[Area] Quale politica criminale?

thorgiov thorgiov a libero.it
Mar 8 Gen 2019 18:59:30 CET


Delle bancarotte non si parla quasi mai, ma delle truffe ai 
risparmiatori sì. Sono notizie che catturano molto l'attenzione delle 
persone, soprattutto dopo che sono state buggerate. Purtroppo nessuno 
impara dalle esperienze pregresse. Nel 2005 ci furono i casi dei bond 
Cirio e Parmalat, più di recente ci sono stati i crac di diverse banche 
che hanno lasciato sul lastrico i loro clienti che avevano avuto la 
pessima idea di sottoscrivere i titoli emessi dagli istituti di credito. 
Al di là delle polemiche sulla efficacia della sorveglianza della Banca 
d'Italia e della Consob, in tempi di bail in ( letteralmente 
autosalvataggio ), laddove il costo del fallimento delle banche ricade 
anche sui correntisti, credo che sarebbe molto utile introdurre almeno 
nelle scuole, come materia obbligatoria, l'educazione finanziaria. Oggi 
la finanza è molto importante, non solo per i privati. Sui mezzi di 
informazione si parla spesso di debito pubblico, no performing loans, 
bail in, ma la verità è che il grosso pubblico, a causa del suo basso 
livello di istruzione, di questi argomenti non comprende nulla. Sono 
tutte parole al vento, se manca la cultura di base e la volontà di fare 
uno sforzo per tentare almeno di comprendere questi argomenti. Più volte 
ho avuto modo di parlare con persone che avevano fatto investimenti di 
cui in realtà non sapevano nulla, perchè non erano capaci di dare 
nessuna indicazione nemmeno sul nome del prodotto acquistato. Avevano 
riposto la loro fiducia incondizionata sulle proposte ricevute 
semplicemente sulla base di un rapporto di conoscenza diretta, o di 
familiarità. La frase che ripetevano il più delle volte era sempre la 
stessa : "Cosa vuoi che ci capisca io di queste cose? Mi hanno detto che 
l'investimento era conveniente e io mi fido! Altro non voglio sapere!" E 
purtroppo a ragionare così non è solo il grosso pubblico, in un certo 
senso giustificato proprio perchè manca di una cultura di base. A volte 
ho sentito anche dei colleghi dire le stesse cose.

Ecco il problema di fondo, non eliminabile: la gente non vuole sapere. 
La gente non vuole pensare, preferisce che sia qualcuno altro a 
sollevarla da questo insopportabile incombente. Con fatalismo 
tipicamente cattolico, si affida a chi sta più in alto, demandandogli la 
soluzione di tutti i suoi problemi. Il guaio è che le recenti riforme 
introdotte a livello europeo e recepite anche in Italia sono nate in 
ambiente protestante e si fondano sul principio di autoresponsabilità. 
Basti pensare al bail in. Da noi purtroppo si aspetta sempre 
l'intervento dall'alto. Ma spesso è proprio dall'alto che arrivano i 
problemi, e poi cadono in testa. In quel momento si sente dolore, e ci 
si lamenta contro tutti. A nessuno viene in mente che è sempre meglio 
pensarci prima.

FELICE  PIZZI  ( Giudice del contenzioso del Tribunale di Napoli Nord )

Il 08/01/2019 18:24, Pasquale Profiti ha scritto:
> Concordo, salvo che sul fatto che AREA sia l'unico gruppo che su 
> questi temi sia in grado di riflettere. Credo che anche magistrati di 
> altri correnti siano molto sensibili sul punto, avendoli personalmente 
> ascoltati e letti su queste tematiche (SABELLI e DAVIGO, per fare 
> alcuni esempi). AREA potrebbe certamente promuovere e ancor più 
> mobilitare sinergicamente queste sensibilità, soprattutto ora, in 
> tempi non sospetti, nell'ANM.
> Dal 2009 nel mio distretto l'ANM regionale ha un modulo di formazione 
> alla legalità su EVASIONE e CORRUZIONE: i rischi per la democrazia. 
> Fortunatamente tante sono le scuole che continuano a richiedere tale 
> intervento.
> Per gli istituti tecnici economici abbiamo anche approntato il copione 
> di un processo per reati di bancarotta, tratto da un caso reale, con 
> qualche licenza per far testimoniare uno studente, ingaggiato come 
> attore. Reale fu, nel processo vero e, quindi, riportato nel simulato, 
> la richiesta di scarcerazione perché per quei reati in carcere non 
> c'era nessuno in quel momento e quindi poco importava che l'accusa 
> fosse di distrazione di oltre cento milioni di euro.
>  Grazie dell'attenzione.
>
> Il giorno mar 8 gen 2019 alle ore 17:12 Marco Imperato 
> <marco.imperato a giustizia.it <mailto:marco.imperato a giustizia.it>> ha 
> scritto:
>
>     Fa tanta amarezza vedere come gravi fenomeni di criminalità
>     economica non vengano adeguatamente narrati o spiegati (a volte
>     purtroppo nemmeno efficacemente contrastati, dobbiamo dircelo).
>
>     Questo pensiero mi sorge spesso e anche di recente lo constato pur
>     lavorando in un territorio molto ricco (Modena), in cui l'impresa
>     è il motore di tutto e dovrebbe esserci ancor più sensibilità
>     contro chi si muove in modo illecito non solo verso lo Stato ma
>     anche e soprattutto verso i concorrenti e tutto il tessuto
>     economico che danneggia. Peraltro spesso lasciando penetrare
>     persone dal curriculum criminale o ancor meglio capitali illeciti
>     e non di rado nel controllo della criminalità organizzata anche di
>     stampo mafioso.
>
>     I processi di bancarotta e simili non catturano gli appetiti dei
>     giornalisti e di un pubblico che invece insegue ed enfatizza ben
>     altre notizie.
>
>     (oggi un avvocato si è complimentato con me a bassa voce in
>     udienza per aver arrestato un commercialista, noto evidentemente
>     per le sue condotte piratesche, ma lo ha scoperto solo perché lo
>     aveva citato come teste e non poteva presentarsi essendo ai
>     domiciliari; non aveva letto nulla sui giornali pur trattandosi di
>     vicenda che riguardava oltre 70 milioni di euro di frodi in 2
>     anni...ma evidentemente non è interessante come il borseggio
>     sull'autobus in centro o qualche fatto di cronaca nera... È solo
>     un banale esempio, ne potrei fare altri cento così come chi mi legge)
>
>     Sono vicende di illegalità quotidiana (bancarotte, frodi fiscali,
>     riciclaggio...) con colpevoli quasi sempre italici (forse per
>     questo hanno poco appeal?) che se conosciute e capite
>     cambierebbero profondamente la percezione delle priorità e dei
>     problemi del Paese, ma si resta (almeno nella maggioranza dei casi
>     e soprattutto nella cronaca locale) alla bassa cronaca, alla pancia.
>
>     Questa grave mancanza di attenzione (a tutti i livelli) favorisce
>     anche il fatto che gli stessi autori di questi gravi delitti quasi
>     mai percepiscono e riconoscono fino in fondo il disvalore dei loro
>     comportamenti.
>
>     Siamo ancora spesso fermi al paradigma del diritto penale delle
>     favelas (citando Scarpinato): tutti a puntare il dito contro i
>     brutti e cattivi del mondo dell'emarginazione, ma nessun esame di
>     coscienza sulla diffusa e pericolosa illegalità della classe
>     dirigente e del mondo imprenditoriale e dei professionisti.
>
>     Io credo che Area sia l'unico gruppo che possa riflettere e
>     investire su questi temi di politica criminale che hanno ricadute
>     a moltissimi livelli.
>
>     Marco Imperato
>     _______________________________________________
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