[Area] LA QUESTIONE MORALE PER IL GIUDICE TRA IL SECONDO E IL TERZO MILLENNIO, intervista a tre magistrate.

anna2010 a tiscali.it anna2010 a tiscali.it
Mer 26 Giu 2019 10:09:08 CEST


  

Se ci fa piacere, illudiamoci pure... Ma, parlare di questione
morale in ambiti specifici, come magistratura, politica, pubblica
amministrazione, forze dell'ordine, professioni etc etc. vuol dire non
vedere o non voler vedere che alla base di tutto v'è un degrado
generalizzato delle qualità morali di buona parte della nostra società.


Siamo in pieno neo-cannibalismo e la civilizzazione, nel mondo, ha
innestato la retromarcia.

--
Saluti. 

Anna Venturieri 
(insegnante in
pensione)

Il 25.06.2019 19:00 Giustizia Insieme ha scritto: 

> LA
QUESTIONE MORALE PER IL GIUDICE TRA IL SECONDO E IL TERZO MILLENNIO,
INTERVISTA A TRE MAGISTRATE.
> INTERVISTA DI PAOLA FILIPPI A MORENA
PLAZZI, ELISABETTA PIERAZZI E BEATRICE BERNABEI
> 
> L'intervista in
tema di questione morale di G.I., questa volta, è a tre magistrate:
Morena Plazzi, Elisabetta Pierazzi e Beatrice Bernabei. 
> 
> Morena e
Elisabetta sono entrate in magistratura "nel secondo millennio", hanno
vissuto l'epoca dei magistrati assassinati, tra terrorismo e mafia, e
pure l'epoca dei magistrati corrotti in uffici romani, fatti entrati
nella storia del malaffare, per cui sapevamo indignarci piu' di quanto
abbiamo fatto recentemente per i magistrati corrotti dell'ufficio di
prevenzione di Palermo. Beatrice Bernabei è un magistrato del terzo
millennio è entrata in magistratura all'epoca della contagiosa
insoddisfazione dei magistrati di mezza età in lizza per una poltrona,
l'epoca dei carichi esigibili e dei sindacalismi, ovvero in un'epoca in
cui la questione morale, diciamocelo francamente, è stata lasciata in un
cono d'ombra.
> 
> Chiudere i cancelli girevoli tra politica e
magistratura è la falsa soluzione di un falso problema, occorre molto di
piu', occorre il quotidiano buon esempio da parte del collega più
anziano - quello della porta a fianco - che dia sfoggio di una condotta
irreprensibile ed incensurabile al collega più giovane - quello appena
entrato in magistratura (Beatrice); occorre coltivare il senso della
dignità, quella delle persone in nome delle quali e per le quali
amministriamo giustizia ma ancor prima, perché altrimenti non sapremo
riconoscerla in nessun altro, il senso della dignità propria, quella che
rende semplicemente inaccettabile chiedere o ricevere come un favore ciò
che si deve avere come un diritto, o barattare con qualche briciola di
potere o di convenienza l'enorme privilegio della indipendenza interna e
esterna che questo lavoro, ancora, garantisce a chi non lo svende come
qualcuno ha fatto perché non ne è degno e non ne comprende il valore
(Elisabetta). 
> 
> La soluzione è non rimanere soli (Morena)
> 
>
https://www.giustiziainsieme.it/it/le-interviste-di-giustizia-insieme/683-la-questione-morale-all-interno-della-magistratura-tre-magistrate-rispondono
[1]

--

Saluti. Anna Venturieri (insegnante in pensione)  



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