[Area] Caso Nave Diciotti: scoop del quotidiano avvenire

marioardigo marioardigo a yahoo.com
Sab 25 Ago 2018 08:03:23 CEST


Segnalo lo scoop di Avvenire sul caso degli stranieri imbarcati su Nave Diciotti, con una notizia che non ho trovato su altre fonti e non ripresa da altri giornali (evidentemente Avvenire, come in passato, dispone di fonti esclusive). La riporto di seguito. Riguarda anche la posizione della politica nei nostri confronti. Trascrivo in fondo il pezzo copiandolo dal sito web Avvenire.it e lo sintetizzo di seguito.
 Secondo l'inchiesta di Avvenire,  gli stranieri vennero prima soccorsi in mare, in acque internazionali a 17 miglia nautiche da Lamoedusa, da due motovedette della Guardia costiera che avrebbero potuto raggiungere velocemente Lampedusa. Venne invece dato ordine (verosimilmente dal Comando di Roma ma su disposizioni dell'Amministrazione delle Infrastrutture) di trasbordarli su Nave Diciotti, molto più grande e attrezzata per soggiorni più lunghi, nelle condizioni però che le foto diffuse nei giorni scorsi hanno documentato. Dopo la notizia dell'iscrizione a mod.44 di un procedimento di indagini preliminari presso la Procura di Agrigento, venne dato ordine a Nave Diciotti di raggiungere il porto di Catania, passando davanti senza fermarsi a quelli di Augusta e di Pozzallo, sui quali sono competenti le Procure di Ragusa e Siracusa. Avvenire fa un'inquietante ipotesi sulla ragione della scelta porto di Catania, che spiegherebbe alcune dure reazioni da parte amministrativa e altrove alle recenti iniziative della Procura di Agrigento, che non si è spogliata della competenza territoriale per le ipotesi di reato di arresto illegale e sequestro di persona.
 In sostanza, il "caso Diciotti", secondo la ricostruzione di Avvenire, sarebbe stato programmato, compresa la lunga permanenza a bordo dei civili trasportati. Sarebbe interessante conoscere la versione governativa in merito.
Mario Ardigò 



Retroscena. Nave Diciotti, c'era un piano per creare lo scontro
Nello Scavo venerdì 24 agosto 2018 
Trasbordi, omissioni, dirottamenti e «ordini» via web. Aperte 3 inchieste. E già mercoledì l'equipaggio aveva presagito «che non sarebbe stata una cosa breve».
   

C’era un piano per creare un caso internazionale sui migranti. Un progetto per mettere tutti contro tutti. Lo stallo della Diciotti non è un inconveniente dettato dall’emergenza. «Lo abbiamo capito la settimana scorsa, mercoledì sera, quando ci è stato chiesto di andare in supporto di due motovedette – riferiscono fonti dell’equipaggio dall’ammiraglia della Guardia costiera –. Chiaro, a quel punto, che non sarebbe stata una traversata breve e saremmo andati per le lunghe». È in quel preciso momento che il sospetto si materializza sotto forma di ordini via radio. E di omissioni. «Abbiamo ricostruito con il comandante l’origine di questa situazione - racconta Riccardo Magi, leader dei Radicali Italiani salito a bordo della Diciotti -. Da una parte l’indicazione del ministro Toninelli e poco dopo la posizione del Viminale, appresa via web dal comandante ». Via social network, per la precisione.

Una situazione senza precedenti per dei militari abituati a ricevere e impartire ordini inequivocabili. Ed è questo uno dei passaggi su cui dovrà lavorare la procura di Agrigento. Tanto che, non sapendo cosa sarebbe accaduto dopo essere stato dirottato da Lampedusa a Catania, il comandante ha fermato i motori al largo del porto etneo in attesa di conferma da parte dei superiori. «Il comando generale gli ha ordinato di attraccare, ma senza consentire lo sbarco», riferisce Magi. 

Mercoledì della scorsa settimana, un’imbarcazione con 190 persone in fuga dalla Libia si trovava in zona Sar (ricerca e soccorso) maltese. Alle 3.40 due unità della Guardia Costiera italiana sono intervenute a 17 miglia nautiche da Lampedusa caricando i migranti. Circa cinque ore dopo, alle 8.20, è intervenuta la nave Diciotti a cui era stato chiesto di trasbordare tutti i 177 naufraghi. Le due motovedette, come accaduto per anni, avrebbero potuto dirigersi verso Lampedusa in condizioni di sicurezza, invece è arrivato l’ordine di trasferire i migranti sulla nave ammiraglia, in grado di ospitare un cospicuo numero di persone per un lungo periodo di tempo. 

Non è l’unica anomalia. Quando Diciotti si trovava nei pressi di Lampedusa (sotto la giurisdizione della procura di Agrigento) i magistrati hanno aperto un’inchiesta, ma a questo punto l’unità di soccorso viene dirottata su Catania, oltrepassando porti come Pozzallo e Augusta, su cui hanno competenza le procure di Ragusa e Siracusa, che già in passato hanno bocciato la linea del procuratore catanese Zuccaro. Qui, però, arriva il colpo di scena. Luigi Patronaggio, procuratore capo di Agrigento, si reca di persona a Catania e compie un’ispezione a bordo della Diciotti. Il reato di illecito trattenimento e di sequestro di persona – una delle ipotesi su cui Agrigento sta lavorando – possiede infatti la “continuità territoriale”. La competenza investigativa, dunque, rimane radicata alla procura che per prima ha aperto il fascicolo. Una circostanza presagita dal comandante della Diciotti,  Massimo Kothmeir, che alla vista di Catania aveva domandato ai suoi superiori: «Che devo fare? Devo entrare in porto o no? Non è che mi mettono i braccialetti d’argento?». Parole espresse, non senza sconcerto, dopo aver letto su un social network che il Viminale non autorizzava lo sbarco nonostante il via libera all’attracco del ministero per le Infrastrutture. 

Sono tre le Procure siciliane che indagano. La Dda di Palermo ha aperto un fascicolo in cui si ipotizza l’associazione a delinquere «finalizzata al traffico di migranti » e l’associazione a delinquere «finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina». Nell’indagine, che per legge spetta alla direzione distrettuale essendo prospettati reati di criminalità organizzata, sono confluite le testimonianze dei richiedenti asilo fatti sbarcare subito a Lampedusa per ragioni sanitarie. 

La procura di Agrigento, invece, indaga a carico di ignoti per sequestro di persona e arresto illegale, poiché i migranti sono ancora trattenuti “in custodia” da un mezzo militare italiano senza che sia stato chiesto a un giudice l’autorizzazione al prolungamento del loro trattenimento (che normalmente non dovrebbe superare le 48 ore). Oggetto dell’inchiesta è anche risalire nella catena di comando a chi, disponendo l’obbligo di non lasciare la Diciotti, stia illegittimamente limitando la libertà personale dei migranti, molti dei quali (almeno i 130 eritrei) sono quasi certamente beneficiari dei diritti di protezione internazionale. Qualora i magistrati accertassero responsabilità di componenti del Governo il fascicolo dovrebbe passare al tribunale dei ministri che agisce con i poteri che il vecchio codice di procedura penale riconosceva al giudice istruttore. Contrariamente a quanto speravano i sostenitori della linea dura, il procuratore di Catania Carmelo Zuccaro non se ne è stato a guardare ed ha aperto un fascicolo di 'atti relativi': accertamenti preliminari per vedere se siano ipotizzabili reati e che potrebbero poi portare alla apertura di un’inchiesta vera e propria. «Se qualcuno pensa di arrestarmi sbaglia a capire», ha risposto Matteo Salvini, adducendo più che ragioni di diritto, la minaccia della piazza: «C’è la maggior parte del popolo italiano che chiede ordine, regole, rispetto e un’immigrazione sotto controllo».



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