[Area] Dopo il 25 Aprile - per i più giovani

mario ardigo marioardigo a yahoo.com
Sab 27 Apr 2019 07:55:51 CEST


Scrivoper i più giovani, perché per chi ha più di cinquantanni certe cose dovrebberoessere scontate, per averle vissute.  

 Alle elezioni politiche del 1946, dopo vent'anni di fascismo mussoliniano e due anni di guerra di Resistenza, si ripresentò lasituazione uscita dalle elezioni del 1921, le ultime libere prima dellunghissimo governo Mussolini: le forze maggiori erano le socialiste e lesocial-cattoliche, con la prevalenza delle prime. Alle elezioni del ’21 ifascisti ottennero circa trentamila voti, contro i quasi due milioni delleformazioni socialiste e il milione e quattrocentomila circa dei social-cattolici.Trattandone, gli storici di solito affermano, quindi, che il fascismo non fuineluttabile, conseguì dalla divisione delle forze democratiche. Dopo il ’46 lalezione della storia fu compresa da socialisti e social-cattolici. L’intesa traloro per preservare democrazia e valori fondamentali non venne mai meno, fino aquando quelle formazioni esistettero. Oggi il panorama politico apparecompletamente rivoluzionato, in una misura che pochi avrebbero immaginatopossibile fino all'inizio degli anni  ’90.E anche l’accordo sui valori non si manifesta con la forza di prima. 

 Quell'intesa di cui ho detto, e che coinvolseanche forze liberali e repubblicane storiche, fu detta costituzionale, perché da essa fu plasmata la nuova Costituzioneentrata in vigore nel 1948. In quello stesso anno si svolsero nuove elezionipolitiche, in cui prevalsero largamente i social-cattolici. Si danno tantediverse spiegazioni di questa affermazione. Evidenzio l’importanza cruciale chevi ebbe l’agitazione politica dell’Azione Cattolica italiana, organismocostituito nel 1906 dal Papato, sulla base di precedenti diverse esperienze,  con lo scopo principale di fare politica: questa è l’azione  dell’Azione Cattolica. Nel 1931, con l’enciclica IlQuarantennale - Quadragesimo Anno  ilPapato ordinò ai membri dell’Azione Cattolica (non all’associazione come tale) dicollaborare alle istituzioni sociali dello stato, che all'epoca erano quellefasciste. Questo lavoro venne presentato come manifestazione della carità evangelica. Cambiato, dal 1939, l’orientamentopolitico del Papato, esso fu diretto verso la costruzione di una democraziasociale. Su quest’ultima si basò l’intesa costituzionale a cui ho fattoriferimento.

  Si parla di fede democratica, fede liberale, fede socialista, per significaregli elementi religiosi che quelle concezioni politiche contengono. Unaconcezione è religiosa quando prescinde da come vanno le cose nella realtà,quindi essenzialmente da ciò che i rapporti di forza producono nella società,anche se ne ha consapevolezza realistica. In questo senso anche ilcattolicesimo sociale è una fede, dico è  perché esiste ancora, piuttosto vitale. Ma nonlo è nel senso che faccia riferimento essenzialmente ad una dimensione numinosa,bensì perché ritiene, come scrisse molto bene il teologo evangelico Karl Bart,che per il vangelo, il complesso delle sue concezioni religiose e sociali, la miseria non deve esistere. Ilcattolicesimo sociale è socialista nel concepire realisticamente la miseriacome frutto di un ordinamento sociale che può, e quindi deve, essere riformatoe deve esserlo innanzi tutto  mediante un’agitazionesociale e una crescita culturale delle masse. Esso quindi, come i socialisti,  ha coscienza della divisione di classe e sipropone per superarla. Si distingue dai socialisti e comunisti storici,formazioni che ora non ci sono più nonostante siano presenti denominazioni chefanno riferimento a quelle realtà, nei metodi per superare la divisione diclasse, e in particolare per la minore importanza data alla lotta di classe,quindi tra  le classi, e all'azione dei pubblici poteri,rispetto all’interazione dialogante nei e tra i corpi sociali intermedi. L’ideadi riforma sociale dei cattolico sociali si basa essenzialmente su questiultimi, nei quali si pensa di poter realizzare una dinamica di interclassismo, di dialogo tra classisociali, che porti al superamento del classismo che produce la miseria sociale,e quindi anche della lotta di classe, di cui pure non ignora l’importanza. Unodei suoi principali teorici fu Giuseppe Toniolo (1845-1918), economista esociologo, tra i principali organizzatori dell’Azione Cattolica, proclamato beato  nel 2012, e quindi proposto ai cattolici  come modello  di impegno civile secondo il vangelo. Il successo elettorale dei cattolico socialidel 1948 si basò essenzialmente su un’intensa opera sui corpi sociali intermediitaliani: l’Azione Cattolica si occupò dei ceti popolari, il nuovo partito cristiano  dei ceti medi, per defascistizzarli. A quest’ultimolavoro si dedicò in particolare Giuseppe Dossetti. Si trattava di influire su tutta  la società per cambiare l’ordinamento socialeche sfavoriva quelli che, nel linguaggio della prima enciclica sociali deitempi  moderni, la  Le novità - Rerum  novarum  del 1891, erano definiti proletari, vale a dire, come spiegò molto bene Karl Barth, coloroche dipendono da altri per vivere. La massima espansione dei socialistiitaliani, nel 1975, si ebbe quando fecero un lavoro simile, superandoconcezioni precedenti. 

  In una società complessivamente molto riccacome la nostra, c’è ancora la miseria, e anzi si sta espandendo. Questaconstatazione è stata posta alla base, ad esempio, di una misura politica comequella del cosiddetto  reddito di cittadinanza, che in realtà è qualcosadi diverso da quello che viene in genere considerato come tale dai suoi maggioriteorici, ma  è una misura di sostegno acoloro, tra i residenti stabili, che stanno molto peggio. Chi è ancora convintoche la miseria non debba esistere  penserà alla riforma sociale e, così, sarà inlinea con la nostra Costituzione che appunto addirittura la impone incondizioni simili. Si tratta di riformare un ordinamento, quindi progettare edattuare un diverso ordinamento, non basta l’agitazione sociale. E trattandosidi  influire su realtà di massa,occorrerà saper parlare alle masse, intese come tutta  la società. Questoriesce difficile alla politica di oggi, per vari motivi, ma principalmente percarenza di mezzi finanziari, e quindi di un’organizzazione politica adeguata,il che spinge a rimediare agendo sulle emozioni veicolate dalle reti sociali. L’emotivitàè controproducente per intese che dovrebbero basarsi su elementi razionali, adesempio su un’affidabile memoria storica. Oggi il solo partito politico dimassa che, disponendo di un consistente finanziamento pubblico e di un’organizzazionecapillare coordinata da un ceto di professionisti ad essa dedicato, è rimastocapace di suscitare sulla scena italiana un movimento politico del tipo diquello che generò l’intesa costituzionale può essere considerato la Chiesacattolica italiana. Ma, in realtà, creare i presupposti per una riformarichiede anche qualcosa che vada oltre la dimensione partitica e si propongainnanzi tutto di suscitare una affidabile consapevolezza storica degli eventiche si vanno vivendo. C’è qualcosa da tramandare di generazione in generazionee che costituisce la base su cui poi costruire concrete politiche democratichedi riforma. E’ l’idea di democrazia, sono i principi costituzionali. Questocredo sia un lavoro che può essere svolto nella società anche dai magistrati,in particolare mediante il loro associazionismo, senza venir meno al propriodovere di indipendenza e di imparzialità. Del resto è materia che all'università si studia negli insegnamenti di diritto pubblico, diritto amministrativo ediritto costituzionale, senza necessità di fare riferimento specifico a questoo quel partito. 

MarioArdigò - Roma  

  

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