[Area] Magistrati scomodi

[Celli Stefano]

Felice sei sempre molto preciso, ma forse stavolta meno.
Il riconoscimento non coincide solo con la nomina, ma anche con un voto (o 2 o 3), nella fattispecie dei laici. E siccome questi sono chiamati al consiglio anche per rappresentare le diverse ispirazioni od orientamenti, tanto che non sono mai tutti espressione della maggioranza che li elegge, forse anche un solo voto sarebbe stato un riconoscimento.
Stefano

Il giorno 16 set 2018, alle ore 16:14, thorgiov <thorgiov a libero.it<mailto:thorgiov a libero.it>> ha scritto:


Come sarebbe a dire che "l'autonomia e l'indipendenza di un magistrato non meritano riconoscimenti" ? Per te, se un magistrato non ottiene un qualsiasi posto di vertice è un giudice dimezzato ? Il riconoscimento della validità del suo lavoro non dovrebbe essere costituito dalla conferma delle sue richieste o delle sue decisioni? Un magistrato, quando opera, non dovrebbe nè temere nè sperare alcunchè, altrimenti non è autonomo. La questione delle nomine è cruciale per l'indipendenza, innanzitutto interna, della magistratura. Questa mentalità, su cui si fondano le carriere, deve cambiare una volta per tutte. Auspico che l'ANM si faccia promotrice presso il potere politico di una iniziativa per la introduzione di una vera temporaneità delle funzioni direttive e semidirettive, nel senso che questa diventi assoluta. Così finalmente finirà la ricerca ossessiva dell'appoggio della corrente di appartenenza per conseguire e soprattutto per mantenere l'incarico. Ma ovviamente il mio auspicio è una illusione.

FELICE  PIZZI  ( Giudice del contenzioso del Tribunale di Napoli Nord )

Il 16/09/2018 15:47, Vignale Lucia ha scritto:
L'aver condotto con successo alcune delle più importanti indagini che hanno impegnato la Procura di Genova negli ultimi vent'anni - dal caso Bilancia all'inchiesta sui fatti della Diaz -  non ha consentito ad Enrico Zucca,  candidato per il posto semidirettivo di Avvocato Generale a Genova, di ottenere un solo voto dai componenti laici del CSM e anche fra i togati  i voti in suo favore non sono stati più di sette.
I dirigenti  condannati per i fatti della Diaz restano  in posizioni apicali nella Polizia italiana, ma l'autonomia e l'indipendenza di un magistrato non meritano riconoscimenti.

A me non resta che esprimere grande disagio e profonda amarezza.

Lucia Vignale


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