[Area] Populismo giudiziario e mito del sorteggio

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Lun 10 Giu 2019 22:16:10 CEST


 

 

 

In allegato e di seguito lo schema dell’intervento che ho svolto l’8 giugno
al 2° Congresso di AreaDG

Edmondo Bruti Liberati

Allego anche in PDF l’articolo del prof. Ainis cui faccio riferimento

 

 

 

DE TE FABULA NARRATUR  <https://it.wikipedia.org/wiki/Quinto_Orazio_Flacco>
Orazio,  <https://it.wikipedia.org/wiki/Satire_(Orazio)> Satire,
<https://la.wikipedia.org/wiki/s:Sermones_(Horatius)/Liber_prior/Sermo_I_-_Q
ui_fit,_Maecenas,_ut_nemo,_quam_sibi_sortem#65> I, 1, 69-70

 

Edmondo Bruti Liberati

Schema dell’intervento  svolto al 2° Congresso Nazionale di Area Democratica
per la Giustizia- Roma 8 giugno 2019 nella tavola rotonda La giustizia e la
crisi della democrazia rappresentativa

 

 

1.Alcuni caratteri del populismo.

 

Democrazia diretta (Nadia Urbinati)

Negazione di qualsiasi legittimità ai corpi intermedi e incensamento della
democrazia diretta (Ilvo Diamanti, Marc Lazar).

Svalutazione delle istituzioni di controllo, dei meccanismi di bilanciamento
dei poteri. 

Fastidio per l’intervento della magistratura quale limite all’esercizio del
potere, ma con atteggiamenti ambivalenti. In Italia il “Capitano” Salvini
attacca i giudici che emettono provvedimenti sgraditi e li invita “a
presentarsi alla elezioni”. In Brasile Bolsonaro esalta l’operazione
anticorruzione “Lava Jato” e nomina ministro della Giustizia il magistrato
Sergio Moro, che si richiama esplicitamente a Mani Pulite e Di Pietro.

Antielitismo  come elemento  fondante della ideologia populista, fondata sul
culto del capo (Ilvo Diamanti, Marc Lazar).

Populismo penale. Crociata contro la criminalità pretesa dilagante e la
corruzione, con aggravamenti trucolenti delle pene e affievolimento delle
garanzie.

 

2. Il populismo giudiziario.

 

  Il populista che è in noi magistrati.

“Esibiziomismo, supponenza e settarismo di taluni magistrati, in particolare
Pm”

“Protagonismo nel dibattito pubblico diretto a promuovere consenso alle loro
inchieste e soprattutto alle loro persone” ( Ferrajoli 2012)

“La vicenda di Mani pulite ci insegna anche che una cosa è l’apprezzamento
della opinione pubblica per la azione dei magistrati e altro è il tifo da
stadio o il sostegno acritico, che alla giustizia fa ancora più male, se
possibile, degli attacchi denigratori e delegittimanti. Il “protagonismo”
improprio di taluni magistrati è la parte negativa della eredità di Mani
pulite.  Dal “protagonismo (necessitato) della magistratura” sulla
corruzione si è passati al “protagonismo (improprio) di taluni magistrati “,
in particolare Pm. (E. Bruti Liberati 2018)

Spirito di crociata contro la criminalità e la corruzione. Magistratura
cavaliere bianco, angelo vendicatore, unica istituzione sana. Tutto è
corruzione.

A fin di bene, s’intende, si mettono in tensione le garanzie processuali in
paradossale egualitarismo verso il basso che assicura ai soggetti forti lo
stesso trattamento fino ai ieri riservato ai deboli.

Intento moralizzatore della politica e dell’amministrazione, che investe
sotto il profilo dell’indagine penale il terreno della discrezionalità
politico ammnistrativa.

“Derive di controllo panpenalistico sulle prassi politiche “ (C.Visconti
2016)

“Il problema è lo svuotamento della politica da cui può derivare la
tentazione fallace di una sua compensazione giudiziaria” (G. Preterossi,
2016)

“ La riduzione dei problemi di accountability alla sola dimensione
penalistica produce effetti distorsivi[…] In una sorta di circolo vizioso ,
il deficit di etica e di accountability produce un eccesso di penale, che
ponendosi come unico criterio di responsabilizzazione tende ulteriormente a
ridurre  lo spazio proprio di autonomo  giudizio etico e/o politico”
(D.Pulitanò 2013)

La ostilità verso le élites e il procedimento di formazione delle élites .

 

 

3. Il mito del sorteggio

La ostilità verso le élites e il procedimento di formazione delle élites  ha
prodotto  il sostegno alla proposta di sorteggio dei componenti del Csm e
financo la proposta di sorteggio dei dirigenti degli uffici.

Napoleone diceva che tutti i soldati di Francia hanno nello zaino il bastone
di Maresciallo, ma poi i Marescialli li selezionava con cura  e ciascuno lo
destinava, non per sorte, al compito per cui appariva più idoneo. Uno vale
uno. Chiunque può essere Ministro dei Trasporti: tutti abbiamo preso almeno
una volta un tram, un treno, un nave o un aereo.

Ma oggi il sorteggio viene da più parti proposto, con diverse varianti, come
metodo per la selezione dei componenti togati del Csm. L’idea non è nuova.

Nel 1971  viene presentata dall'on.Almirante, nel quadro di un'aspra
campagna dell'Msi contro il Consiglio in carica, una proposta di legge
costituzionale (Camera n.3568, V Legislatura) che, muovendo dalla critica
della politicizzazione del Csm, ne propone una composizione che,
contemporaneamente, accen­tua il carattere corporativo, con la riduzione dei
membri eletti dal Parlamento e ne riduce la rappresentatività.  Nella
relazione infatti si sottolinea la opportunità di introdurre nel Csm
"magistrati di nomina non elettiva" prospettandosi come "soluzione più
valida quella del sorteggio tra alcune categorie di magistrati". 

Sulla proposta dell’on. Almirante il Csm si esprime in modo totalmente
nega­tivo con il parere del 30 maggio 1972 che costituisce l'occasione per
la riaffermazione del principio di elettività. Quanto alla riduzione del
numero dei membri laici si segnala il rischio di trasformazione in un
"organo di casta" e si ribadisce la necessità di una "saldatura tra le
esigenze proprie dell'amministrazione della giustizia e la sentita
aspirazione ad evitare che la magi­stratura operi come un corpo chiuso, al
di fuori di un effettivo controllo esterno". Ma­ i lavori parlamentari si
interrompono per lo scioglimento anticipato delle Camere, e la proposta non
ha seguito. Rimane da sottolineare la consapevolezza istituzionale dell’on.
Almirante, che ritiene imprescindibile la modifica costituzionale.

Da ultimo il tema del sorteggio è stato rilanciato su Repubblica (8 giugno
2019 p.33) dal professor Michele Ainis.

Il titolo sembra perentorio “ Il sorteggio dei migliori” , ma l’articolo va
letto per intero e con attenzione non solo per l’autorevolezza dell’autore,
ma soprattutto perché il finale riserva un colpo di scena, che vanifica il
titolo. Dunque sorteggio dei 16 togati componenti togati, ma “Ovviamente con
taluni accorgimenti, con un sorteggio, per cosi dire, ‘pilotato’”.

Prosegue il prof. Ainis “Insomma. La platea dei giudici ben si presta
all’uso del sorteggio: è una comunità di pari, nessuno può sentirsi
scavalcato. Quanto alle modalità operative, per una volta potremmo prendere
ad esempio l’università. Dove una legge del 2008 ha debellato Concorsopoli,
stabilendo l’estrazione a sorte dei commissari di concorso. A due
condizioni, tuttavia: che i professori presentino la propria condidatura; e
che i candidati superino una “mediana”, per misurare la bontà dei loro
titoli. Questo modello, tradotto per i giudici, renderebbe sorteggiabili
solo quanti si distinguono per laboriosità, o magari per l’indice di
decisioni confermate in appello. Il sorteggio dei migliori” .

Due osservazioni.

a.”Nessuno può sentirsi scavalcato”. Una sorprendente concessione al
corporativismo. La selezione di chi deve comporre l’organo di governo
autonomo della magistratura avrebbe come criterio di fondo quello di non
scontentare nessuno

b. Università.” Dove una legge del 2008 ha debellato Concorsopoli,
stabilendo l’estrazione a sorte dei commissari di concorso”. Forse è un
accenno ironico visto che le cronache dell’ultimo decennio non ci hanno
fatto mancare episodi di “cordate” e di nepotismo.

Una conclusione.

Il “sorteggio dei migliori”. Più che opinabili i due criteri che dovrebbero
servire per selezionare i migliori. Ma soprattutto: chi seleziona i
“migliori”.   Una sorta di navigator? Scelti a loro volta con sorteggio “non
pilotato” o eletti e da chi e con quale sistema?

Ecco perché era essenziale non fermarsi al titolo. L’articolo del prof.
Ainis in realtà fornisce i migliori argomenti contrari al sorteggio.

Ma se si volesse andare a fondo perché non proporre di applicare il metodo
del sorteggio, con il lancio dei dadi, per la decisione delle controversie,
secondo l’illustre precedente dell’anziano giudice Bridoye nel Tiers Livre
del Pantagruel di Rabelais?(Vedi  B. Cavallone, “Comme vous autres,
messieurs”.(François Rabelais teorico del processo e del giudizio), in
Rivista di diritto processuale, anno LXII ( Seconda serie), n.2,
marzo.aprile 2008 p. 433 ss)

 

 

4.De te fabula narratur

 

Il monito del poeta non può essere ignorato neppure da quella parte più
avvertita della magistratura  che non cede alle sirene del populismo
giudiziario.

Cito ancora da Ferrajoli 2012

-consapevolezza del carattere sempre relativo della verità processuale

- rispetto dovuto a tutte le parti in causa, vittime e imputati, pur se
mafiosi, terroristi o corrotti.(Al riguardo  si veda la circolare del
Procuratore di Napoli Melillo sulle direttive per evitare le fotografie
degli arrestati)

- costume del dubbio, prudenza nel giudizio

Ed ancora il costume di sobrietà e riservatezza, che è ancor più essenziale
quando dalla maggioranza di governo si contesta il fondamento della
indipendenza della magistratura. Al riguardo una vera e propria “lezione” ci
è stata impartita stamane nell’intervento della magistrata in tirocinio
Valeria Motta. Il magistrato è un cittadino a tutto tondo con le sue idee ed
ha il diritto di esprimerle, senza il rischio di censure disciplinari; ma vi
sono dei limiti di sobrietà e di misura. E deve prestare particolare
attenzione alle frequentazioni. Non è questione di apparenza di
imparzialità, ma di sostanza. Il Codice deontologico dell’Anm è più che mai
attuale.

 

 

 

 

 

 

 


 
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