[Area] Articolo di Spataro

mario ardigo marioardigo a yahoo.com
Sab 26 Gen 2019 12:51:21 CET


 Spiace, nell'Italia di oggi, la sua scarsa autorevolezza in ambito europeo. Se il problema delle migrazioni deve essere risolto a livello continentale, come in genere si ritiene, all'Italia converrebbe recuperare quell'autorevolezza, che in passato ebbe, tanto che ci furono, e ancora ci sono,  italiani che sono importanti esponenti delle istituzioni europee. L'altro giorno, invece, ci hanno dato degli stupidi. Parlo al plurale perché non è questione di questo o quel politico che è di volta in volta coinvolto: la politica nazionale è la risultante di dinamiche collettiva alle quali nessuno può dirsi estraneo. Quindi  ci  hanno dato degli stupidi. Non sto a discutere se lo abbiano fatto a torto o a ragione, vorrei pensare che fossero in torto, ma il fatto denota una nostra  scarsa autorevolezza all'estero. Di uno come Charles De Gaulle, ad esempio, si sono dette tante cose nel bene e nel male, ma, che io ricordi, non gli diedero mai dello stupido. Era un politico molto autorevole, un punto di riferimento anche all'estero. Lo stesso dicasi per uno come Willie Brandt. In Italia non ricordo che si sia mai detto, per fare un altro esempio, che Moro fosse uno stupido.   Un esempio di una nazione apparentemente marginale e che tuttavia  esercitò, ed ancora esercita, una grande autorevolezza in vari ambiti è quello della Svezia. La si conquista, perché di questo si tratta, assumendo un punto di vista generale, in tal modo candidandosi alla guida del Continente,  pensando e proponendo a soluzioni che tengano conto delle esigenze di tutti, non solo dell'interesse nazionale proprio, che agli altri importa poco, come  è naturale, perchè nazionale per nazionale, ognuno allora bada a sé. La nostra politica nazionale, con pochissime eccezioni, in prevalenza espresse da persone singole non da realtà collettive, non se ne manifesta capace. Si trincera dietro rivendicazioni anche aspre riferite al singolo caso che scoppia, mostrandosi renitente e in qualche modo ricattatoria, in un quadro  ad un certo punto inquadrabile ad  concettualmente e giuridicamente in quello della ragion fattasi, che è quando uno, ritenendo di avere ragione e disperando di vedersela riconosciuta, fa da sé, per le spicce diciamo. Se si pensa di doversi isolare, come gli Stati Uniti d'America in questo momento, può anche andar bene, altrimenti no.   Sulla questione dei migranti, l'Italia avrebbe una carta importante da giocare ed  è quella di poter ottenere, sulla linea di orientamenti umanitari, l'appoggio del Papato. Non va sottovalutato. Ma è un'opportunità che va sprecata, per la scarsa dimestichezza della nostra politica, praticamente tutta,  con gli ambienti clericali. Ricordiamoci che su una questione altrettanto importante come l'allargamento dell'Unione Europea agli stati dell'Europa orientale fuoriusciti dal comunismo fu essenziale l'influenza di Karol Wojtyla. Non dimentichiamo pure che in quel processo fu protagonista il democristiano Helmut Kohl, cattolico, capo del governo tedesco dal 1982 al 1998. Era un uomo molto colto, che affrontò una sfida delicatissima con l'Unione sovietica e poi con la Federazione russa, dopo la caduta del comunismo sovietico. Le cose potevano andare molto male. L'allargamento ad Est dell'Unione Europea ebbe un effetto enormemente maggiore rispetto agli attuali fenomeni migratori da  continenti extraeuropei, anche al loro massimo. Kohl ebbe l'autorevolezza che occorreva, in un'Europa in cui la prospettiva dell'allargamento spaventava. Spaventava, ad esempio, i democristiani italiani, ma a maggior  ragione socialisti e comunisti, e loro metamorfosi. La questione non fu affrontata ponendo in particolare risalto i problemi di sicurezza, quindi diciamo, sotto un profilo della polizia di sicurezza. Altrimenti tutti sarebbero stati tentati di trincerarsi dietro le frontiere. Wojtyla fu essenziale nel far accettare culturalmente e politicamente l'allargamento ad Oriente, presentandosi come il modello vivente di chi andavamo a metterci in casa. Non dobbiamo dimenticare che, al tempo della guerra fredda, vale a dire fino a metà degli anni '80, le nazioni che si andava ad inglobare ci erano nemiche e il Patto di Varsavia (come del resto la NATO verso gli allora nostri nemici) aveva approntato piani di invasione contro di noi. La NATO aveva messo in conto che riuscissero a invaderci via terra in circa due settimane e si proponeva di reagire con le atomiche sulle case dei nemici e, tra gli invasi, con un programma di guerra per bande segrete, lo Stay behind.   Penso che non guasterebbe se la questione delle migrazioni extracontinentali di oggi, delle quali ci preoccupano particolarmente quelle da Asia e Africa (ma sono imponenti anche quelle interne all'Unione e quelle dall'Europa orientale non inglobata nell'Unione), fosse affrontata da una persona colta come fu Kohl, il quale di suo era un umanista (non un economista). E non è cosa che possa essere affrontata da un singolo ministro: problemi simili furono affrontati in passato sempre dalla Presidenza del Consiglio, affiancata dal Ministero degli Esteri. Ma le cariche istituzionali non bastano, se poi non si ha anche un credito personale all'estero. Basta poco per distruggerlo. Del resto l'amministrazione degli Esteri serve proprio a dare gli orientamenti giusti per evitare gli infortuni maggiori. Mi pare però che su diverse questioni di sua competenza venga cortocircuitata, per così dire.  Infine, certi problemi non dovrebbero essere affrontati con l'ansia di un risultato elettorale. Questo perché richiedono un impegnativo lavoro di inculturazione di certi valori nella gente e invece le strategie elettorali puntano molto sull'emotività. Negli anni '90 in Italia affrontammo serenamente un fatto enorme come l'allargamento ad Oriente dell'Unione Europea, e avremmo invece avuto ragione di temere. Non era mica certo, ad esempio, che i russi accettassero di ritirare dalla Germania orientale il loro imponente apparato militare. In Russia, poi, poteva accadere di tutto: negli anni '90 era fortemente destabilizzata. Per gli italiani, lo ribadisco, fu molto importante il grande carisma personale del polacco Wojtyla che ci ripeteva ad ogni occasione "Non abbiate paura", e noi gli credemmo.   L'altro giorno è stato notato un Corazziere nero di guardia al Quirinale. Vedete? Questa è l'integrazione. L'abbiamo fatta noi. E' l'unica vera soluzione ai problemi migratori. Perché, poi, da integrati, e poi da cittadini, i nuovi venuti saranno liberi di circolare nella nostra nuova Europa, ma ancor prima, ci rinvigoriranno dove noi ora cominciamo a decadere da qualche parte, perché ci stiamo facendo più anziani, e dunque più fragili e timorosi. Se  si cerca di scaricare su altri l'integrazione, mostrando di temerla, ci si sentirà rispondere picche, perché gli altri cercheranno di scansare il problema. Se, invece, ne mostreremo i vantaggi, le opportunità, se mostreremo che in concreto il problema non solo si può risolvere, che l'abbiamo saputo risolvere,  ma addirittura che può costituire una delle vie per lo sviluppo, sarà tutto diverso. Kohl e Wojtyla, al tempo dell'allargamento dell'Unione, riuscirono  a convincerci che era così. E in fondo la storia ha dato loro ragione, almeno su quel punto.Mario Ardigò 

    Il Sabato 26 Gennaio 2019 9:31, Guido Vecchione <guido.vecchione25 a tin.it> ha scritto:
 

 Allego l'articolo di Armando Spataro sulla Repubblica di oggi.
Il coraggio di fare chiarezza, in tempi difficili.
Guido Vecchione

Inviato da BlueMail Il giorno 26 Gen 2019, alle ore 09:25, Guido Vecchione <guidovecchione61 a gmail.com> ha scritto:

_______________________________________________
Area mailing list
Area a areaperta.it
http://mail.areaperta.it/mailman/listinfo/area_areaperta.it

   
-------------- parte successiva --------------
Un allegato HTML è stato rimosso...
URL: <http://mail.areaperta.it/mailman/private/area_areaperta.it/attachments/20190126/8d7e9af2/attachment.html>


Maggiori informazioni sulla lista Area