[Area] R: R: Convertitevi!

Andrea Reale andreale a yahoo.com
Mar 12 Feb 2019 20:28:24 CET


 Cara Paola Marino , pur non conscendoTi,  e da buon 'fariseo' qual io vengo additato da Massimiliano  Siddharta (questo il nome che da oggi si merita il Nostro filosofo), non  riesco purtroppo a condividere il Tuo pensiero sulle parole dei Pontefici che hai citato.Anzi ne traggo ulteriore motivo a conforto delle mie idee.Innanzitutto Ti ringrazio per avermi reso partecipe di un  altro bellissimo discorso di Papa FrancescoTra le 'strutture di peccato' contrarie alle realizzazione del bene comune  vi sono, a Suo dire: la ricerca  di esclusivo profitto personale o di un gruppo piuttosto che l’interesse di tutti; la prevaricazione del clientelismo sulla giustizia; l’eccessivo attaccamento al potere , che sbarra di fatto il ricambio generazionale e l’accesso alle nuove leve.
Ebbene io posso testimoniare che tutte e tre queste circostanze si realizzano  contemporaneamente  nei nostri attuali associazionismo ed autogoverno.1) La ricerca di esclusivo profitto personale o di un gruppo  è insito nella presenza delle 'correnti', divenute fonti di divisione tra i magistrati iscritti e  dirette attentatrici  della indipendenza interna, ma anche esterna (come ricordato da Papa Francesco),  della magistratura. Basti pensare che in ANM e presso il  CSM chi non è iscritto ad un gruppo non può ritenersi rappresentato. Questo è uno scempio e la massima e plastica rappresentazione della 'struttura di peccato' descritta da Sua Santità;2) Il clientelismo è diventato endemico e mezzo naturale  e fisiologico di qualsiasi attività posta in essere dentro la magistratura associata. Soltanto se ci si 'intruppa' (perdona la brutalità del mio fariseismo)  in un gruppo si può sperare di ottenere voce, visibilità, carriera; 3)Il ricambio generazionale e l'accesso e nuove leve è sbarrato dal presupposto iniziale del forte attaccamento al potere degli uomini e donne delle correnti : si può andare avanti soltanto se si aderisce ad un gruppo  e soltanto se si presta fedeltà alle carte dei valori di riferimento.Anche questo è un abominio ed un ulteriore insulto alle intelligenze ed alla autonomia di pensiero ed all'indipendenza di giudizio, che dovrebbero costituire il minimo comune denominatore etico  di ciascun singolo magistrato.Insomma a me pare che la 'manciata di talenti' concessa all'esperienza associativa , allo stato della nostra ANM, sia stata ampiamente sperperata e/o interrata, del tutto incapace di fruttificare. Cordialmente, Andrea Reale
    On Sunday, February 10, 2019, 11:00:30 PM GMT+1, Paola Marino <paola.marino01 a giustizia.it> wrote:  
 
 
Preciso che ho citato il testo di un recente discorso tenuto ai membri della Fondazione Giorgio La Pira, in cui il Papa aveva affrontato alcuni degli argomenti trattati nel discorso tenuto ai colleghi dell’ANM. Paola
 
  
 
Da: Area [mailto:area-bounces a areaperta.it]Per conto di Paola Marino
Inviato: domenica 10 febbraio 2019 22:52
A: mario ardigo; area a areaperta.it
Oggetto: [Area] R: Convertitevi!
 
  
 
Questo il testo quasi integrale del discorso tenuto dal Papa all’udienza tenuta per i colleghi dell’anm: “Cari fratelli e sorelle,
 
  
 
è con gioia che incontro tutti voi, che partecipate al convegno nazionale delle associazioni e dei gruppi intitolati al Venerabile Giorgio La Pira. Rivolgo il mio saluto a ciascuno e ringrazio per le sue parole il Presidente della Fondazione Giorgio La Pira. Auspico che il vostro incontro di studio e di riflessione possa contribuire a far crescere, nelle comunità e nelle regioni italiane nelle quali siete inseriti, l’impegno per lo sviluppo integrale delle persone.
 
  
 
In un momento in cui la complessità della vita politica italiana e internazionale necessita di fedeli laici e di statisti di alto spessore umano e cristiano per il servizio al bene comune, è importante riscoprire Giorgio La Pira, figura esemplare per la Chiesa e per il mondo contemporaneo. Egli fu un entusiasta testimone del Vangelo e un profeta dei tempi moderni; i suoi atteggiamenti erano sempre ispirati da un’ottica cristiana, mentre la sua azione era spesso in anticipo sui tempi.
 
  
 
Varia e multiforme fu la sua attività di docente universitario, soprattutto a Firenze, ma anche a Siena e Pisa. Accanto ad essa, egli diede vita a varie opere caritative, quali la “Messa del Povero” presso San Procolo e la Conferenza di San Vincenzo “Beato Angelico”. Dal 1936 dimorò nel convento di San Marco, dove si diede allo studio della patristica, curando anche la pubblicazione della rivista Principi, in cui non mancavano critiche al fascismo. Ricercato dalla polizia di quel regime si rifugiò in Vaticano, dove per un periodo soggiornò nell’abitazione del Sostituto Mons. Montini, che nutriva per lui grande stima. Nel 1946 fu eletto all’Assemblea Costituente, dove diede il suo contributo alla stesura della Costituzione della Repubblica Italiana. Ma la sua missione al servizio del bene comune trovò il suo vertice nel periodo in cui fu sindaco di Firenze, negli anni cinquanta. La Pira assunse una linea politica aperta alle esigenze del cattolicesimo sociale e sempre schierata dalla parte degli ultimi e delle fasce più fragili della popolazione.
 
  
 
Si impegnò altresì in un grande programma di promozione della pace sociale e internazionale, con l’organizzazione di convegni internazionali “per la pace e la civiltà cristiana” e con vibranti appelli contro la guerra nucleare. Per lo stesso motivo compì uno storico viaggio a Mosca nell’agosto 1959. Sempre più incisivo diventava il suo impegno politico-diplomatico: nel 1965 convocò a Firenze un simposio per la pace nel Vietnam, recandosi poi personalmente ad Hanoi, dove poté incontrare Ho Chi Min e Phan Van Dong.
 
  
 
Cari amici, vi incoraggio a mantenere vivo e a diffondere il patrimonio di azione ecclesiale e sociale del Venerabile Giorgio La Pira; in particolare la sua testimonianza integrale di fede, l’amore per i poveri e gli emarginati, il lavoro per la pace, l’attuazione del messaggio sociale della Chiesa e la grande fedeltà alle indicazioni cattoliche. Sono tutti elementi che costituiscono un valido messaggio per la Chiesa e la società di oggi, avvalorato dall’esemplarità dei suoi gesti e delle sue parole.
 
  
 
Il suo esempio è prezioso specialmente per quanti operano nel settore pubblico, i quali sono chiamati ad essere vigilanti verso quelle situazioni negative che San Giovanni Paolo II ha definito «strutture di peccato» (cfr Lett. enc. Sollicitudo rei socialis, 36). Esse sono la somma di fattori che agiscono in senso contrarioalla realizzazione del bene comune e al rispetto della dignità della persona. Si cede a tali tentazioni quando, ad esempio, si ricerca l’esclusivo profitto personale o di un gruppo piuttosto che l’interesse di tutti; quando il clientelismo prevarica sulla giustizia; quando l’eccessivo attaccamento al potere sbarra di fatto il ricambio generazionale e l’accesso alle nuove leve. Come diceva Giorgio La Pira: «la politica è un impegno di umanità e di santità». È quindi una via esigente di servizio e di responsabilità per i fedeli laici, chiamati ad animare cristianamente le realtà temporali, come insegna il Concilio Vaticano II (cfr Decr. sull’apostolato dei laici Apostolicam actuositatem, 4).
 
  
 
Fratelli e sorelle, l’eredità di La Pira, che custodite nelle vostre diverse esperienze associative, costituisce per voi come una “manciata” di talenti che il Signore vi chiede di far fruttificare. Vi esorto pertanto a valorizzare le virtù umane e cristiane che fanno parte del patrimonio ideale e anche spirituale del Venerabile Giorgio La Pira.Così potrete, nei territori in cui vivete, essere operatori di pace, artefici di giustizia, testimoni di solidarietà e carità; essere fermento di valori evangelici nella società, specialmente nell’ambito della cultura e della politica; potrete rinnovare l’entusiasmo di spendersi per gli altri, donando loro gioia e speranza. Nel suo discorso, il vostro presidente per due volte ha detto la parola “primavera”: oggi ci vuole una “primavera”.Oggi ci vogliono profeti di speranza, profeti di santità, che non abbiano paura di sporcarsi le mani, per lavorare e andare avanti. Oggi ci vogliono “rondini”: siate voi.”.
 
  
 
Mi pare che il Papa, lungi dal dilungarsi su questioni relative agli incarichi, abbia voluto valorizzare l’aspetto principale del discorso tenuto all’ANM: “vuoti legislativi in alcune importanti questioni, tra le quali quelle relative all’inizio e alla fine della vita, al diritto familiare e alla complessa realtà degli immigrati”: “criticità che richiedono al magistrato un’assunzione di responsabilità che va oltre le sue normali mansioni, ed esige che egli constati gli eventi e si pronunci su di essi con un’accuratezza ancora maggiore”. …“Il vostro impegno nell’accertamento della realtà dei fatti, anche se reso più difficoltoso dalla mole di lavoro che vi è affidata, sia quindi  sempre puntuale, riportato con accuratezza, basato su uno studio approfondito e su un continuo sforzo di aggiornamento. Esso saprà avvalersi del dialogo con i diversi saperi extra-giuridici, per comprendere meglio i cambiamenti in atto nella società e nella vita delle persone, ed essere in grado di attuare con sapienza, ove necessario, un’interpretazione evolutiva delle leggi, sulla base dei principi fondamentali sanciti dalla Costituzione”…. “Proprio i tempi e i modi in cui la giustizia viene amministrata toccano – ha osservato – la carne viva delle persone, soprattutto di quelle più indigenti, e lasciano in essa segni di sollievo e consolazione, oppure ferite di oblio e di discriminazione”. … “ai magistrati, la giustizia è affidata in modo del tutto speciale, perché non solo la pratichiate con alacrità, ma anche la promuoviate senza stancarvi; non è infatti un ordine già realizzato da conservare, ma un traguardo verso il quale tendere ogni giorno”. ..“Sono consapevole delle mille difficoltà che incontrate nel vostro quotidiano servizio, ostacolato nella sua efficacia dalla carenza di risorse per il mantenimento delle strutture e per l’assunzione del personale, e dalla crescente complessità delle situazioni giuridiche. Ogni giorno dovete poi fare i conti, da un lato, con la sovrabbondanza delle leggi, che può causare una sovrapposizione o un conflitto tra leggi diverse, antiche e recenti, nazionali e sovranazionali; e, dall’altro, con vuoti legislativi: criticità che richiedono al magistrato un’assunzione di responsabilità che va oltre le sue normali mansioni, ed esige che egli constati gli eventi e si pronunci su di essi con un’accuratezza ancora maggiore”… ai giudici dunque è chiesto di “essere in grado di attuare con sapienza, ove necessario, un’interpretazione evolutiva delle leggi, sulla base dei principi fondamentali sanciti dalla Costituzione”. …“in un contesto sociale nel quale sempre di più si percepisce come normale, senza alcuno scandalo, la ricerca dell’interesse individuale anche a scapito di quello collettivo”. “Il vostro sguardo – su quanti siete chiamati a giudicare sia sempre uno sguardo di bontà”. “La misericordia infatti ha sempre la meglio nel giudizio ci insegna la Bibbia, ricordandoci che uno sguardo attento alla persona e alle sue esigenze riesce a cogliere la verità in modo ancora più autentico”, …“la giustizia che amministrate diventi sempre più “inclusiva”, attenta agli ultimi e alla loro integrazione: infatti, dovendo dare ad ognuno quanto gli spetta, non può dimenticare l’estrema debolezza che riveste la vita di tanti e ne influenza le scelte”.
 
  
 
Se, quindi, pur laici, vogliamo riflettere e commentare i discorsi rivolti ai magistrati dal Papa, mi pare che non possiamo prescindere dal punto nodale di questi discorsi, dall’esortazione all’impegno sociale in favore degli ultimi, dei più deboli; il significato del messaggio è indubbiamente anche politico, nel senso di contributo alla equa amministrazione della cosa pubblica. L’esortazione è al servizio senza ricercare favoritismi e vantaggi personali, non certo a non manifestare il proprio impegno sociale, anche nelle correnti.
 
  
 
Mi pare, quindi, un’inutile polemica e una forzatura del pensiero espresso dal Pontefice quella – fatta anche da taluna stampa – di volergli fare dire che è contrario alle correnti, perché non è questo quello che ha detto, avendo piuttosto voluto esortare a non utilizzare le correnti per ottenere vantaggi personali ad esempio nelle nomine, bensì di mettere a frutto per il bene comune “,l’eredità di La Pira, che custodite nelle vostre diverse esperienze associative”.
 
Paola
 
  
 
Da: Area [mailto:area-bounces a areaperta.it]Per conto di mario ardigo
Inviato: domenica 10 febbraio 2019 21:22
A: area a areaperta.it
Oggetto: Re: [Area] Convertitevi!
 
  
 
  Essere all'altezza degli ideali proclamati. Che c'è di strano? Ma anche ad un Papa, si sa, riesce difficile. Ci prova ad essere diverso, ma  è imprigionato nel suo ruolo ed è solo. Non ha veri amici, non ha veri compagni. Prova ad evadere, ma scopre che non gli è possibile:  è condannato ad essere quello che è, finché lo è. E' condannato a rammentare agli altri qual è il loro dovere, ma ad esserne, in fondo, la smentita vivente, perché la sua fatica maggiore è per rimanere dov'è e qual'è: sopra tutti. Si dovrebbe governare, invece, come colui che serve, ma chi riesce a farlo quando è posto così in alto? E' per questo che la santità non è veramente dei Papi e quando li fanno santi non è, in realtà, per come hanno governato, ma per essersi sforzati  di essere diversi, affrontando quella che, come ricordò Henry Kissinger nel discorso funebre per Richard Nixon, è la minaccia più grave all'integrità personale: il potere supremo. Per noi è solo in apparenza più semplice. E' stato ricordato un comandamento antico: il giudice non baratti giustizia con favori. E non giudichi secondo le apparenze o per sentito dire, ma giudichi con giustizia i miseri, e con equità sentenzi in favore dei poveri. Non segua il malcostume generale dei potenti che accettano regali e corrono dietro alle ricompense, rifiutando di fare giustizia. Occorre convertirsi alla giustizia e costruire la città della giustizia. Ma come farlo da soli, senza compagni? Va oltre le forze del singolo. E' per questo che ci si associa, non per costituire bande di malfattori. Da soli si è sovrastati dalla macchina burocratica, presto si ritorna ad esserne un semplice ingranaggio, nonostante ogni professione di più alta idealità. Si vorrebbe che il giudice fosse più di questo, di un semplice funzionario. Lo si vorrebbe un esempio di cittadinanza, anche nel suo sapersi associare: perché da soli si può essere solo sudditi, quindi soggetti all'altrui potere, non cittadini. 
 
Mario Ardigò
 
  
 
Il domenica 10 febbraio 2019, 18:55:47 CET, Massimiliano Siddi <massimiliano.siddi a giustizia.it> ha scritto:
 
  
 
  
 
Il Papa non ha scomunicato nessuno, semplicemente perché un tema come quello trattato non può essere materia di scomunica.
 
Fossi Andrea Reale, che evidentemente si sente sempre esente da colpe e moralmente superiore agli altri, andrei oltre le parole del Papa, direttamente alla fonte dell’annuncio divino, e rifletterei molto sulla parabola del fariseo e del pubblicano.
 
  
 
         Massimiliano Siddi
 
Inviato da iPhone
 

Il giorno 10 feb 2019, alle ore 14:42, andreale <andreale a yahoo.com> ha scritto:
 

"La giustizia è dunque una virtù, cioè un abito interno del soggetto: non un vestito occasionale o da indossare per le feste, ma un abito che va portato sempre addosso, perché ti riveste e ti avvolge, influenzando non solo le scelte concrete, ma anche le intenzioni e i propositi. Ed è virtù cardinale, perché indica la giusta direzione e, come un
cardine, è punto di appoggio e di snodo".
 
"In un contesto sociale nel quale sempre di più si percepisce come normale, senza alcuno scandalo, la ricerca dell’interesse individuale anche a scapito di quello collettivo, siete chiamati ad offrire un segno della dedizione disinteressata che il vostro Statuto richiama fin dal suo primo articolo, e resa possibile dall’importante prerogativa dell’indipendenza, sulla quale da sempre vigilate come Associazione Nazionale. L’indipendenza esterna, che porta ad affermare con forza il suo carattere non politico (cfr Statuto, art. 2), tenga lontani da voi i favoritismi e le correnti, che inquinano scelte, relazioni e nomine; e l’indipendenza interna (cfr Statuto, art. 1) vi renda invece liberi dalla ricerca di vantaggi personali, capaci di respingere «pressione, segnalazione o sollecitazione diretta ad influire indebitamente sui tempi e sui modi di amministrazione della giustizia» (Statuto, art. 2)".
 
"La giustizia che amministrate diventi sempre più “inclusiva”, attenta agli ultimi e alla loro integrazione: infatti, dovendo dare ad ognuno quanto gli spetta, non può dimenticare l’estrema debolezza che riveste la vita di tanti e ne influenza le scelte.L’elevato afflato morale, espresso con limpidezza dal vostro Codice etico, animi sempre la vostra azione, perché siete ben più che funzionari, ma modelli di fronte a tutta la cittadinanza e in particolare nei confronti dei più giovani".
 
  
 
In occasione della celebrazione del genetliaco dell' ANM, con un messaggio di rare chiarezza ed incisività  ,  dal quale  ho tratto i periodi sopra trascritti, il 'rivoluzionario' Papa Francesco ha ricordato  ai rappresentanti ANM   i principi basilari della deontologia giudiziaria ed ha implicitamente  indicato quei vizi che incarnano le forme di corruttela interna che offuscano (ormai da decenni,  aggiungo) l'immagine della magistratura associata : il collateralismo politico, la sfrenata strumentalizzazione dell'attività per biechi fini carrieristici  ed individualistici, la lottizzazione e la spartizione di nomine ed  incarichi di qualunque natura,  attraverso pressioni di ogni genere (basti pensare alla diffusissima abitudine  delle telefonate per perorare una domanda....),   l'incapacità di confronto e di ascolto delle voci minoritarie,  specialmente di quelle non schierate.
 
Pur con qualche imprecisione nella elencazione   di norme statutarie e del codice etico  , Sua Santità ha  emesso una vera e propria bolla papale di scomunica nei confronti delle nostre tanto seguite correnti e delle loro degenerazioni, da diffondereurbi ed orbi e da tenere sempre a mente.
 
Grazie Santo Padre per le Sue ispirate parole!
 
Anche dai piani alti del Vaticano,  ed ancora più su, si è  capito come vada interpretata e,   soprattutto,  praticata la virtù della Giustizia . 
 
Buona domenica, e pace e bene a tutti noi!
 
Andrea Reale
 
  
 
P.s. I malpensanti  hanno immaginato   che alla fine dell'udienza papale alcuni rappresentanti del CDC  dell'ANM abbiano ottenuto di potersi  confessare, ricevendo una esemplare penitenza da Papa Bergoglio: 10 Padre nostro e 10 Ave Maria, da recitare ogni ora ed ogni giorno, fino alla fine del mandato!😂
 
  
 
  
 
Di seguito il link al quale può leggersi il discorso per intero:
 
http://m.vatican.va/content/francescomobile/it/speeches/2019/february/documents/papa-francesco_20190209_associazione-magistrati.html
 
  
 
Inviato da smartphone Samsung Galaxy.
 


_______________________________________________
Area mailing list
Area a areaperta.it
http://mail.areaperta.it/mailman/listinfo/area_areaperta.it
 

_______________________________________________
Area mailing list
Area a areaperta.it
http://mail.areaperta.it/mailman/listinfo/area_areaperta.it
 _______________________________________________
Area mailing list
Area a areaperta.it
http://mail.areaperta.it/mailman/listinfo/area_areaperta.it  
-------------- parte successiva --------------
Un allegato HTML è stato rimosso...
URL: <http://mail.areaperta.it/mailman/private/area_areaperta.it/attachments/20190212/8529576f/attachment.html>


Maggiori informazioni sulla lista Area