[Area] [Nuovarea] R: R: Incompatibilità ambientale per Enrico Zucca: archiviare non basta

Beniamino Deidda ben.deidda a gmail.com
Sab 13 Apr 2019 17:14:49 CEST


Resta il fatto, gravissimo, che l'organo di autogoverno (che dovrebbe dare
l'esempio a tutti i magistrati) definisca *inopportuno* per un magistrato
dire niente altro che la verità ormai accertata: senza enfasi e con un
linguaggio sobrio e sorvegliato, come ha fatto Enrico Zucca che, come
sempre, esprime il meglio della magistratura.
Beniamino Deidda

Il giorno sab 13 apr 2019 alle ore 13:20 Francesco Pinto - posta giustizia <
francesco.pinto01 a giustizia.it> ha scritto:

> Oltre alla gratitudine per i consiglieri che si sono astenuti non
> avallando una motivazione francamente mistificatoria della verità,vorrei
> esprimere il mio disappunto per l’assoluta opacità di una procedura che non
> ha dato modo all’”inquisito “ neppure di essere ascoltato” a
> chiarimenti”,come avviene anche nei corpi militari.Di qui il sapore davvero
> amaro della vicenda.Francesco Pinto
>
>
>
> *Da:* Area [mailto:area-bounces a areaperta.it] *Per conto di *Francesco
> Cardona Albini
> *Inviato:* sabato 13 aprile 2019 11:42
> *A:* 'Lucia Vignale'; 'nuovarea a nuovarea.it'; 'area';
> iscritti a magistraturademocratica.it
> *Oggetto:* [Area] R: Incompatibilità ambientale per Enrico Zucca:
> archiviare non basta
>
>
>
> Voglio esprimere anch’io soddisfazione e gratitudine, non per la pronuncia
> del Consiglio, ma per l’amore di verità e per la passione con cui i
> consiglieri astenuti hanno affrontato il dibattito in Consiglio.  Come si
> combatte conta più che vincere, in alcune circostanze, anche se lascia
> sapore amaro.
>
> Francesco Cardona Albini.
>
>
>
> *Da:* Area [mailto:area-bounces a areaperta.it] *Per conto di *Lucia Vignale
> *Inviato:* venerdì 12 aprile 2019 14:41
> *A:* nuovarea a nuovarea.it; 'area'; iscritti a magistraturademocratica.it
> *Oggetto:* [Area] Incompatibilità ambientale per Enrico Zucca: archiviare
> non basta
>
>
>
>>
>
>
>
>
> INCOMPATIBILITÀ AMBIENTALE PER ENRICO ZUCCA: ARCHIVIARE NON BASTA
>
>
>
> Vogliamo esprimere la nostra gratitudine ai consiglieri Benedetti,
> Cascini, Dal Moro, Davigo, Gigliotti, Suriano e Zaccaro perché hanno scelto
> di astenersi con riferimento alla delibera conclusiva del procedimento ex
> art.2 RD Lgs n.511/1946 aperto a seguito delle dichiarazioni rese da Enrico
> Zucca in un convegno organizzato dal Consiglio dell’ordine degli avvocati
> di Genova alla presenza dei genitori di Giulio Regeni.
>
> Desideriamo ringraziarli perché, non potendo votare contro la doverosa
> archiviazione del procedimento, hanno scelto di astenersi a fronte di una
> motivazione che definisce “*inopportune*” le frasi pronunciate dal
> collega in quella occasione.
>
>
>
> Il dott. Zucca - chiamato a riflettere sul caso Regeni, sul rapporto tra
> “ragion di Stato” e “verità”, e sulla tortura - ha richiamato i fatti
> verificatisi a Genova in occasione del vertice G8 del 2001; in questo
> contesto, ha osservato che “*Le nostre forze di Polizia non ci hanno
> consegnato alcun torturatore. E i torturatori, cioè chi ha coperto quegli
> ignoti torturatori sono, erano – adesso si può di nuovo dire sono – i
> vertici o ai vertici delle forze di Polizia*”; ha sottolineato quindi che
> “*lo sforzo che noi chiediamo ad un paese dittatoriale, cioè di
> consegnarci la verità e i responsabili, è uno sforzo che abbiamo dimostrato
> di non saper fare per vicende meno drammatiche*”.
>
> Poiché queste sono le frasi pronunciate dal dott. Zucca, a noi pare che
> non vi sia stata alcuna “*impropria associazione tra la polizia egiziana
> e quella italiana*” e si sia invece voluto sottolineare che la mancata
> collaborazione della polizia italiana all'accertamento della verità sui
> fatti verificatisi a Genova può aver fatto perdere autorevolezza alle
> giuste richieste rivolte dal nostro Stato democratico ad uno stato
> dittatoriale.
>
> Che la polizia italiana non abbia collaborato per consegnare gli autori di
> gravi atti di violenza (qualificati come “tortura” dalla CEDU) è risultato
> dell’accertamento giudiziario nazionale e internazionale. La polizia nel
> suo complesso, e i suoi vertici pro tempore, infatti, sono stati oggetto di
> dure critiche da parte della Corte di Strasburgo, ed è centrale, fra
> queste, quella di aver impedito l’individuazione dei responsabili dei fatti
> materiali di tortura.
>
> Che la permanenza nei ranghi della polizia delle persone condannate per
> falso e per calunnia in relazione ai fatti verificatisi presso la scuola
> Diaz sia una violazione convenzionale, non è opinione del dott. Zucca, ma
> della Corte di Strasburgo che, per questo, ha condannato lo Stato italiano,
> e - nella sentenza Cestaro c/Italia - ha rammentato l’obbligo (derivante
> dall’art.3 Convenzione) di sospendere dalle funzioni durante il processo (e
> destituire in caso di condanna) i responsabili degli atti di tortura “*e
> dei delitti connessi*”.
>
> È la CEDU a sostenere che la distinzione tra chi ha torturato e chi ha
> “coperto i torturatori” non rileva quanto a necessità di repressione e di
> risposta istituzionale.
>
> È un dato di fatto che alcuni dei condannati nel processo per i fatti
> della Diaz rivestano funzioni apicali in unità operative locali e centrali
> della Polizia di Stato (ed anche in articolazioni di respiro internazionale
> come la DIA), ed è ancora la CEDU a ritenere questo fatto non compatibile
> con gli obblighi convenzionali assunti dallo Stato italiano.
>
> È un fatto che sentenze definitive della Cassazione hanno stigmatizzato il
> grave discredito gettato sulle istituzioni italiane, anche a livello
> internazionale, dal comportamento dei condannati per i fatti verificatisi a
> Genova nel 2001.
>
>
>
> Fatti, dunque, e circostanze oggettive, appurati in via definitiva dalla
> giurisdizione italiana, per i quali l’Italia è stata condannata dalla Corte
> Europea dei Diritti dell’Uomo. Fatti che il dott. Zucca ha riferito,
> criticando il comportamento dell’amministrazione attraverso il contenuto di
> provvedimenti giurisdizionali.
>
> Ci preoccupa che un tale comportamento possa essere considerato “
> *inopportuno*” perché non comprendiamo come possa essere inopportuno, per
> un magistrato, riportare ciò che è scritto in provvedimenti giudiziari
> definitivi.
>
> Apprezziamo dunque la decisione del CSM, che ha giustamente archiviato una
> procedura per incompatibilità ambientale che non avrebbe dovuto neppure
> essere aperta; ma vogliamo ringraziare quei consiglieri che, pur sostenendo
> la necessità della archiviazione, si sono astenuti, mostrando così di aver
> compreso la pericolosità di una motivazione che sembra incidere sulla
> libertà di espressione del magistrato. Se è certo che sia inopportuno dire
> ciò che una sentenza dice, infatti, come e quando potremo parlare?
>
>
>
> I referenti della sezione ligure di AreaDG
>
> Giuseppe Longo e Lucia Vignale
>
>
>
>
> _______________________________________________
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