[Area] gli attacchi strumentali ed i rapporti con i MEDIA: una storia infinita

Oscar Magi oscar.magi a giustizia.it
Lun 18 Mar 2019 13:44:08 CET


Nell’ormai lontano giugno del 2013 , in qualità di presidente del collegio che aveva condannato Paolo e Silvio Berlusconi per il reato di rivelazione di segreto d’ufficio , scrissi una lettera aperta al direttore del “ Corriere della sera “ , che allora era Ferruccio De Bortoli , in risposta ad un editoriale di Piero Ostellino che aveva parlato, a proposito della sentenza suindicata, di un processo “ ideologico” e di una sentenza “ideologica” , tirando in ballo anche la mia nota aderenza a “ Magistratura Democratica “ .
La lettera venne pubblicata in prima pagina e dette adito a numerose polemiche ( da me lasciate cadere) proprio per il fatto che un giudice aveva “osato” giustificare una propria sentenza con una lettera su un giornale, peraltro molto famoso come il corriere.
Ritenni, a suo tempo, che fosse necessario rispondere ad una accusa evidentemente diffamatoria ( e forse addirittura calunniosa) in modo netto e misurato , spiegando, ove fosse necessario, la natura del processo ed il contenuto della sentenza.
E quindi, a mio modesto parere, bene ha fatto la collega Carpanini a rispondere con la sua intervista alle suggestive interpretazioni della sua sentenza , utilizzate, come spesso capita , per farle dire cose che non aveva detto o comunque che non aveva detto in quel modo che era stato propalato.
Bene la continenza e bene la sobrietà, ma ogni tanto , come si dice a Roma “ quanno ce vò.....ce vò”.
Saluti
Oscar Magi 

From: Fabrizio Vanorio 
Sent: Friday, March 15, 2019 10:06 PM
To: area a areaperta.it ; nuovarea a nuovarea.it 
Subject: Re: [Area] gli attacchi strumentali ed i rapporti con i MEDIA: una storia infinita


Passano gli anni, le questioni relative ai rapporti con i media
rimangono aperte ed anzi i problemi si acuiscono, grazie ai ritmi
sempre più istantanei della comunicazione (tant’è che siamo arrivati 
all’ossimoro del medium “immediato”). 
Mi sembra utile perciò allegare il testo della relazione che tenni sul tema al congresso dell’ANM del 2013,
4 paginette in cui erano abbozzate alcune proposte, che derivavano soprattutto
dall’esperienza di lavoro ed associativa in due Procure mediaticamente molto “esposte”
e traevano spunto da precedenti delibere dell’ANM e pareri del CSM. 
Si è poi arrivati alle linee guida emanate dal CSM l’11 luglio scorso sui rapporti con i media e sulle informazioni per i cittadini-utenti. 
Si tratta ora, a mio parere, di andare avanti su questa strada, mettendo la politica di fronte alla responsabilità 
di fornire persone e mezzi per la comunicazione degli uffici giudiziari. 
Ed è necessario che magistrati, avvocati e giornalisti sappiano valutare (per noi si tratta di autovalutarsi in modo serio) 
le decisioni giudiziarie sulla base dell’effettiva lettura degli atti e non del primo post o tweet. 
Ma, alla fine, quando gli atti si sono letti davvero e per intero e si comprende che un magistrato scrive spesso “la scaltra peruviana”
oppure che è solito motivare così: “Che Tizio manifesti per le sorti del processo un interesse gigantesco lo capirebbe chiunque. Con efficace espressione gergale in uso in quelle 
contrade sub normanne, si direbbe che lo comprende pure Liuccio 'ncopp a panchina”, magari in sentenze di processi per reati di criminalità organizzata, 
credo che una risposta dall’autogoverno debba arrivare, in termini di valutazioni di professionalità più efficaci (mentre resto contrario all’uso del disciplinare,
se non in casi davvero estremi). 
Saluti, Fabrizio Vanorio 


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