[Area] R: R: R: Palazzi di ingiustizia

Andrea Reale andreale a yahoo.com
Mer 16 Gen 2019 16:32:01 CET


 Buono, buono, non ti scaldare, caro (si fa per dire) Basilico.Ho semplicemente 'girato' su di te il principio cristiano "non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te".Invece che trovare una risposta dignitosa e replicare con logica alle tue affermazioni su Mirenda  o sul carrierismo o sulle denunce fatte da Presa diretta, continuiamo ad assistere ad arrotamenti,  annaspamenti, risposte piccate , addirittura lanci di guanto da cavalleria rusticana o da disfida di Barletta. Cose da fare accapponare la pelle persino  a Giovanni Verga o ad Ettore Fieramosca.Risposte che riflettono lo  stile di chi è al potere. Rivedo in te benissimo l'attuale ANM: tante parole, nessun fatto e nessuna concreta ed efficace risposta alle legittime aspettative dei suoi iscritti .
Mi devo ricredere: sei perfetto nel ruolo!Aspettiamo di vedere la tua intercessione dentro l'associazione.....Un affettuoso saluto (anche questo dimentica di fare chi si fa troppo prendere dalla foga), Andrea Reale 
    On Wednesday, January 16, 2019, 3:36:34 PM GMT+1, Marcello Basilico <marcello.basilico a giustizia.it> wrote:  
 
 
Caro Reale,

la tua capacità di rovesciare l’ordine logico delle argomentazioni è sorprendente o spudorata. Sul collega non ho fatto “illazioni” su quanto che potrebbe avere fatto, ma considerazioni su quanto è solito dire, accompagnato dal tuo plauso incondizionato.

  E la chiudo qui per non andare oltre sulle illazioni tue, piuttosto, pronto a sfidarti però su qualsiasi evento della nostra vita professionale rispettiva.

                  Marcello Basilico 

 

  

Da: andreale [mailto:andreale a yahoo.com] 
Inviato: mercoledì 16 gennaio 2019 14:53
A: Dott. Marco Patarnello; 'thorgiov'; 'Marcello Basilico'; area a areaperta.it
Oggetto: Re: [Area] R: R: Palazzi di ingiustizia

  

Negare il carrierismo in magistratura è  come affermare che in politica non vi sia corruzione o che nella Chiesa non ci siano pedofili. 

Dispiace,  poi, che a farlo sia un rappresentante associativo che ha un incarico semidirettivo. 

Pur volendo pensare   che Basilico sia in buona fede da 'capo' ufficio e che non abbia chiesto nessun aiuto alla corrente cui appartiene per ottenere quel posto (peraltro contraddicendo le sue illazioni su Mirenda...) , mi atterrisce il fatto  che un esponente ANM non abbia per nulla compreso come si sia trasformato il corpo della magistratura in questi anni,   per opera e con la principale responsabilità delle correnti e della loro occupazione del CSM.

 

Quanto ad eventuali azioni a difesa di tutti noi iscritti  da parte dell'ANM, scusate la presunzione, ma sono già certo che la nostra assiciazione non farà nulla, e se lo farà  gli rideranno in faccia tutti (molti magistrati inclusi) per una semplice ragione. 

L' Anm non  può agire, né può  dire nulla, contro le denunce evidenziate nel programma televisivo in questione,  in quanto complice e concorrente di  questo sistema.

In sé  stessa l'ANM è, infatti,   causa di carrierismo ed é  divenuta passarella per trampolini di lancio in incarichi prestigiosi (compresi quelli direttivi e semidirettivi).

Infine , rivolgendomi a chi sostiene che 'non basti prendersela solo col correntismo, perché anche un CSM senza correnti non eliminerebbe questo problema', rispondo che un tentativo , almeno da parte dei magistrati davvero indipendenti  ed autonomi  di pensiero, è  oggi deontologicamente  DOVEROSO  .

Saluti, 

Andrea Reale

  

Inviato da smartphone Samsung Galaxy.

  

-------- Messaggio originale --------

Da: "Dott. Marco Patarnello" <marco.patarnello a giustizia.it> 

Data: 16/01/19 13:48 (GMT+01:00) 

A: 'thorgiov' <thorgiov a libero.it>, 'Marcello Basilico' <marcello.basilico a giustizia.it>, area a areaperta.it 

Oggetto: [Area] R:  R: Palazzi di ingiustizia 

  

Purtroppo non ho la possibilità di rispondere con l’approfondimento che il tema meriterebbe, ma qualcosa voglio dirla ugualmente. 

La questione tocca la sostanza del nostro essere magistrati, si tratta, dunque, di un tema di estrema importanza, che a mio giudizio condiziona tutte le più importanti questioni su associazionismo e correnti ed il relativo dibattito.

Condivido lo spirito delle considerazioni di Marcello, infatti, pur essendo purtroppo piuttosto avanti con l’anzianità (“compio” 30 anni di servizio fra pochi mesi), faccio oggi il magistrato di sorveglianza e finora non ho mai fatto domande per incarichi direttivi o semidirettivi, proprio perché non li considero un privilegio o uno sviluppo di carriera. Per me -e per le norme- i magistrati si distinguono solo per funzioni: non credo alla carriera, ma alle cose che piace fare o verso cui ci si sente adatti o pronti. Io la vedo effettivamente così, anche se può suscitare ilarità. 

Però non sono cieco, se in magistratura vi sia una carriera o non vi sia, dipende, si, dalle norme, ma dipende anche da come noi magistrati viviamo queste cose. E purtroppo oggi la magistratura crede davvero che esista la carriera. Quindi nelle nostre teste esiste.

Giusto? Sbagliato? 

Sbagliato. Terribilmente sbagliato. Tragicamente sbagliato.

Il resto viene da sé.

Colpa del CSM e del correntismo? Può darsi. In parte. Forse. Certamente non solo. Certamente è anche colpa di ciascuno di noi, perché la carriera ce l’abbiamo in testa.

Il vero interrogativo è cosa fare per cambiare e temo che non basti prendersela solo col correntismo, perché anche un CSM senza correnti non eliminerebbe questo problema.

 

Da: Area [mailto:area-bounces a areaperta.it] Per conto di thorgiov
Inviato: mercoledì 16 gennaio 2019 12:44
A: Marcello Basilico; area a areaperta.it
Oggetto: Re: [Area] R: Palazzi di ingiustizia

 

Tu dici che non abbiamo carriera, capi e promozioni. Affermi che si tratta di concetti che travisano la realtà. Allora tutti i colleghi che si affannano, si arrabattano, si scontrano, si raccomandano, fanno continue richieste di posti direttivi, propongono ricorsi al TAR quando vengono bocciati o non confermati, fanno tutta questa fatica per qualcosa che in realtà non esiste. Vuol dire che sono dei pazzi o degli stupidi. Perchè la stragrande maggioranza dei colleghi si dà tanta pena per un posto di vertice ? Perchè purtroppo il vertice esiste. Non siamo affatto tutti sullo stesso piano se il dirigente può fare il parere sulla mia valutazione di professionalità e io invece, quando lui deve essere confermato, non posso dire nulla perchè il parere lo fa un altro direttivo. L'ordinamento è questo, e tu lo sai benissimo. Se la temporaneità fosse assoluta e fosse possibile, per tutti i magistrati dell'ufficio, esprimere una opinione ufficiale almeno in occasione della conferma del direttivo, allora ci distingueremmo unicamente per le funzioni svolte, e l'incarico di dirigente costituirebbe solo un'occasione per rendere un servizio alla collettività. Altrimenti si tratta di una finzione. Come è una finzione la democrazia quando si afferma che il ricco e il povero hanno uguale diritto di voto. Non è affatto così, nel momento in cui le condizioni materiali di partenza sono radicalmente diverse.

FELICE  PIZZI  ( Giudice del Tribunale di Napoli Nord ) 

Il 16/01/2019 11:39, Marcello Basilico ha scritto:


Caro Felice, il termine “carriera” ha un significato ben preciso e designa un percorso professionale ascensionale con passaggi per gradi superiori.

  Noi non ne abbiamo. Gli unici gradi che conosciamo sono quelli delle impugnazioni.

  Sarebbe bene che, quando parliamo in pubblico, non fossimo noi per primi a diseducare chi non sa di ordinamento e costituzione.

  Purtroppo ci siamo abituati ad usare termini come “capi” o “promozioni” che non hanno diritto di cittadinanza nel nostro ordinamento. Non sono solo parole, sfumature, ma concetti che travisano la realtà. Se ce ne dimentichiamo, diamo libero accesso a qualsiasi affermazione generica, come purtroppo sempre più accade in quest’epoca di comunicazione veloce e arrabbiata. 

  Non faccio finta di non capire, Rachele e Maria Grazia, di cosa stiamo parlando: personalmente discuto di degenerazione correntizia dal 1991, anno di fondazione di un antico movimento di giovani magistrati di cui fecero parte tanti colleghi che ora – non più giovani – preferiscono combatterla stando dentro, anziché fuori le correnti. O almeno ci provano, ciascuno coi propri poveri mezzi. 

  Quanto alla battuta che mi attribuisce Maria Grazia Omboni, tocca spiegarle che non ho mai detto a Reale che Mirenda è stato incaricato coi voti della mia o di altra corrente. Ho detto che dovrebbero spiegarci (lui e Reale stesso) perché molti colleghi si lamentino del malcostume dopo una mancata nomina, come se magicamente la deriva correntizia fosse cosa di questi anni (e non – andatevi a vedere gli interventi dei presidenti ai congressi ANM degli anni Novanta – un ritornello antico).

  Coglierò comunque le sollecitazioni per vedere se e come l’Anm possa darsi carico – cosa non facile, mi pare – dei risultati della trasmissione televisiva.

  Da ex giornalista professionista, faccio fatica a definire l’ultima parte della trasmissione di Report (prima non l’ho vista) un esempio di giornalismo professionale e documentato. E dunque è difficile reagire quando il cronista muove da una tesi predeterminata affermando fatti non verificati ed interpellando solo una delle parti in gioco. Ma questo credi interessi poco a chi è contento di quella tesi.

    

      

 

Da: Area [mailto:area-bounces a areaperta.it] Per conto di thorgiov
Inviato: mercoledì 16 gennaio 2019 09:34
A: area a areaperta.it
Oggetto: Re: [Area] R: Palazzi di ingiustizia

 

A te risulta che la nostra categoria sia connotata dall'assenza di carriera : non abbiamo promozioni, non ci sono posizioni di sovraordinazione gerarchica e ci distiguiamo solo per funzioni. In effetti la Costituzione dice questo. Ma la realtà è un'altra, perchè l'ordinamento giudiziario è cambiato. Oggi esistono innanzitutto le valutazioni di professionalità. I capi sanno benissimo che il loro parere negativo è un'arma a disposizione per condizionare i colleghi dell'ufficio. Ovviamente la decisione finale non spetta a loro, perchè ci sono successivi passaggi al Consiglio giudiziario ed al CSM. Il problema è che all'interno di questi organi chi comanda sono proprio le correnti. Il singolo magistrato sa benissimo che deve poter contare su degli appoggi, ma le correnti lo sanno meglio di lui, e ne approfittano. Ovviamente anche il capo dell'ufficio sa che per essere nominato all'incarico di vertice, e soprattutto per mantenerlo, deve contare sull'appoggio delle correnti. Un tempo non era così, perchè una volta ricevuta la nomina l'incarico era praticamente a vita, fino alla pensione, per cui il dirigente stava tranquillo. Oggi invece esiste la temporaneità degli incarichi direttivi e semidirettivi, per cui ci si deve dar da fare di continuo, perchè l'alternativa è tornare a lavorare da semplice magistrato. E questo appare insopportabile ai più, perchè verrebbe visto da tutto l'ambiente, avvocati compresi, come una bocciatura. Ora, la temporaneità è solo relativa, nel senso che vale solo per quel singolo ufficio che si ricopre al momento, mentre non impedisce di passare ad un incarico di vertice in un diverso ufficio per altri otto anni ( quattro + quattro ). Se fosse assoluta, il dirigente si metterebbe l'anima in pace una volta per tutte. Invece attualmente è tutto uno sbracciarsi di continuo, uno sgomitare per acquisire più titoli ( e relazioni personali ) possibili, e sopravanzare in tal modo i colleghi. Insomma, è la guerra di tutti contro tutti. Beninteso, questi sono guasti dell'autogoverno, ma tutto sommato è molto meglio l'autogoverno che l'eterogoverno della politica. Anche perchè la politica ha capito benissimo che il vero punto debole dei magistrati è costituito dall'ambizione e dalla vanità, per cui vota compatta ogni volta che il CSM procede alle nomine.  Ma questo è un altro condizionamento, che si aggiunge, e non si sostituisce, a quello delle correnti. 

FELICE  PIZZI  ( Giudice del contenzioso del Tribunale di Napoli Nord )

 

Il 15/01/2019 16:53, Marcello Basilico ha scritto:


Scusa Andrea, ma sentendo ieri lo “impareggiabile” Mirenda, mi è sorto un dubbio, che probabilmente altri ti/gli avranno già sottoposto. 

  Il collega era stato un presidente di sezione, apprendo. E chi lo aveva nominato presidente di sezione? Il Ministro? Il Consiglio di Stato? L’assemblea del condominio? Oppure quel CSM di cui OGGI Mirenda – al pari di tanti altri (uno per tutti, il fiero Tinti) – depreca invece la soggezione totale alla politica?

  Un po’ facile spargere fiele livoroso sull’autogoverno quando le scelte non stanno più bene.

  E – già che ci siamo – un’altra cosa: il collega ha lamentato che oggi fare CARRIERA i magistrati dovrebbero essere necessariamente associati e proni alla corrente. Addirittura, ha premesso il giornalista, avrebbe rinunciato alla CARRIERA retrocedendo a giudice. Gli ha fatto eco il nostro Ministro, parlando delle prospettive di CARRIERA dei magistrati.

  A me risultava che la nostra categoria fosse connotata dall’assenza carriera: non abbiamo promozioni, non ci sono posizioni di sovraordinazione gerarchica, con l’eccezione peculiare dei Procuratori, e ci “distinguiamo solo per funzioni”.

  Forse avrà voluto dire che le ambizioni personali di tanti magistrati finiscono per farci dimenticare dettato e spirito della Costituzione. Ma mi pare che così dicendo il primo a dimenticarsene sia proprio lui.  

  Sarebbe bello che, non dico il Ministro, ma almeno Mirenda rispettasse il vocabolario costituzionale quando va in televisione.

  Un caro saluto 

                     Marcello Basilico      

 

Da: Area [mailto:area-bounces a areaperta.it] Per conto di Andrea Reale
Inviato: martedì 15 gennaio 2019 15:41
A: AREA Mailing List
Oggetto: [Area] Palazzi di ingiustizia

 

Ieri è andata in onda su Rai tre una puntata del programma di Riccardo Iacona dal titolo Palazzi di ingiustizia.

Si può rivedere al seguente link , previa rapida registrazione.

Presadiretta - Palazzi di ingiustizia - 14/01/2019 - video - RaiPlay

 

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Presadiretta - Palazzi di ingiustizia - 14/01/2019 - video - RaiPlay

Puntata dedicata al complesso mondo della Giustizia, per capire come mai i luoghi nei quali ogni cittadino ha di...
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Si tratta di una descrizione impietosa delle condizioni logistiche e lavorative di alcuni Palazzi di giustizia.

L'accusa più grave mossa alla nostra categoria, tuttavia, è stata ben altra, ed era indirizzata all'ex procuratore capo di Milano, che so  essere iscritto a questa  lista, e che non ha inteso rispondere alle infamanti accuse che gli vengono mosse e che delegittimano enormemente la magistratura italiana ed il senso stesso della funzione giudiziaria.

La spiegazione del silenzio da parte delle correnti e della sempre più imbelle associazione di categoria, probabilmente, va ricercata nella  normalizzazione imposta dal "potere" (come ricordato dal Collega Gratteri) o dalla sua (mi riferisco all'ANM) totale soggezione al "tumore" correntizio  che la avvinghia  e delle dinamiche ad esso sottese, come ha  detto in modo impareggiabile il Collega Andrea Mirenda.

Sarebbe bello che almeno su questa lista si facesse sentire qualche  voce capace di replicare alle tonnellate di fango che ci sono cadute addosso per il tramite del servizio pubblico.

Ringrazio sin d'ora chi si assumerà questo gravosissimo  onere.

Andrea Reale   

 






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