[Area] il fallo di reazione - Renzi vs Zidane

Fabrizio Vanorio fabrizio.vanorio a giustizia.it
Mer 20 Feb 2019 12:51:29 CET


Chi ha praticato un qualsiasi tipo di sport sa che ci sono i falli gravi e plateali, che comportano l’espulsione immediata: la testata di Zidane, ormai passata alla storia. Ma ci sono anche falli altrettanto gravi e più subdoli,
tipo la gomitata mentre l’arbitro è girato o il calcio volontario sott’acqua del pallanuotista: anche questi richiedono il cartellino rosso.  

Ora, leggendo le notizie di questi due giorni ed in particolare le dichiarazioni dell’ex Presidente del Consiglio M. R. sul “fallo di reazione” che non intende commettere dopo la sottoposizione a custodia domiciliare dei suoi genitori, mi veniva 
in mente proprio la  differenza tra i due tipi di fallo. La “testata” noi magistrati l’abbiamo ricevuta tante volte da ex Presidenti del Consiglio, Ministri in carica e non (“magistrati disturbati”, “cancro della democrazia” “terroristi”),
ma abbiamo ricevuto anche colpi più subdoli e pericolosi, come quelli che proprio Matteo Renzi ha assestato dal 2017 ai miei colleghi della Procura di Napoli per la vicenda CONSIP: 
"Faccio la conoscenza del Noe, che su incarico di un pm di Napoli, il dottor Woodcock, mi intercetta. Apprenderò dell' intercettazione mentre sono presidente del Consiglio, grazie a uno scoop del Fatto Quotidiano firmato da un giornalista che si chiama Marco Lillo. Segnatevi mentalmente questo passaggio: Procura di Napoli, un certo procuratore, il Noe dei carabinieri, il Fatto Quotidiano, un certo giornalista. Siamo nel 2014, non nel 2017, sia chiaro. Che poi i protagonisti siano gli stessi anche tre anni dopo è ovviamente una coincidenza, sono cose che capitano", seguito da altri esponenti del suo partito (il Presidente Orfini sulle intercettazioni del caso CONSIP: “Un attacco alla democrazia”), da magistrati come Nicola Gratteri e dal vice Presidente del CSM Legnini (all’unisono: "Quando c'è una fuga di notizie, esce o dalla procura o dalla polizia giudiziaria"). 

Dichiarazioni mai seriamente rettificate nemmeno dopo che indagini e sentenze hanno dimostrato tutt’altro (e consiglio di verificare Italgiure sui principali casi di fughe di notizie nel nostro Paese negli ultimi 40 anni...). 

Dichiarazioni a cui, purtroppo, non seguì all’epoca una tempestiva e forte risposta della magistratura associata. 

Ora il senatore Renzi, dichiarando rispetto e fiducia per la magistratura, ha scritto su FB le seguenti frasi: 

"Chi ha letto le carte e ha un minimo di conoscenza giuridica sa che privare persone della libertà personale per una cosa come questa è abnorme (emblematico il post di Enrico Mentana, che certo non può essere tacciato di renzismo)", aggiunge l'ex premier che poi assicura: "Non mollo di un solo centimetro... Se qualcuno pensa di fermarmi, non mi conosce. Non ci conosce".

"Anche se in tanti cercano parole di consolazione, io conosco la verità che nessuno vuole dire: se non avessi fatto politica, oggi i miei genitori non subirebbero questo". 

"Inutile dire che la vicenda dei miei genitori ha totalmente oscurato tutto ciò che è accaduto ieri nel mondo della politica. Basta leggere i quotidiani di oggi per rendersene conto. Un capolavoro mediatico, tanto di cappello". 

La domanda (anzi, le domande) sorge spontanea: chi pensa di fermarlo perché ha fatto politica ? Chi cerca il “capolavoro mediatico”, dal momento che le indagini da noi le istruisce la competente Procura della Repubblica, un GIP decide sulla libertà personale e le notizie pubblicabili le dà e le deve dare sempre la Procura (il caso Salvini docet) ? C’è qualcuno in questo Paese che possa seriamente pensare, come Renzi, che sia stato oscurato il “caso Diciotti”, che campeggia sulle prime pagine di tutti i giornali e siti anche oggi ? 

Mentre il Presidente dell’ANM Francesco Minisci consulta il VAR per scoprire il fallo di reazione che c’è stato, eccome (!), esprimo la mia solidarietà, per quel che vale ad Angela Fantechi, Giuseppe Creazzo, Luca Turco e Christine von Borries.

Saluti, Fabrizio Vanorio 
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