[Area] Trattare le persone in mani nostre secondo la legge

mario ardigo marioardigo a yahoo.com
Gio 6 Set 2018 08:46:12 CEST


 Tra "Accogliere tutti" e "Trattare secondo la legge le persone in mano nostra" c'è una bella differenza. Il secondo obiettivo, oltre che doveroso in democrazia, è molto più alla nostra portata.  Nemmeno il popolo può fare ciò che vuole delle persone: è un "sovrano" limitato dalla Costituzione. E la Costituzione, oltre che limiti di carattere umanitario ne pone di legali: per fare certe cose degli e agli altri occorre una legge. La Costituzione ci obbliga a rispettare i trattati internazionali, altri tipi di accordi internazionali e il diritto europeo, in particolare nell'occuparci della gente caduta in mani nostre.   Se fosse consentito di fare agli altri tutto ciò che si vuole, oggi magari toccherebbe a loro e un domani a noi stessi. "Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te": la regola d'oro.   La legge stabilisce come trattare anche chi commette illeciti o, comunque, è in posizione irregolare. C'è, ad esempio, un ordinamento penitenziario che stabilisce delle condizioni minime di vivibilità della detenzione. In Costituzione c'è un principio molto importante in questa materia, all'art.27, 2° comma, del codice pena, secondo cui è vietato sottoporre chi non è in regola a trattamenti contrari al senso di umanità. Un principio umanitario che è diventato legge fondamentale dello stato, che vale anche per i malati (art.32 della Costituzione). Ne possiamo ricavare un principio ancora più generale: chiunque cada nelle mani dei pubblici poteri deve essere trattato con umanità.   Chi presidia quei principi? E' compito del popolo, di tutto il popolo, fin dai bambini. Si può essere disumani anche da bambini, come tutti ben ricordiamo. C'è quindi un problema di formazione. Deve trattarsi di formazione permanente, perché altrimenti si tende a dimenticare.  In democrazia, non c'è ragion di stato che tenga. Il principio umanitario è un limite generale di sistema. Chi lo viola colpisce al cuore  il sistema. Non può esistere, infatti, una democrazia disumana. La paura ci fa  a volte pensare che la democrazia sia un lusso che ormai non possiamo più permetterci. Questo ci rende già più poveri. La democrazia è prima di tutto una conquista culturale, dell'animo umano.  Che cos'è questa paura che ci prende? Abbiamo vissuto momenti ben più peggiori e siamo sopravvissuti. Non siamo caduti sotto il dominio di una potenza straniera, come accadde tra il '43 e il '45, che ci trattava disumanamente. Non ammazzano per strada una persona al giorno, come in certi periodi degli anni '70 che ho vissuto da ragazzo. E allora? Mario Ardigò 
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