[Area] R: R: R: fiesoli

Francesco Ponzetta francesco.ponzetta a libero.it
Mer 11 Lug 2018 23:58:51 CEST


Correggetemi se ho capito male.
La cassazione accoglie il ricorso della Procura generale avverso un capo
della sentenza di appello che aveva riqualificato il concorso in violenza
sessuale una originaria condanna per violenza sessuale di gruppo, ed
annulla con rinvio anche gli aumenti di pena per la continuazione per gli
altri reati, in quanto se in sede di rinvio venisse riconosciuto il delitto
di cui all'art. 609 *octies* c.p., questo diventerebbe il delitto più grave
ai fini dell'applicazione dell'istituto di cui all'art. 81 c.p.
Rigetta i ricorsi dell'imputato.
Il quale, condannato in primo e secondo grado e rigettata la sua
impugnazione in cassazione, viene scarcerato.
E viene scarcerato sulla motivazione che, sebbene sia certo ed
incontestabile che sarà condannato ad una pena detentiva nel giudizio di
rinvio, e sia certo ed incontestabile che tale pena non potrà essere
inferiore a quella inflittagli in appello, tuttavia poiché oggetto
dell'annullamento è stato un capo della sentenza e tutti gli altri
limitatamente al trattamento sanzionatorio, non vi è alcun capo che possa
dirsi integralmente passato in giudicato e la Cassazione non ha indicato il
concreto ammontare di pena che può dirsi passato in giudicato.
Sempre su presupposto che abbia capito bene, allora faccio mie le garbate
ed ammirevoli parole del collega Celli, e vi aggiungo il timore per la
tenuta stessa del patto sociale fra i cittadini, nel ricordo che nella
prima pagina del mio manuale di diritto privato vi era scritto che il
diritto esisteva *ne cives ad arma ruant.*
Francesco Ponzetta
p.s.: oggi poco più del 30% dei magistrati italiani ha votato per il
collega Davigo.
Non c'entra niente.
Forse.

Il giorno mer 11 lug 2018 alle ore 17:04 Ornella Galeotti <
ornella.galeotti a giustizia.it> ha scritto:

> Allego la sentenza della cassazione – che  consta di 295 pagine – che
> contiene  pag. 292 e ss. il dispositivo. Segnalo che a pag. 210 si
> enunciano le ragioni dell’annullamento con rinvio per il solo capo K).
> L’imputazione  consta di  44 pagine, capi  a- v.
>
> Se interessa invio anche questa  e le sentenze di primo e secondo grado.
>
> Ornella Galeotti
>
>
>
> *Da:* Area [mailto:area-bounces a areaperta.it] *Per conto di *Soffio - MG
> *Inviato:* mercoledì 11 luglio 2018 08:54
> *A:* 'Stefano Celli'; area a areaperta.it
> *Oggetto:* [Area] R: R: fiesoli
>
>
>
> *E credo fermamente che, fermo restando quel che dice Ferrajoli, che la
> società civile ci interpelli sempre, perché bisogna capire se chi ci
> critica (o ci approva) può avere una ragione. Insomma io non inseguo il
> consenso, ma se mi dicono che sbaglio cerco di capire se ho fatto bene o
> no. Sia che me lo dica il giudice, sia che venga criticato dal popolo. E
> ovviamente cerco i fondamenti delle mie ragioni nel diritto, mai nel
> consenso (altrimenti mi candiderei al parlamento).*
>
> Ineccepibile. Condivido pienamente.
>
> rossella
>
>
>
> *Da:* Area [mailto:area-bounces a areaperta.it] *Per conto di *Stefano Celli
> *Inviato:* martedì 10 luglio 2018 18:01
> *A:* area a areaperta.it
> *Oggetto:* Re: [Area] R: fiesoli
>
>
>
> Beh, questa volta dissento da Lucia, pur con tante precauzioni.
>
> Trascrivo un paio di passaggi dell'ordinanza che Ornella ci ha inviato:
>
> Il senso dell'affermazione è che è eseguibile la pena che sia stata
> determinata
> e non anche quella che sia già determinabile, sia pure in modo certo, ma
> non
> ancora applicata specificamente.
>
> e ancora
>
> Il fatto che il risultato finale non potrà consistere in una pena
> inferiore a
> quella ora posta in esecuzione non significa che la pena sia stata già
> definita.
>
> La decisione sarà anche ineccepibile, ma cozza contro il buon senso. Che
> non c'entra nulla con il sentir della maggioranza, che può essere una
> maggioranza dissennata.
>
> Non vedo, nell'accorato sfogo di Ubaldo Nannucci, un'invocazione del
> meccanismo stigmatizzato da Ferrajoli.
>
> E credo fermamente che, fermo restando quel che dice Ferrajoli, che la
> società civile ci interpelli sempre, perché bisogna capire se chi ci
> critica (o ci approva) può avere una ragione. Insomma io non inseguo il
> consenso, ma se mi dicono che sbaglio cerco di capire se ho fatto bene o
> no. Sia che me lo dica il giudice, sia che venga criticato dal popolo. E
> ovviamente cerco i fondamenti delle mie ragioni nel diritto, mai nel
> consenso (altrimenti mi candiderei al parlamento).
>
> Non si tratta di condannare a morte o a trent'anni piuttosto che a dieci;
> non si tratta di assolvere l'imputato, in assonanza/dissonanza con la
> pubblica opinione o i potenti.
>
> Penso che sia singolare affermare che "il risultato finale non potrà
> consistere in una pena inferiore"(vedi sopra) e poi negare che questa pena
> sia stata (almeno per quella parte) definita.
>
> Questo, per me, è un formalismo. Che non mi piace, sia che Salvini, Di
> Maio, Bersani, Renzi, Orlando, Berlusconi, Fico e persino Mattarella siano
> consenzienti oppure no.
>
> E forse è pure sbagliato, ma io di esecuzioni capisco poco, quindi ...
>
> Stefano
>
>
>
>
>
> Il 10/07/2018 13:35, Lucia Vignale (Esterna) ha scritto:
>
> Da “Giurisdizione e consenso” di Luigi Ferrajoli:  deve “*esserci un
> giudice capace, per la sua indipendenza, di assolvere un cittadino in
> mancanza di prove della sua colpevolezza, anche quando il sovrano o la
> maggioranza della pubblica opinione ne chiedono la condanna, e di
> condannarlo in presenza di prove quando i medesimi poteri ne pretendono
> l'assoluzione*”.
>
> Io proprio non so nulla del caso Fiesoli, ma la mail di Ubaldo Nannucci mi
> ha subito richiamato alla mente la citazione che ho trascritto.
>
> Io credo che questa frase di Ferrajoli  sia ancora valida e lo sia oggi
> più che mai  perché l’indipendenza e l’autonomia dei Magistrati ha
> fondamento nel carattere *non consensuale né rappresentativo della loro
> legittimazione*.
>
> Cari saluti a tutti
>
> Lucia Vignale
>
>
>
> *Da:* Area [mailto:area-bounces a areaperta.it <area-bounces a areaperta.it>] *Per
> conto di *u.nannucci a alice.it
> *Inviato:* martedì 10 luglio 2018 09:26
> *A:* area a areaperta.it
> *Oggetto:* [Area] fiesoli
>
>
>
> la scarcerazione di rodolfo fiesoli rivela che c’è qualcosa di sbagliato
> nella amministrazione della giustizia. quando le decisioni giudiziarie
> suscitano riserve, anzi indignazione nella società civile, vuol dire che
> c’è qualcosa di aberrante nel nostro modo di amministrare giustizia. il
> giudice è percepito come padrone della giustizia, non come organo
> indipendente che applica la legge. e non basta nascondersi dietro
> formalismi tecnici, che ignorano il senso vero della giurisdizione. se la
> giustizia è amministrata in nome del popolo, non possono i suoi sacerdoti
> suscitare scandalo. quando i fatti sono accertati in termini di ragionevole
> certezza, l’applicazione della pena è un dovere istituzionale. neanche la
> cassazione se ne può sciogliere, se non vuol diventare un legislatore
> libero di inventarsi sentenze creative. come recenti e molteplici
> decisioni, spesso tra loro contradditorie, rivelano
>
> ubaldo nannucci
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