[Area] Carlo Maria Verardi

Gianfranco Gilardi gianfrancogilardi a gmail.com
Sab 15 Set 2018 01:28:17 CEST


     E’ il giorno di Carlo Maria Verardi.

     Chiunque l’abbia conosciuto, chiunque lo abbia ascoltato o ne abbia
letto gli scritti, chiunque abbia sentito parlare di lui nelle rievocazioni
che ne sono state fatte, non potrà dimenticare Carlo.

     Ma non l’avremo ricordato abbastanza se il suo pensiero ed il suo
esempio non si tradurranno in azioni concrete: nel confronto sereno e
costruttivo, alieno dall’arroganza e dall’insolenza e  sempre attento alle
ragioni dell’interlocutore anche quando sono in gioco i temi più aspri e
delicati; nella pratica concreta della soggezione del giudice  (non ai
comandi o ai gradimenti, esterni o interni alla magistratura, ma) solo alla
legge, quale cardine del sistema democratico e garanzia che la
giurisdizione verrà esercitata a favore di tutti e nei confronti di tutti
senza distinzione; nella “*costante tensione tra valori* “ che nella
giurisdizione si esprimono e trovano in essa “*il luogo di visibilità, di
conflitto e di possibile affermazione…sul metro dei principi della
Costituzione e dei diritti fondamentali sanciti a livello internazionale*”;
nella partecipazione al dibattito pubblico per ribadire in ogni occasione
la dignità della persona quale valore supremo insuscettibile di mediazioni
o compromessi. E proprio in un dei suoi ultimi interventi, Carlo non mancò
di dichiarare il suo “orgoglio di stare dentro Magistratura Democratica”
soprattutto quando il gruppo si dimostra capace di "uscire fuori dallo
steccato della giurisdizione e di parlare ai cittadini", con uno stile
quanto più semplice e pacato, usando "le armi della cultura giuridica" e
"dell'impegno personale".

     Oggi che da più parti l’associazionismo giudiziario è sottoposto ad
attacchi, anche tra i magistrati, tornano quanto mai attuali le parole con
le quali egli osservava che “combattere la marginalizzazione del ruolo
della magistratura, il suo isolamento culturale; difendere l'indipendenza
interna"  da ogni forma di autoritarismo; “tutelare l'immagine di chi è
aggredito perchè osa toccare i santuari del potere; rendere ancora più
visibile il nostro contrasto alle derive lottizzatorie dell'utogoverno: è
questo il solo possibile antitodo al riflusso, dei giovani e degli* anziani*
”.

     L’associazione, che ha preso il nome di “Fondazione Carlo Maria
Verardi” ed è nata con l'intento di porsi come "un'azione positiva a favore
dei valori fondamentali della persona, un nucleo di resistenza e
aggregazione...  per accrescere la tutela dei soggetti più deboli e
indifesi",  riprendendo recentemente la propria attività ha partecipato ad
iniziative sui temi dell’immigrazione, della precarietà del lavoro e dello
sfruttamento lavorativo.

     Il prossimo evento cui prenderà parte, promosso da Libera Bologna e
rivolto a 4/6 classi di scuole secondarie bolognesi di secondo grado, ha
per titolo “Capolarato e sfruttamento lavorativo”, e si propone di avviare
un percorso di formazione intorno alla tematica del lavoro, alla luce degli
articoli della Costituzione e della realtà concreta, in cui desideri ed
aspettative sono costrette ad incrociarsi anche con le attività illegali
delle mafie che privano i lavoratori dei loro diritti.

      La Fondazione darà il proprio contributo.  Ma essa potrà
sopravvivere, come tassello della molteplice trama di luoghi di riflessione
che nonostante tutto animano ed alimentano la società civile, solo se
riceverá un sostegno ed una partecipazione allargati e duraturi, e si darà
concretezza in questo modo al ricordo di Carlo Maria Verardi.

Gianfranco Gilardi
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