[Area] R: Fw: [Mailinglist-anm] A. Mirenda su Corriere di Verona

carlocitt a alice.it carlocitt a alice.it
Sab 6 Ott 2018 14:04:29 CEST


Riflessione sparsa da pausa di lavoro sabatino incasinato.
La nota esperienza della circolarità probatoria applicata alla diffusione delle idee: io cito una tua bella intervista, tu citi un mio interessante articolo, io cito un tuo interessante articolo, tu citi una mia bella intervista, e questo diviene pensiero, bello e interessante, che si vorrebbe rappresentativo di almeno quattro persone, rappresentative e autorevoli perché taluna stampa  ha dato loro spazio.
E vale anche per articoli e interventi di vari già-magistrati, il cui titolo passato è valorizzato come segno di autorevolezza del pensiero, a prescindere dalle storie personali (naturalmente lo stesso titolo in atto varrebbe poco meno di zero, in quanto contaminato dalle nefandezze che a tal titolo/funzione ha condotto, sempre salvi i destinatari di occasionali interventi dello Spirito Santo).
Ancora. il contatto continuativo tra persone e tra le stesse persone e certa stampa è per caso, e inevitabilmente, azione politica collettiva (perchè cambiano le sigle ma le persone sempre sono le stesse, come da delegazione dei 108 dal ministro ben orientato e che lì eventualmente trova sponda -spondina-) e concretizza anche una forma di inizio di partecipazione al potere trasversale che con diverse modalità e forme corre o può correre tra parti di magistratura/politica/stampa, o no?
aiuto! è pensiero politicamente scorretto? 
mah, poiché se quando dico che io, magistrato, voglio scegliere chi mi rappresenta e come orientare le scelte del CSM sui temi che mi interessano [ad esempio: il procuratore è padrone della procura o no? che circolare si fa, come si disciplina il rapporto tra coerenza dell'azione della procura e autonomia diffusa dei sostituti? ; oppure, come e su quali fonti si fanno le valutazioni di professionalità, come si valutano disciplinarmente le condotte?; come si ripartiscono le responsabilità che conseguono ai carichi di lavoro per la maggior parte degli uffici giudiziari ingestibili rispetto all'obbligo di osservare i principi costituzionali della ragionevole durata, del processo giusto, della parità dei cittadini davanti alla legge?; come si scelgono i dirigenti degli uffici; ancora, quale il rapporto tra magistratura e avvocatura nelle scelte organizzative/funzionali?] e reputo incredibile che a fronte del ruolo costituzionale che la Costituzione attribuisce alla magistratura nel suo complesso, e quindi a noi magistrati come singoli, queste scelte possano essere decise dal caso (quindi la negazione di ogni principio di rappresentanza effettiva), rischio l'accusa di manifestante pensieri grossolani, beh, almeno un po' di politicamente scorretto me lo riservo.
carlo citterio  







  ----Messaggio originale----
 
 Da: andreale a yahoo.com
 
 Data: 6-ott-2018 12.36
 
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    Giro in lista una bella intervista rilasciata dal Giudice Andrea Mirenda .
    

   
  
  
   
    
     
      
       Avanti piano, come si suol dire !
       Saluti,
       Andrea Reale
         
      
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