[Area] NÈ ROSSO NÈ BIGIO MA GIUSTO. Dichiarazione dell’Esecutivo nazionale di Magistratura democratica

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Sab 2 Feb 2019 15:13:12 CET


NÈ ROSSO NÈ BIGIO MA GIUSTO. DICHIARAZIONE DELL’ESECUTIVO NAZIONALE DI
MAGISTRATURA DEMOCRATICA 

 _È GRAVISSIMO CHE SU QUOTIDIANI ON LINE, INCREDIBILMENTE RIPRESI DA
TESTATE NAZIONALI, SIA_ _STATO PUBBLICATO (CON NOMI COGNOMI E QUALIFICHE
PROFESSIONALI) UN ELENCO DI OLTRE 6.000 MAGISTRATI CHE PRESTANO SERVIZIO
PRESSO GLI UFFICI GIUDIZIARI ITALIANI I QUALI SAREBBERO,
INCREDIBILMENTE, TUTTI ISCRITTI A MAGISTRATURA DEMOCRATICA._ 

 Sempre più di frequente, provvedimenti resi da magistrati italiani
nell'esercizio autonomo del potere giurisdizionale sono soggetti a
critiche che non riguardano (come sarebbe possibile ed, anzi, doveroso)
il contenuto tecnico giuridico di quei provvedimenti, ma ne sostengono,
apoditticamente, la natura politica. Come spesso è avvenuto anche in
passato, per sostenere questa tesi si afferma che i magistrati che li
hanno adottati sarebbero iscritti a Magistratura democratica. A chi fa
queste affermazioni non importa che siano vere, esse muovono infatti
dalla premessa che Magistratura democratica avrebbe tra i propri
obiettivi quello di fare uso della giurisdizione a fini politici.
Respingiamo con sdegno questa accusa, che riteniamo infamante per il
gruppo e per coloro che vi sono iscritti. Magistratura democratica
promuove ed apprezza ogni interpretazione delle leggi che tenga conto
della gerarchia di valori espressa dalla Carta costituzionale e sia
conforme ai principi in essa contenuti. Di conseguenza presta ossequio
al principio della separazione tra i poteri dello Stato, che sono tenuti
al reciproco rispetto. Rivendica il pieno diritto dei magistrati, sia
come singoli che come gruppi associati, di esprimere le proprie
opinioni, qualificate dalla conoscenza del diritto e dalla
professionalità acquisita, fermo restando il doveroso riserbo imposto a
ciascuno con riguardo a procedimenti in corso dei quali sia investito
nell'esercizio delle proprie funzioni. Sostenere che un magistrato,
iscritto o non iscritto a Magistratura democratica, ha adottato un
provvedimento per perseguire finalità diverse da quelle proprie
dell'esercizio della giurisdizione è accusa grave e infamante che non
può, dunque, essere tollerata. È gravissimo che su quotidiani on line,
incredibilmente ripresi da testate nazionali, sia stato pubblicato (con
nomi cognomi e qualifiche professionali) un elenco di oltre 6.000
magistrati che prestano servizio presso gli uffici giudiziari italiani i
quali sarebbero, incredibilmente, tutti iscritti a Magistratura
democratica. Un elenco che è stato ottenuto in palese violazione delle
norme in materia di privacy, la cui pubblicazione ha una chiara valenza
intimidatoria nei confronti della magistratura tutta e che assomiglia
tristemente ad una "lista di proscrizione". Torna alla mente, ancora una
volta, la celebre frase pronunciata da Piero Calamandrei riguardo ad
Aurelio Sansoni, magistrato in Toscana durante il ventennio fascista, il
primo giudice ad essere definito con disprezzo "rosso" (quindi
politicizzato, fazioso, non legittimato): «_Non era in realtà né rosso
né bigio_» scrisse Calamandrei - «_era semplicemente un giudice giusto:
per questo lo chiamavano "rosso", perché sempre, tra le tante sofferenze
che attendono il giudice giusto, v'è anche quella di sentirsi accusare,
quando non è disposto a seguire una fazione, di essere al servizio della
fazione contraria_». 

Roma, 2 febbraio 2019 

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