[Area] I: [Mailinglist-anm] Polonia. Encj: il Consiglio di Giustizia non è un'istituzione indipendente

Mariarosaria Guglielmi mariarosaria.guglielmi a giustizia.it
Mar 18 Set 2018 19:47:18 CEST


 

 

Da: Mariarosaria Guglielmi [mailto:mariarosaria.guglielmi a giustizia.it] 
Inviato: martedì 18 settembre 2018 19:45
A: mailinglist-anm a associazionemagistrati.com
Oggetto: [Mailinglist-anm] Polonia. Encj: il Consiglio di Giustizia non è
un'istituzione indipendente

 

L’Assemblea Generale della Rete dei Consigli di Giustizia (ENCJ), riunita a
Bucharest, ha deciso ieri di sospendere il Consiglio di Giustizia della
Polonia ( KRS), membro fondatore della Rete.

E’ una decisione senza precedenti: il Consiglio turco (HSYK ), sospeso
dall’Encj l’8 dicembre 2016, aveva infatti la posizione di osservatore. 

Come nel caso della Turchia, l’Encj ha preso atto degli effetti negativi, e
per ora irreversibili, prodotti dalle riforme sull’indipendenza del sistema
giudiziario e sulla funzione  del Consiglio di Giustizia.

La sospensione è stata proposta all’unanimità dai componenti dell’executive
board ( di cui fa parte il nostro Consiglio). Nella motivazione si evidenzia
che il KRS non ha più i requisiti statutari di appartenenza alla Rete, che
sin dalla sua costituzione, nel 2004, ha la funzione di promuovere il ruolo
dei  Consigli di Giustizia nella tutela dell’indipendenza dei sistemi
giudiziari: il processo di riforma della giustizia, avviato in Polonia a
partire dal 2015 dal partito al governo “Diritto e giustizia” ha accresciuto
i poteri dell’esecutivo sul sistema giudiziario e, dopo le modifiche
strutturali dovute alla legge del 2018, il KRS non può più considerarsi
istituzione indipendente dal potere esecutivo e legislativo né istituzione
in grado di sostenere il sistema giudiziario nell’esercizio indipendente
della giurisdizione.

Come evidenziato dalla proposta di sospensione, gravi e non dimostrate sono
le ragioni addotte dal governo per giustificare le riforme, a cominciare
dalla necessità di riportare il sistema giudiziario sotto “il controllo
democratico” perché i giudici sono uno “stato nello stato” e,molti, corrotti
o ex comunisti.

Sul merito delle riforme, la proposta richiama, fra l’altro, la legge che
attribuisce il ruolo di capo dell'ufficio del Pubblico Ministero al Ministro
della Giustizia, che ordina indagini contro i giudici che emettono sentenze
che non approva, e contro i giudici che criticano le riforme; le leggi sulle
nomine nella Corte costituzionale, che la Corte Suprema, le associazioni di
giudici e una larga parte dei 10.000 giudici polacchi non considerano più
custode della Costituzione; la legge che attribuisce la nomina dei membri
togati del KRS al Parlamento e quella che consente al Ministro della
giustizia di licenziare e nominare i dirigenti dei tribunali senza la
proposta vincolante del KRS precedentemente richiesta ( misure che hanno
prodotto in un periodo di sei mesi il licenziamento – senza giustificazioni-
di più di 150 dirigenti di cui 10 su 11 presidenti delle corti d'appello);
le riforme per la Corte Suprema (in particolare quella sull’età pensionabile
che riguardava 27 dei 72 giudici in carica e la riduzione del termine
dell’incarico del Primo Presidente e quella che ha istituito un sistema di
revisione discrezionale di decisioni passate in giudicato negli ultimi 20
anni). 

Come ha sottolineato l’ANM nella nota del 9 dicembre 2017, il livello
dell’interferenza politica sul sistema giudiziario, che intende soggiogare
la magistratura all’esecutivo, rappresenta  una prospettiva inaccettabile
che calpesta i principi fondanti della stessa Unione europea.

Con la situazione di crisi sistemica dello stato di diritto che si è
prodotta in Polonia si allarga lo scenario di un più generale processo di
regressione democratica particolarmente insidioso, che spesso rispetta
formalmente le procedure della democrazia e si realizza con processi di
revisione costituzionale.

Un arretramento che si è realizzato anche in Turchia e in Ungheria, mentre
segnali preoccupanti dello stato di tensione per la giurisdizione e i
sistemi giudiziari vengono da altri paesi, come la Romania e la Bulgaria. 

E’ sempre più importante in questo contesto un impegno comune a difesa dello
Stato di diritto e dei suoi principi, come l’indipendenza dei sistemi
giudiziari, quale valore posto a fondamento dell’Unione, contro il ritorno
di una visione che in nome della sovranità statale e dell’identità nazionale
rivendica l’insindacabilità delle scelte “interne” che riguardano l’assetto
costituzionale e l’equilibrio fra i poteri.

Mariarosaria

 

-------------- parte successiva --------------
Un allegato HTML è stato rimosso...
URL: <http://mail.areaperta.it/mailman/private/area_areaperta.it/attachments/20180918/1553013d/attachment.html>
-------------- parte successiva --------------
È stato filtrato un testo allegato il cui set di caratteri non era
indicato...
Nome: ATT00017.txt
URL: <http://mail.areaperta.it/mailman/private/area_areaperta.it/attachments/20180918/1553013d/attachment.txt>


Maggiori informazioni sulla lista Area