[Area] AreaDG sul futuro dell’ANM

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Lun 25 Feb 2019 08:55:32 CET


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AreaDG sul futuro dell’ANM

Qualche settimana fa abbiamo celebrato i 110 anni dell’Associazione
nazionale Magistrati.
E’ stata una festa  partecipata con la presenza anche  di numerosissimi
giovani colleghi, nella quale la magistratura si è ritrovata unita intorno
ai valori fondativi dell’associazionismo giudiziario.
Siamo giunti alla vigilia dell’ultimo anno del Comitato Direttivo Centrale
e, a breve, dovrà rinnovarsi la Giunta Esecutiva e la contingenza induce a
formulare l’auspicio che sia l’occasione per una ripartenza che segni un
forte e deciso rilancio dell’azione della nostra Associazione, al fine di
rendere forte e chiara la voce della magistratura unitaria così sui tanti
temi che agitano il dibattito pubblico sulla giustizia, come sui temi
dell’ordinamento e dell’autogoverno.
Auspichiamo che nel futuro l’Associazione Nazionale metta da parte le
timidezze e i silenzi che, spesso, in questi ultimi mesi ha mostrato,
financo di fronte agli inaccettabili attacchi portati contro tanti
magistrati impegnati in delicati e difficili procedimenti anche da parte di
chi, pur rivestendo  alti  compiti istituzionali e di responsabilità
politica, strumentalizza l’attività giudiziaria alla ricerca di facile
consenso, anche attraverso un uso spregiudicato dei social. Comportamenti e
dichiarazioni di tale natura delegittimano la magistratura ed espongono in
alcuni casi anche a serissimo rischio l’incolumità e la sicurezza dei
magistrati impegnati nel quotidiano difficile compito dell’amministrazione
della giustizia.
In questi mesi ci siamo trovati spesso da soli a difendere i colleghi che
sono stati attaccati solo perché facevano il loro lavoro.
Per citare solamente alcuni dei casi più recenti e noti: le contumelie
contro Armando Spataro e i violenti attacchi contro i magistrati toscani e
contro i colleghi  abruzzesi impegnati nella complessa vicenda di
Rigopiano.
In altri casi, l’intervento v’è stato, ma eccessivamente timido, come è
accaduto per l’attacco ai magistrati che a Catania compongono il Tribunale
dei Ministri e la diffusione in rete di elenchi di magistrati falsamente
indicati come iscritti ad un determinato gruppo, con lo scopo, ancora una
volta, di delegittimare le decisioni giudiziarie. È degli ultimissimi
giorni, poi, la nota vicenda della visita del Ministro dell’Interno ad una
persona in stato di detenzione perché condannata in via definitiva per
gravi fatti di sangue, motivata da “solidarietà “ ma in realtà finalizzata
a strumentalizzare un fatto giudicato dalla magistratura per fini di
propaganda politica su temi del tutto inconferenti, all’esito della quale
la GEC, dopo un serrato dibattito interno, ha deciso di pronunciarsi
causando la scomposta reazione del gruppo di MI che, in un suo documento,
ha sentito la necessità di esplicitare all’esterno la sua contrarietà
all’intervento della Giunta Esecutiva.
Quando è in gioco la difesa della giurisdizione, la tutela dei diritti
fondamentali e della sicurezza dei magistrati, quando sono in pericolo la
loro autonomia e indipendenza nel concreto svolgimento del lavoro
giudiziario, l’Associazione nazionale non può tacere.
Quando sono messe costantemente in discussione le prerogative della
magistratura e le sue decisioni sono sempre oggetto di delegittimazione o
di strumentalizzazione per meri fini propagandistici, l’Associazione in cui
noi crediamo - che é quella forte ed autorevole che abbiamo poche settimane
fa celebrato - non può restare timida o inerte.
Ritenere, come fa qualcuno, che il nostro silenzio su questi come su altri
temi nei quali sono in gioco la difesa dei diritti fondamentali delle
persone ed i valori costituzionali, che la rinuncia a fornire il nostro
qualificato contributo, anche critico quando necessario, al dibattito
pubblico sui temi della giustizia e sui provvedimenti normativi, valgano a
salvaguardare la nostra autonomia  e indipendenza e garantiscano il
rispetto da parte degli altri poteri dello Stato delle prerogative e dello
status del  magistrato, non solo riflette una visione culturale di
retroguardia  che la magistratura associata ha da tempo superato, ma è del
tutto illusorio.
Perché i casi sopra ricordati dimostrano che il silenzio dell’Associazione
rende più vulnerabile la magistratura e i magistrati, ne indebolisce il
ruolo costituzionale nella tutela dei diritti e, con esso, indebolisce i
diritti medesimi. L’autorevolezza dell’ANM si costruisce e si mantiene non
con il ripiegamento a tutela dei soli interessi di categoria, ma
salvaguardandone il ruolo di interlocutore attento, competente ed
inflessibile nel dibattito riguardante i diritti ed i principi
costituzionali, non rinunciando mai a riaffermarli tutte le volte in cui
gli stessi siano lesi o anche solo messi in discussione. Se l’Anm ha il
credito e l’autorevolezza dimostrate dalla presenza del Capo dello Stato ai
nostri Congressi ed anche all’ultimo Convegno sui 110 anni ciò lo si deve
proprio a questo ruolo attivo nel dibattito della società civile che la
nostra Associazione ha sempre avuto e che, secondo Area DG, deve continuare
ad avere. Ciò non può che rafforzare l’impegno anche nel settore
ordinamentale e più propriamente sindacale e di certo non rende l’Anm meno
forte nelle sue rivendicazioni.
Riteniamo che ora e più che mai sia necessaria una A.N.M. unitaria e coesa,
che, proprio  in coerenza con  la nostra Storia e con quei valori che
abbiamo condiviso nella  celebrazione dei 110 della nostra Associazione,
sappia esserne testimone nella magistratura e nella società.
Ci auguriamo che gli altri gruppi possano convergere convintamente su
queste posizioni e su questa idea di Associazione perché, mai come in
questa fase storica, sono necessarie l’unità e la costante riaffermazione -
ogni volta che ve ne sia la necessità - dei principi cardine della
democrazia costituzionale tra i quali, in primis, quelli riguardanti le
prerogative della magistratura.
Il Coordinamento nazionale di Area Democratica per la Giustizia e i
componenti di AreaDG nel Comitato Direttivo Centrale dell’ANM
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