[Area] Fwd: Fwd: [anm-milano] La corrente che non c'è!

Maria Antonietta Ricci mariaantonietta.ricci a giustizia.it
Mer 19 Giu 2019 20:05:02 CEST


Su richiesta di Damiano Spera giro anche in questa lista il messaggio 
inviato su Area-Milano
Cari saluti a tutti  Antonietta Ricci

-------- Forwarded Message --------
Subject: 	[anm-milano] La corrente che non c'è!
Date: 	Wed, 19 Jun 2019 17:34:49 +0200
From: 	Spera Damiano <damiano.spera a giustizia.it>
To: 	'Associazione Nazionale Magistrati' 
<mailinglist-anm a associazionemagistrati.com>, 
anm-milano a googlegroups.com, 'Unicost' <lista.nino.abbate a unicost.eu>, 
areadistrettomilano a googlegroups.com

*LA CORRENTE CHE NON C’E’!*

Il momento che noi magistrati stiamo vivendo è molto difficile.

I recenti fatti di cronaca e le notizie che ci inondano ogni giorno ci 
feriscono profondamente.

La stragrande maggioranza di noi è animata da forti motivazioni ideali e 
crede nel proprio lavoro di giudice al servizio del popolo italiano, nel 
cui nome pronunciamo in piedi le nostre sentenze.

La stragrande maggioranza di noi ben sa che la forza della magistratura 
si alimenta riaffermando nel lavoro quotidiano (ma anche nella vita 
privata) i valori della indipendenza e della terzietà, racchiusi nel 
precetto costituzionale di essere soggetti soltanto alla legge.

La stragrande maggioranza di noi crede nell’Autogoverno, in tutte le sue 
articolazioni, ma soprattutto nel Consiglio Superiore della 
Magistratura, garante dell’autonomia di ciascun magistrato e 
dell’indipendenza dell’intera magistratura da ogni altro potere dello Stato.

E’ tuttavia opinione comune che le correnti della magistratura minano il 
normale funzionamento dell’Autogoverno nelle progressioni in carriera e 
soprattutto nelle nomine dei giudici nei ruoli apicali degli Uffici 
giudiziari.

Tutti noi siamo a conoscenza di numerosi episodi in cui possiamo 
dimostrare che le nomine sono state ispirate a logiche di appartenenza 
correntizia piuttosto che a calibrate ponderazioni delle effettive 
qualità dei candidati.

Ormai è divenuto normale, nel partecipare ad un concorso per qualsiasi 
incarico, sentirsi dire dal collega “ma tu in quale quota di corrente 
sei?”, oppure “devi ancora aspettare, nella tua corrente ci sono altri 
già da tempo in lista di attesa!”.

Ciò offende la nostra dignità professionale e ci allontana dalla 
partecipazione alla “vita politica” della magistratura.

Questa distorsione è incentivata da una scellerata legge elettorale per 
il C.S.M., basata su un collegio unico nazionale: solo i “big” delle 
varie correnti sono conosciuti a livello nazionale e possono così 
contare su un numero sufficiente di voti per essere eletti. Spesso si 
assiste alla “carriera per il C.S.M.”: attivismo nella singola corrente, 
nomina al Consiglio giudiziario, incarichi a livello nazionale (nella 
corrente e/o nell’A.N.M.) e solo alla fine di questo percorso si ha 
qualche /chance/ di candidarsi e vincere l’agognato “premio” della 
nomina al C.S.M.

E, successivamente, chi ha dato un supporto decisivo per la vittoria del 
singolo candidato, di regola, “chiede il conto” e così facendo alimenta 
la spirale di favoritismi di cui la cronaca quotidiana purtroppo è piena.

Si minacciano da più parti misure straordinarie per eliminare queste 
distorsioni. E’ però a tutti noi evidente che con interventi esterni, 
non condivisi dalla magistratura, perdiamo in termini di indipendenza e 
di Autogoverno.

Ma non si può dire solo “no”.

Bisogna dare qualche segnale di “ravvedimento operoso”, cominciare 
insieme a fare proposte concrete per uscire dalla palude.

Vorrei fare due piccoli esempi:

1)si potrebbe proporre una modifica della legge elettorale del C.S.M. 
con le seguenti modalità: tante circoscrizioni elettorali quanti sono i 
membri da eleggere; dieci nominativi per presentare la singola 
candidatura; votazione con una sola preferenza; ballottaggio tra i primi 
due candidati che hanno riportato il maggior numero di voti.

E’ evidente che così si toglie molto potere alle correnti e soprattutto 
quelle più virtuose dovranno favorire candidature di giudici che, per 
capacità e consenso, saranno in grado di attirare i voti provenienti da 
diverse aree ideali della magistratura. Inoltre si evita il carrierismo 
per il CSM di cui parlavo prima e soprattutto il “turpe sinallagma” tra 
chi ha organizzato la campagna elettorale e l’eletto. Quest’ultimo 
diventa sicuramente indipendente dall’area e/o dalla corrente di 
appartenenza e si sente più forte e gratificato da un grosso consenso 
trasversale dei suoi votanti;

2)nei concorsi per incarichi semidirettivi e direttivi, il candidato 
deve continuare a depositare i documenti che comprovino la sua idoneità 
per l’incarico richiesto e spiegare nell’autorelazione tutte le 
sueattitudini. Si tratta spesso di numerosi faldoni di documenti e 
un’autorelazione di decine di pagine, che (si spera) vengano lette da 
qualche incaricato del C.S.M., ma che certamente non vengono analizzate 
dai componenti della Commissione e dai membri del C.S.M. in seduta 
plenaria. Se al candidato fosse altresì richiesto di sintetizzare in una 
sola pagina (foglio A/4, corpo 12, interlinea singola) una “/Scheda 
sintetica del candidato xx per il conferimento dell’incarico xx/”, da 
pubblicare sul sito del C.S.M., tutti i componenti del C.S.M. (ma anche 
tutti i giudici italiani e l’opinione pubblica) potrebbero in pochi 
minuti vagliare e controllare la qualità e le effettive capacità di 
ciascun candidato (ovviamente comprovate nella documentazione prodotta), 
in un’ottica di maggiore trasparenza e pubblicità del procedimento 
concorsuale. Forse così sarebbero più difficili favoritismi, “giochi 
correntizi” e palesi ingiustizie.

So bene che alligna un pensiero in chi sta leggendo queste due 
paginette: la storia della magistratura è piena di correnti che nascono 
al precipuo fine di combattere le (altre) correnti.

E allora qual è la soluzione?

Dar vita alla “Corrente che non c’è!”.

In questa neonata corrente non ci sono iscrizioni né leader né votazioni 
né riunioni.

Gli obiettivi di questa nuova corrente sono:

- diminuire il potere delle correnti istituzionali, che devono tornare 
ad essere linfa vitale del confronto sereno tra diverse aree culturali 
della magistratura associata;

- dare voce a tutti i magistrati, come già da sempre avviene nella A.N.M.;

- forte tensione ideale ed elaborazione di proposte concrete per ridare 
dignità all’Autogoverno della magistratura.

Tutti ne possono far parte, sia componenti e big di altre correnti, sia 
quella massa silenziosa di giudici che si allontanano sempre più dalla 
vita associativa e talora nutrono un vero e proprio odio per il sistema 
correntizio e si riconoscono solo nella bellissima casa comune dell’A.N.M..

Per aderire alla “Corrente che non c’è!” è sufficiente intervenire in 
tutti i convegni e assemblee (organizzati da correnti storiche o A.N.M. 
o altri enti) e dire la propria opinione, oltre che quale componente di 
un organismo o di una corrente storica, anche a nome della neonata 
corrente. E ciò al solo fine di elaborare idee condivise per un migliore 
Autogoverno, senza campanilismi ma nell’interesse della magistratura.

Ribadisco che è impossibile la riunione di tutti i (mi auguro) numerosi 
componenti della neonata corrente, per l’ovvia ragione.. che non c’è!

Damiano Spera

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