio contrarie all'elaborazione in AREA (vedi tema della 'gerarchizzazione' delle procure). 
Sui rapporti personali e altro, speriamo l'appello possa portare a un concreto cambio di rotta. 
Saluti, Giuseppe De Gregorio 
----Messaggio originale---- 
Da: pietro.mondaini a giustizia.it
Data: 4-lug-2018 11.09 
A: <area a areaperta.it> 
Ogg: [Area] R: R: [Nuovarea] Un patto comune tra gli elettori ... aggiornamento adesioni 
Potrei, senza alcun problema, aderire anch’io all’appello ed effettivamente lo faccio. Però mi sento di dire che i problemi derivano da condizioni la cui realizzazione è stata caldeggiata soprattutto da Area, che quindi ha le sue belle responsabilità (che, sono sicuro, emergeranno in queste elezioni in tutta la loro virulenza). 
Nell’impianto costituzionale i giudici (e tale locuzione era estesa ai pubblici ministeri) avevano tutti la stessa dignità professionale e i dirigenti erano soltanto dei primi inter pares (oggi non è più così). Si è poi cominciato a gerarchizzare le procure, poi si è introdotto quello stupido sistema delle valutazioni di professionalità (che comporta, tra le varie cose, che un collega sia “parerizzato” anche dal presidente o dal procuratore) e, quindi, si sono di fatto gerarchizzati anche i tribunali. Questo sistema non attribuisce alcuna garanzia di imparzialità, di merito, di competenze, di trasparenza, di oggettività nei pareri in capo a chi è chiamato ad interferire sulla carriera di ciascuno. 
Questa trasformazione è avvenuta anche nel costume giudiziario: tra colleghi ci si dovrebbe dare del tu, mentre pare che quando ci si rivolge ai direttivi (soprattutto quelli superiori che si differenziano, ricordiamolo, solo in base alle funzioni esercitate), molti usino il lei e il titolo anziché il prenome (è il segno dei tempi). 
In tali condizioni c’era da aspettarselo che molti intendessero migliorare la propria posizione per acquisire un grado di indipendenza sempre maggiore: del resto, penso che il mito dell’indipendenza sia stato uno dei motivi della scelta del nostro lavoro. 
Sta di fatto che il sistema attuale porta ad enfatizzare i rapporti personali diffusi trasformandoli in vere e proprie oligarchie (correnti, conoscenze personali, legami di do ut des, etc.) che producono, una volta strumentalizzati nell’ambito dell’esercizio delle funzioni, delle vere e proprie quanto arbitrarie gerarchie di merito tra magistrati anche per l’interposizione di elementi spuri, quali i rapporti col potere politico (ma anche con l’accademia) e che si trasformano in gerarchie formali ordinamentali. 
Il nuovo sistema non ha certo dato prova di essere migliore del vecchio, quindi occorre riconsiderarlo e, forse, un ritorno al passato non sarebbe poi così male. 
I direttivi  e i cassazionisti di una volta non erano certo peggio di quelli di oggi: c’erano i bravi e gli scarsi allo stesso modo. Solo che oggi sia i bravi che gli scarsi sono degli oligarchi. 
Da leggere, perché sempre attuale, lo scritto di Vladimiro Zagrebelski a questo indirizzo: http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/03/26/le-oligarchie-dei-giri-che-infettano-la.html 
Piero Mondaini G.i.p. Rovigo 
  
  
Da: Area [mailto:area-bounces a areaperta.it] Per conto di Giuseppe Pagliani1
Inviato: mercoledì 4 luglio 2018 09:11
A: 'FALCONE GIORGIO'; area a areaperta.it; 'nuovarea'; mailinglist-anm a associazionemagistrati.com; 'anm-triveneto'
Oggetto: [Area] R: [Nuovarea] Un patto comune tra gli elettori ... aggiornamento adesioni 
  
Dal calendario di Frate Indovino: “gli animi egregi, non cercan privilegi”… 
  
Per quello che vale, aderisco convintamente 
Giuseppe Pagliani 
  
  
Da: Nuovarea [mailto:nuovarea-bounces a nuovarea.it] Per conto di FALCONE GIORGIO
Inviato: venerdì 29 giugno 2018 18:47
A:area a areaperta.it; 'nuovarea'; mailinglist-anm a associazionemagistrati.com; 'anm-triveneto'
Oggetto: [Nuovarea] Un patto comune tra gli elettori ... aggiornamento adesioni 
  
  
Trasmetto il testo indicato in oggetto riportando le sottoscrizioni aggiornate ad oggi. La raccolta delle adesioni prosegue e se dovessi avere dimenticato qualcuno mi scuso e vi prego di contattarmi. 
Giorgio Falcone 
  
  
UN PATTO COMUNE TRA GLI ELETTORI 
  
  
Le recenti notizie giornalistiche relative al concorso per il posto di Presidente del Tribunale di Cremona disvelano – e purtroppo non è la prima volta – condotte che, se confermate, oltre ad assumere possibile rilevanza penale, sarebbero espressione di metodi e sistemi inaccettabili e sintomatiche di un grave problema culturale e morale all’interno della magistratura. 
Non serve certo arrivare a tanto per violare l’art. 10 del Codice Etico dell’ANM che recita testualmente: “Il magistrato non si serve del suo ruolo istituzionale o associativo per ottenere benefici o privilegi per sé o per altri. Il magistrato che aspiri a promozioni, a trasferimenti, ad assegnazioni di sede e ad incarichi di ogni natura non si adopera al fine di influire impropriamente sulla relativa decisione, né accetta che altri lo facciano in suo favore.” 
  
Troppo spesso sentiamo parlare di condotte, solo apparentemente meno gravi, che tuttavia rappresentano altrettante violazioni di doveri fondamentali del magistrato. 
La misura è colma e, da semplici elettori, riteniamo sia giunto il momento di una presa di coscienza in vista dell’assunzione di un impegno collettivo che conduca ad un netto cambio di rotta rispetto ad un “sistema” al quale sin qui nessuno ha avuto davvero la forza e la capacità di sottrarsi. 
  
Un impegno per il cambiamento che chiediamo innanzi tutto a noi stessi. 
  
Per recuperare l’orgoglio del nostro autogoverno, quello che negli anni ha consentito al CSM di ergersi a baluardo dell’indipendenza e dell’autonomia di tutti i magistrati, non possiamo limitarci a pretendere un’assunzione di responsabilità da parte di chi sarà eletto al Consiglio. Dobbiamo adoperarci in prima persona come elettori e come magistrati che intendono condividere le responsabilità di un autogoverno diffuso, favorendo in ogni modo la trasparenza e la leggibilità delle sue scelte. 
  
Per questo, chiediamo a tutti i magistrati, a prescindere dalla loro appartenenza ad una corrente, di sottoscrivere insieme a noi un impegno solenne. 
  
Un impegno a: 
  
1. ripudiare scorciatoie, logiche clientelari e contatti privilegiati che si fondano su rapporti amicali, territoriali o correntizi; 
  
2. pretendere che le nostre domande siano valutate sulla base delle attitudini e del merito e mai in base a logiche di appartenenza o di scambio. 
3. autorizzare la pubblicazione di tutti gli atti e documenti relativi ai concorsi cui decideremo di partecipare per assicurare trasparenza alle decisioni adottate; 
  
4. informarci con costanza sulle decisioni del CSM e pretendere di conoscere le ragioni che le sostengono, pronti a fornire il nostro apporto critico, in modo diretto e trasparente, quando non condividiamo quelle ragioni e a criticare anche aspramente quelle scelte, quando dovessero essere adottate in violazione delle regole o essere frutto di condotte incoerenti o poco trasparenti; 
  
5. svolgere le nostre funzioni e difendere la nostra professionalità senza timori e senza speranze, liberandoci dalla paura del disciplinare e dall’ansia di fare carriera, cooperando per quanto possibile al buon andamento degli uffici in cui operiamo; 
  
6. difendere la nostra autonomia esterna ed interna, contrastando ogni forma di gerarchizzazione negli Uffici, consapevoli che la dirigenza deve essere un servizio e un onere, non un onore; 
  
7. rivendicare con orgoglio e convinzione il perdurante valore del principio costituzionale della pari dignità delle funzioni dando concreta attuazione a quel principio nella quotidianità del nostro lavoro, senza cadere nella spasmodica ricerca di posti più comodi o di presunto prestigio, rifiutando le logiche del carrierismo e la raccolta di incarichi che abbia come solo fine quello di appuntarsi sul petto una “medaglietta”; 
  
8. a non disdegnare il ritorno alle funzioni giudiziarie ordinarie, dopo lo svolgimento di funzioni direttive, invitando fin d’ora il prossimo CSM ad individuare meccanismi che evitino la formazione di una categoria di magistrati che saltano da un incarico dirigenziale all’altro, perdendo il contatto con il lavoro quotidiano nella giurisdizione; 
  
Proponiamo per questo un patto comune che porti al recupero di una responsabilità condivisa tra tutti i magistrati, senza alcuna distinzione, per realizzare un sistema di autogoverno nel quale tutti possiamo riconoscerci. 
  
Invitiamo tutti coloro che intendano aderire a questo patto a sottoscriverlo . 
  
1.      Adriana Piras - Corte d’Appello di Palermo 
2.      Andrea Natale - Tribunale di Torino 
3.      Angela Fantechi - Tribunale di Firenze 
4.      Anna Laura Alfano - Tribunale di Napoli 
5.      Anna Luisa Terzi – Corte d’Appello di Trento 
6.      Antonella Toniolo - Tribunale di Vicenza 
7.      Antonia Pappalardo - Corte d’Appello Palermo 
8.      Carlo Citterio – Corte d’Appello di Venezia 
9.      Concetta Locurto - Ministero della Giustizia 
10.  Costantino De Robbio – Tribunale di Roma 
11.  Cristina Cavaggion – Tribunale di Padova 
12.  Daniela Faraggi - Corte d'Appello di Genova 
13.  Daniela Pischetola - Procura di Genova 
14.  Daniele Cappuccio – Corte d’Appello di Reggio Calabria 
15.  Domenico Santoro - Tribunale di Reggio Calabria 
16.  Domenico Truppa – Tribunale di Bologna 
17.  Donata Costa - Procura di Milano 
18.  Elisabetta Canevini – Tribunale di Milano 
19.  Elvira Vitulli – Procura di Verona 
20.  Emilia Conforti – Tribunale di Roma 
21.  Emilio Gatti – Procura di Torino 
22.  Enrico Manzon – Corte di Cassazione 
23.  Eugenio Albamonte - Procura di Roma 
24.  Federico Manotti - Procura di Genova 
25.  Fernando Sestito - Tribunale di Palermo 
26.  Fiammetta Lo Bianco - Tribunale di Trapani 
27.  Francesco Agnino - Tribunale di Bari 
28.  Francesco Caruso – Tribunale di Bologna 
29.  Francesco Mazza Galanti - Tribunale di Genova 
30.  Francesco Petrucco Toffolo – Tribunale di Pordenone 
31.  Francesco Pinto - Procura di Genova 
32.  Francesco Ponzetta Procura Reggio Calabria 
33.  Furio Cioffi - Corte d’Appello di Napoli 
34.  Gabriella Reillo - Corte D’Appello Catanzaro 
35.  Gianfranco Colace - Procura di Torino 
36.  Giorgio Falcone - Procura di Padova 
37.  Giovanna Ichino - Corte d'Appello di Milano 
38.  Giovanni Antoci - Procura di Termini Imerese 
39.  Giuditta Silvestrini - Corte d’Appello di Bologna 
40.  Giuseppe De Gregorio - Corte d'Appello di Palermo 
41.  Giuseppe Longo - Procura di Genova 
42.  Ilio Mannucci Pacini - Tribunale di Milano 
43.  Laura Donati - Tribunale di Verona 
44.  Loredana Giglio – Tribunale di Perugia 
45.  Luca Minniti – Tribunale di Firenze 
46.  Luca Poniz - Procura di Milano 
47.  Lucia Vignale - Tribunale di Genova 
48.  Luciano Ambrosoli – Tribunale di Brescia 
49.  Luigi Petraccone - Tribunale di Avellino 
50.  Luisa Rossi - Procura di Padova 
51.  Lunella Caradonna – Ministero della Giustizia 
52.  Manuela Fasolato - Procura di Mantova 
53.  Marcello Basilico – Tribunale di Genova 
54.  Maria Cristina Ornano - Tribunale di Cagliari 
55.  Maria Eugenia Oggero - Corte d'appello di Torino 
56.  Maria Laura Paesano – Tribunale di Roma 
57.  Maria Proia - Tribunale di Avezzano 
58.  Marina Pugliese – Tribunale di Genova 
59.  Marcella Frangipani - Tribunale di Pavia 
60.  Marco Bacci - Corte d'Appello di Genova 
61.  Marco Imperato – Procura di Modena 
62.  Maria Proia - Tribunale di Avezzano 
63.  Mario Conte - Corte d’Appello Palermo 
64.  Mario Palazzi – Procura di Roma 
65.  Marta Agostini - Procura di Lamezia Terme 
66.  Marta Correggia - Procura S. Maria C. V. 
67.  Marta Paccagnella - Tribunale di Venezia 
68.  Massimo Francesco Tomassini – Tribunale di Trieste 
69.  Michele Incani – Procura Generale Cagliari 
70.  Natina Pratticò – Tribunale di Castrovillari 
71.  Nella Ciardo - Tribunale di Palermo 
72.  Nicola Aiello - Tribunale di Palermo 
73.  Nicola Lariccia – Corte d’Appello di Lecce 
74.  Nicola Scalabrini – Procura di Bologna 
75.  Paola Belsito – Tribunale di Firenze 
76.  Paola Marino - Tribunale di Palermo 
77.  Paolo Ielo – Procura di Roma 
78.  Paolo Lepri - Tribunale di Genova 
79.  Pasquale Profiti – Procura di Trento 
80.  Piera Gasparini - Tribunale di Milano 
81.  Pier Carlo Di Gennaro – Procura Generale di Genova 
82.  Pierpaolo Bortone – Tribunale di Latina 
83.  Ranieri Miniati - Procura di Genova 
84.  Renza Cescon - Procura di Palermo 
85.  Riccardo Merluzzi - Tribunale di Trieste 
86.  Roberto Arata - Tribunale di Torino 
87.  Roberto Braccialini – Tribunale di Genova 
88.  Roberto Carta – Corte d’Appello di Genova 
89.  Rosa Bia – Tribunale di Matera 
90.  Rosanna Casabona - Procura di Messina 
91.  Sergio De Luca - Tribunale di Sassari 
92.  Stefano Celli - Procura di Rimini 
93.  Stefano Manduzio- Tribunale di Venezia 
94.  Stefano Musolino - Procura di Reggio Calabria 
95.  Tiziana Paolillo - Procura Tribunale Minorenni di Genova 
96.  Vartan Giacomelli – Tribunale di Ferrara 
97.  Vincenzo Sgubbi - Corte d’Appello di Venezia 
  
  
  


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