[Area] L'autrice del post sullo smalto alle unghia di Josepha: “Twittare è il mio lavoro. Mi finanzia CasaPound”

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Gio 26 Lug 2018 14:46:44 CEST


  

L'autrice del post sullo smalto alle unghia di Josepha: "Twittare è
il mio lavoro. Mi finanzia CasaPound" 

| di Andrea Palladino, La Stampa
- 25.07.2018 

Francesca Totolo: «Non sono una politica ma una patriota»


Francesca Totolo, 41 anni. Si definisce «ricercatrice indipendente»,
mai stata giornalista. Studi di economia e un passato nel modo della
moda. La storia delle unghie laccate di Josepha, lanciata su Twitter lo
scorso fine settimana l'ha raccontata lei, con tweet divenuti
rapidamente virali. 

«Il mio primo post è della sera di sabato 21
luglio. Però mi lasci chiarire, per me i migranti sono le vittime, ma
sono anche strumenti di propaganda. Sia da una parte che dall'altra,
questo non lo nego, ma sono stati strumenti di propaganda per i no
border, per chi è a favore della migrazione». 

Come è nata questa
storia delle unghie laccate? 

«Io ho visto il servizio al TG5, da cui
ho preso lo screenshot delle unghie di Josepha con lo smalto. Ma nel mio
primo tweet non ho mai detto quello che poi mi hanno contestato, parlavo
di due ipotesi: o lo smalto lo aveva già o le è stato messo a bordo. Un
fatto curioso, no?». 

Da più di un anno lei scrive di migrazione e
contro le Ong su twitter. Che esperienza ha in questo settore?


«Autodidatta. Per la conoscenza delle terminologie marittime ho fatto
vela e windsurf. Ho studiato economia, poi ho iniziato a fare l'ufficio
stampa nel settore moda. A quarant'anni ho deciso di reinventarmi, di
fare qualcosa per il mio Paese». 

Esperienza politica? 

«Nessuna,
assolutamente nessuna. Mi definisco una patriota». 

Su Twitter ha
stretti legami con alcuni account anonimi, specializzati su questi temi.
Come li ha conosciuti? 

«Ci siamo conosciuti in rete, ho trovato
interessanti i loro tweet». 

Chi sono? 

«Uno di loro so chi è, ma non
posso dirlo, per mantenere riservata la mia fonte. Io ci metto nome e
cognome, perché oggi questa è la mia attività lavorativa. Mi creda,
lavoro 18 ore al giorno sulla rete...». 

Un vero e proprio lavoro. Chi
la paga? 

«Collaboro principalmente con il Primato Nazionale, anche se
ho altri progetti che a settembre diventeranno pubblici, con un editore
italiano». 

Quindi il finanziamento della sua attività viene dal
giornale di CasaPound? 

«Sì». 

Mai attivato raccolte fondi online,
come fanno molti blogger? 

«Mi basta quello che guadagno, per ora...».


È stata intervistata per cinque volte dall'edizione internazionale in
inglese di Sputnik news, l'agenzia di stampa russa sospettata di fare
propaganda putiniana in Occidente, sul tema Soros, Orban e Ungheria.
Come è entrata in contatto con loro? 

«Mi hanno contattata loro quando
pubblicai riguardo Soros, poi tradotto in sette lingue e diffuso dal
sito ZeroHedge. Presumo che mi abbiano conosciuta lì. Sono stata
contattata sia dalla redazione di Mosca che da Sputnik Gran Bretagna».


Lei è autrice di veri e propri dossier sulla Open Society Foundation
di Soros. Quando ha iniziato? 

«Quando Soros, lo scorso anno, è
arrivato in Italia a far visita a Gentiloni. Io sono molto brava a
consultare bilanci, così ho approfondito questo filone. Poi le
informazioni si trovano, è tutto pubblicato, la Open Society Foundation
è la più trasparente, non c'è nulla di occulto». 

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Saluti. Anna
Venturieri (insegnante in pensione)   


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